venerdì 14 Novembre 2025
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Stefano Andreis, Torrefazione Bontadi: “Nei prossimi 20 mesi si potrebbero toccare i 2,50 euro a tazzina”

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Il logo Bontadi

La stima del costo della materia prima è del 200% in più dal 2020 a oggi. L’amministratore delegato della Torrefazione Bontadi, Stefano Andreis, riflette sul futuro del prezzo della tazzina. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Il Dolomiti.

Il prezzo del caffè secondo Stefano Andreis

MILANO – Rincaro dei prezzi della materia prima, costi che non si abbassano, la crisi climatica che colpisce duramente le piantagioni, una tensione geopolitica costante e trasporti ancora difficili. La tazzina di caffè? Si potrebbe arrivare, e nemmeno tra troppo tempo, a 2,50 euro.

“Per l’ultimo ordine ci hanno assicurato la fornitura di solo il 50% della richiesta”,  Stefano Andreis, amministratore delegato della Torrefazione Bontadi, storica azienda che produce caffè artigianale dal 1790 e che ha attraversato molti mutamenti della società, afferma come riportato da Il Dolomiti. “Ormai le valutazioni sono mensili, non si riesce più a pianificare in prospettiva. Si è costretti quasi quotidianamente a ritoccare la situazione per trovare un equilibrio tra costi e ricavi. E’ un momento di resilienza totale per il settore”.

Nelle scorse settimane la materia prima ha toccato i 4 dollari per libbra, una cifra record. La stima è di un incremento del 200% dal 2020 a oggi. Sono diversi i fattori che influenzano dei costi pazzi. La crisi climatica, in primis. Il caffè è tra le bevande più consumate in tutto il mondo ma la pianta è delicatissima, le coltivazioni sono caratterizzate da determinate condizioni ambientali: America Latina, Asia e Africa.

Le piantagioni crescono in aree dove le temperature si mantengono tra i 18 e i 21 gradi con giornate (non troppo) calde e notti più fresche. Per una fioritura ottimale le precipitazioni non devono essere abbondanti e la stagione deve essere piuttosto secca una fioritura ottimale. La crisi climatica ha ripercussioni drammatiche e influenzano fortemente il raccolto nei Paesi produttori.

“La richiesta di caffè è aumentata nei Paesi produttori, in quelli asiatici e mediorientali”, prosegue Andreis a Il Dolomiti. “A questo si aggiungono le difficoltà logistiche. C’è un -40% di transito delle navi al canale di Suez, un -50% in quello di Panama perché il livello dell’acqua è basso”. E non mancano le speculazioni. “Un chilo corrisponde mediamente a 142 tazzine. Si è forse lasciata troppa marginalità ai bar, il prodotto è stato pagato probabilmente troppo poco e questo spinge ai rialzi”.

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Massimo Bottura presenta l’uovo di Pasqua Lavoratti 1938 e Gucci Osteria al cioccolato fondente e lamponi: “Un contenitore di idee”

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massimo bottura
Lo chef Massimo Bottura

Lo chef Massimo Bottura presenta il nuovo uovo di Pasqua Lavoratti 1938 in collaborazione con Gucci Osteria ideato con cioccolato fondente al 70%, lamponi disidratati e fiori di ibisco. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Camilla Setzu per il quotidiano Il Corriere della Sera.

L’uovo di Pasqua Lavoratti e Gucci Osteria

MILANO – “L’uovo di Pasqua non è più solo per bambini, è l’inaspettato, è la sorpresa. Mia madre ci metteva dentro un regalo speciale, che faceva chiudere da una pasticceria a fianco casa nostra. Per me è come un tortellino. Uno scrigno che contiene delle idee, è per questo che si presta a variazioni sul tema come ibisco, lampone e bergamotto, che ti fanno viaggiare e stimolano il palato”, racconta al Corriere della Sera Massimo Bottura sulla collaborazione – giunta al secondo anno – tra Gucci Osteria e Lavoratti 1938, storica fabbrica di cioccolato di Varazze rilevata cinque anni fa da Fabio Fazio e Davide Petrini.

