martedì 02 Dicembre 2025
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Guido Rinaudo, fondatore della Granda Zuccheri, si spegne a 85 anni

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granda zuccheri
Il logo di Granda Zuccheri (immagine concessa)

Imprenditore attivo nel sociale, Guido Rinaudo, patron dell’azienda Granda Zuccheri, azienda focalizzata sul confezionamento delle bustine di zucchero per il caffè, si è spento all’età di 85 anni in seguito al Parkinson. I funerali sono previsti per lunedì 31 luglio alle 15:00 nella chiesa parrocchiale di Busca a Cuneo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano La Voce di Alba.

Busca in lutto per la scomparsa di Guido Rinaudo

BUSCA (Cuneo) – Lutto a Busca per la morte di Guido Rinaudo patron dell’azienda Granda Zuccheri. Rinaudo è mancato sabato 29 luglio, all’età di 85 anni in seguito alla sindrome di Parkinson che lo aveva colpito qualche anno fa. La sua vita è legata alla storia dell’azienda di famiglia nata nel 1937, leader nella produzione dello zucchero, che dal 1974 ha sede a Busca.

L’imprenditore buschese, in occasione delle elezioni amministrative del 2004 vinte da Luca Gosso, era sceso in campo come candidato sindaco. Diventato consigliere comunale di Busca e si era dimesso nel 2007 per entrare a fare parte del Consiglio di amministrazione della banca Credito cooperativo di Caraglio, del cuneese e della Riviera dei Fiori, nel cui regolamento era prevista l’incompatibilità dei consiglieri con altre cariche pubbliche.

Guido, così come tutta la sua famiglia, è sempre stato attivo nel campo del sociale, e della chiesa locale, nel Sermig di Torino di cui Rinaudo era amico del fondatore Ernesto Olivero. Rinaudo viene ricordato in ambito parrocchiale come un uomo, un imprenditore, un cristiano che ha saputo coniugare con semplicità queste tre grandi dimensioni.

Nonostante la malattia di Parkinson negli ultimi tempi, prima che degenerasse, desiderava sempre andare a messa e sedersi vicino al coro per animare con i cantori la celebrazione eucaristica.

Lo scorso novembre con molta emozione e soddisfazione aveva partecipato all’inaugurazione del nuovo stabilimento realizzato, di fronte a quello da lui fondato, tra Ceretto e San Martino di Busca.

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Pos: iniziative per ridurre costi delle transazioni sotto i 30 € per piccole imprese

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pos cashless

Raggiunta un’intesa tra Abi, Apsp, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Fipe per la definizione del protocollo d’intesa per maggiore comprensibilità e comparabilità dei costi di accettazione di strumenti di pagamento elettronici per le piccole imprese. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale dell’Ansa.

L’accordo sul Pos

MILANO – “È stato raggiunto l’accordo tra Abi, Apsp, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Fipe per la definizione del protocollo d’intesa per la mitigazione, la maggiore comprensibilità e comparabilità dei costi di accettazione di strumenti di pagamento elettronici”.

Lo conferma – come anticipato dall’Ansa – una nota congiunta delle associazioni che oggi hanno siglato l’intesa.

“L’accordo, raggiunto presso il ministero dell’Economia e le Finanze, sul quale l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (Agcm) ha espresso il parere favorevole – spiegano -, promuove ulteriormente la digitalizzazione, la modernizzazione e la concorrenza dei servizi di pagamento, anche attraverso una maggiore comprensibilità, comparabilità e mitigazione dei costi delle transazioni con strumenti di pagamento elettronici. E ciò con riferimento a chi svolge attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, tenuti ad accettare pagamenti con Pos e che presentino ricavi e compensi relativi all’anno di imposta precedente di ammontare non superiore a 400.000 euro”.

Nello specifico “l’Abi e l’Apsp si impegnano a invitare i propri associati, che operano in qualità di “soggetti abilitati all’accettazione di pagamenti con carta presso gli esercenti” a promuovere iniziative commerciali nei confronti degli esercenti, volte a ridurre l’impatto dei costi delle transazioni di basso valore, cioè di importo non superiore a 30 euro. In particolare, tali iniziative commerciali dovrebbero essere significativamente competitive per quanto riguarda le transazioni di importo unitario almeno fino a 10 euro. Le iniziative commerciali andranno pubblicizzate per almeno 6 mesi e avranno durata non inferiore a 9 mesi”.

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Pernigotti: Invitalia entra nella compagine societaria, ricostruito il capitale sociale per € 7.000.000

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Il logo Pernigotti

Invitalia entra a far parte di Pernigotti. L’operazione ha consentito di ricostruire il capitale sociale per 7.000.000 di euro (75% Lynstone-JPMorgan, 25% Invitalia) e così porre le basi per il rilancio del marchio e della produzione. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano Il Secolo XIX.

