martedì 02 Dicembre 2025
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Il caso: caffè brasiliani naturali anche nelle scorte certificate Ice

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Il logo dell'Ice

MILANO – Caffè brasiliani naturali nelle scorte certificate dell’Ice Arabica. Sino a non molto tempo, un’eresia o giù di lì. La borsa newyorchese è tradizionalmente il mercato degli arabica lavati di alta qualità. E la certificazione delle origini brasiliane all’Ice Arabica è stata preclusa sino al decennio scorso.

Il verde brasiliano è stato, alla fine, ammesso alla contrattazione nel 2013, ma limitatamente agli arabica lavati e semi lavati.

E, per molti anni, i volumi certificati sono stati poco più che simbolici. Le cose sono cambiate al volgere del nuovo decennio, con l’immissione nel mercato dell’abbondantissimo raccolto brasiliano 2020/21, che comprendeva – secondo stime – dai 6 ai 10 milioni di sacchi di caffè semi lavati (cereja descascado): più del doppio rispetto ai livelli usuali.

I bassi prezzi sul mercato fisico fecero il resto cominciando a rendere conveniente la consegna contro la borsa newyorchese.

Per un certo periodo, il Brasile divenne addirittura l’origine più importante nelle scorte certificate Ice strappando all’Honduras il suo tradizionale primato. Tuttora, poco meno del 28% delle scorte certificate è di provenienza brasiliana.

Più di qualcuno sostiene però che parte di questo caffè sarebbe, in realtà, costituita da brasiliani naturali, anziché da caffè lavati o semi lavati.

Un segreto di Pulcinella, a giudicare dalle reazioni degli addetti ai lavori, molti dei quali ammettono che il Brasile starebbe mischiando già da tempo caffè lavorati per via secca e per via umida nelle partite consegnate alla borsa newyorchese.

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Rancilio Group presente all’Istanbul Coffee Festival 2023, dal 14 al 17 settembre

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rancilio group instanbul
Rancilio Group all'Istanbul Coffee Festival 2023 (immagine concessa)

VILLASTANZA DI PARABIAGO (Milano) – L’aroma del caffè appena estratto riempirà l’aria quando gli appassionati di caffè di tutto il mondo si riuniranno a Istanbul per l’attesissimo Istanbul Coffee Festival 2023, da giovedì 14 a domenica 17 settembre. Lo stand di Rancilio Specialty, in collaborazione con il partner Metropolitan Gida Sanayi Ve Ticaret Ltd. Sti, presenterà la macchina per caffè all’avanguardia RS1, che sarà decorata con una grafica unica ispirata all’affascinante paesaggio turco.

Rancilio Group all’Instanbul Coffee Festival

Dotata di una sofisticata tecnologia di pre-infusione, RS1 è la compagna ideale per i baristi che desiderano elevare le caratteristiche aromatiche del loro specialty coffee.

Oltre alla RS1, i visitatori potranno esplorare la Linea Casa di Rancilio, con la macchina per caffè Silvia Pro X e il macinadosatore Stile. Con queste attrezzature di alta qualità, gli appassionati di caffè possono vivere l’esperienza di un barista nel comfort della propria casa.

Istituito nel 2014, l’Istanbul Coffee Festival è più di un semplice raduno di appassionati di caffè: è una celebrazione di storia, cultura e arte. Durante l’evento, i visitatori possono partecipare a workshop, seminari e confrontarsi con relatori di spicco che condividono la loro esperienza e passione per il caffè.

È una piattaforma unica che colma il divario tra gli intenditori di caffè, ispirando il dialogo e il cameratismo tra tutti coloro che condividono la passione per questa amata bevanda.

Maggiori informazioni sull’Istanbul Coffee Festival | Rancilio Group

  • Da giovedì 14 a domenica 17 settembre
  • Dalle 11.00 alle 16.00
  • Kasımpaşa, Tersane İstanbul, Haliç Camii Kebir Mahallesi Taşkızak, Tersane Cd. No:5
    34440 Beyoğlu/İstanbul, Türkiye (qui la posizione su Google Maps)
  • Per scoprire l’evento basta cliccare qui. 

illycaffè: la X1 Anniversary Ipso spicca nella classifica Topten.eu per i bassi consumi energetici

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illycaffè X1 Anniversary IPSO inox (foto concessa)
illycaffè X1 Anniversary IPSO inox (foto concessa)

TRIESTE – La X1 Anniversary Ipso di illycaffè, azienda leader nel caffè di alta qualità sostenibile, si aggiudica un posto nella categoria coffee machines della Topten.eu, la
prestigiosa classifica che seleziona i migliori prodotti sul mercato europeo in base alla
tecnologia, all’efficienza energetica e al consumo.

