Trieste Coffee Experts 2023, al summit Bazzara spazio all’umanocentrismo
Nasce la stampante 3D che utilizza i fondi di caffè usati negli USA
Michael Rivera, professore assistente presso l’Atlas Institute e il Dipartimento di informatica dell’Università del Colorado Boulder, ha ideato insieme al suo team un metodo per stampare in 3D una vasta gamma di oggetti utilizzando una pasta fatta interamente di vecchi fondi di caffè. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Green Economy Agency.
L’uso dei fondi di caffè per creare oggetti con la stampante 3D
BOULDER, USA – Il caffè può fare molte cose: svegliare, riscaldare e regalare un momento di piacere. E, secondo un nuovo studio, potrebbe anche aiutare a ridurre i rifiuti della stampa 3D.
È questa la visione alla base di un nuovo progetto guidato da Michael Rivera, professore assistente presso l’Atlas Institute e il Dipartimento di informatica dell’Università del Colorado Boulder.
Insieme ai suoi colleghi ha sviluppato un metodo per stampare in 3D una vasta gamma di oggetti utilizzando una pasta fatta interamente di vecchi fondi di caffè, acqua e pochi altri ingredienti sostenibili.
Il team ha già sperimentato l’uso dei fondi di caffè per creare gioielli, vasi per piante e naturalmente, tazzine di caffè espresso.
La tecnica è anche abbastanza semplice da poter funzionare, con alcune modifiche, sulla maggior parte delle stampanti 3D a basso costo e di tipo consumer.
“Si possono fare molte cose con i fondi di caffè”, spiega Rivera. “E quando non li vuoi più, puoi gettarli di nuovo in un macinino e riutilizzarli per stampare di nuovo”.
Il gruppo ha presentato i suoi risultati quest’estate alla conferenza Designing Interactive Systems dell’Association for Computing Machinery a Pittsburgh.
Per Rivera, il progetto fa parte della sua missione di rendere la stampa 3D più sostenibile, consentendo ad artisti, designer, ingegneri e altri di realizzare rapidamente prototipi afferrabili e altri oggetti per la casa, senza incrementare le discariche.
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Starbucks: licenziata perché bianca, risarcimento di più di 28 mln di dollari
Shannon Phillips, una ex manager di Starbucks, è stata licenziata cinque anni fa per discriminazione razziale: questo è quanto deciso dal giudice federale. Infatti l’ex manager è stata licenziata mentre il direttore del negozio, una persona di colore, ha mantenuto il suo lavoro. Il brand a stelle e strisce è stato già condannato a risarcire una cifra di 25,6 milioni di dollari a giugno. Alla somma da capogiro vengono aggiunti ora altri 2,7 milioni di dollari destinati alla ex manager. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa.
Il risarcimento di Starbucks alla ex manager
WASHINGTON – Starbucks dovrà pagare altri 2,7 milioni di dollari a una ex manager in Pennsylvania, Shannon Phillips che era stata licenziata cinque anni fa in un caso di discriminazione razziale. Lo ha deciso un giudice federale secondo quanto riferisce Cbs.
Starbucks era già stato condannato a giugno ad un maxi risarcimento di 25,6 milioni di dollari perché un giudice aveva ritenuto che Phillips era stata licenziata perché bianca. L’ex manager che lavorava in un Starbucks a Filadelfia nel 2018 era stata licenziata mentre il direttore del negozio, che era nero, aveva mantenuto il suo lavoro.
Nel 2018 a un uomo nero di 20 anni, che era in compagnia di un altro, era stato negato il permesso di usare il bagno perché non aveva comprato nulla. Rashon Nelson e Donte Robinson, questo i nomi dei due protagonisti, avevano spiegato che erano lì per un incontro di lavoro e stavano aspettando qualcuno. Quando si sono rifiutati di andarsene, il personale aveva chiamato la polizia, che arrivata sul posto aveva ammanettato i due scortandoli fuori dal negozio.
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Italia, Giappone e Germania leader nel consumo di caffè della Tanzania
Tra i maggiori acquirenti di caffè della Tanzania spiccano il Giappone, che consuma un totale del 29% di tutte le esportazioni del chicco, l’Italia con il 13% e la Germania con il 13%. Lo stato del consumo locale di caffè è pari al 5-7% della produzione totale. I dati sono stati resi noti dal direttore generale del Tanzania Coffee Board (TCB), Primus Kimaryo, in occasione del 13° National Coffee Stakeholders Meeting. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul portale d’informazioni Africa24.
