martedì 02 Dicembre 2025
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Ferrero definisce accordo su premio ad obiettivi: circa 2400 euro a lavoratore

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Il logo della Ferrero

Nell’incontro tra la Direzione aziendale Ferrero e le rappresentanze sindacali è stato definito il premio legato ad obiettivi. L’importo è calcolato dall’andamento del risultato economico (unico per tutta l’azienda) e il risultato gestionale specifico all’andamento di uno stabilimento preciso. L’importo medio è di circa 2400 euro lordi. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Adnkronos riportato sul portale d’informazione Utilitalia.

L’accordo sul premio legato ad obiettivi di Ferrero

ROMA – E’ stato definito – nell’incontro fra la Direzione aziendale Ferrero e le rappresentanze sindacali – il premio legato ad obiettivi (Plo) per l’esercizio 2022/2023. L’importo medio è di circa 2.400 euro lordi ed è determinato dall’andamento di due parametri: il risultato economico, unico per tutta l’azienda (che concorre a determinare il 30% del premio), e il risultato gestionale (70% del premio) legato all’andamento specifico di ogni stabilimento/area.

I premi risultano quindi differenti nelle varie sedi, con un valore che per Alba – ad esempio – si attesta a 2390 euro lordi.

Le somme verranno erogate ai circa 6000 dipendenti del gruppo con le competenze del mese di ottobre 2023 così come previsto dal vigente accordo integrativo aziendale.

Inoltre, come per l’anno precedente, sarà possibile convertire una parte del Premio Legato agli Obiettivi in servizi alle persone (flexible benefits) tramite apposita piattaforma online. Nello specifico i dipendenti potranno, su base volontaria, convertire annualmente un importo a scelta tra 300, 500 o 700 Euro del Plo.

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Coca-Cola futuristica: nasce Y3000, la soda creata dall’IA, per ora solo in USA e Canada

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Coca-Cola soda (foto concessa)
La soda di Coca-Cola studiata dall'intelligenza artificiale (foto dal sito)

MILANO – Coca-Cola porta i suoi fan avanti nel tempo, attraverso il gusto di una bevanda in edizione limitata che offre un’esperienza basata sull’IACoca-Cola Y3000 Zero Sugar è stata creata in collaborazione con l’intelligenza umana e artificiale per capire come gli appassionati immaginano il futuro attraverso emozioni, aspirazioni, colori, sapori e altro ancora.

Le prospettive degli affezionati di tutto il mondo, combinate con le intuizioni raccolte dall’algoritmo, hanno aiutato Coca-Cola a creare il gusto unico di Y3000.

Coca-Cola sfrutta le nuove tecniche

“Ci auguriamo che nell’anno 3000 Coca-Cola sia ancora rilevante e rinfrescante come lo è oggi, quindi abbiamo sfidato noi stessi a esplorare il concetto di che sapore potrebbe avere una Coca-Cola del futuro – e che tipo di esperienze potrebbe offrire una Coca-Cola del futuro?”, ha dichiarato Oana Vlad, Senior Director, Global Strategy, The Coca-Cola Company.

“La piattaforma del marchio ‘Real Magic’ celebra le connessioni inaspettate che rendono straordinario l’ordinario, quindi abbiamo intenzionalmente unito l’intelligenza umana e l’IA per un’espressione edificante di ciò che Coca-Cola crede che il domani porterà”.

L’offerta a zero zucchero sarà disponibile per un periodo limitato in alcuni mercati selezionati, tra cui Stati Uniti, Canada, Cina, Europa e Africa. I consumatori degli Stati Uniti e del Canada possono anche scegliere una versione di Coca-Cola Y3000 dal gusto originale.

Coca-Cola Y3000 Zero Sugar sfoggia un’identità visiva altrettanto futuristica e ottimista. Creato in collaborazione con l’intelligenza artificiale, il design mostra il liquido in uno stato di morphing e di evoluzione, comunicato attraverso cambiamenti di forma e di colore che sottolineano un futuro positivo.

La palette di colori chiari con viola, magenta e ciano su una base argentata conferisce un’atmosfera futuristica

L’iconica scrittura spenceriana presenta una matrice collegata con gruppi di punti fluidi che si fondono per rappresentare le connessioni umane del nostro pianeta futuro.

I consumatori possono scansionare un codice QR presente sulla confezione per accedere al Coca-Cola Creations Hub, dove possono filtrare le foto attraverso la Y3000 AI Cam personalizzata per immaginare come potrebbe essere la loro realtà attuale nel futuro.

Il divertimento futuristico continuerà anche nella vita reale grazie alla collaborazione della Y3000 Capsule Collection con il marchio di moda AMBUSH che sfida i generi. La linea di abbigliamento e accessori in edizione limitata ispirata al futuro sarà disponibile in autunno su AMBUSHDESIGN.com.

Coca-Cola Creations dà vita a nuove espressioni dell’iconico marchio Coca-Cola, alimentate da collaborazione, creatività e connessione

Ogni goccia sequenziale, sorpresa e delizia, dà vita alla filosofia “Real Magic” con un gusto in edizione limitata, accompagnato da design ed esperienze ispirate a musica, giochi, sport e altre passioni dei consumatori.

Il lancio di Coca-Cola Y3000 Zero Sugar segue altre gocce di Coca-Cola Creations dal sapore fantasy: Coca-Cola Ultimate Zero Sugar, Coca-Cola Move, Coca-Cola Starlight, Coca-Cola Zero Sugar Byte, Coca-Cola Limited Edition dell’artista Marshmello, Coca-Cola Dreamworld e Coca-Cola Soul Blast.

“Il ruolo di ogni goccia è quello di sfruttare le tecnologie più recenti e avanzate e le tendenze culturali per creare esperienze inedite“, ha dichiarato Vlad. Dopo aver puntato sulla realtà aumentata l’anno scorso, stiamo abbracciando il potere dell’intelligenza artificiale e continuiamo a costruire le capacità della nostra azienda in questo spazio entusiasmante”.

