Nel Nescafé Harajuku di Tokyo è possibile consumare un caffè e dormire in una delle cabine appositamente progettate dotate di sgabelli inclinati, luci regolabili e prese di corrente. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Rebecca Manzi per il portale d’informazione Green Me.
Il Nescafé Harajuku di Tokyo
TOKYO – In Giappone, la cultura del lavoro e l’attenzione al benessere si fondono in una curiosa innovazione introdotta dal Nescafé Harajuku di Tokyo: un pacchetto che, per circa 5 euro, include un caffè e la possibilità di fare un breve pisolino in cabine appositamente progettate.
Questa iniziativa si basa sull’inemuri, un concetto nipponico che unisce il sonno alla presenza, spesso osservato nei microsonni pubblici di chi vive l’intenso ritmo lavorativo giapponese.
Le postazioni per il riposo, situate al piano superiore del locale, non sono né letti né divani, ma spazi simili a cabine telefoniche, dotate di sgabelli inclinati, luci regolabili e prese di corrente.
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TORINO – Il Consiglio di amministrazione del Gruppo Lavazza ha approvato ilprogettodi Bilancio consolidato al 31 dicembre 2024. L’amministratore delegato ha infine comunicato i principali indicatori finanziari e presentato Tablì, definendola “una rivoluzione nel mondo del caffè”.
Le parole di Antonio Baravalle, ceo del Gruppo Lavazza:
“L’industria del caffè si trova ad affrontare sfide sempre più complesse, in un contesto macroeconomico e geopolitico critico ed estremamente volatile che vede un aumento costante dei costi delle materie prime. La qualità per noi è fondamentale e rimane la base del nostro rapporto di fiducia con i consumatori, il che significa continuare a far fronte a costi molto elevati.”
Prosegue Baravalle: “In questo quadro, il Gruppo Lavazza ha dimostrato forza e flessibilità, raggiungendo nel 2024 risultati solidi. Le turbolenze hanno richiesto più che mai una costante capacità di adattamento e di gestione dei costi a tutti i livelli, sia operativi che di capitale, mantenendo l’azienda su buoni livelli di redditività. Questo ci ha permesso di continuare a preservare e valorizzare le nostre Persone e di mantenere la capacità di investimento, necessaria per essere sempre più competitivi nello scenario globale del mercato del caffè”.
Antonio Baravalle, amministratore delegato Lavazza
Baravalle conclude: “Il 2025 si è aperto con una traiettoria ancora molto complessa: non solo lo scenario geopolitico sempre più complicato, ma anche ulteriori aumenti record delle quotazioni delle materie prime, a cui si aggiunge l’attuale tematica dei dazi per gli Stati Uniti. Nonostante queste difficoltà, abbiamo sempre voluto mantenere i nostri investimenti in Ricerca e Sviluppo, e nell’anno del nostro 130° anniversario siamo pronti a rilanciare con l’innovativo sistema Tablì, che ci permette di aprire una nuova categoria merceologica – la “tab” fatta 100% di caffè – in un segmento strategico come quello del single-serve”.
Contemporaneamente il Gruppo Lavazza ha presentato in anteprima Tablì, il sistema porzionato innovativo per una nuova esperienza di consumo
La svolta importante non solo per il Gruppo, ma per l’intero settore, è così presentata: il sistema prozionato Tablì – che si compone di una tab 100% caffè e di una macchina appositamente studiata con un sistema di erogazione all’avanguardia – apre una nuova categoria merceologica nel mondo del caffè grazie a una soluzione non presente ad oggi sul mercato.
Secondo la Lavazza Tablì è la prima tab 100% caffè sviluppata a seguito dell’acquisizione nel 2020 di una start up italiana, Caffemotive, e della sua idea di “tab”: da lì, un percorso di innovazione continua che conta oltre 15 nuovi brevetti e che ha rivoluzionato l’idea iniziale, creando un vero e proprio sistema composto da tab e macchina, sviluppando una nuova tecnologia per la produzione della tab e mettendo a punto un progetto su scala industriale, con garanzia di qualità eccellente e costante.
La perfetta combinazione di ricerca e design, infatti, permette di esaltare l’aroma, il colore e il gusto del caffè per offrire un’esperienza sensoriale completa, con una straordinaria qualità in tazza senza bisogno di alcun involucro protettivo per l’estrazione del caffè.
Ilsegmentosingle-serve/monoporzionatorappresentaunacomponentestrategicanelmercato globaledelcaffè, sia in termini di crescita che di adattamento alle nuove esigenze dei consumatori, proponendo soluzioni pratiche e di alta qualità per il consumo domestico di caffè. Nel 2024, il segmento a livello globale ha visto un incremento a volume di oltre il +4% e a valore di oltre il +3%. Le soluzioni di economia circolare sono un fattore di sviluppo del segmento e Tablì si inserisce in questo contesto andando ad affiancare le altre proposte caffè macinato, grani, capsule e cialde del Gruppo Lavazza per il consumo domestico.