L’uovo nasce dalla creatività dei maestri cioccolatieri di Lavoratti e dei due co-Executive Chef di Gucci Osteria, Karime Lopez e Takahiko Kondo.

Si tratta di una lavorazione dall’approccio artigianale: “Abbiamo fatto essiccare i lamponi nei nostri laboratori — racconta Petrini come riportato dal Corriere della Sera —. Dopo qualche giorno profumava tutto di frutta. Era quello che sognavamo quando io e Fabio abbiamo rilevato Lavoratti, una realtà che ha il potere di riportarci indietro con la mente alla nostra infanzia”.

“Noi non siamo artisti, siamo artigiani ossessionati dalla qualità — aggiunge Bottura —. Per un motivo molto semplice: l’artista è libero di fare ciò che vuole, l’artigiano è un’altra cosa, lavora con le mani e deve costruire qualcosa di buono con seriali. Come ricorda Achille Bonito Oliva, i romani usavano un termine: artiere. L’artiere non è un artigiano né un artista, è un artigiano ossessionato dalla qualità. Noi siamo così. L’ossessione è il segreto del successo”.

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Iginio Massari presenta le uova di cioccolato a 105 euro: una nuova polemica in arrivo?

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Iginio Massari costa panettoni
Il maestro pasticciere Iginio Massari (foto Pasticceria Massari)

Il maestro pasticciere Iginio Massari, dopo le polemiche scaturite dalle chiacchiere firmate a 100 euro al chilo (ne abbiamo parlato qui), presenta l’offerta delle uova di Pasqua per il 2025. Il prezzo più alto è di 105 euro per l’opzione pralinata al cioccolato in tutte le sue versioni (fondente e nocciole, bianco e pistacchi, latte e nocciole). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Fatto Quotiano.

Le uova di cioccolato di Iginio Massari

MILANO – “Non sono care ma costose“: aveva liquidato così la polemica sulle sue chiacchiere a 100 euro al chilo, Iginio Massari. E allora possiamo probabilmente definire “non care ma costose”, cintandolo, anche le sue uova di Pasqua. Ma cosa intendeva il noto pasticcere per “non care ma costose”? “Caro è un prodotto che non vale il prezzo. Costoso è qualcosa di eccellente che non tutti possono permettersi”.

E allora parliamo di costo che, nel caso delle uova, varia a seconda della dimensione: il prezzo più alto è 105 euro per l’uovo pralinato con nocciole (cioccolato fondente). Caro o costoso?

Naturalmente la popolare pasticceria vende anche colombe, a un prezzo intorno ai 45 euro. Ci sarà la stessa polemica che si è scatenata per le chiacchiere?

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Social: la pausa caffè alla vending machine a scuola protagonista del nuovo TikTok con più di 500 mila visualizzazioni

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

MILANO – Alcune testate di settore rivendicano il fatto che i più giovani si stanno lentamente disinteressando all’espresso e al consumo di caffè in generale. Tuttavia, il mondo della Generazione Z è sempre più di difficile interpretazione e non sempre le apparenze corrispondono alla realtà.

Il caffè su TikTok

Un esempio? La popolarità della pausa caffè a scuola in cui anche consumare un semplice macchiato diventa un trend.

Un video originariamente pubblicato sulla piattaforma TikTok ha raggiunto velocemente 500mila visualizzazioni con la descrizione: “Ormai i prof ci vedono più alle macchinette che in classe!”.

Nel post, tre ragazze ballano di fronte alla vending machine con un espresso macchiato sulle note dell’ultima canzone di Tommy Cash (ne abbiamo parlato qui).

