martedì 02 Dicembre 2025
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Fipe sulla polemica degli scontrini: “Lo sbaglio dei singoli non deve danneggiare il valore di tutta la filiera”

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Fipe si esprime sulla polemica degli scontrini gonfiati degli ultimi giorni (immagine concessa)

ROMA – Di fronte alle ininterrotte polemiche di queste settimane sulla vicenda dei cosiddetti scontrini gonfiati, Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi di Confcommercio, ha deciso di intervenire per portare il punto di vista complessivo della categoria dei pubblici esercizi, che esce fortemente penalizzata da questi episodi.

Fipe sulla polemica degli scontrini gonfiati

Da una parte, va sottolineato come, nel corso degli ultimi due anni, a fronte di un aumento generalizzato dei costi, proprio bar e ristoranti abbiano ritoccato i listini restando in media al di sotto della dinamica inflattiva generale. Se tra luglio 2021 e luglio 2023 l’inflazione media per l’intera economia è stata del 14%, nelle attività di ristorazione questo dato si è attestato all’11%.

Peraltro, ciò avviene mentre alcuni prodotti di ampio utilizzo nella ristorazione, come la pasta, hanno registrato un aumento superiore al 30%. Questo non giustifica certo l’assenza di trasparenza nei confronti di clienti o il tentativo di dare alla cortesia un “prezzo occulto” per il consumatore.

Tuttavia, l’impennata dei costi spiega l’importanza strategica, se non vitale, per le attività del settore di ripensare fortemente i propri modelli di gestione e la valorizzazione del servizio che è parte del prodotto acquistato nel Pubblico Esercizio tanto quanto il piatto che viene consumato.

Il danno all’immagine della ristorazione

“Bar e ristoranti si chiamano “pubblici esercizi” e questo implica anche una missione imprenditoriale: quella del servizio come vocazione che è, e deve essere, un asse centrale dei valori della ristorazione. Anche se ritengo che le polemiche non intacchino la passione e la frequentazione degli italiani di bar e ristoranti, è indubbio che chi lede il principio di trasparenza danneggia l’immagine e il lavoro dell’intera categoria” ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio.

Il presidente aggiunge: “D’altro canto, ciò non significa che il servizio non vada valorizzato e remunerato e lo stesso protrarsi delle polemiche sul tema è purtroppo indicatore di quanto sia scarsamente radicata la consapevolezza e la cultura del servizio nel nostro Paese”.

C’è di più: “Dietro ogni richiesta ci sono persone che lavorano, stipendi da pagare, una macchina organizzativa complessa e costosa: il problema non sono i prezzi, ma la cura del rapporto con il cliente, che deve decidere in piena libertà se il servizio e il prodotto valgono il prezzo onestamente proposto”.

“Come Federazione lavoriamo per favorire e rafforzare il legame tra imprese e consumatori perché abbiamo dinanzi sfide impegnative che riguardano la tenuta dei consumi e del nostro modello di socialità”, ha concluso il presidente Stoppani.

Gruppo Flo e Versalis presentano R-Hybrid: il 1° bicchiere per distributori automatici con polistirene riciclato

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Il bicchiere R-Hybrid (immagine concessa)

FONTANELLATO (Parma) / SAN DONATO MILANESE (Milano) – Il Gruppo Flo, marchio storico specializzato nella produzione di stoviglie e contenitori per alimenti, e Versalis (Eni) presentano R-Hybrid: il primo bicchiere per distribuzione automatica realizzato con polistirene riciclato da post consumo. Si tratta di un’importante innovazione nel campo del food packaging, verso un sistema di riciclo più virtuoso con un’efficiente riutilizzo delle risorse; anche R-Hybrid infatti è a sua volta riciclabile.

R-Hybrid: il primo bicchiere per distributori automatici con polistirene riciclato

Il progetto è stato condotto con SCS (Styrenics Circular Solution), associazione europea che comprende tutta la filiera dei polimeri stirenici, dai produttori di materia prima ai riciclatori post consumo, e in stretta collaborazione con il Fraunhofer Institute, centro di ricerca applicata leader in Europa.

Grazie a questa partnership, è stato istituito un consorzio di filiera focalizzato alla definizione di un protocollo per l’utilizzo di PS riciclato nel packaging per alimenti, dietro barriera funzionale.

Si è così arrivati a validare tutto il processo, dalla produzione del riciclato, alla definizione delle caratteristiche tecniche del multistrato fino al challenge test sul prodotto finito.

“C’è plastica e plastica, normalmente quella usata per il packaging è tra le più pregiate, sia in termini di qualità che di prestazioni. Il progetto R-Hybrid è strategico perché apre finalmente la porta al riutilizzo del polistirolo rigido nei contenitori per alimenti e garantisce il mantenimento del suo valore originale” ha dichiarato Erika Simonazzi, marketing manager del Gruppo Flo.

Simonazzi continua: “Sono numerosi anche i vantaggi offerti dai nuovi bicchieri R-Hybrid come soluzione ancor più sostenibile del tradizionale Hybrid, di cui sono la naturale evoluzione tecnologica. I nuovi R-Hybrid infatti uniscono i benefit di una ridotta carbon footprint all’effettivo riutilizzo della plastica post consumo che viene rimessa in circolo attraverso la creazione di nuovi bicchieri.”

“La strategia del business stirenici di Versalis si basa sull’utilizzo di polimeri sempre più sostenibili ottenuti anche da materia prima seconda derivante da plastiche riciclate. In particolare, la gamma Versalis Revive è costituita da polimeri contenenti plastiche da riciclo meccanico derivanti dalla raccolta differenziata domestica. Il nostro obiettivo – ha dichiarato Claudio Bilotti, responsabile marketing stirene e polistirene di Versalis (Eni) – è di produrre e immettere sul mercato prodotti sempre più sostenibili”.