La presentazione di Tablì sarà aperta al pubblico dal 6 al 13 aprile in occasione della Milano Design Week 2025, con l’installazione Source of Pleasure realizzata in collaborazione con l’architetta e designer brasiliana Juliana Lima Vasconcellos, un progetto site-specific al centro del cortile del Palazzo del Senato, sede dell’Archivio di Stato di Milano.
Bilancio consolidato: Principali indicatori dell’esercizio 2024
L’esercizio2024èstatocaratterizzatodaun’ulterioreimpennatadellequotazionidelcaffè, che ha visto aumenti di oltre il +70% rispetto 2023 sia per l’Arabica che per la Robusta, aumento sul quale insiste il perdurare di quotazioni estremamente elevate anche nel 2025 (un aggiuntivo +20% per l’Arabica e +10% per la Robusta nei primi mesi del nuovo anno).
Nel comunicato Lavazza lapersistenzadell’aumentodelcostodellematerieprime edelcontestoinflattivohaavutoun effettosuiprezzialconsumo, impattando negativamente sul potered’acquistodeiconsumatori in tutti i mercati e le geografie. Questo fenomeno ha portato a un calo dei volumi di vendita, generando una contrazione media del mercato del caffè globale di circa il -3,5% solo negli ultimi due anni, a dimostrazione delle difficoltà che l’intero settore sta sostenendo.
Il Gruppo Lavazza ha affrontato queste turbolenze con una forte attenzione nella gestione dei costi a tutti i livelli, sia operativi che di capitale. La strategia del Gruppo si è focalizzata sulla protezione della redditività, per consentire la tutela e valorizzazione dei collaboratori e la capacità di investimento, fondamentale per rimanere competitivi nello scenario globale del mercato del caffè.
Tra gli altri punti di forza, la diversificazionegeografica ha consentito di assorbire meglio gli impatti negativi in Europa, confermando la resilienza e la capacità di adattamento del Gruppo in un contesto competitivo difficile. Questo ha permesso di concentrare le energie sulla crescita negli Stati Uniti, con un incremento del 12% del fatturato, e di mantenere una presenza importante e un ruolo di leadership nei mercati europei maturi dove, nonostante un calo dei volumi, il fatturato registra andamenti positivi nelle geografie chiave, come ad esempio Italia e Francia (rispettivamente +4% e +2%).
Entrando nel dettaglio dei risultati, nel 2024 ilGruppoharegistratouna crescita del fatturatosianel canale Casa (che include tutti i prodotti di caffè che sono destinati all’uso domestico, come le confezioni di caffè macinato, le capsule, le cialde e i chicchi di caffè) sia nel canale Fuori Casa (i prodotti di caffè destinati all’uso in bar, ristoranti, hotel, uffici, distributori automatici), arrivando a €3,35miliardi, con un +9,1% rispetto al 2023 in cui aveva registrato ricavi per €3,1 miliardi.
L’EBITDA del Gruppo, pari a € 312 milioni, mostra una crescita (+18,6%) rispetto a € 263 milioni del 2023, con un EBITDAmarginparial9,3%, rispetto al 8,6% del 2023.
L’EBIT si è attestatoa€ 130milioni, rispetto a € 97 milioni dell’esercizio 2023
L’utilenettoèstatoparia€82milioni, rispetto ai € 68 milioni dello scorso esercizio (+20,6%).
La posizione finanziaria netta a fine 2024 è negativa per – €511 milioni e riflette le operazioni straordinarie, in particolare l’OPA su IVS Group (IVSG) attuata nell’esercizio 2024.
La struttura dell’operazione su IVS Group – primo operatore nel vending in Italia e secondo in Unione Europea – ha portato all’acquisizione del 49% di IVSG tramite OPA, e successivo delisting. È previsto un eventuale esercizio delle opzioni a partire dal 2027, in seguito alle quali, subordinatamente all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni regolamentari, il Gruppo Lavazza potrebbe acquisire il controllo su IVSG.
Antonio Baravalle Lavazza
“Il 2024 ha segnato il primo anno completo dall’acquisizione di MaxiCoffee, avvenuta a marzo 2023, i cui risultati hanno confermato le previsioni, attestandosi su livelli consistenti e rafforzando la strategia multibrand del Gruppo Lavazza. Inoltre, l’OPA lanciata ad aprile scorso su IVS Group e il possibile esercizio delle opzioni a partire dal 2027 contribuirebbero a consolidare la posizione del Gruppo, garantendo l’espansione futura del nostro portafoglio e delle nostre capacità, con un focus particolare sui canali Distribuzione Automatica e OCS (Office Coffee Service) – aggiungeAntonioBaravalle, ceo delGruppoLavazza– “Continuiamo a guardare avanti, con l’espansione in Nord America, il consolidamento in Europa come leader omnichannel (con focus su Italia, Francia, UK e Germania), lo sviluppo del segmento single-serve anche con Tablì e la crescita in Cina attraverso i coffee shop realizzati con il nostro partner Yum China”.