Coca-Cola Creations ha creato nuovi percorsi per approfondire il nostro coinvolgimento con i fan esistenti e con coloro che potrebbero non aver mai considerato il marchio prima d’ora”.

Sanaa: ecco il centro della rinascita del caffè yemenita gourmet

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Chicchi di caffè tostato (credits: Alexa from Pixabay)

Lo Yemen è considerato da molti come il luogo di nascita del caffè. Secondo le leggende, i mistici sufi furono i primi a macinare i chicchi di caffè nel XV secolo. A distanza di secoli, oggi, lo Yemen sta vivendo un Rinascimento del caffè grazie alla presenza delle numerose caffetterie che sempre di più proliferano nel territorio, soprattutto nella capitale Sanaa.

Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Maicol Mercuriali pubblicato sul portale Italia Oggi.

La rinascita del caffè in Yemen a Sanaa

SANAA – La leggenda narra che i mistici sufi della costa occidentale dello Yemen furono i primi a macinare i chicchi di caffè nel XV secolo. E oggi in quella terra nella parte meridionale della penisola araba, dopo anni di guerra civile, si sta assistendo ad una rinascita di questa antica tradizione.

Nella capitale Sanaa, come racconta l’Agenzia France Presse, i caffè gourmet si moltiplicano: la città porta i segni del conflitto, ma nelle vie del centro si respira voglia di vivere, di svagarsi, di rilassarsi in locali che strizzano l’occhio ad esperienze lontane.

Ma come nasce questo rinnovato interesse verso il caffè? Nel Paese si è sempre continuato a lavorarlo, ma finora gli imprenditori yemeniti avevano fatto affidamento sull’esportazione del loro prodotto di punta verso ricchi mercati esteri.

Con il blocco dei porti e altre restrizioni legate alla guerra, i commercianti si sono ritrovati costretti a ripiegare sul mercato interno e hanno così deciso di investire in locali dove si potesse respirare l’atmosfera di Parigi o Brooklyn, un modo per evadere dalla capitale yemenita segnata dal conflitto.

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Nutripiatto e Fondo Scuola Italia indagano sulle abitudini alimentari dei bambini per la Giornata mondiale della merenda

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nutripiatto merenda
L’indagine e i dati di Fondo Scuola Italia con Nutripiatto: le abitudini dei bambini (immagine concessa)

MILANO – La merenda: accanto a colazione, pranzo e cena, i tre pilastri dell’alimentazione quotidiana, gli spuntini del mattino e del pomeriggio sono una parte molto importante della dieta ideale dei bambini. Per chi fa una prima colazione adeguata, infatti, una piccola merenda a metà mattinata è utile per mantenere costante l’attenzione durante la scuola e per arrivare meno affamati all’ora di pranzo.

Nutripiatto e Fondo Scuola Italia per la Giornata mondiale della merenda

Mangiando meno e spesso ci si assicura una “scorta” energetica costante senza affaticare la digestione evitando sonnolenza e stanchezza.

Una merenda equilibrata incide sul benessere migliorando l’attenzione, la concentrazione e non solo: anche le performance fisiche di un pomeriggio passato a giocare o a praticare sport, se accompagnate da una merenda adatta, ideale allo stile di vita del bambino è un beneficio degno di nota.

Ma è ancora lunga la strada da percorrere per fornire ai bambini, ai genitori e agli educatori, le soluzioni concrete, a misura di bambino, sulla corretta alimentazione.

Dall’indagine condotta dall’associazione no profit Fondo Scuola Italia per Nutripiatto e, grazie alla collaborazione degli insegnanti raggiunti, risulta che le merende più popolari sono per il 58% quella salata, il 21% la dolce, solo il 5% considera un’alternativa salutare come ad esempio frutta, frutta secca, ortaggi, yogurt, il 9% le bevande e, purtroppo, il 7% non porta nulla a scuola.

Altro dato: il 73% degli alunni sa poco o nulla delle differenze tra i diversi gruppi alimentari.

Alla domanda rivolta agli insegnanti: “secondo lei quale è la maggior difficoltà per le famiglie nel far mangiare i bambini in modo equilibrato?” si evidenzia, dalle risposte, una particolare difficoltà delle famiglie nella gestione e nell’organizzazione di questo aspetto importante.

Persino la merenda, che dovrebbe essere una cosa semplice e pratica, non viene considerata come un pasto fondamentale e spesso è monotona: più dell’80% dei bambini mangia sempre gli stessi cibi, il 13% la consuma di fretta e i rimanenti addirittura la saltano.

Un dato più confortante riguarda l’idratazione: l’82% beve in classe o durante gli intervalli, l’11% poco e il 7% non si sa.

Le sfide legate all’alimentazione dei bambini rimangono, quindi, significative. Per affrontarle Nutripiatto svolge un ruolo fondamentale nell’educare i bambini e gli studenti sull’importanza di una corretta alimentazione, prevenendo malattie legate alla nutrizione e migliorando il loro benessere complessivo.

La sua importanza risiede nella promozione di abitudini alimentari sane che possono avere un impatto positivo sulla salute e sul futuro dei giovani.

Per un intero anno scolastico, Nutripiatto e il Fondo Scuola Italia hanno unito le forze per approfondire i temi dell’alimentazione dei giovani studenti italiani attraverso la diffusione della Guida Nutripiatto nelle scuole di tutto il Paese.

La guida Nutripiatto per le scuole è stata creata per offrire giochi e consigli ai bambini su come adottare una corretta alimentazione, contribuendo così a combattere il problema crescente dell’obesità infantile e delle malattie correlate.

La Guida Nutripiatto per la scuola, festeggia il suo primo anniversario in coincidenza con la Giornata mondiale della merenda il 17 settembre 2023.

