martedì 02 Dicembre 2025
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Paolo Griffa festeggia ad Aosta il primo anno di apertura al Caffè Nazionale il 26 agosto

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Paolo Griffa al Caffe nazionale - Bebo della Zanna (foto concessa) Michelin
Paolo Griffa al Caffe nazionale - Bebo della Zanna (foto concessa)
Sabato 26 agosto sarà allestito un banchetto d’eccezione in cui lo chef Paolo Griffa e il suo team celebreranno il primo anniversario del Caffè Nazionale. Paolo Griffa (lo abbiamo intervistato qui) ha riaperto il locale dopo due anni di chiusura riuscendo a ristrutturare il locale in tempo record.
In questo anno di attività lo chef è riuscito a guadagnare una stella Michelin per il progetto con protagonista il Caffè Nazionale. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato Silvia Savoye per il quotidiano online Aosta Sera.
Il primo anniversario del Caffè Nazionale

AOSTA – Una giornata di degustazioni, con special guest e proposte inedite. Paolo Griffa festeggia così il suo primo anno di apertura al Caffè Nazionale di Aosta. Sabato 26 agosto i festeggiamenti si apriranno alle ore 07 con una colazione d’Autore: la pasticceria propone una linea di viennoiseries inedite firmate Paolo Griffa e Tommaso Foglia giudice di Bake Off Italia. Entrambi gli chef sono membri dell’Accademia maestri pasticceri italiani ampi. Selezione di 3 brioches e 2 cappuccini 15 euro.

Per celebrare con la città questo anno insieme, alle ore 16 sarà allestito un banchetto alle porte della pasticceria, dove lo chef e il suo team distribuiranno Chantilly a tutti.

I festeggiamenti continuano con l’aperitivo dalle ore 17.30: due signature drink firmati Dom Carella, uno dei bartender italiani più quotati al mondo. Ciascun drink è accompagnato da una preparazione salata firmata Paolo Griffa, nello stile dell’alta cucina del ristorante stellato. Drink e il suo abbinamento 15 euro.

Alle ore 20.00, cena a 4 mani con Matias Perdomo di Contraste Milano. Aperitivo e 7 portate con vini in pairing. Menù Soirée “Un Anno di Caffè Nazionale” 200 euro (bevande incluse).

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Aumenta in fretta il consumo di caffè in Cina: Lavazza e Starbucks sono in competizione a Pechino

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bar cinesi cina
La bandiera della Repubblica popolare cinese

Negli ultimi trent’anni il consumo di caffè è quasi raddoppiato: ciò è dovuto anche grazie alla Cina in cui, oltre la millenaria tradizione del tè, anche l’espresso e i suoi derivati stanno acquisendo sempre più popolarità. Questi dati hanno attirato inevitabilmente l’attenzione dei colossi del caffè di tutto il mondo.

La catena di Starbucks prevede di aprire in Cina novemila punti vendita entro il 2025, mentre brand come Lavazza e Tim Hortons sono in competizione per attirare clienti a Pechino.

Nell’aumento del consumo di caffè si nasconde tuttavia un lato negativo: entro il 2050 è previsto che il consumo globale raggiunga i 6 miliardi di caffè al giorno (due volte quelli che beviamo oggi) ed entro il 2030 avremo bisogno del 25 per cento di chicchi in più, con un considerevole aumento di prezzi.

A tutto ciò si aggiunge il clima che con il riscaldamento globale mette in seria difficolta i coltivatori. Leggiamo di seguito l’articolo di Valeria Sforzini pubblicato sul Corriere della Sera.

La crescita del caffè in Cina e l’espansione dei grandi marchi

MILANO – Scrive il Corriere della Sera che il Tall latte servito da Starbucks ha poco a che vedere con la tazzulella ‘e caffè che si beve a Napoli dopo pranzo (e che pure in carcere “sanno fa”, come cantava De André), ma presto il cambiamento climatico e un’impennata dei consumi potrebbero cambiare il gusto di entrambi, ridurre le quantità disponibili e far schizzare il prezzo.

Il caffè è la seconda bevanda più diffusa al mondo dopo l’acqua e, negli ultimi trent’anni, il suo consumo è quasi raddoppiato. Secondo il Corriere in questa crescita c’entra anche la Cina: se fino a oggi l’abbiamo associata al tè, ora le tazzine di ceramica si riempiono sempre più di americano, macchiato o espresso. Come spiega il Financial Times , Starbucks prevede di aprire in Cina una caffetteria ogni nove ore per raggiungere novemila punti vendita in tutto il Paese entro il 2025, mentre i marchi come Lavazza e Tim Hortons sono in competizione per attirare clienti a Pechino.