Rispetto dell’ambiente e riduzione dei consumi sono al cuore del prodotto, progettato
secondo criteri sostenibili per offrire la qualità costante del caffè illy con massima rapidità e
facilità di utilizzo.

L’Eco Mode con tecnologia fast-heating rende infatti la X1 Anniversary sempre pronta ad erogare caffè, vapore o acqua calda, senza tempi di attesa legati al riscaldamento; mentre l’innovativa funzione Off Mode spegne in automatico la macchina dopo cinque minuti di inattività, disconnettendola dalla rete elettrica. Grazie a questa modalità il consumo energetico passa a 0 Wh, al contrario del sistema di Standby che comporta sempre un consumo residuale.

Queste caratteristiche hanno portato la X1 a un rating di consumi energetici di classe A+++, una fascia di valore che solo questa macchina del caffè presenta tra i modelli inseriti nella classifica di Topten.eu.

Per offrire un’esperienza d’uso improntata alla facilità, il prodotto è dotato di pulsanti dedicati alle singole preparazioni (pulsante per caffè espresso/lungo e pulsante per caffè
all’americana), lancia vapore per montare il latte ed erogare acqua calda e display analogico con indicazione di stato istantaneo.

Il sistema Iperespresso assicura infine una qualità in tazza elevata e costante, riducendo al minimo le operazioni di pulizia e manutenzione.Ma non è soltanto il cuore tecnologico a rendere la X1 Anniversary Iperespresso modello iconico: realizzata con materiali nobili in grado di resistere nel tempo, come la scocca in acciaio lucidata a mano, la macchina è stata disegnata dall’architetto e designer industriale di fama internazionale Luca Trazzi, come perfetta sintesi tra bellezza e tecnologia ed è diventata un classico del design grazie alla sua ispirazione vintage e alle sue inconfondibili linee sinuose.

“Da anni illy è impegnata nella creazione di un modello di business sostenibile, realizzato anche attraverso l’implementazione di processi e prodotti innovativi, come nel caso della nuova X1 Anniversary, un prodotto di alta qualità pensato per durare nel tempo e progettato secondo criteri di sostenibilità ambientale” commenta Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè. “Siamo davvero orgogliosi di vedere che i nostri sforzi hanno permesso di posizionarci con questa soluzione innovativa in una delle più prestigiose classifiche sul mercato europeo delle macchine per il caffè”.

Un dettaglio della macchina (foto concessa)

X1 Anniversary è disponibile in due versioni

Inox e nei colori rosso illy e nero, al prezzo consigliato di € 699,00 per la versione inox e di € 649,00 per le altre versioni. In vendita sull’e- shop illy e nei punti vendita monomarca.

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo

Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica al mondo. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori. Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp.

Dal 2013 illycaffè è inoltre una delle World Most Ethical Companies. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 125 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 25 paesi del mondo. Nel 2021 Rhône Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella crescita internazionale. Nel 2022 illycaffè ha impiegato 1230 persone e ha generato un fatturato consolidato pari a €567,7 milioni. La rete monomarca illy conta 190 punti
vendita in 34 Paesi.

Julius Meinl rinnova la partecipazione al Festival Vicenza in Lirica 2023

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julius meinl vicenza
Julius Meinl partecipa al Festival Vicenza in Lirica (immagine concessa)

VICENZA – Julius Meinl, storica torrefazione viennese con cuore produttivo in Italia, torna al fianco del Festival Vicenza in Lirica, che nel 2023 giunge all’undicesima edizione. Fino al 10 settembre 2023 andrà in scena un programma ricco ed intenso, dal titolo ‘Festival Vicenza in Lirica…e rideremo delle farfalle dorate’, per celebrare l’arte con spettacoli originali che non mancheranno di suscitare curiosità ed interesse nel pubblico appassionato.