Bilotti continua: “I prodotti riciclati hanno un impatto di CO2 ridotto*, consentono di valorizzare una preziosa risorsa come le plastiche post consumo e usano risorse locali, inoltre rappresentano per Versalis un’opportunità di mercato importante, specialmente nell’ambito del packaging alimentare.”

Con la produzione di R-Hybrid il Gruppo Flo e Versalis hanno fatto un importante passo verso la riduzione degli sprechi di materia prima vergine, senza intaccare la qualità del prodotto finale.

R-Hybrid è un prodotto termoformato, con una struttura multistrato ABA, tipo sandwich, dove nello strato interno è inserito l’r-PS della serie Versalis-Revive PS, sviluppata dalla società chimica di Eni, ed in quello esterno PS vergine che agisce da sicura barriera funzionale.

R-Hybrid, che entrerà sul mercato a partire da fine anno, andrà a sostituirsi all’Hybrid, l’innovativo bicchiere con cui Flo ha rivoluzionato il mercato della distribuzione automatica al punto che, grazie alla sua importante diffusione, nel 2022 si è ottenuto un risparmio totale di oltre 2.600 tonnellate di CO2**.

R-Hybrid sarà presentato a Plast, il Salone Internazionale per l’industria delle materie plastiche e della gomma, a Fiera Milano-Rho dal 5 all’8 settembre 2023 (stand Versalis B51-C52, Padiglione 9).

Note aggiuntive

* Calcolato mediante un Cradle to Gate LCA (Life Cycle Assessment) in linea con gli Standard ISO 14040:2006 and 14044:2006.

** Carbon Footprint calcolata dal DNV Business Assurance tenuto conto dell’intera filiera e applicata ai volumi di vendita 2022 del bicchiere Hybrid. Valori del 2022 rispetto al tradizionale bicchiere vending con 100% PS vergine.

Julius Meinl torna al Festivaletteratura di Mantova, 06-10/09

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Julius Meinl al Festivaletteratura di Mantova (immagine concessa)

VICENZA – Riprende la grande kermesse di Mantova dedicata ai libri, e Julius Meinl, ambasciatore della cultura delle caffetterie viennesi, per il quinto anno torna a sostenere l’iniziativa. Il Festivaletteratura da mercoledì 6 a domenica 10 settembre, animerà le vie di Mantova con incontri con più di 300 autrici e autori da tutto il mondo, spettacoli, concerti, letture e percorsi a tema per “Trovare le parole”, vera e propria sfida di questa 27° edizione del festival in cui si tenterà di ridefinire attraverso le arti la società che ci circonda.

Julius Meinl al Festivaletteratura di Mantova 2023

L’anima intellettuale di Julius Meinl, il caffè icona degli storici caffè letterari di Vienna dove si susseguivano talenti del calibro di Freud e Klimt, prenderà vita in uno degli eventi culturali più vivaci dell’anno, offrendo agli ospiti la possibilità di gustare i caffè Julius Meinl, facendo così rivivere le atmosfere degli antichi caffè viennesi, posti unici dove incontrarsi e socializzare, scambiare opinioni, desideri, sogni, leggere qualcosa o semplicemente rilassarsi e godere di un’atmosfera densa di idee.

Al Festivaletteratura si potrà sorseggiare il caffè premium delle capsule Professional e le compatibili Nespresso 100% biodegradabili di Julius Meinl. Queste miscele uniche, create dai coffee experts di Julius Meinl, sono perfette per ogni momento della giornata e mantengono un’altissima qualità in tazza, mentre rispettano l’ambiente.

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Le capsule biodegradabili di Julius Meinl (immagine concessa)

Nel calendario degli appuntamenti più attesi di Festivaletteratura, sabato 9 settembre alle ore 10.30 presso Palazzo D’Arco, sede della collezione di liuti, arpe, mandolini e altri strumenti appositi per stimolare versi melodiosi, musica e poesia si fondono con l’aiuto di Chiara Basile, di Junior Poetry Magazine, durante il laboratorio di poesia in libertà.

Domenica 10 settembre è il turno dell’evento “Berlino era un po’ triste e molto grande” presso l’Aula Magna dell’Università di Mantova, Manuele Fior e Vincenzo Latronico moderati da Marianna Albini racconteranno con ironia dolceamara la vita di coppie sospese tra la giovinezza e la vita adulta, in una bolla di scoperta e aspettative che spesso avvolge chi scegli di emigrare dal paese d’origine.

Gli eventi, sponsorizzati da Julius Meinl, saranno un’occasione per farsi trasportare oltre i sensi, in un regno dello spirito col solo suono, la voce e i racconti.

Al Festivaletteratura di Mantova che fornisce un’occasione unica di scambio tra autori e lettori per ‘ridare significato alle parole’, la pausa caffè è firmata da Julius Meinl.

 La scheda sintetica dell’azienda

Julius Meinl è un’azienda familiare viennese di grande successo internazionale e da 160 anni è l’ambasciatrice nel mondo della cultura delle caffetterie viennesi. Il successo globale di Julius Meinl si basa su valori tradizionali: cinque generazioni di esperienza nel caffè, prodotti di qualità premium e un eccellente servizio ai clienti. Julius Meinl è ambasciatrice globale per la cultura del caffè viennese e oggi ispira le persone in tutto il mondo, proprio come facevano in passato i caffè letterari.

  • Fondata nel 1862 a Vienna
  • 1000 dipendenti in tutto il mondo
  • Presente in più di 70 paesi in tutto il mondo: market leader in Austria e nei Paesi dell’Europa Centrale e settimo player nel mercato Ho.Re.Ca. Italiano
  • Circa 40.000 clienti in tutto il mondo
  • Centri di produzione a Vicenza (Italia) e a Vienna (Austria)

Caffè Moak presente alla 80° mostra internazionale cinematografica di Venezia

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Caffè Moak all'80° Festival del Cinema di Venezia (photo credits @hollywoodcelebrities)

MODICA (Ragusa) – Caffè Moak accoglie le celebrità dell’80° Festival del Cinema di Venezia. Dal 30 agosto al 9 settembre il caffè ispirato alla musica dà il benvenuto ai divi in arrivo al Lido, grazie alla partnership con l’Hollywood Celebrities Lounge, manifestazione in programma come ogni anno in esclusiva per il festival del Cinema, presso il prestigioso Tennis Club di Venezia Lido.