L’impatto del clima sul caffè

Per il Corriere della Sera entro il 2050, si prevede che il consumo globale raggiunga i 6 miliardi di caffè al giorno (due volte quelli che beviamo oggi) e, come riporta il Ft , stando al Columbia Center on Sustainable Investment, entro il 2030 avremo bisogno del 25 per cento di chicchi in più, con un considerevole aumento di prezzi.

Tutti lo vogliono, ma già oggi ne beviamo più di quanto ne produciamo. A questo si aggiunge il clima che, con il riscaldamento globale (reso più intenso da El Niño), mette in difficoltà i coltivatori ponendo le basi per un crollo dei raccolti.

“Al caffè piace il clima perfetto”, ha detto Jennifer Long, amministratore delegato del World Coffee Research institute, come riportato dalla testata londinese. Per questo, con l’aumento delle temperature, molte delle attuali aree di coltivazione di Arabica e Robusta diventeranno meno idonee nel tempo.

Infine: spostare le piantagioni è un’opzione? Non proprio. Già oggi, a soffrire sono soprattutto i coltivatori: il rischio ricadrebbe per il 75 per cento su di loro, per la maggior parte piccoli agricoltori, perlopiù donne. La soluzione sarà un ripensamento del prezzo e tanta ricerca per rendere le piantine più resistenti.

Alberto Polojac ha concluso alla Bloom coffee school di Trieste il primo corso Q Arabica Grader tenuto interamente in italiano

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Il corso Q Arabica Grader alla Bloom Coffee School (immagine concessa)

TRIESTE – Il corso Q Arabica Grader, programma creato dal Coffee Quality Institute (CQI), rappresenta un passo significativo nella formazione professionale del settore . Fondata nel 1996, la CQI è un’organizzazione senza scopo di lucro che si impegna a migliorare la qualità del caffè attraverso l’istruzione, la formazione e la creazione di standard globali di eccellenza. Il suo programma di certificazione Q Arabica Grader è stato ideato per formare professionisti in grado di valutare in modo accurato la qualità sensoriale dei caffè arabica.

Il corso Q Arabica Grader alla Bloom coffee school

Il corso Q Arabica Grader, ospitato presso la prestigiosa Bloom Coffee School, spazio formativo di Imperator, si è svolto per la prima volta in lingua italiana rappresentando così un’opportunità unica di formazione di alto livello. In precedenza, i corsi Q Arabica Grader del CQI si sono tenuti principalmente in inglese e spagnolo. Questa iniziativa ha consentito ai partecipanti italiani di ricevere una formazione completa nella loro lingua madre.

Durante il corso, i partecipanti hanno l’opportunità di imparare sia i principi teorici che pratici legati alla valutazione sensoriale del caffè con la metodologia del cupping. Le sessioni, guidate da Alberto Polojac, direttore della Bloom Coffee School e Q Instructor del corso, hanno permesso agli studenti di affinare le loro capacità nella valutazione degli aromi, dell’acidità, del corpo e del sapore del caffè.

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Alberto Polojac, direttore della Bloom Coffee School e Q Instructor del corso (immagine concessa)

“Siamo estremamente orgogliosi di aver ospitato il primo Corso Q Arabica Grader in lingua italiana qui a Trieste, la riconosciuta capitale del caffè” afferma Polojac, che nel 2012 è stato il primo italiano ad ottenere la licenza come Q grader.

Polojac aggiunge: “Questo è un risultato storico che dimostra l’importanza e l’entusiasmo della nostra comunità del caffè. La partecipazione e l’entusiasmo dei corsisti sono state straordinarie, confermando la crescente passione e interesse per la qualità del caffè in Italia, ed è straordinario vedere come i partecipanti a questo corso possano crescere e affinare le loro competenze in solo una settimana”.