Cioccolato Gourmet celebra il mondo dei cocktail con Ciocoshaker, le praline al Negroni, Mojito o Gin Tonic da shakerare

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cioccolato gourmet
Ciocoshaker di Cioccolato Gourmet (immagine concessa)

MILANO – Cioccolato Gourmet presenta Ciocoshaker e le serate si animano in un attimo. Le golose praline al cioccolato con l’irresistibile ripieno al Negroni, al Mojito a al Gin Tonic interpretano con creatività il mondo dei cocktail. Ancora una volta il marchio ideato dai fratelli Alberto e Tancredi Alemagna, che con T’a Milano hanno saputo reinterpretare la tradizione familiare dell’alta pasticceria milanese, porta un tocco di divertimento nell’esperienza di gusto.

Ciocoshaker: la nuova esperienza dedicata ai cocktail di Cioccolato Gourmet

Realizzate artigianalmente da esperti maître chocolatier le praline stupiscono fin dal primo morso per l’esplosivo mix di sapori: i ripieni inaspettati esaltano la qualità del cioccolato Grand Cru. Si gustano in compagnia dopo una serata conviviale oppure diventano una piccola concessione a fine giornata.

Come dei veri e propri cocktail da shakerare al momento le 18 praline Ciocoshaker sono proposte in tre diversi ripieni: le praline al cioccolato fondente con ripieno al gin tonic sono formulate con 3/10 di crema al cioccolato e 5/10 di cioccolato fondente arricchiti da 2/10 di Gin Beefeater, tonica e limone, quelle di cioccolato fondente con ripieno al Negroni hanno 3/10 di crema al cioccolato e 5/10 di cioccolato fondente che si combinano con 1/10 di Gin Beefeater e 1/10 di Campari Bitter, Carpano Rosso e arancia, gli ingredienti delle Praline di Cioccolato al latte con ripieno al Mojito sono, invece, 3/10 di crema al cioccolato e 4/10 di cioccolato al latte con l’aggiunta di 3/10 di Rum Havana Club, lime e menta.

Prezzo al pubblico consigliato € 16,00 

Coffee Culture di NKG Bero Italia, la parola ai partecipanti del corso: Gloria Romoli, Giacomo Minuto e Greta Falconi, “Valido sotto ogni aspetto e curato in tutti i dettagli”

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Nkg Bero genova coffee culture
Il logo di Coffee Culture disegnato con una striscia

GENOVA – Coffee Culture è il nuovo centro di formazione NKG Bero Italia inaugurato il 6 febbraio con un’offerta educativa vasta e completa che comprende ogni aspetto legato al caffè verde (ne abbiamo parlato qui). Il 26 febbraio è partito il primo corso Green Coffee Foundation, ideato come introduzione sulle origini del chicco, sulle specie botaniche e sulle pratiche di lavorazione post-raccolta.

Il 25 e il 26 marzo sono le date previste per il nuovo modulo del corso Green Coffee intermediate. Per saperne di più sulla formazione, abbiamo parlato con alcuni dei partecipanti del primo corso: Gloria Romoli, quarta generazione nonché proprietaria della torrefazione Romoli, Giacomo Minuto, uno dei soci titolari di minuto caffè, e Greta Falconi, coffee lover che ha mosso i primi passi nel mondo del chicco proprio grazie a Coffee Culture.

Gloria Romoli afferma: “Ho sempre desiderato ampliare la mia formazione nel campo del chicco. Ho partecipato con grande interesse al corso base e ho intenzione di completare il ciclo di apprendimento con i prossimi appuntamenti in programma. La formazione ha coperto il caffè verde sotto ogni aspetto: su come viene coltivato, trattato e tostato dalla piantagione fino al risultato finale in tazza”.

Il logo di Caffè Romoli

La torrefazione Romoli è una delle prime di Genova fondata nel 1924 da Ugo Romoli con l’avvio della sua attività di commerciante all’ingrosso in piazza Alimonda. Negli anni 50, dopo un periodo di espansione nel dopoguerra, vengono perfezionate le ricette originali e introdotti nuovi prodotti, ancora presenti nei negozi. Negli anni successivi viene inoltre ampliata l’offerta del caffè in monocoltura, che presenta trenta diverse qualità tra Arabica e Robusta, che si aggiungono alle undici miscele storiche dell’azienda.