Julius Meinl al Festival Vicenza in Lirica 2023

Il festival, che dal 4 al 10 settembre metterà in scena anche la musica di Wolfgang Amadeus Mozart, compositore e musicista austriaco, è uno degli appuntamenti culturali più importanti della città in cui Julius Meinl lavora oltre l’85% del suo caffè. E la storica torrefazione viennese non poteva certo mancare a questa 11° edizione della manifestazione che colloca sul palcoscenico il più grande compositore austriaco.

Inoltre il retaggio culturale di Julius Meinl è molto legato alla cultura, infatti il caffè della torrefazione viennese era servito nei famosi caffè letterali della capitale austriaca in cui si sono susseguiti tra i tanti Freud, Klimt e molte altre figure che hanno dato origine alla cultura contemporanea.

Tornando al Festival Vicenza in Lirica, ogni spettacolo sarà accompagnato da un omaggio caffè in capsule per provare l’eccellenza del caffè e ricordare i momenti vissuti durante le performance artistiche, un dono per allietare oltre all’udito e alla vista anche il gusto e l’olfatto.

La scheda sintetica di Julius Meinl

Julius Meinl è un’azienda familiare viennese di grande successo internazionale e da 160 anni è l’ambasciatrice nel mondo della cultura delle caffetterie viennesi. Il successo globale di Julius Meinl si basa su valori tradizionali: cinque generazioni di esperienza nel caffè, prodotti di qualità premium e un eccellente servizio ai clienti. Julius Meinl è ambasciatrice globale per la cultura del caffè viennese e oggi ispira le persone in tutto il mondo, proprio come facevano in passato i caffè letterari.

• Fondata nel 1862 a Vienna

• 1000 dipendenti in tutto il mondo

• Presente in più di 70 paesi in tutto il mondo: market leader in Austria e nei Paesi dell’Europa Centrale e settimo player nel mercato Ho.Re.Ca. Italiano

• Circa 40.000 clienti in tutto il mondo

• Centri di produzione a Vicenza (Italia) e a Vienna (Austria)

Lo chef Perbellini lascia Trussardi di Milano e inaugura il rinnovato 12 Apostoli a Verona il 5/09

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giancarlo perbellini
Giancarlo Perbellini, (foto concessa da Giancarlo Perbellini)

Lo scorso marzo lo chef si era già dimesso dal cda della società di ristorazione della maison a soli quattro mesi dall’inaugurazione del locale “Trussardi by Giancarlo Perbellini” a Milano. Il motivo? Un debito accumulato di 50 milioni di euro (ne abbiamo parlato qui). Ora la separazione è divenuta realtà a tutti gli effetti con la dichiarazione dello chef al Corriere della Sera: “Trussardi rimane aperto a Milano con il ristorante e il caffè. Ma senza di noi”.

Perbellini rivolgerà perciò tutte le sue attenzioni al nuovo progetto veronese con l’apertura al pubblico del ristorante “Casa Perbellini 12 Apostoli” il 5 settembre, in vicolo Corticella San Marco. Nel locale ristrutturato verranno proposti tre percorsi enogastronomici raffinati ed esclusivi. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di G. Arnaldi e G. Scuotri pubblicato sul quotidiano Il Corriere della Sera.

L’apertura di Perbellini a Verona

MILANO – “Trussardi rimane aperto con il ristorante e il caffè. Ma senza di noi”. Un divorzio che era annunciato, quello tra Giancarlo Perbellini e il gruppo Trussardi, ma che ora sembra ufficiale. E, soprattutto, insanabile. A confessarlo al Corriere è stato lo stesso chef, sei stelle Michelin in tutto, oggi, a margine del pre-opening del nuovo “Casa Perbellini”, che da San Zeno si sposta negli storici locali veronesi del “12 apostoli”.

Proprio nella cucina in cui lo stesso cuoco, diciottenne, aveva iniziato a lavorare al fianco della famiglia Gioco.

Trussardi chiuso da agosto

Una conferma tanto attesa, quella data dal cuoco stellato. Anche perché il locale fine dining — in cui in passato si erano già avvicendati gli chef Andrea Berton, Luigi Taglienti e Roberto Conti — ha chiuso per ferie a inizio agosto, ma non ha mai più riaperto. E in molti si interrogavano sul suo destino.

Le ragioni della separazione con la maison milanese sono ancora da chiarire, ma tutto sembra puntare verso il momento di crisi che sta attraversando il gruppo d’alta moda.