I principali consumatori di caffè della Tanzania
MILANO – Giappone, Italia e Germania sono i principali consumatori di caffè tanzaniano. A rivelarlo è stato il direttore generale del Tanzania Coffee Board (TCB), Primus Kimaryo, intervenendo al 13° National Coffee Stakeholders Meeting tenutosi al St Gasper Hotel &Conference; Centre di Dodoma a metà di questa settimana.
Rivelando chi acquista il caffè del Paese all’estero, ha nominato il Giappone, che consuma un totale del 29% di tutte le esportazioni di caffè, l’Italia il 13%, la Germania il 13%, il Belgio l’8%, gli Stati Uniti d’America il 5% e il Marocco il 5%.
Il Sudafrica ha il 3%, la Svezia il 2%, la Russia il 2%, la Spagna il 2%, Israele il 2%, la Finlandia l’1%, l’Australia l’1%, mentre altri Paesi importano il restante 12% del caffè del Paese.
Per quanto riguarda lo stato del consumo locale di caffè, ha indicato che è pari al 5-7% della produzione totale, aggiungendo che sono in corso sforzi per raggiungere il 15% dopo 10 anni.
Ha detto che il Paese ha guadagnato 235,636 milioni di dollari USA (circa 568,8 miliardi di euro) dopo aver esportato 82.491 tonnellate di caffè nel 2022/23. I guadagni sono stati realizzati dopo aver venduto un totale di 69.805 tonnellate di caffè attraverso le esportazioni dirette di caffè e 12.686 tonnellate di caffè attraverso le aste locali.
Kimaryo ha dichiarato che il caffè Robusta ha dominato il mercato delle esportazioni dirette di caffè, con un totale di 41.017 tonnellate di caffè Robusta, pari al 58,76%, rispetto alle 28.788 tonnellate di caffè Arabica, pari al 41,24%.
Per quanto riguarda le aste locali di caffè, ha detto che questo mercato è stato dominato dal caffè Arabica – 11.229 tonnellate equivalenti all’89 per cento, mentre il Robusta -1.457 tonnellate equivalenti all’11 per cento è passato attraverso le aste locali di caffè.
Il capo del TCB ha dichiarato che la produzione dell’anno 2022/23, pari a 82.491 tonnellate di caffè, rappresenta un incremento del 23,4% rispetto alle 66.837 tonnellate realizzate nel 2021/22.
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Dalla coltivazione di caffè in Tanzania alle iniziative in Nepal, finanziati 37 progetti della provincia di Bolzano
La provincia di Bolzano ha approvato 37 nuovi progetti di cooperazione allo sviluppo in 25 Paesi tra cui il miglioramento della coltivazione del caffè in Tanzania e la difesa dei diritti umani in Brasile. Il finanziamento è di oltre 1,6 milioni di euro, i piani hanno la durata di un anno. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Il Dolomiti.
Il miglioramento della coltivazione del caffè in Tanzania grazie alla provincia di Bolzano
L’obiettivo della cooperazione allo sviluppo dell’Alto Adige è quello di sostenere le popolazioni dei Paesi partner affinché possano condurre una vita il più possibile indipendente e autodeterminata, sottolinea il governatore Arno Kompatscher.
Il presidente della Provincia, competente per le relazioni con l’estero e per la cooperazione allo sviluppo, sottolinea che l’Alto Adige si attiene alle priorità stabilite e continua a collaborare con le associazioni altoatesine nella direzione intrapresa per garantire la continuità.
“Molti di questi partenariati – commenta Kompatscher – esistono già da anni e possono dimostrare un notevole successo nella lotta alla povertà e nell’attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite”. Queste azioni sono in linea con le iniziative della Giornata mondiale dell’aiuto umanitario (sabato 19 agosto), una giornata d’azione proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in memoria dell’ex rappresentante speciale del segretario generale in Iraq, Sérgio Vieira de Mello, e dei suoi 21 colleghi morti in un attentato all’Hotel Canal di Baghdad il 19 agosto 2003.
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ChocolateCulture@Host23 fa cultura sul cioccolato nella Fiera di HostMilano
MILANO – La mission di ChocolateCulture@Host23 è di ampliare il più possibile la cultura del cioccolato, in modo che non rimanga solo conoscenza teorica, ma si traduca in una filiera via via sempre più attenta alla qualità della materia prima e dei lavorati presenti sul mercato.
I professionisti entreranno nelle specifiche della lavorazione e impareranno come preservare le note aromatiche presenti in modo naturale nel cacao e come realizzare un loro cioccolato che li aiuterà a differenziarsi sul mercato.