Le miscele proposte derivano da monorigini tostate singolarmente ed assemblate in una seconda fase al fine di creare una maggiore omogeneità.

La torrefazione Romoli al completo. Da sinistra: Marco, Marina, Gloria e Roberto Romoli (immagine concessa)

Romoli continua: “La formazione in questo campo è fondamentale per riuscire a mantenere un livello qualitativo alto nel proprio lavoro e offrire un buon servizio alla clientela. Consiglio a chiunque lavori in questo mondo di partecipare ai corsi. Essere affiancati dalla coffee coach Deborah Righeschi ha davvero fatto la differenza: la sua competenza e passione sono state motivanti”.

Giacomo Minuto racconta la sua esperienza: “Nonostante la mia famiglia sia nel campo della torrefazione da più di un secolo è importante imparare da sé e arricchire le conoscenze pregresse con le proprie esperienze. La formazione non finisce mai ed è importante aggiornarsi in continuazione. Partecipare al corso è stato emozionante: ho avuto l’occasione di esplorare molti dettagli che non conoscevo, approfondendo il tema dello specialty. Deborah Righeschi è stata di grande disponibilità nell’espandere alcuni temi che abbiamo affrontato nel corso. Il risultato è stato perciò più che positivo”.

Il logo di minuto caffè

Minuto riflette: “Consiglierei alle associazioni di categoria maggiormente rappresentative del commercio di inserire un obbligo di partecipazione a questi corsi come parte del percorso SAB (l’abilitazione obbligatoria per somministrare alimenti e bevande) esattamente come i professionisti che devono accumulare ogni anno dei punti di aggiornamento professionale. In questo settore si dovrebbe dare più peso alla formazione e alla professionalità. Solo attraverso la comprensione del prodotto somministrato c’è una conseguente valorizzazione che passa anche al consumatore finale”.

La storia della torrefazione ha inizio con Michele Minuto che decise nel 1850 di aprire un emporio per il commercio di cereali, zucchero, olio di oliva, stoccafisso e coloniali a Savona. Nel 1929 la nuova generazione della famiglia investì nel caffè e comprà la torrefattrice olandese Van Gülpen dando vita a minuto caffè.

La torrefazione ha vinto nel tempo medaglie d’oro alla competizione International Coffee Tasting per le miscele Fior di Aroma 100% Arabica macinato, Espresso Love 100% Arabica in cialda carta filtro e Bar Gourmet Espresso 100% Arabica in grani, speciale selezione di caffè di piantagione per utilizzo professionale.

Greta Falconi, coffee lover, racconta la sua storia e il suo primo approccio nell’universo del chicco: “La passione per il caffè è nata molto lentamente nell’ultimo anno. Il caso ha voluto che mi imbattessi in un volantino di Coffee Culture. Si è rivela un’esperienza stupenda. Ho scoperto un mondo affascinante che vorrei approfondire. Molti consumatori finali ignorano svariati aspetti del prodotto finito che si consuma: vedere tutto ciò che si cela dietro all’apparenza è davvero suggestivo, dalla produzione all’estrazione. Ogni informazione è una tessera che va a comporre un bellissimo mosaico”.

nkg coffee culture
Il percorso di degustazione (immagine concessa)

Falconi aggiunge: “Il corso è organizzato molto bene ed è curato nei minimi dettagli, dalla preparazione della docente Debora all’organizzazione dell’aula di formazione. Questo è stato il mio primo passo ma ho intenzione di continuare il percorso di formazione anche da autodidatta. In particolare, mi affascina la parte della qualità. Nella degustazione, ho avuto modo di esplorare le mie capacità sensoriali. La parte legata al tasting mi ha particolarmente colpito e miro ad affinare sempre di più la mia abilità”.