I dipendenti del Gruppo nel 2024 sono oltre 5.500 nel mondo
Lavazza, sempre in ottica di integrazione dei principi ESG nel proprio modello di business, considera il capitale umano la risorsa primaria per un percorso di sviluppo sostenibile e di lungo termine per un Gruppo che sta diventando sempre più globale, e continuerà a investire nelle persone per promuovere un clima lavorativo positivo, inclusivo e guidato da merito ed equità, in cui sono coniugate le esigenze di flessibilità organizzativa e produttiva con quelle di un migliore work-lifebalance (tra cui esteso programma welfare, possibilità di smart working di 10 giorni al mese, congedi care-giver e di paternità ampliati, “venerdì brevi” nei mesi estivi).
Anche nel 2024, in linea con le pratiche consolidate e previste nell’ambito dei contratti integrativi aziendali, tutti i dipendenti sono stati attivamente coinvolti e hanno beneficiato di sistemi incentivanti, progettati per premiare e favorire una cultura orientata al raggiungimento degli obiettivi.
Le cifre erogate in Italia, a fronte del raggiungimento dei risultati 2024, si confermano ancora una volta molto significative, anche perché collegate a sistemi di ridistribuzione del valore effettivamente generato, arrivando a riconoscere un premio per obiettivi che, sia per gli uffici direzionali che per le principali unità produttive italiane, haraggiuntounimportofinoa3.800eurolordiperogniPersona.
La scheda sintetica del Gruppo Lavazza
Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Il Gruppo è oggi tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un portfolio di marchi leader nei mercati di riferimento come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse.
È attivo in tutti i segmenti di business, presente in 140 mercati, con 8 stabilimenti produttivi in 5 Paesi. La presenza globale è frutto di un percorso di crescita che dura da 130 anni e gli oltre 30 miliardi di tazzine di caffè Lavazza prodotti all’anno sono oggi la testimonianza di una grande storia di successo, per continuare a offrire il miglior caffè possibile in qualsiasi forma, curando ogni aspetto della filiera, dalla selezione della materia prima al prodotto in tazza.
Il Gruppo Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè grazie ai continui investimenti in Ricerca e Sviluppo: dall’intuizione che ha segnato il primo successo dell’impresa – la miscela di caffè – allo sviluppo di soluzioni innovative per i packaging; dal primo espresso bevuto nello Spazio alle decine di brevetti industriali sviluppati.
Un’attitudine a precorrere i tempi che si riflette anche nell’attenzione rivolta al tema della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – considerata da sempre un riferimento per indirizzare la strategia aziendale. “Awakening a better world every morning” è il purpose del Gruppo Lavazza, che ha l’obiettivo di creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, unendo la competitività alla responsabilità sociale e ambientale.
Matteo Parisi, cofounder di Vinhood (immagine concessa)
MILANO – Vinhood è una realtà nata nel 2016 con l’idea di connettere il mondo dei consumatori con quello delle aziende. Inizialmente era focalizzata solo sulla filiera del vino (da qui l’origine del nome) ma, con il tempo, il brand ha cominciato a specializzarsi anche attraverso il caffè.
Grazie all’innovativa web app, Vinhood suggerisce il caffè più adatto a ciascun utente, ponendo una serie di domande sulle preferenze alimentari necessarie all’algoritmo per calcolare il profilo sensoriale e aiutare il consumatore finale ad una scelta più consapevole.
Per saperne di più, abbiamo chiesto a Matteo Parisi, co-founder dell’azienda e a Viola Cereda, responsabile del dipartimento Sensory, maggiori informazioni sul progetto.
Parisi, come è nato Vinhood e con quale scopo?
Parisi racconta: “Siamo nati nel 2016 con l’obiettivo di mettere in contatto il mondo dei consumatori e quello della filiale di prodotto. Abbiamo iniziato con il vino per poi passare anche al caffè. Il nostro core business è lo studio e il lavoro sul gusto. Andiamo a creare esperienze di ingaggio che trasformiamo successivamente in strumenti, i quali vengono donati ai consumatori per comprendere meglio il loro gusto personale, conoscendo il loro palato tramite domande appositamente studiate sulle abitudini gustative.
Questo ci dà modo, grazie al nostro algoritmo proprietario, di comprendere le loro risposte e analizzarne gli impatti sulle essenze gustative. Il nostro modello proprietario riesce quindi dalle risposte date e le logiche algoritmiche sottostanti a formare in seguito il profilo del palato.
Sul caffè, ad esempio, abbiamo cinque caratteri di gusto. E, una volta che è stato formato il carattere del gusto del cliente, vengono consigliati i caffè perfetti in base al suo profilo. Questo sistema è stato scelto da varie aziende per ingaggiare i propri consumatori. Ad oggi lavoriamo con più di 40 Paesi al mondo.