Glen Powell e Adria Arjona
Glen Powell e Adria Arjona (photo credits @hollywoodcelebrities)

Caffè Moak all’80° Festival del Cinema di Venezia

A pochi passi dall’iconico Red Carpet, il Tennis Club dell’Hotel Excelsior – diventata la location più strategica della manifestazione – ha allestito un’ampia area in e outdoor, dove Moak offre il suo espresso e la birra al caffè ad attrici, attori e personaggi illustri dello spettacolo.

Da quelli internazionali come Ryûsuke Hamaguchi e Timm Kröger, alle star italiane Gabriele Salvatores e Dario Argento, per citarne alcuni.

Quì è atteso stasera l’evento dedicato a Moak: la cena di gala dove prenderà parte in esclusiva il film della sezione Fuori Concorso Hit Man con il regista Richard Linklater e gli attori protagonisti Glen Powell e Adria Arjona.

Timm Kröger
Timm Kröger (photo credits @hollywoodcelebrities)

Il connubio tra Caffè Moak e le diverse forme d’arte – tra cui anche il cinema e la fotografia – si è sempre consolidato nel tempo tanto che l’azienda, fortemente radicata nel settore horeca, ha dedicato anche alla musica la prima linea rivolta al consumatore con le cinque miscele My Music Coffee: Soul, Jazz, Rock, Funk e Classic e che al Festival di Venezia daranno la giusta carica alle star del cinema internazionale.

Ryusuke Hamaguchi
Ryusuke Hamaguchi (photo credits @hollywoodcelebrities)

“Abbiamo accolto con entusiasmo l’occasione di essere partner anche quest’anno di uno dei più importanti eventi internazionali. Un’opportunità di far conoscere il nostro brand e far gustare il nostro caffè anche in altri ambiti”, afferma Alessandro Spadola, ceo del Gruppo Moak.

CSC presenta il caffè certificato del Guatemala

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La famiglia Guarchaj, coltivatrice del caffè certificato CSC (immagine concessa)

LIVORNO – La ricerca di caffè di altissima qualità è costante in CSC – Caffè Speciali Certificati: raggiungere l’obiettivo significa avere superato i numerosi controlli che il Consorzio effettua per garantire la qualità del prodotto, nonché assicurarne la provenienza e ogni passaggio lungo tutta la filiera dal chicco alla tazzina.

L’ultimo certificato è il nuovo caffè proveniente dall’America Centrale, Guatemala S.H.B. Genuine Atitlan Pasajquim Panacal. Viene coltivato da Abramham Guarchaj e dalla sua famiglia, che possiedono terreni a un’altitudine di oltre 1700 metri slm, in condizioni ideali per la coltivazione del caffè a San Juan La Laguna presso il bellissimo lago Atitlán (regione Sololá).

Il caffè certificato CSC proveniente dal Guatemala

Le varietà che lo compongono sono Catuai e Pache; il caffè è raccolto a mano e il procedimento di lavorazione è lavato, cui segue l’essiccazione al sole su patii. “All’assaggio presenta un buon corpo e una piacevole acidità, con sentori floreali, agrumati, di vaniglia e nocciola tostata” spiega Graziano Carrara, presidente della Commissione Tecnica di CSC e responsabile dei caffè del Centro America.

Atitlán si trova in una zona vulcanica nell’area sud-occidentale del Paese e il suolo è il più ricco di materia organica; il caffè viene coltivato lungo le pendici dei vulcani che dominano le rive dell’omonimo lago. Ogni giorno spirano venti che hanno un’influenza importante sul microclima, come pure le piogge: non c’è mese che non ne cadano almeno 50 mm, dunque l’umidità della zona è alta, intorno al 70-80% e la coltivazione in quota comporta una bassa presenza di parassiti e malattie.

caffè al sole
Caffè al sole ad asciugare (immagine concessa)

Il gusto del riscatto

L’offerta di CSC comprende un altro caffè di alta qualità proveniente dal Guatemala: doña Lucero coltivato nella provincia di Petatán, regione di Huehuetenango. Qui la onlus Amka e Caffè Speciali Certificati hanno condotto un progetto comune al fine di promuovere lo sviluppo delle capacità produttive e commerciali di 80 donne in difficoltà (ne abbiamo parlato qui).

L’impegno delle piccole produttrici ha dato ottimi risultati: l’alta qualità del raccolto ha meritato il bollino CSC, al quale, sulle confezioni, se ne aggiunge uno comune a tutti i torrefattori del Consorzio che tostano e commercializzano questo caffè delle donne, con la scritta “Amka – doña Lucero – social development project”, seguito dal rapido racconto della peculiarità del progetto. In tazza presenta una piacevole acidità e unisce note di frutti rossi e cioccolato.

coltivazione di caffè
La coltivazione di caffè (immagine concessa)

Quella del Huehuetenango è una delle tre regioni non vulcaniche del Guatemala, nonché la più secca, in cui la produzione di caffè avviene a una quota più alta (fino a 2000 metri). Sono i venti che soffiano sulle montagne dalla pianura messicana di Tehuantepec a proteggere la regione dal gelo e a permettere la produzione di un caffè dalle caratteristiche pregiate, molto apprezzato nel mondo.

Il caffè, risorsa fondamentale

Il caffè è un prodotto molto importante per il Guatemala (il 9° Paese esportatore a livello mondiale), che l’associazione nazionale Anacafé segue con grande attenzione, fornendo numerose informazioni a chi lo produce e ne effettua la prima lavorazione. Sono 305mila gli ettari coltivati a caffè (il 2,8% del territorio nazionale) in 20 dipartimenti da 125mila famiglie di produttori, che danno lavoro a circa 500mila persone; i proventi della sua vendita sommano tra il 3 e il 3,5% del Pil nazionale.