Matteo Borea: “Ecco perché la fiducia è la vera moneta della crescita di ogni azienda”

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matteo borea
Matteo Borea (immagine concessa)

Matteo Borea, consulente strategico e innovatore nel settore del caffè,
coproprietario della storica torrefazione La Genovese di Albenga (Savona) e autore del blog matteoborea.it, punto di riferimento per imprenditori del chicco, parla dell’importanza per un’azienda di investire nella fiducia di clienti e dipendenti, dimostrando che il valore offerto va oltre il prezzo di listino. Leggiamo di seguito l’opinione dell’esperto.

L’importanza della fiducia

di Matteo Borea

MILANO – “Ogni crisi economica è un test. Un esame che separa le aziende destinate a resistere da quelle che verranno spazzate via. Nel settore del caffè, questa selezione naturale sta avvenendo proprio ora. Certo, i prezzi sono recentemente scesi rispetto ai picchi massimi, ma sono ancora significativamente alti e abbassare la guardia ora potrebbe essere un errore costoso.

NY Arabica Coffee Futures – Grafico annuale con intervallo di tempo settimanale – source investing.com
London Robusta Coffee Futures – Grafico annuale con intervallo di tempo settimanale – source investing.com (dati concessi)

I margini si sono assottigliati, i consumatori sono diventati più attenti al prezzo e la concorrenza, sempre più aggressiva, gioca sporco pur di strappare qualche cliente in più.

Di fronte a tutto questo, la reazione più istintiva sarebbe quella di stringere i denti e difendersi come si può: abbassare i costi, ritoccare la qualità, inseguire il prezzo più basso.

Ma il problema è che questa strategia funziona solo nel brevissimo periodo. Anzi, spesso accelera il declino. Perché ciò che sta veramente venendo meno nel mercato non è solo la stabilità economica, ma qualcosa di ancora più fondamentale: la fiducia.

Quando l’incertezza cresce, le aziende iniziano a comportarsi in modo diverso. I fornitori riducono il servizio per tagliare i costi. I clienti diventano più esigenti, più sospettosi. I dipendenti si chiudono, smettono di proporre idee, iniziano a lavorare con il freno a mano tirato”.

Il risultato? Le relazioni si indeboliscono, il valore percepito diminuisce e il mercato, che già vive di scelte impulsive, diventa ancora più spietato.

Borea aggiunge: “È in questi momenti che si vede la vera natura di un’azienda. Alcune si chiudono a riccio, trattano clienti e collaboratori come numeri e si condannano, senza nemmeno accorgersene, a un lento declino.

Altre, invece, fanno una scelta diversa: investono nella fiducia. Non in modo astratto, con belle parole, ma con azioni concrete che dimostrano ai clienti, ai fornitori e ai dipendenti che sono qui per restare, che il valore che offrono va oltre il prezzo di listino e che la qualità della relazione conta più del margine di profitto immediato”.

Matteo Borea: la fiducia come vantaggio competitivo

“Chi oggi punta solo sul prezzo rischia di entrare in una spirale pericolosa. Perché ci sarà sempre qualcuno disposto a scendere più in basso. Inseguire il ribasso senza costruire valore significa trasformarsi in una commodity, facilmente sostituibile. E nel momento in cui il mercato cambia di nuovo, questi modelli non reggono più.

Al contrario, chi investe nella fiducia può trasformare la crisi in un vantaggio competitivo. E questa fiducia non riguarda solo il rapporto con i clienti, ma anche quello con i collaboratori.

Perché un’azienda che non ispira sicurezza al proprio team difficilmente riuscirà a trasmetterla all’esterno.

Non tutti i clienti sono uguali. Alcuni cercano solo il prezzo più basso e non esiteranno a cambiare fornitore alla prima occasione. Altri, invece, comprendono che il vero valore non sta nel centesimo risparmiato oggi, ma nella solidità di un rapporto costruito nel tempo.

Sono questi i clienti su cui vale la pena investire. Un rapporto che si basa solo sul prezzo è destinato a essere fragile. Meglio concentrarsi su collaborazioni autentiche, su relazioni fondate sulla fiducia reciproca.

Il mercato premia le aziende coerenti, quelle che non tradiscono i propri valori nemmeno nei momenti più difficili.