ChocolateCulture@Host23
Ad accompagnare il grande pubblico e addetti ai lavori in questa nuova avventura, sarà Davide Comaschi, esperto conoscitore che ha viaggiato in tutto il mondo alla scoperta delle diverse genetiche di cacao e grande maestro della lavorazione del cioccolato (indimenticabili le sue praline geometriche studiate nei minimi dettagli).
“Chocolate Culture, l’associazione di cui sono il presidente – dichiara Davide Comaschi – ha valutato subito con entusiasmo una partecipazione a Host 23 perché sinergica alla nostra mission: promuovere la cultura in Italia e all’estero del cioccolato. Siamo convinti che ci sia molto da spiegare su questo ingrediente incredibile sotto vari aspetti da quello professionale a quello legato alla salute e all’innovazione”.
E grazie alle sue profonde competenze, sarà infatti possibile farsi coinvolgere in perfette esperienze sensoriali. HostMilano è la piattaforma perfetta per instaurare un dialogo diretto con i professionisti dell’horeca: “Host è la fiera internazionale più importante di questo settore e noi vogliamo contribuire in modo significativo a creare un hub di valore dedicato al cioccolato. Sarà un lavoro in crescita. Quest’anno partiremo con uno spazio contenuto per poi nella prossima edizione sviluppare il progetto in modo sistematico e funzionale alla manifestazione”.

Qualche anticipazione? Davide Comaschi ci svela la presenza di uno spazio laboratorio dove durante la giornata si potranno vedere al lavoro i maestri e anche gli studenti delle scuole professionali, si potranno fare esperienze di degustazione del cioccolato con i migliori esperti del settore e si racconteranno i progressi della tecnologia applicata alla pasticceria, gelateria, cucina, caffetteria e mixology, per aiutare i professionisti a migliorare le loro performance.
Il format in mostra prevede la realizzazione di un palinsesto giornaliero con:
• quattro masterclass al giorno con i migliori maître chocolatier italiani e stranieri
• due degustazioni sensoriali al giorno condotte dai massimi esperti del settore
• due talk al giorno di approfondimento su tematiche legate alla cultura del cioccolato
Ampio spazio verrà data alla conoscenza dei luoghi della CocoaBelt, ovvero la “cintura del cacao”, una vasta area che si sviluppa nella fascia tropicale intorno all’equatore, rappresentata da alcuni Paesi dall’Africa (in particolare in Costa d’Avorio) del Brasile, America Latina, Caraibi e Indonesia. Approfondimenti anche sulla pianta e il suo frutto con uno sguardo su come sta cambiando la lavorazione del cacao in virtù del rispetto di programmi dedicati alla sostenibilità economica e ambientale cui tutti i Paesi si stanno adeguando.
Grazie alla partecipazione dell’International Institute of Cacao and Chocolate Tasting, verranno svelati i segreti per una corretta comprensione di tutte le qualità e tipologie di cioccolato esistenti al mondo con degustazioni aperte ai professionisti.
L’obiettivo è quello di portare a Host 2023 un evento che sia fatto di esperienze (immersive, tattili, sensoriali), di scoperte e scambi (un’agorà per tutti gli imprenditori horeca) e di approfondimenti (vere e proprie masterclass) che si svolgeranno su un asse che va dal cioccolato al design.
Legare l’esperienza del cioccolato a quella del design darà risalto al luogo dove questo evento viene ospitato: Milano. In particolare al centro del format ci sarà sempre l’innovazione, leit motiv di tutta la manifestazione, in questo caso applicata alla lavorazione del cioccolato ma soprattutto nell’ambito machinery.
HostMilano è l’occasione per rimanere aggiornati sulle innovazioni di settore non solo nel percorso espositivo, ma anche nel ricco palinsesto di eventi.
L’appuntamento con HostMilano è a fieramilano Rho dal 13 al 17 ottobre 2023 www.host.fieramilano.it, @HostMilano, #Host2023
Coupe du Monde de la Pâtisserie: selezioni italiane posticipate al 28 settembre
BRESCIA – Posticipate le selezioni italiane che individueranno la squadra che parteciperà alla Coppa Europa il prossimo gennaio: il nuovo appuntamento è fissato per giovedì 28 settembre presso Cast Alimenti a Brescia. Il Club Italia – dagli anni 2000 impegnato nelle selezioni nazionali, nel coordinamento degli allenamenti e nella promozione della cultura dolciaria italiana nel mondo – è oggi messo alla prova da inattesi cambiamenti da parte del comitato organizzatore francese della Coupe du Monde de la Pâtisserie.