L’ingresso di Invitalia nell’azienda Pernigotti

NOVI LIGURE (Alessandria) – È stata perfezionata con l’ingresso di Invitalia la compagine societaria della Pernigotti Holding SpA, società costituita dal fondo Lynstone di JPMorgan che ha rilevato dal Gruppo Toksoz l’intero capitale sociale della Pernigotti SpA. L’operazione, condotta per Invitalia nell’ambito del Fondo per la salvaguardia dei marchi storici, ha consentito di ricostituire il capitale sociale per 7.000.000 di euro (75% Lynstone-JPMorgan, 25% Invitalia) e così porre le basi per il rilancio del marchio e della produzione.

I due soci cooperano nella stessa misura anche in Walcor SpA, altro storico marchio cremonese, specializzata nella produzione di uova di Pasqua e monete di cioccolata, si legge in una nota. Ed è proprio “la complementarietà delle linee produttive e, di conseguenza, del portafoglio prodotti che ha indotto ad una operazione gemella che, integrando fornitori, prodotti, rete commerciale e management, si presenta sul mercato come una proposta innovativa”, viene sottolineato.

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L’Iila incontra la ministra dell’agricoltura colombiana Jhenifer Mojica Flórez per il progetto sostenibile

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colombia bandiera cannavò produzione iila
La bandiera della Colombia

Jhenifer Mojica Flórez, ministra dell’agricoltura della Colombia, è stata ospite della sede romana dell’Iila (Organizzazione internazionale italo-latina americana). In sua presenza sono stati condivisi i risultati raggiunti dal progetto Paz Colombia che dal 2020 contribuisce a potenziare la sostenibilità delle economie rurali nei territori di Cartama, Cauca e Huila nei settori ortofrutticolo e produzione di caffè. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale dell’Aise.

Jhenifer Mojica Flórez in visita alla sede romana dell’Iila

ROMA – La ministra dell’agricoltura della Colombia, Jhenifer Mojica Flórez ha fatto visita alla sede romana dell’Iila, riunendosi con la segretaria generale, Antonella Cavallari, accompagnata dall’ambasciatore di Colombia in Italia, Ligia Margarita Quessep Bitar.

Cavallari ha colto l’occasione della presenza a Roma della Ministra Mojica in occasione del vertice FAO “Food System Summit +2”, per condividere gli importanti risultati raggiunti dal Progetto svolto dall’IILA e finanziato dalla DGCS/MAECI “Agricultura y Turismo Sostenible para la consolidación de la paz en Colombia”.

Il progetto Paz Colombia dal 2020 contribuisce a potenziare la competitività e la sostenibilità delle economie rurali nei territori di Cartama, Cauca e Huila nei settori ortofrutticolo, produzione di caffè e turismo ecologico, giungendo alla sua fase finale.

La segretaria Cavallari ha sottolineato che “in questi tre anni sono stati formati più di 764 coltivatori di caffè, 873 agricoltori, 175 frutticoltori e 411 operatori turistici. Risultati concreti e visibili che hanno prodotto un aumento del 108% del valore medio di vendita del caffè e del 123% nella produzione di prodotti orticoli”.

L’ottima collaborazione tra l’IILA e questo Paese membro è stata ribadita anche con la grande partecipazione colombiana a tutte le edizioni del Foro PyMES e proprio nell’ambito dell’ultimo Foro dedicato alla filiera agroalimentare, è stato firmato un accordo tra l’Organizzazione e la Gobernación del Huila per dare seguito agli importanti risultati raggiunti nella regione attraverso il Progetto Paz Colombia.

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Ucimac: Roberto Nocera è il nuovo presidente, Maurizio Giuli, Marco Brutti eletti vicepresidenti

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Roberto Nocera (immagine concessa)

MILANO – Giovedì 20 luglio, durante l’Assemblea Generale di Ucimac – che all’interno di Assofoodtec rappresenta l’associazione dei Costruttori macchine e attrezzature per caffè, professionali e semi professionali – la carica di presidente è stata affidata a Roberto Nocera, direttore generale di La San Marco SpA. vicepresidenti Maurizio Giuli (Simonelli Group SpA) e Marco Brutti (B.F.C srl).

Roberto Nocera eletto nuovo presidente di Ucimac

Classe 1960, Nocera ha conseguito la laurea in ingegneria meccanica e un PhD in ingegneria degli impianti motori termici. In campo industriale si è occupato di progettazione di velivoli civili e di grandi motori navali ed impianti di cogenerazione.

Ha svolto attività di ricerca presso l’Università Federico II di Napoli ed è autore di oltre 20 pubblicazioni scientifiche riguardanti, principalmente, lo studio dei bilanci energetici ed exergetici degli impianti motori termici.

Ha rivestito i ruoli di progettista presso la direzione tecnica della società Aeritalia di Napoli; progettista presso la Grandi Motori di Trieste; professore a contratto presso la Federico II di Napoli; membro dei comitati tecnici Nazionali dell’AIPCR “implicazione del trasporto con veicoli pesanti”. Da oltre 25 anni si occupa di macchine professionali per la preparazione del caffè e di macchine destinate al segmento OCS; dal 2013 ad oggi direttore tecnico e General Manager de La San Marco SpA.