Raccogliamo una serie di dati con cui studiamo i trend di gusto dei mercati, grazie ai quali aiutiamo le aziende anche a comprendere e a predire i gusti che ci saranno, in maniera tale da ottimizzare o lanciare un nuovo prodotto e capire come entrare al meglio in un determinato settore.
L’app di Vinhood (immagine concessa)
Abbiamo sia un dipartimento dedicato alla sensory data, formato da data analist del gusto, sia da esperti del prodotto, perciò composto da sommelier del vino fino ad arrivare ai caffesperti. Ogni specifico prodotto deve essere trattato con i rispettivi esperti del settore. Oltre a questo, sempre per rimanere nell’ambito del caffè, abbiamo una grande rete di aziende torrefattrici e di istituzioni, come l’Università di Firenze Scienze Sensoriali, con cui collaboriamo ogni volta che facciamo studi approfonditi o abbiamo progetti a tema”.
Come curate l’aspetto della sostenibilità?
“Il progetto Vinhood nasce dalla mission di educare i consumatori. Non andiamo a proporre brand di caffè o miscele a caso ma vogliamo essere il punto di riferimento per educare il consumatore ad essere indipendente e ad arrivare ad un acquisto consapevole in piena autonomia.
Oltre a ciò, aiutiamo con i nostri dati e la conoscenza di trend di gusto le aziende a lavorare con i prodotti free from come, ad esempio, low sugar o no fat. Grazie alla collaborazione con Vinhood si rendono questo tipo di offerte più accessibili a tutti, a livello gustativo.
Il test del gusto (immagine concessa)
In alcuni supermercati, come Iper o Conad, sono presenti i nostri totem digitali, focalizzati su vino e birra, grazie ai quali il consumatore può riapprendere meglio determinati contenuti, in maniera tale da aiutarli verso una scelta più consapevole del prodotto.
Inoltre, sempre sulle schede di prodotto, ci sono anche informazioni sulla parte sostenibile dedicata alla componente packaging”.
Avete partecipato al SIGEP. Avete riscontrato interesse da parte delle aziende?
“Assolutamente sì. Abbiamo partecipato per incontrare i nostri clienti di persona e per conoscere nuove realtà, anche sul fronte del caffè, per raccontare loro il nostro percorso. L’apertura mentale verso l’innovazione e l’interesse al comprendere sempre di più i gusti del consumatore nel settore del caffè sono in rapida ascesa, soprattutto se paragonati al periodo pre-Covid. Ci sono molte più realtà interessate nel modo in cui si sta modificando il consumo diverso del prodotto.
Il nostro test che abbiamo introdotto è un modo per lanciare un approccio che parte dai consumatori stessi”.
Questo interesse si riscontra anche nella web app di Vinhood?
“Assolutamente. Riscontriamo un forte utilizzo dei nostri servizi di ingaggio. Sia dai dati inviati dai clienti che da quest’ultimi che ci chiamano per avere questo servizio. Stesso discorso vale per i progetti sensoriali: il 75% dei nuovi prodotti fallisce entro un anno dal lancio.
Più della metà di questi riscontrano la causa del fallimento nel momento della verità in cui i clienti assaggiano il prodotto per la prima volta. Questo fa capire quanto sia importante il gusto nel prodotto.
Le aziende, ad oggi, per creare un nuovo prodotto spendono in media 1-2 anni di sviluppo e possono arrivare a pagare fino 2 milioni di euro. Perciò aiutiamo le aziende ad accorciare e a risparmiare per la creazione del prodotto. Bisogna calcolare anche questo aspetto quando si parla di sostenibilità considerando che aiutiamo a mitigare gli sprechi. C’è dunque sempre un maggiore attenzione anche da parte delle aziende”.
Nell’app è possibile interagire con gli esperti del caffè e creare così un forte senso di community
“L’app propone al cliente varie esperienze e anche appuntamenti, proposti da noi o da nostri partner, dove spingiamo ad interagire direttamente con la filiera confrontandosi con i più esperti: ciò rende il consumatore finale sempre più consapevole nei suoi acquisti”.
Cereda, come viene studiata la taste identity del consumatore? Quali parametri e domande avete scelto per indicare qual è il caffè più adatto per ciascuno nell’app?
Viola Cereda spiega: “Il nostro approccio allo studio della taste identity del consumatore si basa su un modello di segmentazione degli individui in base alle loro preferenze sensoriali.
Viola Cereda (immagine concessa)
Attraverso quello che chiamiamo “Test del Gusto” analizziamo parametri chiave come dolcezza, amarezza, acidità e la preferenza per specifiche famiglie aromatiche, parametri che ci aiutano a definire le preferenze degli individui e calcolare il loro profilo. Una volta ottenuto il profilo dell’individuo capiamo qual è il prodotto che presenta le caratteristiche sensoriali più vicine ad esso.
Per determinare il caffè più adatto a ciascun utente, poniamo una serie di domande sulle preferenze alimentari necessari all’algoritmo per calcolarne il profilo (taste identity).