Perbellini era arrivato in casa Trussardi nell’autunno del 2022, quando l’azienda aveva deciso di tornare a investire sulla ristorazione d’autore, affiancandosi a uno dei volti più noti dell’alta cucina italiana. Era così nato il “Trussardi by Giancarlo Perbellini”, una delle aperture più annunciate e attese della stagione.

Una storia travagliata

Il sodalizio sembrava nascere su basi solide e avere rosee prospettive. Invece, lo scorso marzo, il colpo di scena: a soli quattro mesi dall’inaugurazione, arriva lo scioglimento inaspettato del cda della Trussardi. La causa? Un debito accumulato pari a 50 milioni di euro. Poche settimane dopo, Giancarlo Perbellini si dimette dal consiglio d’amministrazione della Pontaccio, società del gruppo Trussardi che si occupa di ristorazione.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Alberto Marchetti apre il 6° store a Torino: è tra le gelaterie più piccole d’Italia

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La Mole Antonelliana, simbolo di Torino (immagine: Pixabay)

TORINO – L’ultimo punto vendita di Alberto Marchetti a Torino, con i suoi 8,5 mq di superficie, è probabilmente la gelateria più piccola del Bel Paese. Non si tratta di un record certificato ma le probabilità che lo store possa vantare questo primato sono alte. La gelateria è ubicata in corso Galileo Ferraris 290 nel capoluogo piemontese.

Alberto Marchetti a Torino

Il punto vendita si trova in una peculiare torre di mattoni rossi dotata di una finestra, con una grata simbolicamente forzata, grazie alla quale viene servito il pubblico.
Ulteriore elemento di sorpresa è la presenza di un laboratorio di produzione del gelato artigianale che, incredibilmente, trova posto in uno spazio così minimale.

Si tratta della sesta gelateria a Torino di Alberto Marchetti, il quale ormai può vantare 3 coni del Gambero Rosso. I gusti proposti sono tredici: dieci creme e tre frutti.

Brasile, il ritorno alle origini del caffè: viaggio tra fazende, cooperative, assaggi di specialty esclusivi e stabilimenti infiniti

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Fazenda De Lagoa, la piantagione di NKG Bero in Brasile
Fazenda De Lagoa, la piantagione di NKG in Brasile

MILANO – Il viaggio alle origini del caffè è come un ritorno. È riavvolgere la pellicola di un film. Una macchina del tempo che, al contrario, percorre la stessa strada che i chicchi di caffè passano ogni volta che arrivano nelle torrefazioni italiane e nelle tazzine dei bar o a casa. Dal chicco, anzi dalle genetica del seme, alla macchina per l’espresso la strada è molto lunga. E faticosa. Da affrontare con pazienza. Anche se il viaggio del caffè, su camion e nave per arrivare da noi è più lento rispetto a quello in aereo e automobile per andargli incontro. E scoprirlo dal vero.

In Brasile, che del caffè è il maggiore produttore mondiale oltre che il secondo consumatore, abbiamo potuto visitare, con una delegazione di torrefattori italiani, accompagnati da Deborah Righeschi, Head of Quality Dept Specialty Trader NKG Bero Italia, Q-Grader e R-Grader, alcune piantagioni e impianti di lavorazione. Grazie all’organizzazione dell’importatore di verde NKG Bero Italia, emanazione del numero uno del commercio mondiale dei chicchi, la NKG Neumann Kaffee Gruppe.

Questo è il primo articolo di una serie di cinque sul viaggio in Brasile alle origini del caffè: qui (Brasile, il ritorno alle origini del caffè: viaggio tra fazende, cooperative, assaggi di specialty esclusivi e stabilimenti infiniti), qui (NKG Stockler, a Varginha la fabbrica di taglia extra large: per la nostra grande voglia di caffè 3.000 assaggi ogni giorno), qui (La fazenda da Lagoa lo spirito della piantagione, il rispetto dell’ambiente e la sostenibilità), qui (Cocapec, la cooperativa di Franca che garantisce l’elevata qualità del caffè dell’Alta Mogiana per la vicinanza con i produttori) e qui (la fazenda di São Sebastião).

Un aspetto comune a tutte le aziende visitate: il numero enorme, infinito di controlli e assaggi continui per garantire al prodotto finale la massima qualità in tazza.

Il viaggio, sulle strade dissestate del Brasile, è iniziato, nel Minas Gerais dalla Fazeda da Lagoa, fiore all’occhiello della NKG che ne è la proprietaria. È un azienda modello, una piantagione sorta attorno alla villa del primo proprietario.