Il presidente neoeletto ha dichiarato di accettare con entusiasmo il mandato, ringraziando tutti coloro che l’hanno preceduto e i soci che nei venti anni di presenza attiva nell’associazione sono stati esempio di competenza, impegno e passione in un comparto che rappresenta uno dei fiori all’occhiello del made in Italy nel mondo.

Nocera ha espresso la volontà di voler svolgere il suo mandato nell’ottica della continuità, ricercando una maggiore collaborazione degli associati.

“Come Ucimac – ha commentato il presidente – vogliamo informare gli stakeholder sui traguardi raggiunti dall’associazione, tra cui il presidio delle tematiche legate all’innovazione e alla sostenibilità ambientale e sociale dell’intera filiera. Davanti a un successo sportivo si usa l’espressione di “grande impresa”, dietro al successo di un’azienda si parla spesso di “gioco di squadra”. Ciò che desidero rimarcare è come lo spirito di squadra sia la determinante che porta al successo le aziende e le associazioni che le uniscono”.

Il presidente continua: “Diversi sono i progetti che ci vedranno impegnati nel prossimo futuro, dal presidio dell’attività normativa e legislativa nazionale e internazionale al coinvolgimento dei vari attori della filiera al fine di esser sempre pronti ad assolvere i cogenti e stringenti limiti normativi in tema di sicurezza e alimentarietà”.

La scheda sintetica di Ucimac

Ucimac è l’associazione Costruttori macchine per caffè espresso e attrezzature per bar aderente ad Assofoodtec, federata Anima Confindustria.

La scheda sintetica di Anima Confindustria

Anima Confindustria è l’organizzazione industriale di categoria che, all’interno di Confindustria, rappresenta le aziende della meccanica varia e affine, un settore che occupa 225.000 addetti per un fatturato di 54,5 miliardi di euro e una quota export/fatturato che supera il 60% (dati 2022 Ufficio Studi Anima). I macrosettori rappresentati da Anima sono: edilizia e infrastrutture; movimentazione e logistica; produzione alimentare; produzione di energia; produzione industriale; sicurezza e ambiente.

Semestrali: Nestlé vola a 46,3 mrd, frena Nespresso, Gruppo Seb in ripresa trainato dalle macchine professionali

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Nestlé Nespresso
Il logo Nestlé

MILANO – Vola il fatturato Nestlé, nella scia degli ulteriori aumenti di prezzo attuati nei listini. La maggiore azienda mondiale di alimenti confezionati, numero uno nel settore del caffè, chiude infatti il primo semestre 2023 con una crescita organica (cioè al netto degli effetti dei cambi, di dismissioni e acquisizioni) dell’8,7%, superiore all’8,1% del consensus.

I cambi hanno inciso negativamente per il 6,7%, mentre le acquisizioni nette hanno avuto un impatto negativo dello 0,4%.

Le vendite totali di Nestlé sono aumentate dell’1,6%, a 46,3 miliardi di franchi svizzeri (48,48 miliardi di euro), dai 45,6 miliardi del primo semestre 2022. Gli aumenti di prezzo sono stati del 9,5%, mentre la crescita interna reale (rig) – ossia i volumi di vendita – segna un -0,8%.

Il caffè ha visto una crescita in cifra singola alta, con sviluppi positivi nelle vendite di tutti i marchi e i canali del fuori casa in ulteriore ripresa.

Grazie all’incremento dei proventi, Nestlé ha migliorato anche la redditività

Il risultato operativo Ebit è salito del 2,9% a 7,9 miliardi di franchi (8,3 miliardi di euro), mentre l’utile netto si è attestato a 5,6 miliardi di franchi (5,9 miliardi di euro), in aumento del 7,7%.

Nestlé ha ristretto la sua previsione di crescita organica delle vendite, per l’intero anno, a un intervallo del 7% -8%, da un intervallo del 6-8%. L’utile sottostante per azione in valuta costante dovrebbe aumentare tra il 6% e il 10%.

Le vendite di Nespresso scendono a 3,128 miliardi di franchi (3,27 miliardi di euro), dai 3,19 miliardi di un anno fa: una flessione dell’1,9% determinata, in primis, dall’effetto dei cambi, che hanno inciso negativamente per il 5,6%.

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Vino e caffè, le due filiere a confronto al Palermo Coffee Festival con Andrej Godina

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andrej godina caffè vino
Andrej Godina al Palermo Coffee Festival (immagine concessa)

Andrej Godina, dottore di ricerca in scienza, tecnologia ed economia nell’industria del caffè, parla della differenza tra le filiere del vino e del caffè durante il percorso formativo svoltosi al Palermo Coffee Festival concluso il 19 giugno (ne abbiamo parlato qui). Al festival, il mondo del caffè e del vino non erano solamente in degustazione presso le postazioni dei produttori ma sono stati anche oggetto della proiezione del film “Caffè e Vino – due mondi un documentario” di Mauro Illiano e dello stesso Godina.