L’attenzione al cambiamento climatico e al mantenimento degli alti standard qualitativi del Paese sono oggetto di una ricerca continua e di azioni atte a prevenire futuri problemi, come la coltivazione del caffè all’ombra di alberi (il 98%) e la raccolta manuale, al fine di effettuare una selezione attenta del prodotto.

Accanto ai caffè guatemaltechi, la gamma dei prodotti Centro Americani di Caffè Speciali Certificati comprende caffè coltivati in El Salvador, Costa Rica e Colombia.

Il mondo CSC

Le torrefazioni che aderiscono a CSC sono Barbera 1870 – Messina; Blaser Café – Berna (CH); Caffè Agust Brescia; Caffè Moreno – Casoria (NA); DiniCaffè – Firenze; Goppion Caffè – Preganziol (TV); Le Piantagioni del Caffè – Livorno; Mondicaffè C.T.&M. – Roma.

I torrefattori che vogliono avere la certezza di approvvigionarsi di un prodotto di qualità superiore, possono associarsi a CSC, che non acquista direttamente, ma organizza ed effettua controlli necessari per garantire i migliori caffè, mettendoli a disposizione degli associati.

Quando ne viene acquistata una partita, i suoi assaggiatori la confrontano con il campione testato in precedenza: se le sue caratteristiche sono in linea con il prodotto di riferimento, può ricevere la certificazione di caffè speciale certificato, dunque il bollino. È la garanzia che in quelle confezioni ci sono prodotti con una storia: un importante strumento di vendita per il barista e un piacere in più per il cliente.

Massimiliano Mattone lancia la rubrica social “Se tutti i cocktail fossero al caffè”

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Massimiliano Mattone lancia la rubrica "Se tutti i cocktail fossero al caffè" (immagine concessa)
MILANO – Massimiliano Mattone non è nuovo su queste pagine: lo abbiamo conosciuto innanzitutto come autore de Il barista di casa e poi come imprenditore che ha avviato la sua attività La Bottèka l’arte del caffè nell’Isola del Liri, all’insegna della qualità di bevanda, offerta e servizio. Ora Massimiliano Mattone torna a far parlare di sé con la nuova rubrica social “Se tutti i cocktail fossero al caffè” in cui il barista unisce il mondo dell’espresso con quello della mixology. Leggiamo di seguito il suo intervento.

Se tutti i cocktail fossero al caffè

di Massimiliano Mattone

“Questa rubrica nasce dalla mia passione per il mondo della mixology e l’amore per il caffè, e ho voluto crearla con l’obiettivo di unire questi due mondi affascinanti in una serie di video informativi e coinvolgenti.
L’obiettivo principale è quello di diffondere conoscenza e formazione sulle ricette dei cocktail IBA (International Bartenders Association), ma con un tocco innovativo: l’integrazione del caffè come ingrediente chiave.
In ogni episodio andrò a esplorare un cocktail IBA classico, immergendomi nella sua storia e rivelando curiosità e aneddoti interessanti. Ma qui sta il tocco distintivo: dopo aver gettato le basi storiche, introdurrò la mia versione di quel cocktail, arricchita dall’inclusione del caffè.
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La ricetta del cocktail Iron Man (immagine concessa)

Il caffè non sarà più solo una bevanda da sorseggiare al mattino, ma un componente versatile che può trasformare completamente una ricetta e aggiungere nuove dimensioni di sapore.

Voglio sfidare l’idea comune che il caffè debba essere relegato a un solo momento della giornata, come la colazione o il dopo pasto. È un ingrediente così ricco e affascinante che merita di essere esplorato in tutte le sue sfaccettature. Fin dal 2019, ho iniziato ad esplorare questa idea, creando diverse varianti di Spritz al caffè. Una di queste versioni è stata inclusa nel libro “Il Barista di casa Semplice Professionalità”, pubblicato a luglio 2023.

Risiede in me un entusiasmo palpabile nell’affrontare questa sfida creativa: il rielaborare e reinventare tutte le ricette dei cocktail IBA, ponendo al centro il caffè.
Questa avventura mi porterà ad esplorare nuovi territori nel mondo dei drink, mentre lavorerò su un intero ricettario di cocktail a base caffè.
Questo passo mi costringerà a fronteggiare una realtà obiettiva: potrei benissimo diventare uno dei primi baristi e bartender a creare un ricettario così innovativo.
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La ricetta del cocktail Faccia d’angelo (immagine concessa)
In definitiva, “Se tutti i cocktail fossero al caffè” non è solo una rubrica social, ma un viaggio di esplorazione, sperimentazione e scoperta.
Maverik
La ricetta del cocktail Maverik (immagine concessa)
Potete seguire questa avventura attraverso i miei video sui profili social @ilbaristadicasa (TikTok Instagram Facebook) e condividere me le vostre impressioni e idee.
Il supporto è fondamentale in questo settore”.

illycaffè, Gruppo Cimbali e Alpro aprono le iscrizioni alla 32ª sfida per i Maestri dell’espresso junior

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La 31° edizioni di Maestri dell'espresso junior (immagine concessa)

TRIESTE/ MILANO (Binasco) Con l’avvio del nuovo anno scolastico e la riapertura degli istituti, illycaffè, Gruppo Cimbali e Alpro aprono le iscrizioni per la 32esima edizione di Maestri dell’espresso junior, il concorso di caffetteria dedicato agli Istituti professionali alberghieri e della ristorazione.