È facile fare promesse quando tutto va bene, ma è nelle crisi che si vede chi davvero mantiene gli impegni presi.

E poi c’è la customer experience. La qualità non può diventare una variabile da sacrificare nei momenti difficili. Chi oggi continua a offrire un servizio eccellente, anche sotto pressione, avrà clienti che restano.

Un consumatore può accettare un aumento di prezzo, ma non accetterà mai di essere trattato con superficialità. Ciò che lo lega davvero a un’azienda è il modo in cui si sente trattato, non solo il prezzo che paga.

Ma la fiducia che rende un’azienda forte non si costruisce solo all’esterno. Un brand può anche avere clienti fedeli, ma se il suo team è demotivato, insicuro e poco coinvolto, il sistema crolla comunque.

Un’azienda che affronta una crisi senza coinvolgere il proprio team nelle decisioni sta facendo un errore enorme. Quando le persone percepiscono incertezza, iniziano a proteggersi, a limitare gli sforzi, a fare solo il minimo indispensabile.

Non è perché non vogliono impegnarsi, ma perché l’azienda stessa non trasmette più un futuro chiaro.

I leader che costruiscono fiducia fanno una cosa diversa: parlano apertamente con il team, spiegano la situazione, danno un senso di direzione.

Creano un ambiente in cui le persone non hanno paura di proporre idee, di innovare, di rischiare. Un ambiente in cui il valore del singolo è riconosciuto e la collaborazione non è un obbligo, ma una naturale conseguenza di una cultura aziendale sana.

Se il team si fida dell’azienda, lavorerà con più determinazione, sarà più flessibile e disposto ad affrontare le difficoltà con un atteggiamento positivo. Se invece si sente abbandonato o trascurato, l’energia cala, la produttività si abbassa e la qualità del servizio ne risente.

E tutto questo, alla fine, arriva dritto ai clienti. Ecco perché chi oggi investe nella fiducia – con i clienti e con il proprio team – non sta solo proteggendo il proprio business. Sta ponendo le basi per essere più forte domani, quando la crisi sarà passata e la selezione naturale avrà fatto il suo corso.

Borea conclude: “Alla fine, la giusta domanda da porsi è la seguente: sono il tipo di leader o azienda di cui i clienti e i collaboratori possono fidarsi senza esitazione? Se anche solo il minimo dubbio che la risposta non sia “SI”, forse è arrivato il momento di cambiare qualcosa sia come persona che come azienda”.

                                                                                                                 Matteo Borea

Export brasiliano in calo a febbraio, ma crescono gli imbarchi verso l’Italia (+9,1% nel primo bimestre)

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export brasiliano Brasile Cecafé
Il logo di Cecafé

MILANO – Export brasiliano in calo per il terzo mese consecutivo: secondo i dati diffusi da Cecafé nella serata di ieri, giovedì 13 marzo 2025, il Brasile ha esportato, a febbraio, 3.273.877 sacchi di caffè in tutte le forme, pari a un calo del 10,4% rispetto allo stesso mese di un anno fa. A dispetto dei minori volumi, il fatturato è cresciuto del 55,5% sfiorando gli 1,2 miliardi di dollari.

Le esportazioni di verde sono in calo dell’11,7%, a 2.996.010 sacchi.

Contenuto il calo degli arabica (-2%), il cui export si attesta a 2.769.883 sacchi. In caduta libera i robusta (-60,1%), con appena 226.127 sacchi.

export brasiliano
(fonte: Cecafé)

In ripresa invece (+6,8%), le vendite all’estero di caffè trasformato, che ammontano a 277.867 sacchi.