Nell’articolo precedente, Godina ha invece esplorato le differenze tra filiera del caffè e quella dell’olio. Leggiamo di seguito le sue considerazioni.

Vino e caffè: due mondi a confronto

di Andrej Godina

PALERMO – Durante il Palermo Coffee Festival, organizzato nella bellissima cornice dell’Orto Botanico del capoluogo siciliano, ha fatto bella mostra di sé il caffè con un percorso di degustazione variegato che ha offerto ai visitatori nuovi spunti di abbinamenti. Infatti, oltre a esserci torrefattori e micro roaster Specialty, erano presenti diverse aziende agricole che producono vino e olio EVO di riconosciuta qualità.

La presenza del vino e dell’olio ha aiutato a trainare la promozione della filiera del caffè che è quella meno conosciuta e di più difficile decifrazione. Vino e olio hanno il grande vantaggio di avere in Italia luoghi evocati alla loro produzione, infatti tutti noi abbiamo ben chiaro come sono fatti l’ulivo e la vite e molti di noi abbiamo partecipato a una vendemmia o a una raccolta delle olive.

andrej godina
Andrej Godina esplora il mondo del vino in relazione al caffè (immagine concessa)

Le piantagioni di caffè, invece, sono molto lontane, quasi nessuno le ha mai viste e ciò complica la diffusione della cultura del prodotto e della sua filiera.

Palermo è una città straordinaria che per il caffè ha un qualcosa di unico: all’interno dei giardini dell’Orto Botanico ci sono dal secolo scorso delle piante di caffè che danno modo ai visitatori di vedere di volta in volta la fioritura e gli stadi di maturazione delle drupe.

Questa straordinarietà ha reso il Palermo Coffee Festival un evento ancora più interessante in quanto ha dato modo ai visitatori di vedere e toccare con mano le piante e allo stesso tempo di fare un percorso di degustazione che ha fatto scoprire come lo stesso caffè si presenta in tazza erogato con diversi metodi, espresso, moka, metodi brewing.

cold brew
Cold brew erogata dalla Eletta Explore di De Longhi (immagine concessa)

Anche la nuova bevanda cold brew è stata raccontata e in particolare erogata dalla postazione della nuova Eletta Explore di De Longhi che è in grado di erogare un cold brew in pochi minuti.

La filiera siciliana del vino è stata rappresentata da alcune aziende agricole di grande spessore:

Al festival il mondo del caffè e del vino non erano solamente in degustazione presso le postazioni dei produttori ma sono stati anche oggetto della proiezione del film “Caffè e Vino – due mondi un documentario” e di tre bellissime masterclass di abbinamento. I partecipanti delle masterclass hanno potuto fare un percorso sensoriale atipico, quattro vini abbinati a quattro caffè.

Assieme ai sommelier che hanno scelto i vini in assaggio e alla torrefazione Morettino, abbiamo scelto i caffè che si sposavano meglio con le bottiglie tenendo in considerazione non solamente le caratteristiche sensoriali ma anche allo storytelling legato alle varietà botaniche e al terroir.

Le degustazioni sono state un susseguirsi dell’assaggio di un vino guidato dal sommelier e dall’assaggio del caffè preparato in Chemex. Il vino è stato descritto nelle sue caratteristiche del vitigno, del terroir e della lavorazione in cantina, con un’accurata descrizione sensoriale della bevanda: colore, aromi, flavore e retrogusto. A seguire l’assaggio del caffè, preparato erogato al momento e servito in un calice di vetro.

Nell’abbinamento abbiamo seguito sempre un parallelismo di racconto al fine di aiutare i partecipanti a seguire un filo logico di racconto e per aiutarli nella descrizione del flavore. I caffè sono stati descritti innanzitutto descrivendo la ricetta di estrazione con un dettaglio sulla qualità dell’acqua scelta e filtrata con i sistemi Brita, successivamente nella varietà botanica, nelle caratteristiche morfologiche e di clima delle regioni dove è stato coltivato, nel processo di lavorazione, nel colore di tostatura.

A seguire, e qui la parte meno cosciuta per i partecipanti, la descrizione sensoriale del caffè. Come è stato per il vino, ho chiesto di roteare il bicchiere per agevolare la percezione degli aromi e al palato ho accompagnato la degustazione con un dettagliato racconto del flavore.

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Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia (immagine concessa)

Probabilmente quello che più ha sorpreso i partecipanti è stato ritrovare una spiccata acidità nei caffè assieme a una buona dolcezza, un flavore complesso spesso che richiamava la frutta e un tenore di amaro piacevole che ricordava a volte il cioccolato fondente, a volte la buccia di agrume, a volte la liquirizia.

Al termine della masterclass la presentazione della Guida dei caffè e delle torrefazioni ha suscitato grande interesse, soprattutto nella versione in app, che permette tramite il motore di ricerca dedicato di trovare i caffè recensiti che possiedono il proprio flavore preferito.