“I risultati raggiunti finora sono stati promettenti, con un aumento significativo della consapevolezza degli alunni riguardo all’interesse di una corretta alimentazione e dell’importanza delle scelte alimentari nella loro vita quotidiana: hanno infatti partecipato 199 scuole con ben 585 classi! Inoltre, il programma ha fornito agli insegnanti uno strumento prezioso per integrare l’educazione alimentare nei curricoli scolastici” commenta Fabrizio Onida, presidente di Fondo Scuola Italia.

La Giornata mondiale della merenda rappresenta un’opportunità ideale per celebrare i progressi raggiunti finora e per riflettere sull’importanza di promuovere uno stile di vita più sano tra i giovani italiani.

Durante questo primo anno di collaborazione, Nutripiatto e il Fondo Scuola Italia hanno lavorato con impegno per raggiungere le scuole di tutte le regioni d’Italia, offrendo formazione agli insegnanti e materiali educativi per gli studenti.

In occasione della Giornata Mondiale della Merenda, Nutripiatto e il Fondo Scuola Italia invogliano tutte le scuole italiane a organizzare attività educative volte a promuovere un’alimentazione corretta e una merenda salutare e bilanciata tra gli alunni.

“Un anno di collaborazione con Fondo Scuola Italia è stato gratificante,” ha affermato Manuela Kron, head of corporate affairs and marketing consumer communication del Gruppo Nestlé in Italia. “Siamo entusiasti dei risultati finora raggiunti nelle scuole, è importante infatti che progetti educativi come Nutripiatto vengano riconosciuti come strumenti efficaci per continuare a promuovere e ampliare buone pratiche nel campo della nutrizione varia e bilanciata”.

Manuela Kron continua: “Non vediamo l’ora di continuare con le tante attività che, grazie alle Guide Nutripiatto, sviluppate insieme agli esperti dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, sono valide alleate per stimolare la consapevolezza del legame tra alimentazione bilanciata e corretti stili di vita”.

Questi e molti altri suggerimenti di Nutripiatto sono disponibili al sito.

La scheda sintetica di Gruppo Nestlé

Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo. Nel 2023 Nestlé celebra 110 di presenza in Italia, rinnovando il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera in Italia in 9 categorie con un portafoglio di numerose marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness. Scopri di più sul Gruppo Nestlé in Italia:

Pompadour con la linea di tisane NamasTe a Wanderlust 108

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pompadour namaste
Pompadour con la linea NamasTe all'evento Wanderlust 108 (immagine concessa)

MILANO – Sponsor dell’evento Wanderlust 108 che si terrà il 23-24 settembre a Milano ed il 30 settembre a Roma Pompadour coglie l’occasione per far vivere ai partecipanti un momento di consapevolezza con la sua linea di tisane NamasTe. Pompadour torna per il secondo anno a Wanderlust 108, l’unico Mindful Triathlon al mondo, che riunisce la più grande Mindful Community Italiana per celebrare uno stile di vita sano e consapevole e raccontare il suo subbrand NamasTe.

Pompadour a Wanderlust con NamasTe

All’interno dell’area esclusivamente dedicata a NamasTe i wanderluster, immersi tra cuscini e tappeti dall’aria orientale, potranno godersi un momento di puro relax assaporando l’intera linea di tisane ayurvediche e biologiche NamasTe, e dedicare a sé stessi un istante di puro benessere vivendo in prima persona l’esperienza di consapevolezza del brand.

Brand ambassador dell’evento Julie Pedroni (@gipsyjungle), accompagnerà i partecipanti, nell’attività pomeridiana ed esclusiva per Wanderlust 108: l’Uncommon “Limpia Sagrada – Rituale di Purificazione by NamasTe”, un viaggio sensoriale indimenticabile tra gusti orientali, suoni ancestrali e mantra.

Ispirate proprio alla disciplina orientale della mindfulness, le tisane ayurvediche e biologiche NamasTe sono un inchino all’anima ed un invito ad assaporare intensamente il presente con consapevolezza ed in armonia con la natura e con le persone che ci circondano.

La linea NamasTe è disponibile presso super/ipermercati e drugstore, online shop e Pompadour Shop Milano (Corso Magenta, 25)

Alberto Marchetti, il gelato scelto per la Reserve Roastery Starbucks: “Dal 2007 a oggi, il prodotto è rimasto uguale e i clienti vedono come nasce”

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Alberto Marchetti in mezzo alle sue creazioni (foto concessa)
Alberto Marchetti in mezzo alle sue creazioni (foto concessa)

MILANO – Alberto Marchetti è un nome e un marchio ben riconosciuto, specialmente a Torino, dove hanno sede la maggioranza dei suoi punti vendita: il gelato contrassegnato da questo brand racconta una storia di freschezza, tradizione e ingredienti naturali. Il caffè? Anche questo fa parte di questa narrazione,

I prodotti targati Alberto Marchetti sono stati selezionati per la Roastery di una catena che del made in Italy ha fatto la sua musa: Starbucks – che per altro, ha da pochissimo compiuto 5 anni dalla sua inaugurazione -.

Alberto Marchetti è arrivato alla nona apertura italiana del marchio: come ci è arrivato? Ci sono state delle evoluzioni in questa espansione?

“Dopo 5-6 anni in corso Vittorio Emanuele a Torino insieme a mia moglie, ho aperto ad Alassio, nella parte del ponente che è più viva anche nei mesi oltre l’estate.

Dopo due anni qui, ho voluto continuare a Milano, in parte spinto dal fatto che molti clienti che frequentavano Alassio venivano proprio da questa città.

Così ho continuato l’espansione a Torino e in piazza C.L.N. abbiamo aperto quello che consideriamo un po’ il nostro flagship, con 300 metri quadri, dei quali 100 dedicati alla gelateria e 200 all’hospitality.

Durante tutto l’anno riserviamo un’ora per la spiegazione degli ingredienti e della mantecazione fatta con una macchina da due chili Carpigiani: il cliente in questa occasione assiste alla creazione del gusto di gelato di sua scelta.