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Alkaff presenta la XXXI Coppa di golf riservata ai torrefattori italiani: si svolgerà a Bologna il 16/05

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La XXXI coppa torrefattori di golf (immagine concessa)

BOLOGNA – Rudi Albert, titolare della Alkaff, ospita tutti gli appassionati di golf appartenenti al settore, alla cena e alla gara di golf. Il Torneo si terrà a Bologna presso il Golf Club Bologna nella giornata del 16 maggio. Il giovedì 15 maggio sarà possibile effettuare la prova del campo e in serata, a partire dalle ore 20.00, prendere parte alla cena presso il ristorante “Al Pappagallo” all’interno della Club House dello stesso Circolo. Per gli accompagnatori che non giocheranno è stato organizzato nella giornata del torneo un Tour guidato della città di Bologna.

Per informazioni e richiesta di partecipazione contattare la Alkaff tramite l’indirizzo email dedicato: coppatorrefattori@alkaff.it.

Per visionare il programma completo basta cliccare qui.

prezzo logo Alkaff
Il logo della Alkaff

Era il 1920 quando Alfred Albert, trasferitosi dalla Germania in Sicilia, iniziava a commercializzare il caffè crudo.

Da allora il caffè è diventato una passione di famiglia, trasformando l’azienda in un vero e proprio punto di riferimento per esperienza e competenze.

Alkaff fornisce soluzioni personalizzate per i clienti, mettendo al centro della propria “mission” le esigenze delle torrefazioni. Questo ha portato l’azienda a diventare, nel settore del caffè sdoganato, un partner affidabile con cui condividere obiettivi di crescita.

“La selezione attenta delle qualità di caffè verde non rappresenta che l’inizio del nostro lavoro – spiega il socio unico dell’azienda Dottor Rodolfo Albert, meglio conosciuto con il diminutivo di Rudi, come a lui piace essere chiamato -. Tale lavoro prosegue con il confronto costante con i clienti per raccoglierne i feedback e migliorare il servizio, consolidando il rapporto di fiducia”.

Imperator ha presentato l’evento formativo “Caffè senza confini: dalle origini al porto di Trieste”

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trieste imperator
Uno dei momenti dell'evento (immagine concessa)

TRIESTE – Dopo averlo preannunciato al SIGEP di Rimini, è stato organizzato l’evento “Caffè senza confini: dalle origini al Porto di Trieste”, progettato e curato da Imperator S.r.l., azienda leader nell’importazione di caffè crudo. Una giornata dedicata alla scoperta del mondo del caffè, dalla sua origine fino alla torrefazione, con un focus speciale sulle trasformazioni che influenzano aroma e gusto, rendendolo un ingrediente d’eccellenza in cucina e pasticceria.

L’evento di Imperator ha preso il via con la visita al Porto di Trieste e la visita al Magazzino 57 di Donelli Group, luogo simbolo della lunga tradizione commerciale del caffè nella città. Dopo un light lunch, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di assistere alla torrefazione di un piccolo lotto di caffè presso la Bloom Coffee School, per comprendere da vicino i processi che ne determinano il profilo aromatico.

L’evento formativo organizzato e curato da Imperator

Un momento clou della giornata è stato il laboratorio sensoriale, durante il quale esperti del settore, chef e pasticceri hanno esplorato come il gusto del caffè cambia nel tempo e in che modo influisce sulle preparazioni gastronomiche. Il pomeriggio è stato dedicato all’approfondimento della materia prima e alla sua trasformazione da prodotto agricolo a ingrediente d’eccellenza:

La materia prima dall’origine

  • Dalla pianta al frutto e dal frutto al seme
  • Approfondimento sui diversi metodi di lavorazione: naturale, lavato, honey
  • Analisi visiva di caffè crudo per percepirne le differenze

Metodi di estrazione a confronto

Workshop sulle preparazioni di caffè filtro con vari metodi:

  • Infusione
  • Percolazione
  • Analisi sensoriale e confronto tra le estrazioni

L’evento ha visto la partecipazione di illustri professionisti del settore, tra cui Martino Maino che sarà attivo nel nuovo team di Metullio – De Pra al Harri’s Piccolo, i giornalisti Marco Colognese e Luca Roncadin e rinomati pasticceri e chef come Federico de Luca, Piero Zerbin, Karolina e Andraž Repar, e Uroš Fakuč dello stellato Dam.