Un aspetto fondamentale del corso Q Arabica Grader è la serie di esami (in totale 20) che i partecipanti devono superare per ottenere la certificazione. Questi esami, condotti secondo gli standard rigorosi del CQI, comprendono:

  • General knowledge: Un esame teorico che valuta la conoscenzacomplessiva sui processi di produzione del caffè, le regioni di provenienza, le varietà e le competenze sensoriali necessarie per la valutazione.
  • Abilità sensoriali: diversi esami pratici che verificano la capacità dei partecipanti di identificare e descrivere le caratteristiche sensoriali del caffè attraverso sessioni di cupping, test triangolari e prove gustative e olfattive.
  • Classificazione: qui si esamina la conoscenza di classificare un caffè verde, inclusi i criteri di qualità per identificare difetti sia del verde che del tostato.
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Il corso Q Arabica Grader (immagine concessa)

Questa iniziativa ha dimostrato che l’Italia, riconosciuta da decenni come un polo di eccellenza nella cultura del caffè, è pronta ad accogliere formazioni avanzate e specializzate nella propria lingua.

“L’entusiasmo e l’impegno dimostrati dai partecipanti durante il corso sono testimonianza dell’importanza di tali opportunità formative. Per i professionisti del caffè, questa è una chiamata all’azione: un’opportunità di affinare le proprie abilità, aggiungere un riconoscimento internazionale alle proprie competenze e contribuire alla continua crescita della cultura del caffè in Italia” afferma Alberto Polojac.

Polojac aggiunge: “Questa prima edizione in lingua italiana apre nuovi orizzonti per la nostra comunità del caffè. Siamo certi che l’entusiasmo e la passione dimostrati durante questa esperienza continueranno a crescere, contribuendo a consolidare ulteriormente il nostro posizionamento nel panorama internazionale.”

Ecco il caffè di Agaete, l’arabica speciale dall’Etiopia coltivato sull’Isola della Gran Canaria

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Gran Canaria (immagine: Pixabay)

Laura Carlino racconta nel portale Vivi le Canarie i segreti e le storie che si celano dietro la miscela di caffè prodotta nella Valle di Agaete, situata a nordovest di Gran Canaria. La varietà coltivata è la tipica Arabica, una delle più antiche originarie dell’Etiopia. La sua coltivazione nella valle è considerata quasi un miracolo. Alcuni esperti l’hanno classificata nel ristretto numero dei caffè esotici. Per saperne di più leggiamo di seguito il racconto e le interviste agli esperti della regione e dell’azienda agricola Finca La Laja di Laura Carlino.

I segreti del caffè di Agaete

AGAETE (Canarie) – In pochi minuti avevamo preparato diverse tazze con l’aiuto di una moka subito dopo aver macinato i grani. Il primo sorso mi rivelò un caffè morbido, corposo, elegante e moderatamente aromatico. Il ruolo di guida all’assaggio era ricoperto da Iván Pérez, formatore barista alle Canarie, diplomato al Forum de Café  e alla Asociación de Cafés Especiales.

Ci trovavamo sotto un riparo all’aria aperta nel mezzo della Valle di Agaete, a nordovest di Gran Canaria, a 15 minuti d’auto dalla costa. “Ora lo prepariamo con una caffettiera a filtro, la V6 simile alla Chemex. Ti sembrerà molto diverso”, mi disse. Infatti mi ritrovai in bocca un’infusione leggera, molto aromatica e complessa, moderatamente acida e sottilmente amara, con un retrogusto di cioccolato, liquirizia e frutta.

Una vera delizia. Mezz’ora prima nello stesso luogo ci aveva ricevuto Victor Lugo, proprietario della piccola azienda agricola Finca La Laja dove le piante di caffè crescono tra alberi da frutta e alcune viti. Lo accompagnava un esperto, José Manuel Sosa, tecnico della Agencia de Extención Agraria del Cabildo di Gran Canaria. Senza pensarci due volte cominciai a bombardarli entrambi di domande.

Quando fu introdotto il caffè a Gran Canaria?

“Si cominciò a piantarlo in tutte le isole sul finire del secolo XIX. A partire dal 1930/40 tuttavia la produzione diminuisce e scompare, tranne in questa valle. Per gli agricoltori del tempo raccogliere il caffè, selezionare i frutti, sgranarli e pelarli a mano era un lavoro enorme. La mia ipotesi è che qui si sia mantenuto grazie all’aiuto di una macchina per togliere la buccia e la polpa che negli altri luoghi non esisteva”, afferma Sosa.

Sosa continua: “Nel 1889 all’Esposizione Universale di Parigi lo presentò a concorso un agricoltore di Agaete, il possidente José de Armas, e vinse la medaglia di bronzo. Se oggi esiste è grazie alla famiglia Armas. Le piante arrivarono per la prima volta al Botanico de La Orotava con l’intenzione di acclimatarle. Da lì passarono ad Agaete dove si adattarono perfettamente”.