Successivamente l’algoritmo confronta questo input con i profili dei prodotti, garantendo una raccomandazione personalizzata. Questo metodo ci permette di andare oltre le semplici dichiarazioni di preferenza, individuando pattern più profondi e aiutando i consumatori a scoprire il caffè più in linea con la loro identità sensoriale”.
Com’è il palato degli italiani riguardo il caffè? Come si differenzia dall’estero?
“Sulla base dei dati a nostra disposizione, possiamo affermare che in Italia il segmento di consumatori più abbondante predilige ancora caffè torrefatti, caratterizzati da una nota amara moderata e da note aromatiche scure di cacao o cioccolato. Questa preferenza è probabilmente influenzata e rafforzata dalla grande familiarità con l’espresso, che rappresenta un elemento centrale nella quotidianità di molte persone.
Tuttavia, esiste anche un altro segmento di consumatori con un gusto orientato verso caffè dall’acidità delicata, in cui la dolcezza resta percepibile grazie a una torrefazione meno intensa e le cui note aromatiche si allontanano da quelle più scure e spazio tra note più fruttate e dolci. Ciò che risulta interessante è che questa tipologia di consumatori è molto più diffusa in altri Paesi, come ad esempio in Francia”.
Chicchi di caffè tostato (Image by Couleur from Pixabay)
MILANO – Il tonfo delle borse, all’indomani dell’annuncio dei dazi di Trump, non contagia i mercati del caffè, che subiscono perdite contenute: a Londra la prima posizione chiude addirittura in rialzo. In una giornata in cui Wall Street ha bruciato 2.000 miliardi di dollari, i listini europei 422 miliardi di euro e il petrolio è arrivato a perdere il 7%, i futures del caffè hanno registrato ribassi contenuti riflettendo fondamentali solidi, ma anche i timori che le tariffe elevate imposte ad alcuni importanti paesi produttori possano gravare sulla supply chain degli Stati Uniti, il massimo paese consumatore mondiale di caffè.
A dare supporto ai mercati hanno contribuito inoltre l’andamento negativo del dollaro e il taglio della stima sulla produzione brasiliana da parte di StoneX.
A New York, il contratto per scadenza maggio è arretrato di meno dell’1% (360 punti), a 385,25 centesimi.
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BINASCO (Milano) – In occasione delle celebrazioni dedicate alla Giornata nazionale del Made in Italy, Cimbali Group – azienda riconosciuta come impresa storica nel Registro Imprese Storiche di Unioncamere e detentrice di tre marchi iscritti nel Registro speciale dei Marchi Storici d’interesse nazionale del MIMIT – attraverso il suo museo d’impresa MUMAC, organizza un’iniziativa speciale dedicata all’eccellenza italiana nel mondo del caffè.
Cimbali Group per la Giornata nazionale del Made in Italy
Da oltre un secolo, Cimbali Group è simbolo del Made in Italy a livello internazionale. La scelta di partecipare ai festeggiamenti dedicati alla Giornata nazionale del Made in Italy, si inserisce in un percorso di valorizzazione della cultura d’impresa che, da sempre, il Gruppo porta avanti raccontando la storia e l’innovazione delle macchine per caffè espresso, e con la partecipazione ad associazioni come Museimpresa e, da oggi, anche attraverso l’adesione all’Associazione Marchi Storici d’Italia.
“Per noi è motivo di orgoglio e soddisfazione che tre dei nostri marchi siano stati riconosciuti tra quelli storici d’interesse nazionale. Da sempre la nostra identità aziendale ci porta alla ricerca continua della qualità in tazza non dimenticando mai di valorizzare e promuovere i valori legati alla cultura d’impresa e al Made in Italy che sono un elemento distintivo nel mondo.Celebrare questa giornata è per noi un’occasione per ribadire questo impegno e per sottolineare quanto sia importante raccontare l’italianità anche attraverso la storia delle nostre imprese”, ha commentato Fabrizia Cimbali, amministratore delegato Cimbali Group.
Cimbali Group conMUMAC apre quindi le sue porte con un evento speciale – in programma il 6 aprile dalle 16.30 alle 21.00 -, che racconta il valore del Made in Italy attraverso le storie, i marchi storici, le fondazioni culturali, i musei d’impresa, le loro collezioni e gli archivi, riconoscendone il ruolo sociale e il contributo allo sviluppo economico e culturale del Paese.
L’appuntamento si sviluppa attraverso una tavola rotonda d’eccezione e l’esposizione fotografica “Donne motori? Gioie e basta”. L’obiettivo? Dare voce ad un sistema che, attraverso la cultura, l’arte e la bellezza, dà valore alle eredità culturali che si celano dietro al “saper fare italiano”, anche in relazione ai patrimoni identitari rappresentati, custoditi e valorizzati dalle collezioni aziendali.
