martedì 02 Dicembre 2025
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Sca Italy annuncia i finalisti nelle discipline della 1° tappa a Salerno

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sca tomassi e Pinna
Da sinistra: Andre Tomassi, vincitore categoria Brewers e Federico Pinna, vincitore categoria Barista (immagine concessa)

SALERNO – Sca Italy conclude la prima tappa delle selezioni sponsorizzate da Alpro in Accademia Trucillo, dove l’omonima famiglia ha ospitato per tre giorni le gare delle selezioni dell’associazione nelle discipline Barista, Brewers, Latte art e Coffee in good spirits. Sca Italy ringrazia per l’impeccabile organizzazione di Alpro, l’azienda europea produttrice di bevande e prodotti vegetali anche da bar, che entusiasta dell’inizio della collaborazione con Sca Italy ha annunciato: “Per Alpro questa tappa è un buon segnale per il suo ingresso nel mondo horeca. La nostra presenza come sponsor nel circuito di gare Sca accentua i due fattori che ci accomunano: la passione e la qualità”.

Sca Italy conclude la prima tappa delle selezioni

Tre giorni intensissimi di gare ricche di emozioni, attese e piacevoli scoperte, dove nove instancabili giudici, Chiara Bergonzi (capo giudici), Jessica Lussana, Andrea Faggiana, Simone Cattani, Angelo Segoni, Jonathan Bruno, Marco Pizzinato, Alessio Vabres e Donato Pantone hanno osservato, analizzato, assaggiato e infine emesso i loro verdetti.

“Siamo felici di ospitare per la terza volta le gare del circuito Sca qui da noi in Accademia, che quest’anno compie 25 anni di attività” dichiara Antonia Trucillo, marketing manager dell’azienda.

Il primo giorno di gara nella stupenda cornice della scuola di caffè salernitana ha visto come protagonisti i concorrenti nella disciplina Barista: Antonio Della Rocca, Carolina Cascino, Mattia Veneri, Grazia Capasso, Federico Pinna, Andre Tomassi, Laura Iemmolo, Pasquale Chiarelli e Valentina Palange.

La gara richiede ai baristi di mettere alla prova le proprie abilità ed eseguire diverse preparazioni attraverso l’uso di tecniche innovative. Dopo il verdetto dei giudici il primo posto è stato assegnato a Federico Pinna che andrà direttamente alle finali nazionali.

Il secondo giorno è stato dedicato al Latte art: dove i concorrenti Stefano Cevenini, Michele Intravaia e Sayuri Kitama hanno dimostrato grandissima abilità nella creazione di disegni artistici in tazza. Le tazze di Stefano Cevenini hanno convinto i giudici, conquistando il primo posto.

Il terzo e ultimo giorno si è diviso tra due discipline: Brewers e Coffee in good spirits. La prima è una competizione dove i tre giudici hanno valutato l’aspetto sensoriale del caffè presentato, cioè aroma, sapore, retrogusto, acidità, corpo, bilanciamento e successivamente lo hanno confrontato con quello che il concorrente ha dichiarato. Il primo posto è stato assegnato ad André Tomassi.

Infine, l’ultima gara Coffee in good spirits, dove i concorrenti Vito Aberto Patrimia, Eric Venturi, Fabiano Bucci e Luigi Cippone si sono sfidati in una disciplina affascinante che coniuga il mondo del caffè e quello del bartending, per creare delle bevande classiche o di fantasia. Vito Aberto Patrimia ha convinto i giudici che lo hanno dichiarato vincitore.

Riepiloghiamo i vincitori nelle varie discipline:

  • Barista: Federico Pinna
  • Latte art: Stefano Cevenini
  • Brewers: Andre Tomassi
  • Coffee in good spirits: Vito Aberto Patrimia

Una delle tante novità di quest’anno è l’introduzione del sistema di ranking. Così per la gara Barista, Brewers e Latte art andranno in finale i due vincitori delle due tappe più altri sette concorrenti con il punteggio più alto e il finalista dell’anno scorso per un totale di dieci partecipanti.

Invece per la gara di Coffee in good spirits andranno in finale i due vincitori delle due tappe, più altri cinque concorrenti con il punteggio più alto.

Sca Italy ringrazia lo sponsor Alpro per l’impeccabile organizzazione, la famiglia Trucillo per l’accoglienza e l’ospitalità, i giudici per la loro instancabile presenza e tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di questi tre giorni.

Sca Italy ricorda che la seconda tappa si terrà dal 24 al 26 ottobre 2023, presso Factory 1895, via S. Daniele 16, a Settimo Torinese (TO). Vi aspettiamo numerosi e carichi di energie positive.