Quali varietà coltivate?

“La tipica (Arabica), una delle più antiche originarie dell’Etiopia. Si distingue per il colore chiaro e i riflessi bronzei delle sue foglie giovani. La sua coltivazione è quasi un miracolo. Nella valle il nostro caffè non conosce calamità o malattie. Alcuni esperti l’hanno classificata nel ristretto numero dei caffè esotici, quelli che si producono nelle isole, di quantità limitata e costi elevati. I nostri non scendono sotto i 40 euro al chilo”.

Cosa vi è mancato finora?

“Fare brand. Guadagnare prestigio fuori, giusto in quei mercati che sanno dar valore al nostro prodotto. Al momento lo vendiamo tutto nella nostra azienda a 60 euro al chilo, cioè 15 euro un pacchetto da 250 grammi”.

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Coca Cola, la Fanta nasce a Napoli: ecco la sua storia

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Il logo della Fanta

La Fanta, una delle bevande analcoliche più apprezzate al mondo, è nata a Napoli. La sua origine risale nel 1941. Nel secondo conflitto mondiale, la Coca-Cola venne bandita dalla Germania nazista a causa delle tensioni con gli Stati Uniti. Per questo motivo Max Keith, un direttore tedesco della Coca-Cola, fu incaricato di ideare una nuova bevanda che venne battezzata Fanta. Il prodotto non acquisì subito successo. Tutto cambiò quando a Napoli venne introdotto l’ingrediente che avrebbe reso la bevanda famosa: l’arancia. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul portale Web Napoli.

L’origine della Fanta: come è nata a Napoli

NAPOLI – A Napoli non esiste solo il culto del caffè, che rappresenta la bevanda per eccellenza. Ci sono anche altri prodotti simbolo che hanno caratterizzato la storia del capoluogo campano nel corso della storia.

Una di queste è la Fanta, l’aranciata come spesso viene definita. In pochi sanno che questa famosa bevanda, consumata in tutto il mondo, è nata proprio in Campania, e per la precisione a Napoli.

L’origine della Fanta risale al 1941. A causa delle tensioni tra Germania nazista e Stati Uniti, la Coca-Cola fu bandita dal territorio tedesco. Per supplire a questa assenza, Max Keith, un direttore tedesco della Coca-Cola, fu incaricato di ideare una nuova bevanda.

Il risultato fu un mix di siero di latte, zucchero, marmellata di miele e sidro di mela. Questo drink fu battezzato “Fanta”, ispirandosi alla parola tedesca “fantasie”, che indica l’immaginazione.

Nonostante le aspettative, la nuova bevanda non fu particolarmente apprezzata in quanto ritenuta troppo amara, portando ad un’interruzione nella sua produzione. La svolta arrivò nel 1955, nello stabilimento di Marcianise dello SNIBEG – Società Napoletana Imbottigliamento Bevande Gassate.

Qui, il conte Ermellino Matarazzo introdusse un ingrediente rivoluzionario alla ricetta: le arance. Questo tocco non solo conferì alla Fanta il suo caratteristico sapore, ma anche il suo iconico colore arancione.

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Sca Italy, tre tappe di selezioni per il campionato italiano Roasting

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Il logo Sca Italy

MILANO – Sono tre gli appuntamenti che decreteranno che decreteranno i candidati finalisti della disciplina del Roasting dei Campionati Italiani 2024 organizzati da SCA Italy, la delegazione italiana dello Specialty Coffee, che mira a promuovere l’eccellenza e la qualità del caffè.

Sono tre le tappe in cui i concorrenti di questa disciplina si sfideranno per gareggiare nelle finali a caccia del titolo di campione nazionale: la prima presso il Taste & Coffee di Treviso dal 5 al 7 Settembre 2023, la seconda a Bari dal 25 al 27 Ottobre 2023 presso il Manovale; infine, l’ultima tappa a Firenze, presso il Gearbox Coffee Roasters a Borgo San Lorenzo dal 14 al 16 novembre 2023.

La gara di tostatura è una tra le discipline più complesse, che si caratterizza per il massimo studio e la concentrazione per ottenere un ottimo risultato sia nella classificazione del caffè che nella sua tostatura fino ad arrivare all’assaggio finale. Sponsor delle tre tappe di selezione del campionato Roasting è DM Italia

La scheda sintetica di Sca Italy

Sca Italy, sotto l’egida dell’Associazione Sca (Speciality Coffee Association), rappresenta in Italia migliaia di professionisti del caffè, dai baristi e torrefattori, e attraverso il suo patrimonio di autorevolezza e conoscenza condivisa agisce come forza unificante nel settore Specialty Coffee.