Ima acquista il 70% di Mespic S.r.l., produttrice di macchine su misura adatte anche per il packaging del caffè e tè

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Ima
Il logo del Gruppo Ima

OZZANO DELL’EMILIA (Bologna) – In data 18 luglio 2023, Ima ha perfezionato il closing per l’acquisto del 70% di Mespic S.r.l., società con sede a Faenza (Ravenna), e del 100% della sua controllata Mespic North America Corporation con sede in Illinois, dal socio unico Holding FGLG S.r.l..

Mespic, fondata nel 2008 e con 59 dipendenti guidati dal suo co-fondatore Fabio Garavini, sviluppa, produce e vende macchine su misura, dai nastri trasportatori alle avvolgitrici, dalle incartonatrici ai pallettizzatori, e sistemi completi chiavi in mano per il fine linea.

Ima completa l’acquisizione del 70% di Mespic S.r..

Grazie al suo know-how e all’attenzione allo sviluppo di nuovi prodotti e all’innovazione, Mespic fornisce soluzioni modulari, flessibili ed efficienti che si adattano esattamente alle esigenze dei clienti analizzando il packaging e il layout più adatto a loro.

I prodotti Mespic sono progettati per servire un’ampia varietà di applicazioni: prodotti lattiero-caseari, dolciari, piatti pronti, farmaceutica, tè e caffè, salse e creme, alimenti per animali domestici, alimenti per bambini, alimenti surgelati, panetteria, uova, bevande, cura della casa e della persona e tabacco.

Mespic offre anche servizi di test, installazione e qualificazione, ricambi e manutenzione delle macchine. Maggiori informazioni su Mespic sono disponibili qui.

Questa acquisizione arricchisce il portafoglio di soluzioni avanzate fornite da Ima nel fine linea e rappresenta un ulteriore passo della strategia dell’azienda di consolidare la propria presenza in tale mercato e diventare l’unico riferimento per i propri clienti per quanto riguarda tutte le loro esigenze di imballaggio secondario.

illycaffè annuncia i finalisti dell’Ernesto Illy International Coffee Award

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Il logo di Ernesto Illy International Coffee Award 2023 (immagine concessa)

TRIESTE – illycaffè annuncia i 27 finalisti che accedono all’ottava edizione dell’Ernesto Illy International Coffee Award, il premio intitolato alla memoria di Ernesto Illy, figlio del fondatore dell’azienda, che celebra oltre tre decenni di collaborazione virtuosa con i produttori. Tra di essi verrà scelto il ‘Best of the Best’ e il ‘Coffee Lovers’ Choice’ riconoscimenti che saranno assegnati il 16 novembre a New York durante una cerimonia alla New York Public Library.

Nel corso dell’anno i laboratori di qualità illycaffè hanno analizzato i campioni del raccolto 2022/2023 e selezionato i migliori lotti e produttori, basandosi sia su parametri qualitativi che di sostenibilità dell’azienda.

I finalisti di questa edizione provengono da Brasile, Costa Rica, El Salvador, Etiopia, Guatemala, Honduras, India, Nicaragua e Ruanda.

“La nostra missione è deliziare gli amanti del buono e del bello nel mondo con il miglior caffè che la natura possa offrire, esaltato dalle tecnologie e dall’arte – commenta Andrea Illy, presidente di illycaffè – l’Ernesto Illy International Coffee Award ci consente di stimolare la produzione di caffè sempre più buoni e sostenibili”.

I 27 finalisti dell’Ernesto Illy International Award 2023, in ordine alfabetico, sono:

Brasile:

  • Luis Manuel Ramos Fachada M. da Silva
  • Raimundo Dimas Santana Filho
  • São Mateus Agropecuária

Costa Rica

  • CoopeelDos R.L.
  • CoopeSabalito R.L.
  • Finca San Carlos

 El Salvador

  • Finca Agua Caliente
  • Finca Monterrey
  • Finca San Rafael

Etiopia

  • Legesse Sherefa P.L.C. – Dawit Zerihun Kasahun Washing Station
  • Legesse Sherefa P.L.C. – Germa Adere Debele Washing Station
  • Tracon Trading P.L.C. – Guji Hambela Washing Station

Guatemala

  • Finca Buena Vista
  • Finca Danilandia
  • Pequeños Productores Santa Cruz Naranjo

Honduras

  • Finca Los Chagüites
  • Finca Mi Cafetal
  • Finca Santa Martha

India

  • Kogilehalla Estate
  • Nullore Estate
  • Woddaegooda Estate

Nicaragua

  • Finca San Antonio
  • Finca Zaragoza/Exportadora Atlantic
  • Proyecto LIFT Wiwilí

Ruanda

  • Kayumbu Coffee Washing Station
  • Mubuga Coffee Washing Station
  • Nyakabingo Coffee Washing Station

La graduatoria di ognuno dei 9 paesi finalisti sarà resa nota il 16 novembre alle Nazioni Unite di New York in occasione di un incontro durante il quale i produttori di caffè sapranno chi si è aggiudicato l’accesso alla finale dell’Ernesto Illy International Coffee Award 2023.