In linea a questa idea, abbiamo studiato un altro format in collaborazione con un tour operator di Torino, che chiamiamo “l’esperienza gelato”, usando dei mantecatori da casa che permettono al cliente di comporre il gusto che più gli piace.

Dall’inizio a oggi è rimasto tanto del gelato Alberto Marchetti antico, a partire dalla modalità di lavoro: tutte le gelaterie pastorizzano, gli ingredienti sono freschi, le ricette sono le solite trasferite poi ai 12 ragazzi che sono artigiani.

Non facciamo scorte. Le ricette sono sempre ideate da me che poi spiego ai miei ragazzi.

Fa un po’ impressione che gli stessi bambini che venivano da noi nel 2007, ora magari tornano in negozio e si sono sposati.

Quello che è cambiato è la struttura: siamo 55 persone, di cui 25 fissi durante l’anno. Ovviamente l’azienda si è organizzata diversamente, con la centralizzazione del magazzino, la gestione dei costi da tenere d’occhio.

Crescono i numeri. Ci sono persone fisse che si occupano anche della grafica e della comunicazione.

È stato difficile capire le dinamiche diverse dall’artigianalità: un conto era quando eravamo io e mia moglie, un altro è dover rispondere alle esigenze di 55 persone.

Oggi posso contare su dei ragazzi che formano una bella squadra da parecchio tempo, alcuni lavorano con noi da 15 anni.”

Come si fa a mantenere l’artigianalità del vostro prodotto, anche aprendo così tanti punti vendita?

“L’artigianalità del gelato è un concetto difficile da individuare, perché comunque anche nelle piccole realtà si usano delle macchine che pastorizzano e mantecano: la mano c’è più che altro al punto della vendita.

Il lavoro dietro il gelato artigianale (foto concessa)

A monte, l’artigianalità sta nel pesare gli ingredienti, nel formulare la ricetta: ho pensato alla consistenza, al gusto che mi piace, pondero gli elementi e su come metterli nella macchina.

Quindi forse non è corretto parlare di gelato artigianale, e infatti io non lo dico mai. La regola è che l’artigianalità non è rispetto al prodotto, ma all’azienda e io ormai non sono più artigianale perché ho alle mie dipendenze 55 ragazzi.

La ricetta, quella, resta artigianale. Per il resto ormai sono iscritto ad un altro albo, quello dei pubblici esercizi e non dell’artigiano. È una questione burocratica.

Sono vent’anni che lavoro nel mondo delle associazioni e non si riuscirà mai a fare un disciplinare del gelato artigianale. Penso che non ci sia neppure più il bisogno di averne uno.

La differenza sta nella shelf life del prodotto: quello industriale ha una durata più lunga, quello artigianale è fresco di giornata.

Dopo di che, le macchine e i mezzi sono gli stessi: pastorizzatore e mantecatore. E da l’, l’industria mette un cornetto in scatola e lo spedisce.

Poi ovviamente possiamo discutere sulle diverse qualità: tante gelaterie lavorano bene e altre no, così come nell’industria.

C’è chi sceglie buoni ingredienti, pastorizza, manteca e serve il gelato il più fresco possibile, così come piace fare a me: più tempo il gelato è stoccato più si avvicina alla shelf life di uno industriale e qui si gioca tutta la differenza.”

Il gelato come si sta evolvendo negli ultimi anni, seguendo i trend dei vari “senza zucchero”, “senza lattosio”, “senza glutine”

“Il mio gelato non si evolve, è tradizione. Lo zucchero c’è, quello che serve, stando attento ai palati, perché anche la percezione del gusto è cambiata negli anni.

Il gelato Alberto Marchetti contiene grassi anche buoni e il latte vaccino. È un gelato come piace a me. Dall’altra parte però non nego che ci siano le intolleranze: abbiamo 20 gusti, di cui 4/5 sono di frutta, ma non possiamo accontentare tutti.

Ho fatto la scelta di volermi caratterizzare così, come gusti della tradizione e lascio ad altre gelaterie più specializzate per accontentare quel tipo di clientela.

La difficoltà è togliere un gusto per sostituirlo, perché anche volendo aggiungere una nuova referenza resta da decidere cosa eliminare al suo posto.

La scelta non è così immediata come può sembrare e non si mettono d’accordo così facilmente 55 persone.

Preferisco accontentare i clienti che vogliono gustarsi il gelato tradizionale. Se si vuol mangiare un gelato Alberto Marchetti senza zucchero, allora non si vuole un gelato Alberto Marchetti.

Il gelato di Alberto Marchetti (foto concessa)

È un problema: se faccio un gusto diverso, non avrà più la struttura degli altri e a quel punto, come reagirà il pubblico?”.

Il gelato è un prodotto che risente molto della stagionalità: come Alberto Marchetti, sta riuscendo a invertire questa tendenza e a rendere questo dessert freddo attraente tutto l’anno?

“Da anni sto cercando di fare ragionamenti di questo tipo: per un anno ho anche sperimentato aprendo un angolo caffetteria che però non è andato bene, perché quello della gelateria e della caffetteria sono due ambienti molto diversi.

Una volta avevo l’idea di inserire il caffè in via Po, spinto dall’onda di Slow Food, e una panoramica più ampia di varietà: ma avevo paura di sbilanciarmi troppo sulla parte caffetteria rispetto alla gelateria.

E allora non saremmo più stati la gelateria Alberto Marchetti, ma qualcos’altro.

Il problema è che, dato che si è riconosciuti come gelateria, il cliente non viene da noi per bere qualcosa di caldo. In gelateria si va d’estate.

Tengo sempre aperti i negozi, anche perché è brutto vedere lo store chiuso, grazie allo sfruttamento delle entrate derivate dalle aperture estive.