Evoca Group: Andrea Zocchi si dimette e Jochen Fabritius lo sostituisce come nuovo ceo

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Jochen Fabritius, nuovo ceo del Gruppo (immagine concessa)

VALMBREMBO (Bergamo) – Evoca Group (“Evoca”), una delle aziende leader a livello mondiale nella produzione di macchine da caffè professionali, annuncia tre cambiamenti nel consiglio di amministrazione dell’azienda, che sono operativi con effetto immediato: Andrea Zocchi, dopo aver ricoperto un ruolo di primo piano all’interno dell’azienda per oltre 20 anni, inizialmente come chief financial officer (“cfo”) e successivamente come chief executive officer (“ceo”), ha deciso di dimettersi dalla carica di ceo, rimanendo membro del Consiglio di Amministrazione (“il CdA”).

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Andrea Zocchi con una macchina Gaggia Milano

Evoca Group annuncia cambiamenti al vertice

Durante questo periodo, ha guidato con successo il Gruppo nella sua trasformazione in leader mondiale nella produzione di macchine da caffè professionali, con sette acquisizioni effettuate dal 2017.

Zocchi ha inoltre guidato l’azienda attraverso la crisi del Covid- 19, stabilizzando le operazioni aziendali e portando a termine una necessaria e riuscita riorganizzazione per creare una solida piattaforma per la crescita futura.

Jochen Fabritius succede ad Andrea Zocchi come ceo di Evoca ed entra a far parte del CdA. Fabritius è stato precedentemente ceo di MBCC Group (“MBCC”) dal 2020 fino alla sua vendita a Sika AG nel 2023. Prima di unirsi a MBCC, ha lavorato per Xella Group (“Xella”), prima come chief operating officer dal 2014 e poi, dal 2017, come ceo.

Durante gli incarichi di Fabritius, sia MBCC che Xella erano di proprietà di società controllate da Lone Star Funds, una cui altra controllata è la principale azionista di Evoca. Prima di ciò, ha lavorato per 15 anni presso la società di consulenza McKinsey & Company.

Il Gruppo Evoca ha inoltre annunciato le dimissioni di Mark E. Keough dalla carica di presidente del CdA, in seguito della sua decisione di ritirarsi. È sostituito da Dominik Halstenberg nella posizione di presidente del CdA. Contestualmente viene assegnato un seggio aggiuntivo nel CdA a Michael Kolbeck.

Il CdA ringrazia Andrea Zocchi per la sua eccezionale leadership e Mark E. Keough per il suo contributo come presidente. Il CdA dà inoltre il benvenuto a Jochen Fabritius come ceo, a Dominik Halstenberg come presidente e a Michael Kolbeck come nuovo membro del CdA.

La scheda sintetica di Evoca Group

Evoca Group è il leader mondiale nella produzione di macchine da caffè professionali e vanta la gamma più completa di prodotti per il consumo fuori casa. L’offerta del Gruppo copre tre segmenti: macchine da caffè per il settore horeca (hotel, ristorante, caffetteria), piccole macchine da caffè automatiche per il servizio di caffè in ufficio (Office Coffee Service), distributori automatici (Vending) di caffè, snack e bevande fredde.

I principali marchi del Gruppo che coprono questi segmenti sono: Gaggia Milano per l’Horeca, Saeco per l’OCS e Necta per il Vending. Inoltre, il Gruppo promuove i suoi prodotti con i marchi Wittenborg, Cafection, Visacrem, Futurmat, Ducale, Macas e Newis, che operano in specifiche aree geografiche attraverso linee di prodotti dedicate, offrendo sempre un’esperienza perfetta per il consumatore.

Le caratteristiche comuni di tutti i marchi del Gruppo sono la focalizzazione sul caffè, le tecnologie avanzate e la digitalizzazione supportate da significativi investimenti in ricerca e sviluppo.

Tutto ciò a beneficio di una ricca proposta di valore resa disponibile attraverso una piattaforma di distribuzione articolata e una importante rete di assistenza post-vendita. Il Gruppo dispone di 6 centri di ricerca e sviluppo e ha registrato oltre 700 brevetti.

La Marzocco lancia Pico, il nuovo macinadosatore per uso domestico con motore a induzione senza spazzole

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Il macinadosatore Pico (immagine concessa)

FIRENZE – La Marzocco, azienda toscana produttrice di macchine per caffè dal 1927, amplia la sua linea produttiva e annuncia una delle più importanti novità che saranno presentate in anteprima a HostMilano, la fiera mondiale dedicata al mondo della ristorazione e dell’accoglienza, dal 13 al 17 ottobre 2023.

La Marzocco presenta Pico

Si tratta di Pico, il nuovo macinadosatore per la casa interamente sviluppato e prodotto dall’azienda toscana che rappresenta una svolta nella storia manifatturiera de La Marzocco, tradizionalmente specializzata nella realizzazione di macchine per caffè espresso professionali.

Nato da una tradizione nell’espresso lunga più di 90 anni, Pico è il primo macinadosatore domestico che unisce semplicità, affidabilità e qualità per un risultato ottimale a ogni macinatura.

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Il macinadosatore visto da dietro (immagine concessa)

Progettato con un’attenzione impeccabile ai dettagli, Pico è dotato di un motore a induzione senza spazzole che riduce il rumore, permette una selezione precisa della dose, assicura programmabilità e possiede caratteristiche uniche come la forcella portafiltro magnetica regolabile e la tramoggia a chiusura automatica.