I 9 campioni di caffè finalisti verranno sottoposti alla valutazione di una giuria indipendente multidisciplinare di esperti internazionali (chef, giornalisti, assaggiatori e professionisti), che li analizzerà e stabilirà a chi assegnare il titolo di ‘Best of the Best’.

Anche i consumatori saranno invitati a testare i 9 caffè finalisti e ad esprimere la loro preferenza attraverso una serie di degustazioni cieche organizzate nei flagship illy di tutto il mondo nelle settimane precedenti il premio. Il caffè più votato dai consumatori vincerà il premio “Coffee Lovers’ Choice”.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica al mondo.

Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp.

Dal 2013 illycaffè è inoltre una delle World Most Ethical Companies. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 125 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 25 paesi del mondo.

Nel 2021 Rhône Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella crescita internazionale. Nel 2022 illycaffè ha impiegato 1230 persone e ha generato un fatturato consolidato pari a €567,7 milioni. La rete monomarca illy conta 190 punti vendita in 34 Paesi.

Icam Cioccolato rilascia il 5° bilancio di sostenibilità: 88% dell’energia è auto-prodotta

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Sara Agostoni, chief sustainability officer di Icam Cioccolato (immagine concessa)

ORSENIGO (Como) – Icam Cioccolato, azienda italiana specializzata nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao, ribadisce il proprio impegno verso un approccio etico e sostenibile e rilascia il suo quinto bilancio di sostenibilità. Un rendiconto preciso e puntuale che, partendo dalle peculiarità del business, definisce e valuta le modalità attraverso cui persegue effetti positivi per la società e riduce il più possibile quelli negativi.

Icam Cioccolato pubblica il 5° bilancio di sostenibilità

Una realtà, quella di Icam, che da oltre 75 anni si prende cura di una meravigliosa materia prima – il cacao – seguendone ogni fase: dalla piantumazione e crescita delle piante, dalla raccolta ed essiccazione dei suoi frutti, fino ad arrivare alla sua lavorazione e trasformazione in cioccolato di alta qualità, destinato poi al consumatore finale, all’industria e ai professionisti del settore.

Persone, filiera, innovazione e ambiente sono i 4 pilastri su cui è costruita l’identità aziendale e le 4 macroaree a partire dalle quali Icam ha elaborato il proprio bilancio di sostenibilità, indicando per ciascuna, gli obiettivi raggiunti e i traguardi verso cui tendere negli anni a venire.

Redatto in conformità ai GRI Standard (Global Reporting Initiative Standards) del 2021, il documento associa a ciascuna delle attività analizzate gli SDG (Sustainable Development Goals) dettati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

Nel corso del 2022, come per gli anni precedenti, Icam ha inoltre aggiornato la propria analisi di materialità, un percorso iniziato in occasione del primo bilancio di sostenibilità e che, grazie al coinvolgimento di stakeholder esterni (principali clienti e alcuni fornitori in ambito nazionale e internazionale), permette ogni anno ad Icam di individuare le tematiche ESG su cui concentrarsi nella redazione del bilancio, di conoscere le aspettative dei propri stakeholder in termini di sostenibilità e di individuare nuove aree di miglioramento per le proprie iniziative in tale ambito.

“L’impegno principale del 2022, che rendicontiamo in questa edizione del nostro bilan-cio di sostenibilità, è stato quello di consolidare il ruolo di Icam come soggetto responsabile, capace di generare valore condiviso”, dichiara Sara Agostoni, chief sustainability officer di Icam Cioccolato.

Agostoni continua: “Concretamente, in continuità con la nostra storia di oltre 75 anni, ci siamo sforzati di ricercare nuove occasioni di sviluppo di relazioni e sinergie positive, in grado di produrre risultati soddisfacenti per tutti, base di ogni progetto realmente resiliente e globalmente sostenibile. Da un punto di vista di metodo, il nostro sforzo è stato quello di identificare in modo sempre più puntuale gli impatti del nostro operare, per poterli misurare e governare efficacemente.”

L’impegno verso le persone

Il riconoscimento del valore delle singole persone e l’importanza di stabilire con loro una relazione di fiducia e rispetto reciproci, sono da sempre tra i valori fondanti dell’azienda, in Italia, a Orsenigo (CO), così come negli altri Paesi in cui opera e in particolare, presso la sede Ugandese, Icam Chocolate Uganda Ltd.

Con 393 collaboratori al 31 dicembre 2022, Icam ha incrementato del 5% le persone inserite in organico presso la sede italiana, potendo contare oggi su un 94% di contratti a tempo indeterminato sul totale degli assunti. Tutti i collaboratori assunti hanno inoltre accesso a un pacchetto di benefit e incentivi legati alle performance e ideati dall’azienda per offrire condizioni di lavoro migliorative rispetto al settore di riferimento. Tra questi: gli incentivi legati alle performance individuali, una piattaforma di welfare aziendale per l’erogazione defiscalizzata del premio di produttività.