Aperte le iscrizioni per la 32° edizione di Maestri dell’espresso junior

Un progetto che vanta una lunga storia di successo, frutto della stretta collaborazione tra Università del Caffè, il centro d’eccellenza di illy creato per diffondere la cultura della qualità sostenibile a produttori, baristi e professionisti della ristorazione e consumatori, e MUMAC Academy, l’Accademia della Macchina per Caffè di Gruppo Cimbali per la formazione di professionisti e coffee lovers e la promozione della cultura del caffè.

Con grande entusiasmo, quest’anno si unisce come co-protagonista anche Alpro, che già era stata presente come special guest per la valutazione delle ricette, e che per questa edizione prende parte sia in ambito formativo che per la valutazione e la fornitura dei premi.

Maestri dell’Espresso Junior è un esempio concreto dell’impegno delle tre aziende nel supporto alle scuole e nella formazione dei giovani professionisti che si affacciano al settore del caffè.

Il concorso, infatti, dà la possibilità agli studenti delle classi quarte di integrare i programmi formativi attraverso corsi professionalizzanti su diversi aspetti del mondo del caffè e dar prova sul campo delle proprie competenze, ricevendo premi e borse di studio.

Ma quest’anno il concorso si fa ancora più accessibile, inclusivo e sostenibile: per rispondere alle richieste dei docenti e per permettere davvero a tutti e tutte di partecipare al concorso, è stata introdotta la possibilità di svolgere il test online, anche in modalità compatibile e accessibile agli studenti certificati DSA per dislessia. Un grande segnale di inclusione e ascolto delle necessità della scuola e della popolazione scolastica.

Per prendere parte al concorso gli Istituti dovranno presentare la loro richiesta entro il 31 ottobre 2023 sul sito www.maestriespressojunior.com iscrivendo contestualmente un docente e gli studenti interessati al corso di formazione online promosso dall’iniziativa.

Dopo una prima fase di test teorico agli studenti e una selezione preliminare tecnica, attraverso video dei candidati, verranno individuati i 10 semifinalisti che potranno accedere alla fase conclusiva e sfidarsi nella prova pratica che si svolgerà il 17 maggio 2024.

I premi

I premi finali della Giuria Tecnica di Maestri dell’espresso junior permettono ai vincitori di ricevere una formazione più specialistica nel mondo della caffetteria, entrando in contatto approfondito con le due realtà aziendali.

Il vincitore si aggiudica uno stage di 10 giorni lavorativi e il secondo classificato vince una partecipazione a un corso di formazione. Le attività premio si svolgono un anno da MUMAC Academy di Gruppo Cimbali e un anno all’Università del Caffè di illy: la competizione finale dell’edizione 2024 sarà ospitata da illycaffè mentre lo stage e il corso di formazione dei vincitori si svolgeranno alla MUMAC Academy.

Gli istituti vincitori ottengono una macchina o 3 macinadosatori da parte del Gruppo Cimbali, una fornitura di caffè da parte di illycaffè e una fornitura di 16 litri di bevande vegetali per le 4 referenze Alpro. A questi riconoscimenti anche per questa edizione si affianca il premio della Giuria di Giornalisti che valuterà i finalisti nella preparazione e realizzazione di una ricetta a base espresso e bevanda vegetale sviluppata con prodotti Alpro.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica al mondo.

Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp.

Dal 2013 illycaffè è inoltre una delle World Most Ethical Companies. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 125 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 25 paesi del mondo. Nel 2021 Rhône Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella crescita internazionale. Nel 2022 illycaffè ha impiegato 1230 persone e ha generato un fatturato consolidato pari a €567,7 milioni. La rete monomarca illy conta 190 punti vendita in 34 Paesi.

La scheda sintetica di Gruppo Cimbali

Gruppo Cimbali è tra i principali produttori di macchine professionali per caffè e bevande a base di latte e di attrezzature dedicate alla caffetteria. Il Gruppo, di cui fanno parte i brand La Cimbali, Faema, Slayer e Casadio, opera attraverso tre stabilimenti produttivi in Italia e uno negli Stati Uniti (a Seattle, dove vengono prodotte le macchine a marchio Slayer), impiegando complessivamente oltre 750 addetti.

L’impegno del Gruppo per la diffusione della cultura del caffè espresso e per la valorizzazione del territorio si è concretizzato nel 2012 con la fondazione del MUMAC – Museo della Macchina per Caffè, la prima e più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine per il caffè espresso situata all’interno dell’headquarter di Gruppo Cimbali a Binasco. MUMAC ospita MUMAC Academy, l’accademia della macchina per caffè di Gruppo Cimbali, centro di formazione, divulgazione e ricerca.

La scheda sintetica di Alpro

Da oltre 40 anni Alpro crede che esista un modo migliore per nutrire il pianeta e opera con l’obiettivo di portare la salute attraverso l’alimentazione a quante più persone possibili e allo stesso tempo prendersi cura del pianeta.

La storia di Alpro è iniziata negli anni 80 e da allora il brand è pioniere di un’alimentazione a base vegetale. In Italia oggi circa 22 milioni di persone consumano prodotti di origine vegetale, non solo per una ragione di benessere personale ma anche perché li ritengono più etici e sostenibili. Prediligere un’alimentazione a base vegetale può fare una grande differenza che per noi e per il pianeta.

Caffè Borbone e Ofi avviano il progetto MWANYI in Uganda per una filiera più inclusiva

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I protagonisti del progetto MWANYI (immagine concessa)

NAPOLI – Caffè Borbone, marchio di riferimento nel business della torrefazione e del caffè porzionato, e Ofi (Olam Food Ingredients), leader mondiale nel settore degli alimenti naturali e di ingredienti e soluzioni per il beverage tra i principali fornitori mondiali di caffè verde, presentano MWANYI, un progetto quinquennale che mira a sviluppare le competenze e a promuovere progetti imprenditoriali di donne e giovani che lavorano nella catena di produzione del caffè in Uganda.