Insieme alla materia prima, alla qualità dell’acqua, all’abilità del barista e alla manutenzione degli strumenti, la macinatura costituisce uno degli elementi fondamentali per ottenere un caffè eccellente.

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Il macinadosatore visto di lato (immagine concessa)

La Marzocco raggiunge un nuovo storico traguardo, entrando definitivamente nel mercato della macinatura con un prodotto di grande precisione e dall’utilizzo intuitivo.

Già Piero Bambi, figlio del fondatore dell’azienda, era stato premiato nel 1968 in occasione della XIV Triennale di Milano per il progetto del macinino Vulcano. Dando seguito alla strada aperta da Piero, La Marzocco ha ampliato la sua linea di prodotti, aprendo un dipartimento esclusivamente dedicato alla macinatura.

La scheda sintetica dell’azienda

La Marzocco, fondata nel 1927 dai fratelli Bambi, fin dall’inizio si è specializzata nella produzione artigianale di macchine da caffè espresso per bar con particolare attenzione alla qualità, al risultato in tazza ed allo stile.

In oltre 90 anni di storia l’azienda fiorentina ha introdotto una serie di tecnologie e brevetti rivoluzionari, diventando leader per design ed innovazione nel settore delle macchine per caffè tradizionali.

Tutti i modelli, compresi gli ultimi nati per il consumatore finale, sono realizzati a mano ed esportati in più di 100 paesi dove si incontrano nelle migliori caffetterie, nei più raffinati ristoranti del mondo e nelle case.

Starbucks rilancia in Cina con due nuove importanti infrastrutture di filiera

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Il logo di Starbucks

MILANO – Starbucks continua a puntare sulla Cina, nonostante i segnali non brillantissimi che arrivano dall’economia del gigante asiatico, che stenta a risollevarsi e a ritrovare i ritmi di crescita di un tempo. La massima catena mondiale di caffetterie ha infatti inaugurato in questi giorni due importanti infrastrutture in terra cinese: lo Starbucks China Coffee Innovation Industrial Park, che sorge a Kunshan, nella provincia dello Jiangsu, lungo la costa est della nazione, e lo Starbucks China Innovation and Technology Center, che si trova a Shenzhen, la capitale high tech della Grande Cina.

La scelta di queste due location – spiegano gli analisti – riflette l’intenzione di Starbucks, da un lato, di inserirsi nel più grande hub tecnologico cinese (quello, appunto di Shenzhen) e, dall’altro, di posizionarsi strategicamente nelle reti logistiche del delta dello Yangtze e della c.d. Greater Bay Area.

Kunshan è, a sua volta, definita da alcuni la “Silicon Valley cinese del caffè”. Nella zona franca di Kunshan sorge infatti lo Shanghai Free Trade Zone Coffee Trading Center, che dispone di una capacità di magazzinaggio di 80 mila tonnellate, dove sono attivi alcuni tra i massimi commercianti crudisti mondiali.

A Kunshan sorgerà anche il secondo stabilimento di torrefazione di Luckin Coffee, che è attualmente in costruzione e che dovrebbe essere ultimato entro il 2024. Il complesso avrà una capacità produttiva di mezzo milione di sacchi all’anno.

Starbucks ha creato, già nel 2012, il Centro di supporto per i produttori di caffè di Pu’er, nello Yunnan, in una zona famosa, un tempo, soprattutto per la coltivazione del tè e dalla quale proviene oggi la quasi totalità della produzione cinese di caffè, stimata attualmente in circa 2 milioni di sacchi.

Con l’apertura dei due centri di Kunshan e Shenzhen, Starbucks consolida una sofisticata e avanzata filiera, che va, in terra cinese, dal produttore al consumatore finale.

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Gruppo Cimbali e MUMAC sponsor della 18° edizione di Milano Photofestival

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La presentazione di Milano Photofestival (credits Fabio Bozzani)

MILANO – Il 13 settembre si è svolta a Palazzo Reale a Milano la conferenza stampa di presentazione della 18° edizione di Milano Photofestival, la rassegna diffusa di oltre 140 mostre fotografiche dedicata alla fotografia d’autore organizzata da AIF – Associazione Italiana Foto & Digital Imaging, che si svolge dal 15 settembre al 31 ottobre 2023, sponsorizzata per il 9° anno consecutivo da Gruppo Cimbali attraverso il suo museo d’impresa MUMAC.

Gruppo Cimbali e MUMAC sponsor di Milano Photofestival

La conferenza ha visto, tra gli altri, gli interventi dell’Assessore alla cultura di Milano, Tommaso Sacchi, il Direttore artistico della kermesse, Roberto Mutti e Cristina Comelli, Segretario generale AIF.