Al centro dell’evento, la tavola rotonda “Imprese tra storia, design, identità e innovazione”, moderata da Barbara Foglia, MUMAC Director, che riunirà esperti di rilievo nel panorama culturale e imprenditoriale italiano:
Fabrizia Cimbali, Amministratore delegato Cimbali Group
Elisabetta Cozzi, Presidente Museo Fratelli Cozzi
Armando de Nigris, Vicepresidente dell’Associazione Marchi Storici e Presidente Gruppo Giovani dei Marchi Storici
Cinzia Pagni, Presidente ADI Lombardia
La mostra fotografica “Donne e Motori? Gioie e basta”
In collaborazione con il Museo Fratelli Cozzi, il MUMAC ospiterà la mostra fotografica “Donne e Motori? Gioie e basta”, un progetto dell’Associazione Friends of Museo Fratelli Cozzi, con scatti della fotografa Camilla Albertini. Attraverso le immagini di 40 donne scelte per il loro impegno professionale, sociale, politico
e culturale, a bordo delle storiche auto Alfa Romeo conservate al Museo Fratelli Cozzi, l’esposizione racconta il superamento di luoghi comuni e stereotipi di genere, permettendo all’osservatore di cogliere l’elemento narrativo di rispetto e considerazione, in un’ottica di responsabilità sociale d’impresa che si fa attenta promotrice dei valori legati alla vera parità di genere, attraverso la bellezza e l’eleganza delle persone e delle auto ritratte.
Dopo il successo alla Camera dei Deputati, al Consiglio Regionale della Lombardia e in altre sedi culturali italiane e internazionali, la mostra approda al MUMAC con un inedito scatto speciale, ad opera della fotografa Camilla Albertini. Barbara Foglia ed Elisabetta Cozzi, insieme a Fabrizia Cimbali, condividono l’obiettivo con un’iconica Alfa Romeo Giulia SS e testimoniano ancora una volta l’importanza della collaborazione tra musei d’impresa che fanno della loro identità un marchio distintivo.
La scheda sintetica di Cimbali Group
Cimbali Group è tra i principali produttori di macchine professionali per caffè e bevande a base di latte e di attrezzature dedicate alla caffetteria. Il Gruppo, di cui fanno parte i brand La Cimbali, Faema, Slayer e Casadio, opera attraverso tre stabilimenti produttivi in Italia e uno negli Stati Uniti (a Seattle, dove vengono prodotte le macchine a marchio Slayer), impiegando complessivamente oltre 800 addetti.
L’impegno del Gruppo per la diffusione della cultura del caffè espresso e per la valorizzazione del territorio si è concretizzato nel 2012 con la fondazione del MUMAC – Museo della Macchina per Caffè, la prima e più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine per il caffè espresso situata all’interno dell’headquarter di Cimbali Group a Binasco. MUMAC ospita MUMAC Academy, l’accademia della macchina per caffè di Cimbali Group, centro di formazione, divulgazione e ricerca.
La scheda sintetica di MUMAC – Museo della macchina per caffè di Cimbali Group
Nato nel 2012 in occasione del centenario della fondazione dell’impresa da parte di Giuseppe Cimbali a Milano, il museo, grazie alle collezioni Cimbali e Maltoni, è la più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine professionali per il caffè espresso; con oltre 100 pezzi esposti all’interno dell’headquarter di Cimbali Group situato a Binasco (Milano) racconta più di 100 anni di storia e dell’evoluzione di un intero settore del Made in Italy, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche del design e dello stile dei prodotti e dei costumi legati al consumo della bevanda.
Oltre alle macchine esposte, MUMAC è dotato di altri 250 pezzi a disposizione per rotazioni all’interno del museo o prestiti worldwide, di un fondo librario con circa 1.300 volumi tematici e di un archivio con decine di migliaia di documenti tra foto, brevetti, lettere, cataloghi, utili a ricostruire la storia della macchina per caffè espresso. MUMAC produce contenuti culturali originali quali mostre, tavole rotonde e volumi divulgativi (tra cui il libro SENSO ESPRESSO. Coffee. Style. Emotions), organizza iniziative educational dedicate a scuole, università e famiglie e, attraverso MUMAC Academy, propone corsi rivolti ai professionisti del settore e ai coffee lover.
Andrea Bazzara ci racconta come nasce l’idea del Trieste Coffee Experts e le grandi novità previste per l’ottava edizione che si terrà il 6 e 7 dicembre all’hotel Savoia Excelsior Palace di Trieste. Un’edizione importante, intitolata “Coffee Megatrends”, la cui ambizione è quella di compattare ancor di più il settore caffè con l’obiettivo di trovare soluzioni collettive al momento caotico che sta avvolgendo l’intero comparto.
Bazzara, perché organizzare il Trieste Coffee Experts?
La risposta è abbastanza semplice: il Trieste Coffee Experts nasce dall’esigenza di creare un punto d’incontro per un gruppo di persone che ha a cuore le sorti del caffè.