Caffè Borbone insieme a Ofi con il progetto MWANYI

Mwanyi Women and Youth Project – Mwanyi significa caffè in lingua locale ugandese – è un progetto lanciato nel 2022 che ha l’obiettivo di aumentare il numero di giovani e donne coinvolti in attività sostenibili di produzione di caffè in Uganda entro il 2027, con un conseguente incremento dell’occupazione femminile e giovanile.

L’iniziativa consiste in specifiche attività di formazione rivolte alla popolazione tra i 23 e i 59 anni, pensate per offrire alle comunità dei distretti di Ibanda e Bushenyi, nel sud-ovest dell’Uganda, l’opportunità di un accesso equo e trasparente alla formazione e di combattere la precarietà e l’esodo rurale che affliggono pesantemente queste aree.

Tra i corsi principali, quelli di competenze agronomiche di base e di alfabetizzazione finanziaria con accesso al microcredito per garantire una migliore qualità dei prodotti e migliorare la redditività dell’azienda agricola, preziosi incentivi per spingere l’espansione dei piccoli produttori locali.

Marco Schiavon, amministratore delegato di Caffè Borbone afferma: “Caffè Borbone opera nella completa sostenibilità di tutti i processi, ciò significa che ci prendiamo cura anche di chi all’origine della filiera del caffè lavora per migliorare la resa e la qualità dei raccolti”.

Schiavon continua: “Con MWANYI ci inseriamo in un contesto di produzione del caffè difficile e altamente frammentato ma in un Paese chiave per la produzione di Robusta e con un incredibile potenziale di risorse. Il nostro è un impegno a lungo termine in un territorio che al momento non dispone di una filiera del caffè certificata, un obiettivo che può essere raggiunto solo attraverso l’emancipazione culturale e finanziaria dei produttori locali.”

Oltre all’obiettivo generale di realizzare un progetto di grande valore per la società locale, il progetto MWANYI pone le basi per sistematizzare la coltivazione e migliorarne la redditività a lungo termine.

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Una partecipante del progetto (immagine concessa)

“Gli esperti agronomi di Ofi in Uganda lavorano direttamente con migliaia di agricoltori attraverso programmi di sostenibilità che contribuiscono a migliorare i redditi e le opportunità economiche delle comunità agricole. Queste relazioni radicate, combinate con le nostre capacità di lavorazione locali, ci permettono di offrire ai nostri clienti chicchi tracciabili e di alta qualità che vanno anche a beneficio delle comunità da cui provengono” ha dichiarato Alessandro Mazzocco, General Manager – Coffee di Ofi.

Mazzocco conclude: “Gli agenti acquistano quindi direttamente dai piccoli produttori locali, garantendo una catena di approvvigionamento diretta e controllata, oltre che rispettosa dei coltivatori diretti.”

Il contesto locale ugandese

L’Uganda è il luogo di nascita della qualità Robusta, nonché il primo Paese in Africa per la produzione di Robusta e il secondo nel continente per la produzione di caffè. La produzione di caffè contribuisce al 2% del PIL ugandese, con 353.000 ettari di terreno coltivabile. La percentuale dei ricavi del caffè sul totale delle esportazioni è del 14%.

La produzione di caffè è la principale fonte di sostentamento per circa 1/3 della popolazione, pari a 1,7 milioni di famiglie (composte da 7 persone) per un totale di 12.000 dipendenti e circa il 40% delle donne impiegate nel settore del caffè.

In termini di consumo, l’Uganda è un Paese la cui cultura alimentare utilizza pochissimo il caffè e quindi sfrutta la sua imponente produzione quasi esclusivamente per scopi commerciali. Ad oggi, il numero di esportatori in Uganda ammonta a 75, con 15 cooperative di caffè e 19 torrefattori (piccole e medie imprese), segno di un mercato ad alto potenziale di crescita ma altamente frammentato a causa della geografia del territorio e della mancanza di formazione imprenditoriale.

Dal 2011, la produzione di Robusta e Arabica in Uganda è aumentata, anche se ad un ritmo incerto a causa delle incerte condizioni climatiche, grazie alla crescita delle risorse impiegate e della quantità di terra utilizzata per la coltivazione. La produzione di Arabica era di circa 0,9 milioni di sacchi e ora è di circa 1,1 milioni di sacchi, mentre la produzione di Robusta è passata da 2,2 milioni di sacchi nel 2011 a circa 5,8 milioni di sacchi nel 2021.

Principali risultati del progetto MWANYI a un anno dal lancio

Rispetto all’obiettivo iniziale di coinvolgere 1.000 produttori entro cinque anni, in un solo anno già 500 produttori di caffè, tra cui donne e giovani, hanno avuto accesso a conoscenze agronomiche di base e a corsi di alfabetizzazione finanziaria con l’obiettivo di stimolare l’attitudine al business e spingere così l’imprenditoria locale verso un’economia basata esclusivamente sul reddito derivante dalla coltivazione sostenibile del caffè.

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Il progetto (immagine concessa)

Le migliori pratiche agricole oggetto dei corsi comprendono il controllo dell’erosione del suolo, i metodi per migliorarne la fertilità, le tecniche di raccolta e la gestione del suolo post-raccolta, l’igiene e la sanificazione delle piante, i metodi di essiccazione e stoccaggio. A seguito di questo processo, sono state costruite quattro piattaforme di coltivazione vivaistica con una capacità di impianto di oltre 50.000 piante, limitando l’acquisto di piante all’estero a favore di una produzione completamente autonoma e indipendente.

Grazie alle sessioni di formazione, in un solo anno 500 produttori suddivisi in 12 gruppi hanno aumentato la loro produttività e una rete di 27 giovani ha potuto acquisire le competenze necessarie per offrire servizi professionali ai coltivatori di caffè, aumentando così sia la produttività complessiva dell’intera area che l’occupazione giovanile. Oggi, 6 piantagioni sono gestite da 27 giovani che, grazie alla formazione ricevuta, hanno avviato una propria attività produttiva applicando quanto appreso e innovando il processo produttivo.