Lo zabaione di Alberto Marchetti (foto concessa)

Allora per ovviare al problema, ho creato un’azienda parallela: dove abbiamo i magazzini produciamo lo zabaione nei barattoli da 40 grammi in monodose, da 200 grammi, da mezzo chilo e da un chilo per l’horeca che vendiamo anche molto d’inverno.

Ora abbiamo una linea di 8 gusti: marsala, moscato, moscato passita, marsala riserva, e delle collaborazioni con il birrificio Baladin. Lo zabaione è un progetto, qualcosa di grande che parte dalla sua produzione. Zaba.to. ”

Ha mai sperimentato l’unione di caffè e gelato? Se sì, come? E se no, che cosa le verrebbe in mente di fare?

“Abbastanza. Dal 2018 sono fornitore di Starbucks per il gelato e ho fatto diversi esperimenti con loro.

Nel 2017 abbiamo lavorato su 3 ricette, dedicate alla Roastery di Piazza Cordusio. Oggi produco il gelato per la Roastery, un menù con specialità: crema di latte con fior di latte a infusione di cold brew e un sorbetto all’acqua con il caffè.

Un anno e mezzo di viaggi e ricerche tra Seattle, Chicago e Londra. Ho usato diversi blend di Starbucks e insieme ad essi cambia stagionalmente anche il gelato.

Collaborare con un’azienda che ha 300mila partner nel mondo è stato affascinante, e ho tentato di capire le loro logiche.

È un insieme di pensieri. Hanno scelto noi dopo aver assaggiato diverse gelaterie.

Quest’anno hanno dedicato una pagina al gelato Alberto Marchetti, cambiando l’aspetto, le modalità, con chips di cioccolato o diverse qualità di caffè.”

L’ultima sua apertura torinese è quella che ha fatto scalpore in quanto si tratta di una delle gelaterie più piccole al mondo: come si lavora e ci si organizza in appena 8.5 metri quadrati e come mai ha scelto questa location?

“Quando abbiamo aperto nel 2009 con mia moglie, c’era tra i nostri clienti Francesco Bianchi, uno dei due fondatori di McBun.

Una sera ci ha raccontato il suo progetto: quando hanno inaugurato il primo e il secondo locale, ho detto loro di pensare a condividere uno spazio insieme nel futuro.

Poi il tempo è passato, fino a quando non hanno trovato una struttura vicino alla piscina acquatica di Torino, Vecchi Trampolini, che sembra un piccolo castello con due torri, i mattoni e le grate alle finestre.

In una torre c’era una scala per salire, nell’altro c’era spazio per un laboratorio con i mantecatori, che resta chiuso.

Abbiamo allargato le sbarre per lasciare lo spazio al servizio. In Corso Galileo Ferraris, la location è sui generis e siamo riusciti a piazzare dei piccoli mantecatori per avere il gelato sempre più fresco possibile.

Funziona molto perché è una zona di Torino un po’ defilata ma popolosa in quanto ricca di eventi tra stadio e concerti.

Ora piano piano le persone si accorgono del nuovo punto Alberto Marchetti e stiamo assistendo alle prime crescite.”

Quali sono le nuove sfide per il gelato Alberto Marchetti?

“Ho un bellissimo progetto non legato soltanto al gelato, che durerà per i prossimi 5-10. Nel prossimo periodo, benché molti mi chiedano di aprire all’estero persino a Zanzibar, voglio dedicarmi bene a Torino e allo zabaione.

Le gelaterie che ci sono vanno benissimo. Voglio tornare a Cocconato d’Asti, dove stanno i miei ricordi di infanzia, aprendo una piccola gelateria.

A Torino sono cresciuto molto e mi sono accorto che le guide turistiche passano davanti alla gelateria e raccontano la nostra storia.

Vuol dire che la città mi ha voluto bene ed è stato un posto in cui crescere. Un inglese assaggerà Alberto Marchetti a Torino.

La grande distribuzione è difficile, è un mercato saturo. Il gelato Alberto Marchetti è in gelateria, a Torino principalmente.”

Howard Schultz si dimette dal Cda della catena che ha trasformato nel colosso globale delle caffetterie

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Howard Schultz, fondatore e presidente di Starbucks

SEATTLE – Starbucks Coffee Company (NASDAQ: SBUX) ha annunciato che Howard Schultz, fondatore e presidente emerito della società, si dimette dal Consiglio di amministrazione con effetto immediato come parte di una transizione pianificata. Schultz si era già dimesso dalla carica di amministratore delegato nel marzo di quest’anno.

Howard Schultz si dimette dal Consiglio di amministrazione di Starbucks

“Mentre rifletto sui miei 41 anni con l’azienda, ho scoperto che oltre cinque milioni di partner (dipendenti) in tutto il mondo che hanno lavorato nell’azienda hanno costruito una base di esperienza focalizzata sul cliente creativa e appassionata”, ha affermato Schultz.

Schultz conclude: “La mia gratitudine verso di loro, i milioni di stakeholder e i clienti che hanno aiutato Starbucks a resistere è immensa. Sono felice di aver vissuto questo viaggio aziendale dal basso in tutti questi anni. Non vedo l’ora di supportare questa prossima generazione di leader per guidare Starbucks come cliente e sostenitore nel mio ruolo di presidente emerito.”

Schultz, che da tempo incoraggia i partner di Starbucks a “sognare in grande e poi sognare ancora più in grande”, ha trasformato il brand da una piccola azienda che vendeva solo chicchi di caffè interi al rinomato brand che è oggi con più di 36.000 negozi in 86 mercati in tutto il mondo.

Starbucks è stata quotata in borsa il 26 giugno 1992. Da allora, il prezzo delle azioni è aumentato su base frazionata fino a $ 96,24 oggi, a partire dal 12 settembre 2023, che rappresenta un aumento di circa il 36.000% o, compresi i dividendi, un rendimento totale di circa 41.000% sull’investimento rispetto a un rendimento totale di circa il 1.000% per l’indice S&P 500 nello stesso periodo

Lungo il percorso, Schultz si è concentrato sulla creazione di opportunità per partner che lui stesso non aveva mai avuto crescendo nei progetti di edilizia residenziale di Brooklyn, New York.