Brasile Fazenda Da Lagoa
Fazenda da Lagoa: filari che si perdono all’orizzonte

Lo spirito della piantagione è il rispetto dell’ambiente e la sostenibilità, dicono alla Fazenda. Una storia iniziata nel 1764 con bestiame e canna da zucchero. Nel 1860 le prime piante di caffè. Dal 2003 è parte di NKG.

L’impatto è subito con le grandi dimensioni delle fazende, anche se questa, pur sconfinata, con filari di caffè che spariscono oltre l’orizzonte, non è da record: 3.713 ettari di cui 1.688 a caffè per circa 7 milioni di piante. Il resto è stato conservato con grandi alberi di quella che una volta era la Foresta Atlantica, ben più grande dell’Amazzonia. Così il 20% della piantagione è dedicata alla foresta per preservare l’ambiente.

Fazenda da lagoa
Un ramo con ciliege di caffè mature alla Fazenda da Lagoa

Qualche altro elemento, prima di approfondire in un prossimo articolo. Per capire meglio dove siamo basta notare la pista dell’aeroporto interno lunga 1.700 metri e l’accenno, nella scheda dell’azienda, alla presenza di 10 autobus. Per trasportare i 500 lavoratori quelli necessari ogni giorno nei mesi del raccolto, che lavorano nella piantagione e abitano nel vicino paese di Santo Antonio do Amparo.

Ciliegia
Ciliegia aperta con i due chicchi di caffè

Tocca a loro, e alle macchine raccoglitrici, percorrere gli oltre 4.200 chilometri che svilupperebbero, se messi in linea, i filari del caffè di questa piantagione.

Questa Fazeda da Lagoa è popolata, oltre che dalle piante di caffè e dai resti della Foresta Atlantica, da tanti animali che garantiscono la biodiversità. C’è anche la pantera che si mostra di rado ma lascia le impronte nel terreno. Tantissime le api: 16 blocchi di alveari sparsi nella piantagione per garantire l’impollinazione. E produrre il prezioso miele al caffè: una prelibatezza.

Poco più di 100 chilometri separano al Fazenda da Lagoa da Varginha, diventata negli anni la capitale indiscussa del caffè brasiliano, sede dei grandi stabilimenti che lavorano i chicchi.

NKG Stokler
La palazzina degli uffici e centro qualità della NKG Stockler a Varginha

Qui nel 2020 la NKG Stockler, uno dei primi tre esportatori di caffè brasiliano, ha concentrato tutte le sue attività spostandole dalla precedente sede di Santos, il porto dove si imbarca il caffè.

Il motivo: essere più vicino alla produzione per avere notizia in tempi più brevi sull’andamento del raccolto e organizzare un laboratorio qualità vicino alla logistica. Qualche numero: lo stabilimento ha 42.000 metri quadrati coperti su una superficie totale di 80.000. I silos sono 92 e ospitano mediamente il corrispettivo 38.000 sacconi da 1.000 chili, 38.000.000 di chili. I dipendenti sono 324 suddivisi in 12 reparti.

NKG Stocker
Distesa di sacchi di caffè nel magazzino NKG Stockler di Varginia

Aspetto molto curato da NKG Stockler, oltre naturalmente alla qualità, è la sostenibilità cui si dedicano 15 addetti che seguono anche Verified che è il primo progetto per l’agricoltura rigenerativa al mondo.

Brasile NKG Stockler
Una parte degli assaggi giornalieri nel settore qualità NKG Stockler

Da Varginha si seguono circa 600 progetti in altrettante aziende più o meno grandi per ridurre l’uso della chimica e altre pratiche agricole virtuose. In questo modo NKG spinge sulla sostenibilità con il progetto Verified. Nessun obbligo per le aziende ma criteri stringenti per chi aderisce: criteri economico-sociali, ambientali, divieto del lavoro dei minori, scuola per i più piccoli, ecc.

L’obiettivo? Un progetto articolato per la tracciabilità a norma delle richieste dell’Unione europea, che rappresentano un passaggio complesso per tutte le aziende in vista del gennaio 2024.