All’interno della rete di villaggi, è stato istituito un programma VSLA (Village Savings and Loan Associates) per stimolare sistemi di risparmio tra i gruppi di agricoltori, fornendo l’accesso a semplici strutture di risparmio e prestito gestite dagli stessi membri del gruppo in una comunità che non ha facile accesso ai servizi finanziari formali.

Grazie al MWANYI, il programma ha visto la nascita di 15 associazioni di risparmio e prestito per aiutare gli agricoltori ad accedere ai servizi finanziari di base, compreso il microcredito.

Il programma prevede una formazione finanziaria su temi quali l’imprenditorialità, la compilazione di registri di risparmio, metodi per monitorare l’evoluzione della produttività delle piantagioni e la fornitura di un kit di risparmio. Ad oggi, circa otto gruppi hanno iniziato a mettere da parte somme di denaro.

Obiettivi futuri entro il 2023

Entro la fine dell’anno, il progetto mira a istituire corsi di formazione incentrati sulle competenze agricole di base e a formare i giovani ad avviare le proprie attività agricole. In termini di formazione finanziaria, il programma prevede l’apertura di conti bancari per gli agricoltori, insieme al continuo sostegno delle VSLA per fornire l’accesso ai servizi finanziari di base a tutti gli agricoltori.

Il progetto prevede anche la registrazione dei nuovi vivai presso l’Uganda Coffee Development Authority e l’inclusione dei coltivatori delle nuove aree di Bushenyi nel circuito dei produttori da cui si rifornisce Ofi.

La scheda sintetica di Caffè Borbone

Caffè Borbone è un marchio di Caffè Borbone S.r.l., azienda nata nel 1997 tra i principali produttori specializzati in cialde e capsule sul territorio nazionale ed internazionale. Leader assoluto nel comparto delle cialde in Distribuzione Moderna, sia in termini di quota val. % sia di vendite a Valore in mil Eur (cfr. Nielsen IT Distr. Moderna). Caffè Borbone occupa una delle primissime posizioni nel mercato del caffè porzionato.

Nel 2018 entra nel capitale sociale Italmobiliare, la più grande “investment holding” italiana, con il 60% delle quote mentre il 40% rimane al fondatore Massimo Renda. L’azienda rappresenta un caso di crescita esemplare, grazie anche al costante investimento in Ricerca & Sviluppo che ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi come la cialda compostabile 100, l’incarto totalmente riciclabile nella raccolta della carta e la capsula compostabile Don Carlo che, gradualmente, hanno conquistato i consumatori sempre più attenti all’ambiente.

FolkLore, a Feltre: “Eravamo spaventati che la gente non comprendesse gli specialty, ma abbiamo soddisfazioni”

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Nicole e Stefano nel loro FolKlore (foto concessa)
Nicole e Stefano nel loro FolKlore (foto concessa)

MILANO – Anche a Feltre, in provincia di Belluno, si fa specialty coffee. Per chi vuole segnare nella sua mappa di luoghi in cui poter bere un buon caffè e non soltanto espresso, FolkLore Specialty Coffee & Drinks è pronto a raccogliere la sfida,in Via Paradiso, 44. Dietro al vasto mondo della caffetteria, Nicole, che ha sviluppato la visione del locale attorno a questa bevanda, insieme a Stefano che invece si è occupato di curare la parte legata alla mixology.

FolkLore nasce da un progetto tra Canada, Nuova Zelanda e Australia

Racconta Nicole:” Abbiamo aperto il locale da marzo dopo aver scoperto la realtà della mixology e del barterdering in giro per il mondo. Quando siamo tornati in Italia, la situazione del caffè che abbiamo ritrovato è stata un po’ traumatica e allora ci siam detti: apriamo la nostra caffetteria senza compromessi: da FolkLore si fa specialty e proponiamo tutto quello che abbiamo imparato all’estero. È una bella sfida.

Se si a pensa quante sono le caffetterie specialty in Italia, pare ancora più evidente. La scena sta crescendo ma noi arriviamo da paesi in cui gli specialty sono affermati da ormai 20 anni. Lavorando in Canada, ho avuto l’onore di conoscere molti coffee nerd che mi hanno insegnato i diversi metodi di estrazione, i cupping. Poi ho continuato in Nuova Zelanda da Supreme sempre come barista o barmanager e in seguito sono giunta a Melbourne curando sempre lo specialty. Non si smette mai di imparare certo, ma qualcosa in 8 anni, posso dire di averla imparata.”

FolkLore è l’unione di due parole folk (popolo famiglia) e lore (costumi e usanze)

Dentro FolKlore (foto concessa)

“Testimonia proprio la nostra voglia di rappresentare quello che abbiamo visto all’estero. Tante persone e culture raccolte fuori, unite alle nostre tradizioni più locali. Dal punto di vista della caffetteria, è diverso: i drink sono i soliti che si trovano in Italia, con l’aggiunta di un Flat white o altre ricette più esterofile. Quindi c’è il filtro, l’americano, il v60, un aeropress, ma anche il cappuccino, l’espresso e il macchiato. Cerchiamo di usare tutti i prodotti organici senza riferirci alle grandi multinazionali. Anche il mangiare e il bere, portiamo la nostra versione americana rivisitata.

Siamo aperti dalle 7.30 alle 15. Alle 17 finiamo con il caffè ma riapriamo con il cocktail bar, wine bar, cicchetti e toast. Con il contributo creativo di Stefano, abbiamo realizzato una cascara gin e tonic e il tiramisù milk punch. Il gin tonic stagionale con la cascara preso da His Majesty Coffee anche per il decaffeinato e il caramello con il Nicaragua, e poi per gli altri caffè mi rifornisco da Taste.

Il tiramisù milk punch, pensato sempre da Stefano, ha una procedura particolare: usiamo il caffè filtro che abbiamo stagionalmente insieme al rum infuso alle fave di cacao e pantelleria. Non volevamo sprecare il caffè che invece così si sposa bene nel drink.”