“Anche quest’anno, per il nono anno consecutivo, Gruppo Cimbali, insieme al suo museo d’impresa MUMAC, sostiene con continuità la kermesse fotografica supportando un progetto che promuove la fotografia come forma d’arte da condividere attraverso la capacità di guardare all’attualità e al futuro con impegno, profondità e attenzione”, ha dichiarato nel suo intervento Barbara Foglia, MUMAC director.

La scheda sintetica di MUMAC

Grazie alle collezioni Cimbali e Maltoni è la più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine professionali per il caffè espresso; con più di 100 pezzi esposti all’interno dell’headquarter di Gruppo Cimbali situato a Binasco (Milano) racconta più di 100 anni di storia e di evoluzione di un intero settore del Made in Italy.

Oltre alle macchine esposte, MUMAC è dotato di altri 200 pezzi a disposizione per rotazioni all’interno del museo o prestiti worldwide, di un fondo librario di cui fanno parte 1.300 volumi tematici e di un archivio con circa 25 mila documenti tra foto, brevetti, lettere, cataloghi e tutto il materiale necessario per ricostruire la storia della macchina per caffè espresso.

MUMAC organizza inoltre, iniziative culturali ed educational dedicati a scuole, università e famiglie e, attraverso MUMAC Academy, corsi rivolti ai professionisti del settore e ai coffee lovers.

Il Polo del caffè, il convegno: “L’oro verde, la logistica interconnessa al mercato del chicco”

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Il logo de Il Polo del caffè (immagine concessa)

NOLA (Napoli) – Sul fronte della logistica l’Italia può vincere la sfida dei mercati solo facendo rete e squadra, soprattutto al Sud e in Campania. È con questo invito propositivo che si sono tirate le somme del convegno organizzato da Il Polo del caffè, azienda leader nel settore del supply chain del caffè crudo, all’Interporto di Nola dal titolo L’oro verde, la logistica e il mercato del caffè.

Il convegno organizzato da Il Polo del Caffè

“Il tema della logistica interconnessa col mercato del caffè in Italia è un anello importante dello sviluppo produttivo”: non ha dubbi Rosario Carafa, amministratore delegato de Il Polo del caffè, padrone di casa insieme a Claudio Ricci, amministratore delegato dell’Interporto Campano Spa. Proprio Ricci ha sottolineato “la rilevanza di una filiera importante e la forza del Distretto di Nola, che ha dimostrato in questi anni capacità attrattiva, grazie anche alla lungimiranza dei suoi imprenditori”.

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Rosario Carafa, amministratore delegato de Il Polo del Caffè (immagine concessa)

Del resto Michele Monzini, presidente del Consorzio Promozione Caffè, ha sottolineato come l’Italia sia “il terzo paese al mondo per importazioni di caffè crudo dopo USA e Germania, e per le esportazioni dopo Belgio e Germania”.

Migliorare la competitività

È un dato di fatto, ha ricordato poi Renato Passaro, professore ordinario presso l’Università degli Studi di Napoli Parthenope, che “il 50% dell’export passa per i nostri porti, in un paese che da sempre importa materie prime per trasformarle ed esportare manufatti. Per le PMI, le piccole e medie imprese, ossatura del nostro tessuto economico, è essenziale operare in un’ottica di supply chain. Questa è l’unica via maestra e strategica per migliorare la competitività dell’intero Sistema Paese”.

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Renato Passaro (immagine concessa)

Ma c’è anche chi si sta portando avanti proprio su questo fronte, come spiegato da Massimiliano Riccardi di Ports, Terminals and Logistics Worldwide Ignazio Messina: “Oggi vantiamo già 54 porti interconnessi nell’area del Mediterraneo e dell’India Pakistan, e ci stiamo organizzando su diversi aspetti, a dimostrazione di quanto sia strategicamente importante la scelta della logistica”.

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Massimiliano Riccardi (immagine concessa)

Lucio Punzo, amministratore delegato TIN Spa, è andato più nello specifico invece, con un plauso ai risultati raggiunti: “Stiamo sviluppando un modello di business in questo 2023, secondo la logica dell’intermodalità, e abbiamo già varie imprese che operano nella nostra struttura e i risultati sono stati soddisfacenti. Da gennaio – prosegue – abbiamo sviluppato volumi per 1200 treni, confermando quando questo hub logistico sia unico insieme a quello di Marcianise. Stiamo parlando dei due naturali retroporta dei porti di Napoli e Salerno. Il nostro obiettivo è dare meno congestione possibile ai porti. Questo business può dare sviluppo alla Campania, qui ci sono aziende importanti e di alto livello con cui operiamo, sia del Distretto, sia esterne”.

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Interporto Campano Spa (immagine concessa)

Una buona logica e trasporti

Per Antonio Marchiello, assessore regionale alle Attività Produttive delegato dal Presidente, in qualità di Rappresentante della Regione Campania, “è vitale l’accompagnamento alle attività produttive, attraverso una buona logistica e trasporti. Stiamo scommettendo poi sulla sicurezza, per garantirla agli imprenditori, e avere un aeroporto e un porto efficiente è fondamentale per il buon funzionamento dell’economia tutta”.