Ferragosto, TheFork: il 67% degli italiani festeggerà al ristorante

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La dining room del Barbagianni Fine Dining (immagine concessa)

MILANO –  Sono 30 milioni gli italiani che quest’anno andranno in vacanza nel periodo giugno-settembre. Quasi tutti festeggeranno il Ferragosto, come da tradizione, ma in pochi di loro conoscono il significato di questa parola: deriva dall’antico Feriae Augusti, una festività che si celebrava nell’antica Roma, che significa il riposo di Augusto. E quale modo migliore per rilassarsi, se non a tavola?

Secondo un sondaggio[1] di TheFork, la principale piattaforma per le prenotazioni online di ristoranti, il 46% dei rispondenti trascorrerà il Ferragosto in vacanza. La grande maggioranza (67%) sceglierà di festeggiare al ristorante: il 44% prediligerà una cucina a base di pesce, in linea con le favorite mete balneari, il 23% l’osteria e il 21% gli agriturismi.

Quanto ai piatti tradizionali di Ferragosto più conosciuti, i più quotati sono il pollo con peperoni, tipico della cucina romana, e la pizza di maccheroni, squisita ricetta napoletana. Tra gli altri ricordiamo il gelo di melone siciliano e il piccione arrosto toscano. Insomma, che sia carne, pesce, pasta o verdura, la cucina italiana è ricca di ricette uniche e particolari di ogni regione.

Interessante è il dato che riguarda la corsa alle prenotazioni: ben il 59% degli intervistati effettua una prenotazione – solitamente con una o due settimane di anticipo -, in controtendenza rispetto alle abitudini dei periodi feriali. Il motivo? Assicurarsi un tavolo in un momento affollato come questa festività.

TheFork ha stilato una lista di ristoranti da nord a sud e isole – prenotabili sulla piattaforma – perfetti per tutti i gusti per festeggiare il Ferragosto… ops, riposo di Augusto!

Nord

Menaggio (CO) Ristorante Lago

Nella cornice dello splendido Lago di Como, Vino e cibo qui si incontrano dando vita ad un amore eterno, come quello di Renzo e Lucia. Piatti studiati e una cucina bilanciata tra tradizione e innovazione per far vivere appieno il gusto del territorio.

ristorante lago
La veranda del Ristorante Lago (immagine concessa)

Casalborgone (TO) Castello di Casalborgone

Situato all’interno dell’antico Castello di Casalborgone, in cima alla collina che sovrasta la pittoresca cittadina omonima, questo ristorante offre una raffinata cucina italiana da assaporare immersi in un ambiente quasi mozzafiato.

Portofino (GE) DaV Mare

Il classico dehors in ferro si affaccia su una delle più romantiche piazzette d’Italia, mentre la vista abbraccia il promontorio dominato dal castello. Il ristorante rappresenta l’incontro unico tra i 55 anni di eccellenza gastronomica espressa dalla famiglia Cerea e Belmond, con la sua conoscenza approfondita della cucina locale e dell’ospitalità

 Bocca di Magra (SP) Locanda Del Cavaliere

Un luogo di accoglienza e convivialità, sia sotto le antiche volte sia nel déhors. Sia osteria, sia giardino con aia: posto che vive tutto l’anno, per un aperitivo, una cena, un evento o qualsiasi combinazione si voglia escogitare.

Rimini Darsena Sunset Bar

Il caldo del legno e i colori delle piante, dell’arredo e dei raggi del sole che filtrano attraverso la tettoia, creano un’atmosfera unica e avvolgente. L’ambiente perfetto per gustare il menù romagnolo fatto di passione e contaminazione spagnola, che offre un’ampia selezione i tapabùs (in dialetto romagnolo significa tappabuco, simbolo di una cucina allegra e colorata che promuove la varietà e la condivisione).

Centro

Forte Dei Marmi (LU) Ristorante Cristallo

Musica di sottofondo, tavolo a bordo piscina e un’atmosfera di tranquillità. Il tutto accompagnato da un’arte culinaria e un’esperienza di gusto uniche. Da ingredienti di prima scelta nasce una cucina tradizionale rivisitata in modo impeccabile.