Com’è la colazione di FolkLore?

“Abbiamo portato un po’ di cose diverse rispetto alla solita offerta di Feltre: il banane bread, il croissant alle mandorle tipico dell’Australia, brownies, cookies, ma anche la croissenteria classica. Ci piacerebbe fare il brunch, ma non possiamo prepararlo in maniera seria per una questione meramente burocratica. Ma la cura del dettaglio dell’ambiente, la pasticceria alternativa, aiuta a valorizzare sicuramente lo specialty.”

Che macchina espresso e macinini avete scelto?

La Marzocco linea PB due gruppi e come macinini Malkohenig (il Twin per i due espressi, il Swift per macinare sul momento per il filtro anche per fare i nostri pacchettini con il nostro logo). Sono rimasta scioccata da quanto caffè stiamo vendendo per la gente che se lo porta in casa.”

A quanto vendete l’espresso?

“Di base, il Brasile, a un euro e trenta. Non è un problema, perché qua attorno tutti sono saliti a un euro e venti. Ora ho un Panama che vendo a 2 euro, mentre il caffè in mokka master cerco di venderlo a 2 e 50 e il filtro del giorno in v60 o aeropress, varia a seconda del caffè, dai 5 sino agli 8. Chi lo beve però poi si innamora e torna da noi a provarlo.”

Avete comunque deciso di avventurarvi su un prodotto poco conosciuto

“Eravamo spaventati che la gente non comprendesse gli specialty. Invece ad appena due mesi dall’apertura abbiamo già raccolto delle soddisfazioni. Abbiamo un Brasile yellow Catuai con processo naturale, che dà un’acidità medio bassa, con note un po’ cioccolatose e caramellate più simile al gusto italiano. Ho un Panama in espresso che è sempre un naturale (cerco di avere anche un lavato per far notare la differenza) che spicca per il frutto rosso ed è particolare. Il colombiano Bourbon e Sidra per il V60 è un naturale spaziale: sembra di mangiare fave di cacao e ciliegia. Geisha processo honey un buon aroma, semplice caramello nocciola e un po’ d’arancia.

Tra tutti questi, devo dire che il Brasile sicuramente sta spopolando sia per una questione di gusto che di costo. Ma riusciamo a vendere anche i monorigine in espresso. “

Per gestire una macchina così complessa come FolkLore, come avete fatto? Quanti siete?

“Attualmente siamo 7 persone in tutto. È vero che c’è carenza e di queste 7 solo 2 sono assunte per 30 o 40 ore. Gli altri restano a chiamata e coprono qualche fascia nel turno di lavoro. Siamo aperti tanto tempo e per ora va bene così. Riusciamo a cavarcela perché sono contratti snelli. “

Programmi per il caldo che incombe?

“Per l’estate faremo un cold brew, mentre per il cold drip acquisteremo in seguito la macchina. Prepareremo anche l’espresso tonic. C’è da dire poi che le nostre menti corrono sempre: bisognerebbe espanderci in un locale più grande oppure tornare a viaggiare. Per quest’anno però, rimaniamo coi piedi per terra. “

BWT water+more è sponsor di EVEX in Romania e partner dei principali operatori del Vending

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BWT Water & More Logo (foto concessa)
BWT Water & More Logo (foto concessa)

BUCAREST – BWT water+more è sponsor di EVEX in Romania e partner dei principali operatori del mercato Vending. L’European Vending Experience si svolgerà a Bucarest il 5 e 6 settembre in collaborazione con la Romanian Vending Association (PRIV). Due giorni ricchi di convegni, networking, attività culturali e commerciali, oltre che all’Assemblea Generale Annuale di EVA (European Vending Association).

BWT water+more, insieme ai principali attori del mercato del settore Vending, parteciperà a discussioni su vari temi attuali e le nuove tecnologie che forgeranno il futuro del mercato del Vending.

Nel corso delle due giornate si segnalano mercoledì 6 settembre, con referenti principali del mercato che parteciperanno alla conferenza “Esplorare il futuro del business del vending e OCS”.

BWT water+more è lieta di contribuire ai lavori con un intervento dedicato tenuto da Sergio Barbarisi – International Key Account Manager e membro del board di EVA

Con oltre 30 anni di esperienza come specialista nel settore dell’acqua e del caffè, Sergio Barbarisi parlerà dell’importanza della filtrazione dell’acqua nel mercato dei distributori automatici e di come scegliere il sistema corretto da utilizzare.

BWT water+more, nei suoi tanti anni sul campo, ha sempre dato grande importanza alla conoscenza e alla formazione sui trattamenti dell’acqua per garantire che i sistemi siano applicati in maniera intelligente e sostenibile.

Trattamenti specifici BWT vengono utilizzati dove necessario, supportati dalla migliore tecnologia dell’acqua presente sul mercato.

Sia Sergio Barbarisi che il collega Antoine Communaudat saranno a disposizione per fornire ai visitatori ulteriori informazioni, in modo da guidare gli utenti sulle nozioni fondamentali necessarie per applicare i sistemi di filtrazione dell’acqua nel massimo rispetto sia dell’uso di questa preziosa risorsa, sia della sicurezza legata alle norme sanitarie stabilite dalla Comunità Europea.

La gamma completa di prodotti proposta da BWT water+more è pienamente certificata a livello internazionale e viene prodotta in Europa seguendo le più severe normative applicate all’industria alimentare e sanitaria. L’intero ciclo di vita è gestito, dalla costruzione al recupero degli esausti, per garantire la corretta gestione di tutti i materiali e la preservazione del nostro pianeta blu.

Il motto principale dell’azienda – Cambiare il mondo sorso dopo sorso – è infatti un invito a tutti ad agire affinché ogni persona su questo pianeta presti attenzione all’acqua come risorsa naturale e intraprenda tutte le azioni necessarie per garantire che venga utilizzata correttamente e in modo consapevole.