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Antonio Marchiello, assessore regionale alle Attività Produttive delegato dal Presidente, in qualità di rappresentante della Regione Campania (immagine concessa)

Sua la proposta delle Università del Caffè, che sottoporrà ai Rettori degli Atenei campani, mentre Tullio Ferrante, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, ha dato appuntamento a tutti gli attori del comparto a Roma nel suo ufficio, impegnandosi personalmente per un incontro collettivo con tutti i partecipanti all’evento.

Il Polo del Caffè S.p.A. è un’azienda dinamica specializzata nella supply chain management del caffè crudo, esperta nella gestione del flusso logistico della merce dal porto di origine alla destinazione finale. È situato all’Interno dell’Interporto Campano di Nola, terzo in Italia e quinto in Europa per grandezza e infrastrutture.

Godina: “Il caffè verde commerciale un tempo era migliore: il perché, anche nel classificare gli specialty”

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Andrej Godina, dalla parte di un caffè non solo di qualità, ma anche socialmente responsabile

MILANO – Terza e ultima parte del viaggio botanico in compagnia del caffesperto Andrej Godina: dalle premesse fatte, su come gli incroci con l’ibrido de Timor abbia modificato la resa in tazza finale, potete leggere qui e qui.

Ora, arrivano le conclusioni di un discorso complesso quanto articolato: parliamo di specialty.

di Andrej Godina

Specialty coffee: un’arma a doppio taglio per la qualità?

Come ho anticipato nella seconda puntata di questo articolo, la diminuzione di qualità di tazza delle produzioni di caffè dai paesi di origine trova tra le sue cause anche l’introduzione della nuova classificazione dei caffè Specialty.

Lo Specialty Coffee è un caffè di migliore qualità rispetto alla classificazione commerciale prodotta nella medesima area e la sua classificazione richiede l’applicazione del protocollo della Specialty Coffee Association. Nello specifico non sono ammessi difetti primari nel lotto di caffè verde e la qualità di tazza deve raggiungere almeno gli 80 punti su 100 sulla scheda di assaggio in cupping.

Si stima che il mercato dello Specialty possa valere circa il 10% dell’intera produzione mondiale, un’eccellente qualità di tazza che nel passato veniva mescolata con le classificazioni commerciali. Un tempo quindi il caffè verde commerciale era migliore, non solamente perché le verità botaniche erano quelle antiche, ma anche perché quelle micro produzioni Specialty venivano mescolate con la produzione di massa e aiutavano ad aumentare la qualità.

Quale motivazione c’è dietro al sempre maggiore utilizzo dei nuovi cultivar provenienti da incroci con l’HdT e quali prospettive per il futuro

La liberalizzazione del mercato del caffè e la fissazione dei prezzi di acquisto del verde lasciato in mano delle operazioni speculative sulle borse merci di New York e Londra hanno letteralmente spazzato via la buona qualità delle produzioni commerciali creando un enorme danno ai paesi di produzione. Chi ha tratto grande beneficio da questa operazione? A mio parere, in primis, le più importanti multinazionali del caffè verde che hanno trovato nell’oscillazione dei prezzi un motivo di maggiore speculazione a scapito dei paesi produttori. Nei periodi di prezzi troppo bassi i produttori e le cooperative sono stati costretti a indebitarsi oltre ogni modo creando un legame di sudditanza con i grandi compratori di caffè.

Oggi i produttori riescono a mala pena a sopravvivere finanziariamente solamente se producono maggiori quantità, e non certamente se offrono la migliore qualità! Ovviamente anche le grandi multinazionali del caffè tostato hanno l’interesse a comprare la materia prima al prezzo più basso. In questo contesto le nuove cultivar che producono minore qualità e maggiori quantità non riescono ad entrare nel mercato Specialty in quanto la qualità raggiunta non è sufficiente per questo upgrade di classificazione.

Come fare quindi a uscire da questo circolo perverso che conduce solamente alla diminuzione della qualità dell’Arabica e a una maggiore spinta alla produzione di Canephora?

Credo sia di fondamentale importanza che i paesi d’origine riprendano in mano le redini delle regole di vendita ed esportazione

Fissando per ciascun paese un prezzo minimo di esportazione che tenga conto delle varietà botaniche coltivate e dei costi di produzione. Solamente così sarà dato il giusto riconoscimento al lavoro dei contadini e il maggiore valore di prodotto dato dalla maggiore qualità di tazza prodotta dalle migliori varietà botaniche.

Allo stesso tempo le torrefazioni virtuose devono agire sui mercati di consumo divulgando cultura sul caffè rendono i consumatori consapevoli che in questa filiera c’è differenziazione di prodotto e che qualità diverse devono avere prezzi differenti. Seguendo la scia di ciò che SCA è riuscita a fare fino ad oggi l’industria ha quindi l’arduo compito di creare maggiore valore aggiunto di prodotto e di costruire un nuovo legame virtuoso con i paesi di produzione.