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L’ingresso del ristorante Cristallo (immagine concessa)

Colle Val D’Elsa (SI) Barbagianni Fine Dining

Pochi elementi principali in un piatto che emergono singolarmente ma che si abbinano perfettamente con tutto il resto. Questa è l’essenza della cucina di Valerio Maceroni, lo chef del ristorante che, insieme ai ragazzi del team, vuole offrire ai clienti un’esperienza che dischiuda le più preziose atmosfere del gusto.

Porto Recanati (MC) Due Passi

Il ristorante si affaccia sulla bellissima Riviera del Conero e offre ai propri clienti non solo una vista mozzafiato su una delle coste più belle d’Italia ma anche un menù di pesce unico e raffinato, fatto di piatti della tradizione, preparati con maestria dallo Chef Angelo Ambrosino. Un locale intimo ed essenziale, il cui stile riesce ad affascinare proprio per la sua semplicità.

Porto Rotondo (SS) Deste

Un’autentica oasi di pace e riservatezza che sovrasta il mare e la Marina di Porto Rotondo. Il concept di Deste si rispecchia perfettamente in quello del fine dining, dove è possibile vivere un’esperienza attraverso i sapori e gli accostamenti di materie prime di qualità eccellente.

Sud e isole

Zaccanopoli (VV)  Azienda Agrituristica Caridà

Grazie alla sua collocazione geografica, l’agriturismo Caridà permette di conoscere da vicino non solo un’agricoltura e una cucina ricca di prodotti tradizionali e di altissima qualità, ma anche paesaggi turistici dal panorama mozzafiato. Un progetto di valorizzazione ed educazione al buon vivere, buon mangiare e buon bere, attraverso creazioni culinarie che sono espressioni della tradizione calabrese e italiana.

Taormina (ME) Villa Ducale Restaurant

Situato in una delle location più romantiche di Taormina, una terrazza magica con lo sguardo rivolto verso il Monte Etna e la costa, il ristorante offre piatti ricchi di sapori autentici accompagnati da una pregiata selezione di vini, tradizioni e ricette semplici che raccontano la nostra storia del territorio.

Napoli The Niq Bar

A Napoli il buon cibo è una filosofia di vita che nelle cucine del The Britannique viene seguita con dedizione e passione. L’eccellenza e la freschezza delle materie prime, la ricerca dei migliori prodotti locali e la maestria del personale danno vita a sapori e profumi della straordinaria tradizione culinaria napoletana.

The Niq Bar
The Niq Bar (immagine concessa)

Cagliari Sa Piola Restaurant

Da Sa Piola si respira fin da subito l’aria di una volta, condita con un tocco di modernità. Qui la tradizione sarda, rivisitata, si sposa con l’eccellenza delle materie prime utilizzate

 Ischia (NA) la Nassa

Un luogo romantico per cene al chiaro di luna, e pranzi inondati dalla brezza marina affacciati sul Castello Aragonese, sul mare e sugli Scogli di S. Anna, nell’area marina protetta del Regno di Nettuno. La freschezza e la genuinità dei prodotti sono il comune denominatore di tutti i piatti della cucina tradizionale isolana, che mescola sapientemente elementi di terra e di mare, rispecchiando la doppia anima di Ischia.

Polignano a mare (BA) Oppure – Masseria Moderna

Un ristorante della tradizione che non è per nulla tradizionale. Accolti in uno spazio immerso nella natura, silenzioso e incantevole, qui la cucina locale è reinterpretata dallo chef Giuseppe De Lucia e il suo staff, ispirandosi agli elementi della natura (aria, acqua, terra, fuoco) e costruita su ingredienti ricercati del territorio.

La scheda sintetica di TheFork

TheFork, brand di Tripadvisor è la principale piattaforma per le prenotazioni online di ristoranti in Europa e Australia. In prima linea nel sostenere e promuovere la cultura della ristorazione, TheFork utilizza la tecnologia per favorire le connessioni reali tra clienti e ristoratori e per avviare questi ultimi al successo.

Con una rete di circa 55.000 ristoranti partner in 12 Paesi, quasi 40 milioni di download dell’app e più di 20 milioni di recensioni verificate, TheFork è la piattaforma di riferimento per tutti gli appassionati di food che vogliono vivere esperienze indimenticabili al ristorante. Attraverso TheFork (sito e app) gli utenti possono facilmente selezionare un ristorante in base alle loro preferenze, consultare le recensioni degli utenti, controllare la disponibilità in tempo reale, prenotare immediatamente online 24 ore su 24, 7 giorni su 7, beneficiare di offerte speciali e pagare direttamente sull’app.