Altre 5 ore di automobile e si passa dal colosso della lavorazione del caffè al piccolo stabilimento J. Kim, dell’omonima famiglia di origine coreana, a Franca, dove viene selezionato e insaccato il caffè in collegamento con l’azienda di famiglia, la São Sebastião, lontana un’ora abbondante di sterrato: 13 chilometri da percorrere al rallentatore, a 40 km dalla città più vicina, Saõ Tomeé das Letras. Saõ Sebastiaõ è uno dei 600 progetti Verified sviluppati da NKG, questo attivo dal 2018.

Nello stabilimento in basso vengono selezionati i caffè prodotti nella fazenda, classificati in base ai difetti in base sia alle richieste della Borsa di New York sia del mercato interno brasiliano. Un passaggio importante quello della selezione: è qui che si stabilisce il prezzo finale di ciascuna partita.

Il conteggio dei difetti nella fabbrica J. Kim collegata alla Fazenda Saõ Sebastiaõ

Alla Fazenza São Sebastião, 300 ettari, 10.000 sacchi all’anno tutti di alta qualità, l’azienda speciality si definisce un’impresa che ha l’obiettivo di entrare nella Cup of excellence, al più presto.

La fazenda ha la licenza di esportazione diretta: vende in Corea e Canada, per il resto si appoggia a NKG.

Fazenda
Raccoglitrice dipinta nella Fazenda Saõ Sebastiaõ

Nell’impianto, tra le tante squisitezza, abbiamo visto la lavorazione del caffè Harara con il sistema Honey. Si tratta di un caffè essiccato con grande cura e con la mucillagine: in tazza darà un gusto più dolce, fruttato e caramellato.

In questa Fazenda realizzano anche un particolarissimo esperimento di fermentazione anaerobica dei chicchi che vengono messi in bidoni poi sigillati e sistemati a fermentare in una cantina sotterranea coperta di terreno ed erba dove la temperatura non sale mai oltre i 18 gradi. Ed è proprio con questa lavorazione, che dà al caffè un sentore più acido e complesso, che la fazenza punta alla Cup of excellence.

Non poteva mancare in questo viaggio alle origini del caffè brasiliano una puntata in una delle tantissime cooperative, in questo caso la Cocapec, cui i coltivatori piccoli e medi conferiscono il loro prodotto per la lavorazione che loro non possono effettuale. In tutto sono 2.800 i farmer che trasportano qui il loro prodotto, un centinaio i più grandi.

La Cocapec, della quale NKG Bero Italia ha l’esclusiva della commercializzazione per il mercato italiano, è l’unica cooperativa che opera nell’Alta Mogiana, zona di eccellenza per il caffè di qualità.

L’obiettivo è quello di garantire che tutto il caffè di questo territorio, che è tra i migliori in assoluto, lo sia effettivamente e non arrivi da altre zone vicine ma di qualità inferiore. Il magazzino ha una capacità massima di 1 milione e mezzo di sacchi.

Cocapec
L’ingresso della Cooperativa Cocapec

Alla Cocapec 2 Q grader e 6 assaggiatori valutano con attenzione tutte le partite di caffè ricevute, classificate sin dall’ingresso in modo preciso per definire la qualità, e stabilire il prezzo. Con l’obiettivo di tenere sempre separate le varie produzioni per garantire un prodotto di eccellenza.

zona Cocapec
La zona dalla quele proviene il caffè della Cocapec

Attorno al laboratorio degli assaggi della cooperativa Cocapec c’è un grande stabilimento per stoccare e trattare il caffè ricevuto prima di avviarlo alla vendita.

Ultima tappa della rapida carrellata di aziende è la Fazenda Irmaos Moascardini, cognome di evidente origine italiana, dalla Toscana e da Roma, a Vila Santos Dumont, Franca, dal 1883, oggi alla quarta generazione. La grande crescita dal 1953 con la superficie allargata da 30 a 1.300 ettari, 800 solo caffè. Oggi sotto la supervisione del patriarca Antonino 70 anni.

Tra le produzioni anche Gheisa e Pacamara in piccola quantità. Il raccolto? In totale 15.000 tonnellate 3 anni fa, previsione ’23 16/18 mila, dopo le gelate del ’21. Il tutto sotto l’ombrello del progetto Verified di NKG.

Moscardini
Alla Fazenda Irmaos Moscardini tra i filari delle piante più giovani sono allineate diverse specie a cominciare del riso che cresce senza acqua

Tra le curiosità di questa fazenda a conduzione familiare la coltivazione di riso che cresce senz’acqua tra i filari di caffè di 1/2 anni, fagioli e 8 tipi di verdure, per garantire la piena autonomia della fattoria. E con orgoglio i Moscardini mostrano, ai piedi dei filari che il fertilizzante usato sono gli avanzi di lavorazione del caffè, ricchi di potassio e fosforo.