Un’esigenza che abbiamo percepito nel corso degli anni, e che ci ha spinto a pensare a un format dedicato alla riflessione e al dialogo. Il TCE è un evento capace di radunare il comparto con l’obiettivo di fare rete.
E più il mondo del caffè riuscirà a stringere le maglie di questa rete, più si dimostrerà impermeabile e resiliente di fronte alla mole di critiche e all’abbandono generalizzato che spesso aleggia su una filiera così importante per il nostro Paese”.
Esigenza che porta all’ideazione degli Stati Generali?
“Certo. In un momento molto caotico per il comparto, il Trieste Coffee Experts diventa una manifestazione ancora più strategica e gli Stati Generali del Caffè, che si terranno durante l’edizione “Coffe Megatrends” del 6 e 7 dicembre, nascono non da una trovata individuale, ma da un’esigenza collettiva, espressa a gran voce proprio dai partecipanti della settima edizione.
Al Trieste Coffee Experts, non ci sarà lo spazio per la parola “paura”, ma ci sarà sempre posto per la voce di chi vuole trovare una strada comune, perché oggi fare rete non è una possibilità, fare rete è l’unica via. E gli Stati Generali rappresentano in questo la massima espressione del confronto, che deve necessariamente portare il comparto a soluzioni corali e durature nel tempo”.
Bazzara, si prevedono altre importanti novità?
“L’ottava edizione del TCE si amplia con l’apertura dell’evento al mondo delle torrefazioni. E quando parliamo di torrefattori, bisogna sicuramente sottolineare il sostegno che ci stanno dando realtà importanti come l’Associazione Caffè Trieste con Presidente Arianna Mingardi, il Gruppo Italiano Torrefattori Caffè con Presidente Omar Zidarich, il Consorzio di tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale con Presidente Giorgio Caballini e l’Istituto Nazionale Espresso Italiano (Inei) presieduto da Luigi Morello.
Non bisogna dimenticare che i torrefattori sono tra i più importanti ambasciatori dell’espresso italiano nel mondo e la loro presenza è cruciale per elevare il livello della rassegna e tracciare una strada comune”.
Obiettivo fare rete, ma anche divulgare…
“Sì, divulgare è una responsabilità, un dovere. Sono anni che indirizziamo gran parte dei nostri sforzi verso una diffusione e condivisione della cultura del caffè di qualità, sia a livello nazionale che internazionale. Lo facciamo attraverso l’Academy, attraverso la creazione di libri, attraverso la realizzazione di collane video, attraverso la pubblicazione di numerosi articoli su riviste del settore e ovviamente attraverso anche l’organizzazione di eventi come il Trieste Coffee Experts.
Ci impegniamo affinché il TCE rappresenti anche uno spazio in grado di appassionare il pubblico esterno e avvicinare i non addetti ai lavori al magico mondo del caffè.
Per questa ragione la conferenza sarà disponibile in diretta streaming, sia in italiano che in inglese. Viviamo un periodo storico in cui non ci possiamo permettere di stare tra le mura del castello, ma dobbiamo uscire e fare chiarezza, discutere, raccontare. Insomma divulgare”.
Con quali aspettative prepararsi all’ottava edizione?
“Non bisogna vivere di aspettative, ma di fatti. Tuttavia sicuramente la risposta di media e partner di caratura internazionale mi ha fatto pensare ancora una volta quanto noi italiani abbiamo tutte le potenzialità per diffondere la cultura del caffè di qualità. Se questa bevanda viene sempre più apprezzata in tutto il mondo, specie nei mercati emergenti di India e Cina, questo lo si deve anche al saper fare italiano. Ambasciatori di un elisir che scandisce la quotidianità di oltre un miliardo e mezzo di persone in tutto il mondo.
Noi Bazzara siamo orgogliosi di quanto fatto per il comparto in questi lunghi anni, ma se il Trieste Coffee Experts è riuscito a concretizzarsi, passando da sogno a realtà duratura – siamo all’ottava edizione – bisogna ringraziare anche i nostri sponsor.
Stiamo parlando di grandi nomi quali: Clubhouse, IMF, Alkaff, Brita, Demus, Ima Petroncini, Opem, Colombini, Pulycaff, e molti altri… tanti amici che ci hanno sempre sostenuto, iniziando il percorso con noi senza mai abbandonarlo in tutti questi anni. L’attenzione e la dedizione che hanno sempre messo anche nel diffondere e comunicare il nostro evento è l’energia che fa splendere rassegne tra le quali il Trieste Coffee Experts”.
La platea dell'Honduras Coffee Fest 2025 (immagine concessa)
SANTA ROSA DE COPAN – “Siamo in un periodo di grande incertezza e instabilità dei prezzi: un contesto che non si è mai visto prima nel nostro settore”. Con queste parole Alberto Polojac ha aperto il suo intervento durante l’Honduras Coffee Fest 2025, uno degli eventi più attesi del panorama internazionale del caffè, tenutosi nel capoluogo del dipartimento di Copàn.