Con queste affermazioni non voglio dire che l’HdT sia stata una pessima scoperta e che l’utilizzo dei nuovi cultivar non sia una pratica ammissibile ma che questo processo dovrebbe essere accompagnato da una concertazione di tutti gli attori della filiera, sia di quelli che lavorano nei paesi di produzione che di quelli dei paesi consumatori.

In generale ritengo che uno delle grandi ingiustizie della filiera siano causate dalle borse merci: un’azione coraggiosa e pionieristica dei paesi di produzione dovrebbe imporre un modello di contrattazione differente, un modello maggiormente sostenibile e socialmente responsabile.

Per concludere questa terza puntata dell’articolo e per fare una riflessione utile alla torrefazione italiana, direi che i punti principali che meritano una riflessione potrebbero essere i seguenti:

– Le vecchie ricette di miscelazione dei caffè per l’espresso ideate fino alla metà del 1900
non hanno più senso di esistere, i caffè odierni prodotti in quelle regioni sono
profondamente diversi.

– È necessario un lavoro di riscoperta e di valorizzazione delle antiche ricette di miscelazione alla luce del flavore che queste erano in grado di dare quando furono ideate. Spostando il focus delle ricette prodotto sul flavore è possibile trovare oggi sul mercato dei caffè simili in grado di riprodurre quelle ricette.

– Per garantire la coltivazione nei paesi di origine di varietà botaniche antiche sarebbe
auspicabile una collaborazione tra il settore privato e pubblico in grado di promuovere la
produzione di un caffè di migliore qualità.

– La torrefazione dovrebbe indagare maggiormente sui lotti di caffè verde che compra in particolare con un attento monitoraggio delle varietà botaniche che è possibile fare grazie alle analisi del DNA fornite dall’azienda triestina DNA Analytica https://www.dna-analytica.it/

Andrej Godina – aj.godina@gmail.com

1895 Coffee Designers by Lavazza supporta Sca Italy in una delle tappe di selezione per i Campionati italiani nella Factory, 24-26/10

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La doppia caffetteria interna della Factory 1895 Coffee designers by Lavazza (immagine concessa)

SETTIMO TORINESE (Torino) – Il Gruppo Lavazza, storica azienda italiana produttrice di caffè dal 1895, supporterà Sca Italy, la delegazione italiana della Specialty coffee association, con il brand 1895 Coffee Designers by Lavazza, per le selezioni dei Campionati italiani di Sca Italy 2024.

Il Gruppo Lavazza per Sca Italy

Nato ad ottobre del 2020 nel rispetto della grande eredità del Gruppo Lavazza, 1895 Coffee Designers by Lavazza, che rappresenta ad oggi l’italian style per capacità di interpretazione degli specialty coffee, si unisce ad un partner prestigioso come Sca Italy, che mira a promuovere la cultura, l’eccellenza e la qualità del caffè.

L’appuntamento è per il prossimo 24, 25 e 26 ottobre 2023 a Settimo Torinese presso la Factory 1895, luogo in cui nascono i caffè di 1895 Coffee Designer e dove è possibile scoprire il viaggio che i chicchi compiono da terre lontane fino a diventare un’esperienza in tazza. Le discipline in gara saranno Latte art, Brewers cup, Coffee in good spirits e Barista.

Le finali, invece, si svolgeranno nel 2024 e vedranno i concorrenti suddivisi per le 6 discipline che si sfideranno per portare ottenere il titolo nazionale, il tutto al cospetto di una giuria composta da un team Sca Italy di giudici nazionali e internazionali, esperti degustatori.

“Siamo molto felici di supportare Sca, l’Associazione internazionale più autorevole e riconosciuta nel mondo del caffè – afferma Michele Cannone, global brand director di Lavazza – con cui condividiamo valori quali l’innovazione, ricerca e sostenibilità, condizioni essenziali per la crescita della cultura del caffè nel mondo.”

Michele Cannone Marketing Manager Lavazza
Michele Cannone Lavazza Global Brand Director Away From Home

La scheda sintetica di Sca Italy

Sca Italy, sotto l’egida dell’Associazione Sca (Speciality coffee association), rappresenta in Italia migliaia di professionisti del caffè, dai baristi e torrefattori, e attraverso il suo patrimonio di autorevolezza e conoscenza condivisa agisce come forza unificante nel settore Specialty Coffee.

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Il logo Sca Italy

La scheda sintetica di 1895 Coffee Designers by Lavazza

1895 Coffee Designers by Lavazza è un brand nato ad ottobre del 2020 nel rispetto della grande eredità del Gruppo Lavazza.

1895 Coffee Designers by Lavazza è una storia ispirata dalla visione in cui il caffè d’eccellenza diventa un rito che esalta tutti i sensi. Un universo dove passione, artigianalità e tecnologia si intrecciano con precisione, armonia e con una particolare attenzione alla sostenibilità. Gli elementi connaturati nella progettualità di 1895 Coffee Designers by Lavazza sono la ricerca del prodotto, proveniente dalle aree più vocate al mondo, selezionato in piccole piantagioni sostenibili dagli esperti coffee designers.