Le selezioni italiane per la Coupe du Monde de la Pâtisserie
Per la prima volta, la selezione sarà a squadre di due persone come richiesto dal regolamento per la gara Europea. I candidati dovranno così dedicarsi alla realizzazione dei seguenti elaborati: torta gelato, pièce in zucchero, dessert al piatto da ristorazione e pièce in cioccolato.
I due membri della squadra prima classificata andranno a comporre il nuovo Team, che rappresenterà il nostro tricolore alla Coppa Europa, precisamente al Sirha Europain di Parigi, dal 21 al 24 gennaio 2024. Superata questa sfida si potrà così accedere alla Coupe du Monde de la Pâtisserie a Lione, in programma al Sirha, dal 23 al 27 gennaio 2025.
Il Club Italia, presieduto da Alessandro Dalmasso, è nato su volontà di Gabriel Paillasson, fondatore nel 1989 della Coupe du Monde de la Pâtisserie, con la finalità di selezionare, preparare ed accompagnare la squadra e la delegazione italiana a Lione.
Tutte le attività di promozione, selezione ed allenamento sono possibili grazie al fattivo sostegno e alla concreta collaborazione di più protagonisti che credono nell’iniziativa, in primo luogo i soci fondatori del Club – Valrhona, Pasticceria Internazionale (Chiriotti Editori), Cast Alimenti, Agrimontana, Conpait – con i partner ufficiali: Ampi, Capfruit, Carpigiani, Corman, Debic, DRG Comunicazione, Eridania, Eurovo, Gedi Online, Gelecta, Illy, Ilsa, Irinox, Molino Dallagiovanna, Olitalia, Sigep, Silikomart, Zanolli.
Un sentito ringraziamento va anche agli sponsor tecnici che mettono a disposizione strumenti, ingredienti e materiale per il miglior svolgimento degli allenamenti: Artebianca, Benetti, Bravo SpA, Castellani, Dynamic, Iceland, Sirman, Solchim, Testo.
Produzione brasiliana a 54,36 milioni: è il terzo raccolto più abbondante di sempre, secondo Conab
MILANO – Conab raffredda gli entusiasmi di chi aveva ipotizzato, nelle ultime settimane, che la produzione brasiliana potesse risultare superiore alle aspettative iniziali. Nella sua terza stima ufficiale – diffusa nel pomeriggio di ieri, mercoledì 20 settembre – l’agenzia specializzata del ministero dell’agricoltura di Brasilia ha anzi tagliato le cifre sulla produzione di quest’anno, di 380 mila sacchi, rispetto alla precedente stima di maggio, prendendo atto di un raccolto di robusta più magro del previsto.
Ma andiamo con ordine: la nuova stima quantifica il raccolto 2023/24 – completato per il 95% a fine agosto, quando è stata realizzata l’indagine sul campo, e ormai virtualmente concluso – in 54,36 milioni di sacchi.
Ciò rappresenta un incremento del 6,8% rispetto all’anno scorso, nonostante quest’anno ricorresse, in teoria, un’annata negativa nel ciclo biennale degli arabica.
La produzione brasiliana è dunque in ulteriore recupero dai forti cali, causati nei due anni trascorsi, dalle gravi gelate dell’inverno 2021. Tanto che il raccolto di quest’anno è il terzo più abbondante di sempre, inferiore soltanto a quelli record del 2020 e del 2018.
Ma in ripresa è soltanto il raccolto di arabica, che cresce a 38,16 milioni di sacchi: il 16,6% in più rispetto all’annata trascorsa. E circa 230 mila sacchi in più rispetto a quanto ipotizzato a maggio.
Tale incremento riflette un’espansione del 2,4% dell’area in produzione e un incremento del 13,9% della produttività, favorito dalle migliori condizioni climatiche, rispetto alle due annate trascorse.
“Spicca in particolare la performance del Minas Gerais, che nonostante gli effetti negativi del ciclo biennale, in molte delle sue regioni, registra un aumento della propria produzione di arabica del 29,5%” osserva il responsabile per il servizio di monitoraggio dei raccolti di Conab Fabiano Vasconcellos.
Peggiorano invece le previsioni produttive dei robusta: il raccolto è ora stimato in 16,2 milioni di sacchi, il dato peggiore degli ultimi tre anni. Il tutto mentre le esportazioni di conilon hanno paradossalmente raggiunto, negli ultimi mesi, livelli senza precedenti.
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