In Uganda, dove nel 2010 ha creato un centro di raccolta ed essicazione delle fave di cacao (seguito negli anni da altri 2 centri), Icam applica la stessa attenzione e gli stessi principi di sostenibilità verso i propri collaboratori e le loro esigenze

Con un incremento di 36 persone inserite in organico, anche i collaboratori di Icam Chocolate Uganda Ltd possono beneficiare di una serie di benefit che vanno oltre quanto previsto dalla normativa locale.

A questo si aggiunge l’accesso alla formazione legata all’ottenimento delle certificazioni Rainforest Alliance e Biologico, con contenuti prevalentemente tecnici ma che hanno riguardato anche il Codice etico e di condotta di Icam a cui tutti i collaboratori devono attenersi.

Un processo di formazione continua sulle pratiche agronomiche sostenibili agli agricoltori locali che conferiscono le fave di cacao presso i centri di raccolta, allo scopo di aumentare qualità e produttività del raccolto e la conseguente redditività dello stesso. Nel 2022 Icam ha formato 6.428 agricoltori nelle tre sedi ugandesi di Bundibugyo, Hoima e Mukono.

L’impegno verso la filiera

L’eccellenza dei prodotti Icam è il risultato dell’accorta e scrupolosa gestione della catena di fornitura dell’azienda nella sua interezza. Partendo dalle filiere per l’approvvigionamento del cacao, oltre 20 i paesi tra Africa, Sud America e America Centrale, fino ad arrivare a quelle dello zucchero, del latte e derivati, della frutta secca ecc., Icam coinvolge ogni fornitore a dare il proprio contributo nel raggiungimento dell’obiettivo di tracciare il percorso realizzato da ogni ingrediente che partecipa alla realizzazione del prodotto finale.

Partendo da una selezione scrupolosa delle materie prime, con l’obiettivo di riuscire
nell’intento di tracciare l’intera filiera, Icam ha stilato ormai da oltre una decina di anni, un codice etico aziendale che vede nel rispetto, nella sostenibilità e nella trasparenza, i valori guida da seguire in tutte le fasi delle attività di produzione del cacao e di tutti gli ingredienti necessari alla realizzazione del cioccolato in ogni sua forma.

Il codice etico di Icam è stato condiviso da molti dei fornitori dell’azienda e ad oggi è stato sottoscritto dal 97% dei fornitori di cacao e dal 100% dei fornitori di altre materie prime. Un modus operandi virtuoso che nel 2022 ha portato alla certificazione “organic” dell’80% delle fave di cacao utilizzate da Icam, in particolare biologico (23%), bio/Fairtrade (29%), Fairtrade (9%) e Rainforest Alliance (18%)

Icam, inoltre, dal 2020 prosegue il suo impegno di tracciabilità nel progetto denomina-to “Supply Chain ESG Risk Assessment” il cui fine è conoscere sempre più dettagliata-mente la struttura e i rischi ambientali, sociali e di governance delle catene di fornitura di latte, zucchero e cacao, le tre materie prime più rilevanti nel processo produttivo del cioccolato.

Partendo da una prima mappatura delle singole filiere e dalla valutazione dei rischi ESG di ciascuna, che potrebbero impattare sull’attività dell’azienda, viene poi richiesto ai singoli fornitori un’analisi dei propri rischi ESG e delle strategie per prevenirli o mitigarli tramite policy specifiche, codici di condotta, etc.

Il tutto permette ad Icam di stilare una valutazione del rischio residuo di imbattersi, anche in modo indiretto, in situazioni di corruzione, di lavoro forzato o minorile dei contadini, mancato rispetto della biodiversità, deforestazione ecc., nonché di rendere più competitiva e resiliente l’intera catena produttiva, generando impatti e valori positivi e condivisi su tutte le comunità coinvolte.

Un processo che è parte integrante delle pratiche dell’azienda di fondamentale importanza per affrontare le sfide più attuali sui tavoli della Comunità Europea: deforestazione e rispetto dei Diritti Umani.

L’impegno verso l’innovazione

L’approccio di Icam alla produzione vede come punto cardine la ricerca continua della massima soddisfazione dei clienti che non si pone come semplice obiettivo da raggiunge-re, ma che rappresenta parte integrante della mission aziendale.

Partendo dalla qualità e sicurezza dei propri prodotti, Icam ha istituito negli anni procedure aziendali, periodicamente rinnovate sulla base del processo tecnologico e delle evoluzioni normative, che permettono di prevenire in modo sistematico e continuativo l’insorgere di non conformità relative a qualità, sicurezza e legalità dei prodotti.

Il compito di ridurre, e auspicabilmente, eliminare l’insorgenza di eventuali situazioni critiche è affidato al Food Safety Team, responsabile dello sviluppo, attuazione e mantenimento della politica di qualità e sicurezza. Nell’ambito di questi controlli, continuativi dalla materia prima al prodotto finito, nel 2022 sono state effet-tuate 23.079 analisi di conformità.

Un’attenzione all’impatto sulla salute e sicurezza dei consumatori caratterizzata dall’implementazione, diversi anni fa, dei principali standard di qualità e sicurezza alimentare tra cui ISO 9001, BRC e IFS.