Culla e cuore pulsante del progetto è la Factory 1895 di Torino: progettata da Ralph Appelbaum Associates (RAA), studio americano già ideatore del Museo Lavazza inaugurato nel 2018 a Torino, è il luogo in cui nascono i caffè di 1895 e dove è possibile scoprire il viaggio che i chicchi compiono da terre lontane fino a diventare un’esperienza in tazza.

La collezione attualmente comprende 3 specialty blend, 3 monorigini e 1 microlotto, ognuna delle quali rappresenta al meglio l’interpretazione degli specialty coffee di 1895 by Lavazza.

Il brand mira ad essere un partner per realtà di eccellenza nel settore della pasticceria, caffetteria, ristorazione e hotellerie con le quali condivide i valori di innovazione, heritage, qualità creando esperienze di puro gusto.

La scheda sintetica del Gruppo Lavazza

Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Il Gruppo è oggi tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un fatturato di oltre 2,7 miliardi di euro e un portfolio di marchi leader nei mercati di riferimento come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse. È attivo in tutti i segmenti di business, presente in 140 mercati, con 8 stabilimenti produttivi in 5 Paesi e circa 5.500 collaboratori in tutto il mondo.

La presenza globale è frutto di un percorso di crescita che dura da oltre 125 anni e gli oltre 30 miliardi di tazzine di caffè Lavazza prodotti all’anno sono oggi la testimonianza di una grande storia di successo, per continuare a offrire il miglior caffè possibile in qualsiasi forma, curando ogni aspetto della filiera, dalla selezione della materia prima al prodotto in tazza.

Il Gruppo Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè grazie ai continui investimenti in Ricerca e Sviluppo: dall’intuizione che ha segnato il primo successo dell’impresa – la miscela di caffè – allo sviluppo di soluzioni innovative per i packaging; dal primo espresso bevuto nello Spazio alle decine di brevetti industriali sviluppati.

Un’attitudine a precorrere i tempi che si riflette anche nell’attenzione rivolta al tema della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – considerata da sempre un riferimento per indirizzare la strategia aziendale. “Awakening a better world every morning” è il purpose del Gruppo Lavazza, che ha l’obiettivo di creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, unendo la competitività alla responsabilità sociale e ambientale.

Roma, esercenti contro le nuove regole del Comune sui dehors, Fipe: “Porteremo le sedie in Campidoglio”

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

Il 31 dicembre i permessi speciali garantiti ai locali in merito ai dehors durante la pandemia Covid termineranno e il Comune dovrà dotarsi di un regolamento per disciplinare la situazione attuale. Roma verrebbe divisa in tre macroaree: Suburbio, Città storica e area Unesco, a sua volta divisa in più ambiti (Trastevere, Celio, Monti, Borgo, Testaccio e centro storico) dove poter gestire diversamente la presenza dei tavolini a seconda dei locali attualmente presenti.

L’obiettivo del regolamento sarebbe dimezzare le postazioni e vietare le pedane rialzate, anche nelle strade della grande viabilità.

Le nuove misure dovrebbero scattare da gennaio 2024. Il numero di tavolini da sistemare verrebbe calcolato da ristorante a ristorante.

La proposta del Campidoglio è quella del 30%. Ad esempio, se un locale ha trenta metri quadrati di superficie di somministrazione interna, ne potrà avere dieci di suolo pubblico: un equivalente di tre tavolini.

Il regolamento è ancora in fase di definizione ma gli esercenti si dichiarano già in disaccordo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Jacopo Nassi pubblicato sul portale d’informazione Radio Colonna.

Le nuove regole sui dehors

ROMA – Tavolini dimezzati e niente più pedane in centro storico e lungo le strade della grande viabilità, specialmente ora che la città è piena di cantieri.

Col nuovo regolamento per le occupazioni di suolo pubblico (Osp), che dovrà essere approvato entro la fine dell’anno, il Comune – scriva La Repubblica non solo supererebbe il caos che regna nel cuore di Roma dopo le autorizzazioni straordinarie concesse a ristoranti e bar durante l’emergenza Covid.

Ma eliminare le pedane a livello strada alleggerirebbe anche il traffico nelle zone più congestionate del centro, limitando le lamentele di migliaia di romani che in queste settimane sono furiosi per il traffico provocato da cantieri e lavori.

La coperta però è corta e ridurre il tempo di chi quotidianamente attraversa i municipi più centrali della Capitale significa tirarsi addosso il disappunto degli imprenditori delle attività di somministrazione. Specialmente di quelli che coi loro tavolini all’aperto con vista hanno contribuito a far girare online le immagini di una Roma piena, di nuovo, di turisti.

Tra Campidoglio ed esercenti, insomma, è scontro aperto sui dehors: “Siamo pronti a protestare portando sedie, panche e tavolini in Campidoglio, se necessario”, tuona a ‘’La Repubblica’’ Sergio Paolantoni, presidente della Pipe Confcommercio di Roma.