Sotto la sua guida, Starbucks è diventato uno dei primi datori di lavoro a offrire partecipazione azionaria e assistenza sanitaria ai dipendenti a tempo pieno e part-time, percorsi di istruzione superiore fornendo copertura anticipata delle tasse scolastiche attraverso lo Starbucks College Achievement Plan, vantaggi per l’espansione familiare e altro ancora.

Schultz, che ha trasformato Starbucks in un’azienda che è servita da trampolino di lancio per milioni di persone, ora rivolgerà la sua attenzione insieme alla moglie Sheri su una serie di investimenti filantropici e imprenditoriali per creare maggiori opportunità, accessibili a tutti.

Sono co-fondatori della Schultz Family Foundation e di emes project LLC, due organizzazioni che lavorano in collaborazione con datori di lavoro, imprenditori, organizzazioni no-profit e governi per seminare innovazioni e soluzioni di scala volte a consentire a tutti di accedere alla piena promessa dell’America

“La visione, il coraggio, il profondo amore e la responsabilità di Howard nei confronti dei partner e di questa azienda hanno creato un modello di guida per tutti noi”, ha affermato Mellody Hobson, presidente indipendente del Consiglio di amministrazione di Starbucks.

“Ha messo i partner e gli azionisti al di sopra di sé stesso quando è tornato a Starbucks come amministratore delegato nel 2022, lavorando instancabilmente. A nome del consiglio, gli offro i miei più profondi ringraziamenti e apprezzamento mentre si dimette.

Andando avanti, saremo per sempre ispirati da la sua passione, il suo cuore, il suo spirito e il suo impegno per il potere della connessione umana, e restiamo grati per il suo sostegno ai nostri leader e per la fiducia nell’azienda.”

Starbucks ha inoltre annunciato l’elezione di Wei Zhang nel consiglio di amministrazione della società, a partire dal 1° ottobre. Zhang ha recentemente ricoperto il ruolo di consulente senior di Alibaba Group e in precedenza ha guidato Alibaba Pictures Group come presidente

Zhang entra nel consiglio di amministrazione di Starbucks come ottavo direttore, dopo l’elezione di Beth Ford, amministratore delegato di Land O’Lakes Inc., all’inizio di quest’anno.

“Wei è riconosciuta come innovatrice e rivoluzionaria e siamo entusiasti di averla con noi. La sua profonda esperienza, prospettiva e impegno per lo sviluppo del business aziendale ci aiuteranno a guidarci mentre continuiamo a crescere come azienda globale”, ha affermato Hobson.

Hobson continua: “La sua aggiunta al Consiglio, combinata con la visione strategica e stimolante di Laxman, la comprovata efficacia operativa e la profonda esperienza sia nei mercati sviluppati che in quelli in via di sviluppo, mi rende fiducioso che i nostri giorni migliori siano davvero davanti a noi.”

Zhang ha trascorso più di un decennio alla guida della strategia commerciale e mediatica internazionale di Alibaba Group, più recentemente come consulente senior di Alibaba Group e presidente di Alibaba Pictures Group.

Nel suo precedente ruolo di vicepresidente senior del Gruppo Alibaba a Pechino, ha guidato team e iniziative per far crescere lo sviluppo aziendale, la strategia aziendale e la responsabilità sociale.

Zhang ha anche ricoperto ruoli di leadership simili presso News Corp China e CNBC China, dove ha guidato le operazioni, la strategia e lo sviluppo del business dell’azienda.

Il background di Zhang include anche posizioni senior presso Bain & Company e General Electric.

Zhang attualmente fa parte del Consiglio di amministrazione di Ralph Lauren Corporation. È stata anche membro del consiglio di amministrazione della Los Angeles Sports & Entertainment Commission, di Amblin Partners e della Jack Ma Foundation, tra gli altri

“La mentalità di crescita illimitata che guida i partner e le aziende di Starbucks è impressionante e ha risonanza”, ha affermato Zhang. “Sono cliente Starbucks in tutto il mondo da decenni. Sono onorato di avere l’opportunità di lavorare con il consiglio di amministrazione e un gruppo dirigente di talento per contribuire al potere, alla pertinenza e alla resilienza dell’attività e del marchio Starbucks, creando un valore significativo per tutti i soggetti interessati.”

Zhang ha conseguito un MBA presso la Harvard Business School e una laurea presso la Seton Hill University. Nel 2019, le è stato conferito uno dei più alti riconoscimenti dell’università, il Distinguished Alumni Leadership Award, assegnato ogni anno ad un laureato di Seton per il contributo apportato al settore e il servizio reso alla comunità.

Nel 2020, Business Insider l’ha nominata una delle “100 persone che trasformano il business” e nel 2019 le è stato assegnato un “Entertainment Game Changer Award” dall’Asia Society.

“Desidero estendere un caloroso benvenuto a Wei, che apporta al consiglio di amministrazione di Starbucks un’esperienza essenziale nelle operazioni globali, nella tecnologia di consumo, nell’intrattenimento e nello sviluppo del business aziendale”, ha affermato Laxman Narasimhan, amministratore delegato di Starbucks.

Narasimhan conclude: “Offro anche il mio rispetto a Howard mentre lascia il Consiglio di amministrazione. Man mano che andiamo avanti, Starbucks continuerà il percorso di investimento nelle nostre persone, nella nostra attività e nelle comunità che serviamo per offrire rendimenti eccezionali a tutti i nostri stakeholder”.

Altri membri del consiglio di amministrazione di Starbucks includono: Mellody Hobson, Richard Allison, Andy Campion, Beth Ford, Jørgen Vig Knudstorp, Satya Nadella e Laxman Narasimhan.