E alla fine del processo produttivo, anche qui tantissimi controlli e assaggi, l’idea della caffetteria, gestita da Elder Moscardini, che serve caffè in tutte le preparazioni, anche espresso, e propone in vendita diretta tutti i caffè prodotti nell’azienda. L’obiettivo è aprire una catena di caffetterie anche in altre città del Brasile a cominciare da San Paolo.

Moscardini
L’insegna della Caffetteria Moscardini dove la fazenda propone direttamente i suoi caffè speciali

Antonio Quarta definitivo sul “caffè in ghiaccio”: “Si chiama “alla leccese”, ed è mio nonno che ne è stato l’inventore”

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Antonio Quarta
Antonio Quarta con in mano il caffè alla leccese (immagine concessa)

LECCE – Sulla polemica da bar – è il caso di dire, – caffè alla leccese” versus “caffè in ghiaccio”, querelle che sta spopolando sul web – su Comunicaffè è stata una delle notizie più lette dell’estate – non solo in questi giorni di fine estate, interviene un’autorità capace di fornire un’interpretazione autentica, ovvero in qualche modo definitiva sulla questione: l’imprenditore leccese (“e non in ghiaccio…“) Antonio Quarta, amministratore unico della Quarta Caffè.

Le origini del caffè alla leccese

Il quale ricorda ai creatori della polemica, e a chi ha sposato la provocatoria tesi di cui sopra, come sia stato suo nonno Antonio senior a inventarsi l’accostamento caffè-ghiaccio – e di conseguenza l’espressione “caffè alla leccese” – per designare l’abitudine tutta salentina di sorseggiare la bruna bevanda arrivata in Europa dall’Oriente a fine ‘500.

“Capisco che d’estate si provi a spostare il pensiero dalle cose serie ad argomenti ben più ameni, soprattutto in tempi pesanti come questi”, spiega infatti l’imprenditore leccese, “ma ci sono delle verità consolidate che non possono essere in alcun modo seriamente confutate”.

Quarta aggiunge: “E questa, si dà il caso, è una di quelle: come ha documentato con dovizia di particolari e grande puntualità un giornalista e divulgatore di rango come il compianto vicedirettore di Quotidiano Antonio Maglio. Che già nel 1991, nel volume “Pani, pesci e briganti. Piatti da leggere, storie da mangiare” – e nella fattispecie nell’articolo dal titolo “Il caffè in ghiaccio alla leccese” – “ricordava come sia stato appunto mio nonno – che aveva una fabbrica del ghiaccio venduto a peso – ad inventarsi quella straordinaria alchimia tra il caldo aroma di un caffè appena fatto e la frescura di quell’acqua cristallizzata al punto giusto, con l’obiettivo di rendere quel mix tonificante, ma pure dissetante”.

La bevanda simbolo della storia di Lecce

Invano si ricerchi questa bevanda fuori dai confini di Lecce”, scriveva del resto in quella raccolta Antonio Maglio”, trascrive l’imprenditore. “Il concetto stesso di “caffè in ghiaccio” è totalmente estraneo, infatti, a fiorentini e milanesi”. Insomma, sia la miscela “Avio” – così chiamata in omaggio agli avieri che frequentavano il bar aperto da Antonio Quarta senior subito dopo la seconda guerra mondiale – che il caffè in ghiaccio, “in poco più di mezzo secolo, sono entrati a pieno titolo nella storia di Lecce”, concludeva il vicedirettore di Quotidiano. “E solo di Lecce”.

Tutto questo a differenza del caffè in ghiaccio alla salentina, “un’elaborazione del caffè in ghiaccio con aggiunta di latte di mandorla o, a richiesta, soffiato. Capisco quindi, ripeto, la voglia di concedersi un momento di pausa dai problemi che affliggono il nostro territorio, davvero tanti”, aggiunge l’imprenditore, “ma, per favore, non facciamo danni con prese di posizione che non hanno in verità alcun fondamento storico”.