A queste certificazioni principali, si affiancano quelle di prodotto in grado di offrire prodotti specifici a una platea più ampia possibile di consumatori. Dal 1998 al 2022 Icam, attraverso una scelta di responsabilità e trasparenza verso i consumatori, ha arricchito i propri prodotti con certificazioni alimentari specifiche, quali: Fairtrade, Biologico, Kosher, Halal, Gluten Free, Vegan Quality, Lactose Free e dal 2022 Dairy Free. Una scelta inclusiva nei confronti di ogni individuo e che porta come diretta conseguenza, l’incremento dei controlli lungo l’intera catena produttiva.

Questo costante slancio verso l’innovazione alimentare trova riscontro e terreno fertile nel dipartimento di Ricerca e sviluppo, dove le necessità del mercato e del singolo cliente diventano realtà. Nonostante il contesto politico-economico particolarmente critico, nel corso del 2022 sono state realizzate 422 nuove ricette.

L’impegno verso l’ambiente

Icam nel corso degli anni si è contraddistinta per la profonda attenzione alle tematiche ambientali e per l’impegno a minimizzare l’impatto del proprio operato sul pianeta. Con l’obiettivo di comprendere, gestire e ridurre i propri impatti sul clima e, al tempo stesso, per dare concreta evidenza ai risultati ottenuti col proprio impegno, a fine 2020 Icam ha avviato un’attività di calcolo e monitoraggio della propria carbon footprint.

L’attività, condotta col supporto di Carbonsink – una società esterna specializzata – e in conformità allo standard UNI EN ISO 14064 e al Greenhouse Gas Protocol, ha consentito di calcolare le emissioni dirette e indirette dell’azienda relativamente al 2020. Dall’analisi condotta è emerso che la voce più significativa della Carbon Footprint è relativa alle emissioni indirette (95%), di cui gli ingredienti acquistati risultano essere la fonte predominante di emissioni. Tra questi, il cacao da solo contribuisce per oltre l’86% delle emissioni del Gruppo, seguito dai trasporti (4%) e dagli altri beni acquistati: latte (2%), dagli imballaggi (2%) e dallo zucchero (1%).

Questi calcoli hanno portato all’implementazione di misure atte ad ottenere una costante riduzione delle emissioni di CO2, portando l’azienda nel 2022 a ridurre le proprie emissioni di circa il 19% rispetto al 2020. Inoltre, l’indice di intensità delle emissioni, in rapporto alle tonnellate di produzione, è in costante compressione, grazie anche agli interventi di riduzione e all’ottimizzazione produttiva che dal 2020 ha con-sentito una riduzione del 27%, di cui 11% nell’ultimo anno.

Parallelamente Icam, grazie all’elevato livello di innovazione tecnologica del proprio sito produttivo di Orsenigo, è stata in grado di ridurre sempre di più il fabbisogno energetico necessario alla produzione

Fiore all’occhiello dello stabilimento è infatti l’impianto di trigenerazione che, oggetto di costante manutenzione e di investimenti che ne migliorano anno dopo anno l’efficienza, è in grado di produrre da un’unica fonte di energia elettrica, contemporaneamente vapore e acqua fredda, permettendo di ottenere in modo autonomo ed efficiente la quasi totalità (l’88% nel 2022) dell’energia consuma-ta dal processo produttivo dello stabilimento lecchese. La parte restante, invece, vie-ne acquistata da fonti di energia rinnovabili (12%).

Infine, tra le accortezze e provvedimenti messi in pratica dall’azienda è da annoverare anche l’impegno nella produzione di packaging sostenibili. Icam ha sviluppato un innovativo confezionamento biodegradabile e compostabile, a base di carta che, senza rinunciare all’estetica, garantisce l’ottimale protezione del prodotto e le performance di efficienza produttiva

Una tipologia di imballo che ha ricevuto l’apprezzamento da parte del mercato e che cresce velocemente: nell’anno 2022 si è registrato un incremento nell’utilizzo dell’incarto biodegradabile del 55% rispetto all’anno precedente. Il 76% di incarti primari delle tavolette hanno inoltre subito un processo di sgrammatura, equivalente a un risparmio di 104 tonnellate di carta in 3 anni. Il 95% dell’incarto primario per le tavolette di cioccolato prodotte nel 2022 è stato riciclabile.

È possibile visionare e scaricare il Bilancio di Sostenibilità 2022 completo di ICAM Cioccolato a questo link.

La scheda sintetica di Icam Cioccolato

Dal 1946 l’azienda è interprete di un’autentica cultura del cioccolato italiano e si è imposta come portavoce di eccellenza dell’arte cioccolatiera made in Italy. Fortemente impegnata nel rispetto della sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei suoi fornitori, Icam è una delle poche aziende al mondo che controlla in maniera completa ed integrata la filiera produttiva, selezionando le migliori piantagioni di cacao nel mondo e collaborando strettamente con i produttori locali.