TME festeggia i 40 anni con l’evento “Innovation Talks The future of coffee”, 12/10

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TME
TME, azienda produttrice di avanzati sistemi di confezionamento nata e cresciuta nel cuore della Packaging Valley emiliana (immagine concessa)

FIDENZA, Parma – TME, azienda produttrice di avanzati sistemi di confezionamento nata e cresciuta nel cuore della Packaging Valley emiliana, è una realtà consolidata e conosciuta a livello internazionale, grazie alla sua rete commerciale e di post-vendita che conta altre due filiali, negli Stati Uniti e in Brasile, un sistema di agenti diffuso in tutto il mondo e Domina s.r.l., un’attività preposta alla realizzazione di pezzi meccanici.

TME festeggia i primi 40 anni

Grazie alla sua intraprendenza e alla capacità di anticipare l’evoluzione del mercato globale del caffè, TME si è affermata come una delle aziende pioniere nella creazione di innovative linee di confezionamento per prodotti monodose.

Oggi, la loro principale missione è quella di concentrare tutti gli sforzi nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie in grado di guidare l’innovazione nel packaging sostenibile.

In occasione dei primi 40 anni d’attività e per celebrare questo importante traguardo, l’azienda ha deciso di organizzare TME Innovation Talks – The future of coffee, un evento esclusivo dedicato ai professionisti che operano in questo settore.

Una vera e propria immersione nel mondo del caffè, dove ospiti nazionali e internazionali si confronteranno sui trend emergenti nella produzione, nel packaging e nelle nuove tecnologie che stanno plasmando il mercato in continua evoluzione del caffè.

tme processo produzione
Il processo di produzione (immagine concessa)

Sul palco interverranno quattro relatori:

Michele Monno, professore di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione del Dipartimento di Meccanica presso il Politecnico di Milano, nonché Direttore dell’innovativo Laboratorio MUSP (Macchine Utensili e Sistemi di Produzione), si concentrerà sulle nuove sfide e opportunità legate all’economia circolare nel contesto della transizione energetica;

Malte Jonsson, vice presidente sales & marketing presso Wipf AG, dedicherà il suo intervento al tema della Wilcovalve come soluzione innovativa e compostabile, con un particolare focus sui vantaggi e le funzionalità delle nuove valvole per il caffè, che rispondono perfettamente alle esigenze sostenibili del mercato;

Michele Zanutto, direttore R&D e technology presso Nordmeccanica Spa, illustrerà l’evoluzione dei materiali di imballaggio del caffè alla luce delle nuove esigenze della sostenibilità;

Mario Panhotta da Silva, responsabile tostatura e nuovo business presso Cooxupé, racconterà e spiegherà ai presenti i nuovi sviluppi del mercato del caffè in Brasile.
Sarà un’importante occasione per condividere esperienze, prospettive e panoramiche inerenti al mondo del caffè, celebrando ciò che per TME, da oltre quarant’ anni, è molto più di un lavoro divenendo una sincera passione.

Innovation Talks – The future of coffee, si terrà giovedì 12 ottobre 2023 alle ore 10.00 presso la sede di TME Italia in via Sandro Pertini 1/5 a Fidenza (PR). L’evento è stato concepito come un’esperienza immersiva nel mondo del caffè, dove ciascun ospite sarà protagonista.

Questa esclusiva opportunità è riservata ad un numero ristretto di partner, previa registrazione obbligatoria. È possibile riservare la propria partecipazione cliccando qui.

Si ricorda inoltre che TME Italia sarà presente a Host – International Hospitality Exhibition, che si terrà a Fieramilano dal 13 al 17 ottobre, presso la Hall 22 Stand H47 H57 K48 K5.

Brita spiega gli effetti sensoriali dei tipi di acqua di rubinetto nel caffè con un white paper completo da scaricare gratuitamente

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brita filtri
Brita spiega come i suoi filtri per l'acqua possono migliorare l'esperienza sensoriale nel bere caffè (immagine concessa)

TAUNUSSTEIN (Germania) – Come si crea la tazza di caffè perfetta? Richiede abilità, conoscenza, esperienza e un pizzico di intuizione. L’acqua di rete è il punto di partenza per preparare un delizioso caffè, ma è improbabile che sia pura H2O. L’ultimo whitepaper Brita analizza gli effetti sensoriali delle varie qualità dell’acqua di rubinetto.

L’analisi di Brita degli effetti sensoriali dei diversi tipi di acqua del rubinetto

Grazie all’analisi sarà possibile scoprire come l’acqua di rete non filtrata influenzerebbe l’aroma, il gusto e il corpo del caffè e dell’espresso.

E come i filtri per l’acqua Brita possono migliorare l’esperienza sensoriale nel bere caffè.

Quale tipo di acqua è associata ad un’amarezza pronunciata?

Quale filtro mi avvicinerà al tipico sapore del caffè “all’italiana”?

Il white paper completo si può scaricare gratuitamente qui per saperne di più.

La scheda sintetica del Gruppo

Con un fatturato totale di 664 milioni di euro nell’anno commerciale 2022 e 2.262 dipendenti in tutto il mondo (di cui 1.221 in Germania), il gruppo Brita è una delle aziende leader nell’ottimizzazione e personalizzazione dell’acqua potabile. Il suo marchio storico BRITA è leader nel mercato globale dei filtri per l’acqua.

L’azienda a conduzione familiare con sede a Taunusstein vicino a Wiesbaden conta 30 filiali e succursali nazionali e internazionali, anche in Italia, partecipazioni, distribuzioni e partner industriali in 70 paesi nei cinque continenti.

Ha siti di produzione in Germania, Regno Unito, Italia e Cina. Fondata nel 1966, oggi l’azienda inventrice della caraffa filtrante per l’acqua domestica sviluppa, produce e distribuisce un’ampia gamma di soluzioni innovative per l’ottimizzazione dell’acqua potabile per uso privato (caraffe filtranti per l’acqua, sistemi a rubinetto e sottolavello, gasatori e Brita Integrated Solutions per piccoli e grandi elettrodomestici di produttori rinomati) e commerciale (settore alberghiero, ristoranti, catering e vending) oltre a erogatori di acqua di rete per uffici, scuole, ristoranti e il settore dell’assistenza sensibile all’igiene (ospedali, case di cura).