Durante la pandemia, per consentire alle attività di somministrazione di sopravvivere garantendo però le misure anti-Covid, come quelle sul distanziamento, gli imprenditori hanno ottenuto permessi speciali. Nel giro di pochi mesi gli spazi esterni di ristoranti, bar e simili sono raddoppiati. E ora, lamentano i romani, intasano marciapiedi e strade.

Il 31 dicembre questi permessi speciali termineranno e il Comune dovrà necessariamente dotarsi di un regolamento per disciplinare la situazione attuale.

Della nuova normativa, che è ancora in fase di scrittura e che dovrà poi seguire l’iter per l’approvazione, si sta occupando l’assessora al Commercio, Monica Lucarelli: salvo cambiamenti, per la prima volta rispetto al passato le Osp saranno disciplinate in base alle zone.

Roma verrebbe divisa in tre macroaree: Suburbio, Città storica e area Unesco, a sua volta divisa in più ambiti (Trastevere, Celio, Monti, Borgo, Testaccio e centro storico) dove poter essere più o meno flessibili con la presenza dei tavolini a seconda dei locali i attualmente presenti.

In ogni caso, l’obiettivo sarebbe dimezzare le postazioni e vietare le pedane rialzate, anche nelle strade della grande viabilità. Le misure dovrebbero scattare da gennaio 2024, ma gli esercenti avrebbero un periodo di tempo per potersi adeguare.

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illycaffè annuncia la riapertura dello store di Montecitorio a Roma dopo il restyling

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illycaffè montecitorio
L'interno di illy Montecitorio (immagine concessa)

MILANO – illycaffè, azienda leader nel caffè di alta qualità sostenibile, annuncia la riapertura del caffè illy di Montecitorio, nel cuore di Roma, dopo un progetto di restyling. Inserito in un elegante edificio d’epoca di via degli Uffici del Vicario, il nuovo illy Montecitorio accoglierà il visitatore in un’esperienza multisensoriale alla scoperta di tutti gli elementi dell’universo illy, guidandolo alla scoperta della loro unicità.

I nuovo concept del l caffè illy di Montecitorio

Il nuovo concept del locale incarna ancora di più l’espressione dell’identità di illy: caffè, arte e ricette raffinate si uniscono in un’atmosfera dal design unico e accogliente, caratteristico del lifestyle italiano e tipico dell’esperienza illy.

L’atmosfera rilassata ed elegante del locale è il risultato dell’utilizzo di materiali naturali come il legno e di colori caldi in tonalità caffè.

Fin da subito l’attenzione del visitatore viene attirata dallo scenografico chandelier che riunisce in una spirale sospesa le illy Art Collection, simbolo del rapporto tra illy e il mondo dell’arte contemporanea.

Anima del locale e unicum assoluto tra i caffè illy, l’ampio bancone, arricchito con una vetrina angolare per amplificare l’esposizione della rinnovata offerta food, differenziata e studiata per ogni momento della giornata, è qui rivestito a specchio per valorizzare l’elegante pavimentazione del locale, formata da decori geometrici composti da diverse tipologie di marmi tagliati e posati a mano da artigiani specializzati.

illy restyling
Lo store illy a Montecitorio dopo il restyling (immagine concessa)

La sala indoor, allestita con panche rivestite in pelle naturale color testa di moro e sedute in legno, sarà dedicata all’arte, con un’esposizione di alcune delle più iconiche illy Art Collection create dai più celebri artisti contemporanei dal 1992 e del mosaico che raffigura la celebre illustrazione realizzata per illycaffè da Xanti Schawinsky nel 1934.

L’ambiente ideale dove potersi concedere una pausa più estesa assaporando le ricette stagionali o le proposte gourmet del ristorante.

L’offerta gastronomica di illy Montecitorio si rinnova con una vasta gamma di preparazioni a base di caffè e tante sfiziosità ideali per accompagnare tutti i momenti della giornata: dalle prime ore del mattino per iniziare con l’aroma del blend unico 100% Arabica e la piccola pasticceria affidata a Maestri pasticcieri partner illy, ai light lunch e alle pause dallo shopping o dall’ufficio, fino al momento dell’aperitivo con proposte gustose e di qualità.

Infine, entrando sulla destra, un’area retail completerà l’offerta del locale con uno spazio dedicato allo shopping dei prodotti del mondo illy: dalle macchine da caffè, come la X1 E.S.E & Ground che riduce al minimo l’impatto ambientale, alle più recenti illy Art Collection, fino alla gamma illy Arabica Selection. Ideali per un regalo prezioso o per rivivere anche a casa l’esperienza illy.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo.

Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica al mondo.

Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp.

Dal 2013 illycaffè è inoltre una delle World Most Ethical Companies. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 125 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 25 paesi del mondo. Nel 2021 Rhône Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella crescita internazionale.

Nel 2022 illycaffè ha impiegato 1230 persone e ha generato un fatturato consolidato pari a €567,7 milioni. La rete monomarca illy conta 190 punti vendita in 34 Paesi.