Per i ristoranti, TheFork fornisce un software, TheFork Manager, che consente di ottimizzare la gestione delle prenotazioni e il tasso di occupazione, aumentare le prenotazioni e la visibilità, combattere i no-show, gestire i pagamenti e semplificare le operazioni, connettendosi alla più ampia community di appassionati di ristorazione.

[1]Sondaggio condotto da TheFork tra gli utenti iscritti alla piattaforma nel mese di luglio 2023, ottenendo 1.552 risposte

Barry Callebaut, sciopero dei lavoratori a San Sisto: “Preoccupazione per la chiusura dell’impianto di Perugia”

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Barry callebaut cioccolato unilever
Il logo di Barry Callebaut

I lavoratori della Barry Callebaut hanno presidiato davanti ai cancelli del sito di produzione di San Sisto di Perugia. La ragione si rivolge direttamente all’azienda e alle istituzioni: i sindacati esigono trasparenza sulle voci di chiusura delle attività produttive da parte della direzione aziendale (ne abbiamo parlato qui). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Umbria7.

Lo sciopero dei lavoratori della Barry Callebaut

PERUGIA – Presidio davanti ai cancelli di San Sisto di Perugia. Dalle 12 alle 14 del 4 agosto, così le Rsu, la Fai Cisl e la Flai Cgil Umbria hanno dato visibilità allo sciopero odierno di due ore dei lavoratori della Barry Callebaut. Con loro anche rappresentanti confederali. La richiesta è chiara e si rivolge all’azienda e alle istituzioni: i sindacati chiedono chiarezza sul percorso per un sito, quello di San Sisto appunto, “che deve essere centrale per la multinazionale. Per questo è necessario un piano industriale che valorizzi i novanta lavoratori di questa realtà produttiva”.

“Esprimiamo grande preoccupazione sulla situazione che sta interessando l’impianto di torrefazione delle fave di cacao di Perugia, Barry Callebaut. Al contempo, accogliamo con favore la notizia dell’incontro previsto con l’azienda per i prossimi giorni ma che dovrebbe coinvolgere anche i vertici europei responsabili delle scelte strategiche”. Così la segretaria regionale della Uil Temp Umbria, Roberta Giovannini.

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Turismo, Fipe: “Ad agosto spese per 9,9 mld in colazioni, aperitivi e cene fuori casa”

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La metà della spesa proviene dai turisti, ma sugli italiani in vacanza c’è qualche ombra (immagine concessa)

ROMA – Ad agosto in Italia si spenderanno circa 9,9 miliardi di euro per mangiare fuori casa. Tra colazioni, pranzi, aperitivi, cene, gelati e dolci, circa la metà dell’intera spesa, ossia 4,7 miliardi, proverrà dai turisti, sia stranieri che italiani. Tuttavia, se il turismo internazionale continua a crescere, grazie a un ritorno importante dei visitatori dagli Stati Uniti e nonostante un rallentamento dei flussi dal Far East, siamo ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia, con qualche nuvola che si va addensando sul fronte del turismo interno.

A renderlo noto è il Centro Studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi, con un’indagine che ha interessato un campione di imprenditori della ristorazione presenti nelle principali destinazioni turistiche.

Nonostante i 28 milioni di italiani che, secondo i dati dell’Osservatorio del Turismo di Confcommercio–Swg, faranno una vacanza quest’estate, resta l’incertezza sull’andamento dei consumi nei due mesi già conclusi (giugno e luglio) e in quello che è appena iniziato (agosto).

È proprio a luglio, infatti, che tra gli esercenti prevale la quota di coloro che vedono la stagione con pessimismo: il saldo tra i giudizi positivi sull’andamento dell’attività e quelli negativi è pari a -33,1%. Ad agosto la situazione migliora ma, anche in questo caso, il saldo dei giudizi resta negativo e si attesta a -17,8%.

A preoccupare maggiormente gli esercenti non è tanto il turismo straniero, per il quale le valutazioni sono saldamente positive, quanto quello degli italiani, che rappresentano la fetta più consistente della clientela turistica. Nel tracciare un primo bilancio di una stagione ancora in corso, il 42,7% degli esercenti vede una sostanziale stabilità rispetto al 2022, mentre il 41,9% indica una flessione. Solo per il 15,3% si può parlare di crescita.