Dal 2016 Brita collabora con Whale and Dolphin Conservation (WDC) per proteggere gli oceani del mondo dai rifiuti di plastica, contribuendo così a proteggere balene e delfini.

Andrej Godina: “La qualità del caffè è cambiata, tutta colpa dell’Ibrido de Timor”

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andrej godina TRIESTESPRESSO CAMPUS consapevolezza formazione
Andrej Godina durante un assaggio

MILANO – Ci addentriamo un po’ nella parte botanica del caffè, di cui sappiamo ancora poco non essendo l’Italia un Paese produttore. Ma è proprio dove tutta ha origine che si spiegano molte cose sull’evoluzione poi di questa materia prima sul mercato e si possono fare interessanti considerazioni: a riguardo, interviene il caffesperto Andrej Godina.

Un excursus sull’Ibrido de Timor, sul suo ruolo chiave nei cambiamenti di qualità e occasioni di business per la filiera. Questa è la prima delle tre parti in cui si sviluppa la sua riflessione.

di Andrej Godina

“La botanica del caffè è piuttosto complessa”

“Gli alberi che oggi sono coltivati nei paesi di produzione appartengono alla famiglia delle Rubiacee, genere Coffea. Le specie coltivate sono la Canephora per circa il 40% della produzione totale, l’Arabica per circa il 60%, Liberica e Excelsa per meno dell’1%. Tutte le specie di Coffea sono caratterizzate per avere 22 cromosomi fatta eccezione per l’Arabica. Sembra infatti che, in un’epoca che risale tra i 20 e i 50.000 anni fa, un incrocio naturale tra la specie Canephora e Eugenioides ha dato vita a una nuova specie che nulla ha in comune con i suoi predecessori, eccetto l’appartenenza al genere Coffea.

La specie Arabica è quella più recente in termini di evoluzione e si discosta da tutte le altre per avere 44 cromosomi. Questa sua caratteristica rende i frutti dell’Arabica differenti, così come i semi che hanno una composizione chimica diversa dalle altre specie.

L’Arabica, rispetto alla Canephora, si è adattata perfettamente a climi più freddi e di maggiore altura, gradisce una maggiore escursione termica tra il giorno e la notte e resiste meglio ai periodi di siccità. L’Arabica ha un contenuto di caffeina che è circa la metà di quello della Canephora a in alcune varietà è di livello bassissimo come per esempio nella Laurina, dove raggiunge lo 0,6%. La nuova specie ha un tallone d’Achille che la rende più difficile da coltivare, è il fatto di essere maggiormente suscettibile all’attacco dei parassiti e delle malattie.

La Canephora contiene quantità maggiori di composti antiossidanti e caffeina rispetto l’Arabica e contiene più solidi solubili; per questo motivo la Robusta è maggiormente usata nelle miscele commerciali utilizzate per il caffè solubile in quanto è in grado di aggiungere più corpo alla bevanda e ne aumenta la resa. D’altra parte, il caffè Arabica offre una qualità e un aroma superiori rispetto alla Robusta, che ha comunemente un flavore più aggressivo e amaro e, nel caffè tostato chiaro, ha un aroma povero simile al popcorn.

Le piantagioni di caffè oggi presenti nei paesi di produzione sono state impiantate grazie
all’intervento dei paesi europei che nel corso del XVII e XVIII secolo iniziarono a coltivare caffè utilizzando due varietà botaniche di Arabica, il Bourbon e la Typica. Queste due varietà producevano un’ottima qualità di tazza ma, in particolare in Asia, un fortissimo attacco di un fungo dal nome Coffee Leaf Rust ne decimò le piantagioni nel XIX secolo. Fu così che i produttori dell’epoca scoprirono che la Canephora è molto più resistente dell’Arabica e fu così che in quell’area l’Arabica fu sostituita con la Canephora.

Sull’isola di Timor successe qualcosa di inaspettato, la natura fu in grado di incrociare l’Arabica con la Canephora, nonostante le due specie abbiano due numeri di cromosomi differenti. Il “miracolo” permise la nascita dell’Ibrido de Timor. Perché l’Ibrido de Timor – HdT, rappresenta un materiale genetico così importante? La risposta va ricercata nel suo numero dei cromosomi, che sono 44, quindi appartiene alla specie Arabica. Questa sua peculiare caratteristica ne ha permesso l’utilizzo negli incroci con le varietà di Arabica e la creazione di nuove cultivar.

L’ibrido de Timor ha conservato una percentuale del suo materiale genetico dell’Arabica che gli permette di avere una qualità di tazza migliore rispetto la Canephora e gli ha altresì permesso di mantenere una percentuale di materiale genetico della Canephora che lo rende maggiormente resistenza alle malattie e ai parassiti. Le malattie che facilmente attaccano la specie Arabica sono difficili da controllare da parte del coltivatore, la pianta richiede una maggior cura e una più abbondante fertilizzazione, quindi con un maggior costo di produzione.

Ecco che l’Ibrido de Timor è stato utilizzato dagli istituti agronomici dei maggiori paesi di produzione del caffè per creare due nuove famiglie di varietà dell’Arabica:

– L’HdT incrociato con la varietà Caturra diede vita alla famiglia dei Catimor largamente
utilizzato nelle coltivazioni intensive in Asia.
– La varietà Villa Sarchi è stata incrociata con l’HdT per creare la famiglia dei Sarchimor in
particolare diffusa nelle Americhe.

In entrambi i casi la qualità originaria in tazza è diminuita ma con il vantaggio di avere nuove piante maggiormente resistenti alle malattie e con una resa di produzione maggiore.

Andrej Godina – aj.godina@gmail.com