Quarta conclude: “E che rischiano paradossalmente di danneggiare il Salento stesso – e la sua economia – “cancellando” la storia e la tradizione di una delle specialità attrattive per cui noi salentini siamo famosi nel mondo”.

illy: al via riorganizzazione da 170 mln, nel gruppo nascono tre società, Exgi, Finilly e Sunshine

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Gruppo Illycaffè polo gusto illy illetta
Il logo illycaffè
MILANO – Una riorganizzazione interna ad illy che vale quasi 170 milioni, ha interessato le quote dei soci del Gruppo, che così si divide in tre società neo costituite, Finilly Sunshine ed Exgi, seguendo un piano di ripartizione non proporzionale asimmetrica. Vediamo i dettagli dell’operazione, riprendendo l’articolo di affariitaliani.it.

illy: a ciascuna delle newco, vengono assegnati questi asset e valori

Scrive Affari italiani che a Finilly andrà il 5,5% della operativa Illycaffè, che corrispondono ad un patrimonio netto contabile di 37,5 milioni di euro, e la medesima cifra verrà trasferita a Sunshine. Ad Exgi verrà assegnato il 95% della Polo del gusto (società che controlla i marchi Domori, Dammann Frères, Agrimontana, Prestat, Pintaudi e Achillea), mentre il 2,5% resterà in Gruppo Illy, per un totale di 93,4 milioni.
Secondo quanto riporta il sito Affari Italiani alla fine Gruppo illy scenderà dall’80% al 70% in illycaffè con l’ingresso dei due nuovi soci (Finilly e Sunshine) mentre il 20% resta in mano al fondo Rhone Capital.

Come sono state distribuite le quote

Partendo da Finilly: secondo Affari italiani Andrea Illy ne deterrà il 50,78%, mentre il restante 49,22% in nuda proprietà e in usufrutto andrà alla capostipite Anna Rossi Illy. Per quanto riguarda il capitale di Sunshine, apparterrà per il 50,78% alla sorella di Andrea e Riccardo, Anna Illy, ed il 49,22% ancora in usufrutto e nuda proprietà ad Anna Rossi.
Infine, sempre secondo quanto scrive Affari italiani, il 50,06% di Exgi verrà affidato a Raa (famiglia nata lo scorso anno anno al fine di coprire la liquidazione di Francesco Illy, controllata con quote equivalenti dai tre fratelli Riccardo, Anna e Andrea) e il resto delle azioni in mano a Daria Illy (il 31,3%, con usufrutto al padre Riccardo) e a Riccardo (il 18,64%, con usufrutto a Anna Rossi).
In seguito alla scissione, il capitale di Gruppo Illy vedrà la Raa detenere il 93,7% con Anna e Andrea rispettivamente al 3,15%.

Borse del caffè in flessione ad agosto, tra prese di beneficio e stime negative sui consumi

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MILANO – Agosto al ribasso per le borse del caffè, dopo le tensioni speculative di fine luglio, che hanno portato a una temporanea situazione di backwardation (mercato inverso) su entrambi i mercati. A New York, il contango si è ristabilito con la virata al ribasso, che ha portato ai minimi di metà mese. Il massimo mensile è stato raggiunto il 2 agosto, quando settembre è volato a quota 166,95 centesimi, il livello massimo per la scadenza principale dagli ultimi giorni di giugno.

Ma sin dal giorno successivo, il trend si è ridimensionato, per effetto del rivalutarsi del dollaro.

La settimana si è conclusa così in territorio negativo, con il benchmark a 161,35 centesimi. Nuova ripartenza lunedì 7 agosto. Ma è stata l’ultima seduta in nero prima di una striscia negativa di otto sedute consecutive, che ha spinto dicembre (divenuto intanto scadenza principale) sotto la soglia del dollaro e mezzo, a 149,10 centesimi.

Per trovare livelli di prezzo più bassi sul benchmark è necessario risalire addirittura a gennaio.

Sull’andamento delle borse del caffè ha inciso innanzitutto, l’immissione nel mercato di quantità maggiori del nuovo, abbondante raccolto brasiliano

In particolare, i dati Cecafé sull’export del Brasile, che ha registrato, a luglio, un 18,7%, per un totale di 2.991.495 sacchi di caffè in tutte le forme. Le esportazioni di verde sono state di 2.695.811 sacchi, in crescita del 22,3%. Impressionante la ripresa dei robusta: +245,4%, per un volume di 505.153 sacchi, che si riavvicina ai massimi storici della fine del decennio trascorso.

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