Con questi presupposti e in un contesto particolarmente complicato sia sotto il profilo geopolitico che congiunturale (rallentamento dell’economia, inflazione e aumento dei tassi), centrare gli obiettivi del 2022 sarebbe già un ottimo risultato.

“I dati ci dicono che il turismo internazionale potrebbe raggiungere i livelli pre-Covid, con un ritorno importante dei viaggiatori in arrivo dagli Stati Uniti. Il turismo domestico, al contrario, mostra segni di rallentamento”, ha dichiarato Luciano Sbraga, vicedirettore Generale di Fipe-Confcommercio.

Luciano Sbraga: “Si tratta di un trend emerso già nei mesi di maggio e giugno, quando le condizioni meteo hanno pesantemente condizionato la voglia degli italiani di spostarsi verso le località balneari, e che potrebbe avere una coda, speriamo corta, anche nei mesi successivi. Per questi motivi – ha spiegato Sbraga – le aspettative per questa stagione sono quelle di centrare gli obiettivi del 2022 abbandonando l’idea (suggestiva) di eguagliare o addirittura superare i livelli pre-pandemia. I dati sui consumi – conclude il vicedirettore – dimostrano in modo inequivocabile l’importanza della ristorazione nell’economia turistica del nostro Paese”.

NKG Bero Italia: primo semestre ricavi a 167 milioni, +22%, utile netto +24% sui sei mesi del 22, il volume di vendita salito del 25%

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NKG Bero italia
Logo NKG Bero Italia

GENOVA – NKG Bero Italia, azienda leader nel mercato italiano del caffè verde, ha chiuso il primo semestre dell’anno con ricavi pari a 167 milioni di euro, in aumento del 22% rispetto ai primi sei mesi del 2022. In crescita anche l’utile netto che nello stesso periodo è salito del 24%.

Questi dati molto positivi sono la conseguenza del considerevole aumento del volume di vendita che nel periodo gennaio/giugno di quest’anno è cresciuto del 25% rispetto a quello del primo semestre 2022.

I risultati di NKG Bero Italia

Fabio Frontani, ceo di NKG Bero Italia ha dichiarato: “Siamo molto soddisfatti dei risultati che abbiamo raggiunto nel corso del primo semestre appena concluso. La continua crescita della nostra Società è la conferma dell’apprezzamento dei nostri clienti per la costanza e la qualità superiore dei nostri caffè, per le esecuzioni certe e precise, per l’elevato livello del nostro servizio e per il profondo impegno del nostro team che opera giornalmente con passione, serietà, professionalità e orgoglio”.

Fabio Frontani, CEO di NKG Bero Italia
Fabio Frontani, ceo di NKG Bero Italia (immagine: NKG Bero Italia)

Frontani continua: “Siamo cresciuti in maniera importante su tutti i fronti, ma in particolare sono contento dell’incremento imponente del volume di vendita nel mercato dei caffè nazionalizzati. La crescita è stata del 36% e tale dato conferma che anche in tale segmento la nostra Società è oggi un protagonista assoluto”.

Frontani aggiunge: “In un anno complesso come quello attuale (aumento dei tassi di interesse, elevata volatilità e posizionamento in “backwardation” dei mercati di Londra e New York, seri problemi in diversi Paesi produttori, tensione generalizzata sui caffè Robusta, alcuni cambiamenti interni) la nostra forte crescita assume un significato ancora più importante”.

Frontani conclude: “Ringrazio quindi tutti i nostri Clienti per la continua fiducia accordataci e rinnovo il nostro fermo impegno a continuare a lavorare guidati dall’ obbiettivo che è da sempre la nostra “stella polare”: la piena soddisfazione dei nostri clienti. Come recita il nostro claim: “non fornitori ma partner commerciali”.”

La scheda sintetica dell’azienda

NKG Bero Italia S.p.A. di Genova è la filiale italiana di Neumann Kaffee Gruppe, storica azienda con sede ad Amburgo e attività che coprono tutta la filiera del caffè verde: dalla produzione agricola fino alla distribuzione all’industria. Grazie a un’organizzazione che conta 51 società in 28 Paesi e grazie a una presenza senza eguali in tutti i principali Paesi produttori, NKG gode della posizione consolidata di leader indiscusso del mercato mondiale del caffè verde.

NKG Bero Italia, fondata nel 1965, si fregia a sua volta della leadership sul mercato nazionale ed è il fornitore privilegiato delle torrefazioni italiane di ogni dimensione.