Davanti a una platea composta da produttori ed esportatori locali, Polojac, di Imperator S.r.l. di Trieste (importatore di caffè crudo) ha analizzato la drammatica situazione dei mercati globali del caffè, con i prezzi che hanno raggiunto livelli record sia per l’Arabica ( vicine a 4$ per libbra nella Borsa di New York) che per il Robusta (che ha toccato i 5.400 dollari per tonnellata a Londra).
I visitatori all’evento (immagine concessa)
“I cambiamenti climatici hanno avuto un impatto devastante sui raccolti“, ha sottolineato Polojac, “particolarmente nell’ultimo trimestre in Brasile, Vietnam, Colombia e America Centrale. In Honduras, le recenti alluvioni hanno compromesso circa il 15% della produzione nazionale, aggravando ulteriormente la situazione dell’offerta globale mentre la domanda continua a crescere”.
Durante il suo intervento, Polojac ha anche affrontato il tema della European Union Deforestation Regulation (EUDR), la normativa europea che entrerà in vigore a dicembre 2025 e che imporrà nuove regole per i prodotti importati nell’UE, tra cui il caffè.
“Questa regolamentazione rappresenta una sfida ma anche un’enorme opportunità per i produttori honduregni”, ha spiegato. “Chi investirà in tracciabilità e pratiche sostenibili avrà un vantaggio competitivo fondamentale nel mercato europeo”.
Secondo i dati presentati, l’Honduras, quinto produttore mondiale di caffè, potrebbe beneficiare particolarmente di questa transizione grazie ai suoi programmi di sostenibilità già avviati nelle regioni di Santa Bárbara e Copán, dove diverse cooperative stanno implementando sistemi di tracciabilità basati su blockchain.
Il relatore ha concluso il suo intervento con un appello all’innovazione: “Per affrontare al meglio queste sfide, è fondamentale puntare su metodi più efficaci di produzione, formazione sul campo e soluzioni tecnologiche all’avanguardia, creando un mercato del caffè più resiliente e pronto a fronteggiare le difficoltà future.”
L’intervento di Polojac è stato seguito da un workshop pratico sulla tracciabilità del caffè con oltre 200 partecipanti, confermando l’interesse crescente del settore verso queste tematiche di cruciale importanza per il futuro dell’industria caffeicola.
I vincitori del Premio Maestro dell’arte della cucina italiana (immagine concessa)
ROMA – Fipe-Confcommercio esprime le più vive congratulazioni ai vincitori del Premio Maestro dell’arte della cucina italiana, assegnato il 2 aprile dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida.
Il premio rappresenta un simbolo di valorizzazione e tutela della nostra tradizione gastronomica, riconoscendo il talento e l’impegno di coloro che quotidianamente contribuiscono a preservare e innovare la cultura culinaria del nostro Paese.
Per questo motivo la Federazione Fipe, presente alla cerimonia con il Presidente Lino Enrico Stoppani, sottolinea l’importanza di questo riconoscimento per la promozione della cucina italiana a livello globale.
I premi sono stati conferiti a figure che si sono distinte per il loro contributo alla valorizzazione delle eccellenze italiane.
Tra i vincitori di quest’anno figurano: Iginio Massari, premiato per l’arte della pasticceria italiana; Carlotta Fabbri, per l’arte della gelateria; Franco Pepe, per l’arte della pizza; Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, per l’arte della gastronomia; Piercristiano Brazzale, per l’arte casearia; Maria Francesca Di Martino, per l’arte olivicola italiana; Riccardo Cotarella, per l’arte vitivinicola, e infine Massimo Bottura, che ha ricevuto il Premio maestro dell’arte della cucina italiana.
L’importanza di questo premio non risiede solo nel suo valore simbolico, ma anche nel suo ruolo fondamentale nel rafforzare la presenza della cucina italiana nel mondo. La cucina italiana non è solo una questione di piatti e ingredienti, ma è una vera e propria espressione di cultura che riesce a raccontare la storia e le radici del nostro Paese. Il Premio, pertanto, non solo celebra i singoli talenti, ma diventa un formidabile strumento di soft power per promuovere l’eccellenza della cucina italiana a livello internazionale, consolidando il nostro Paese come punto di riferimento gastronomico globale.
Da una piccola bottega di Lecce a un marchio inconfondibile del caffè in Puglia: la storia della famiglia Quarta attraversa quattro generazioni. Oggi, Edoardo Quarta si fa portavoce di una nuova sfida con un’attenzione particolare per lo specialty. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Vivian Petrini per il portale d’informazione Cibo Today.
La storia di Quarta Caffè
LECCE – Nel cuore del Salento, dove il caffè è un rituale quotidiano, tra il profumo intenso della tostatura e la passione tramandata di padre in figlio, nasce la storia della torrefazione Quarta Caffè. Un nome che oggi è sinonimo di eccellenza, ma che affonda le radici in una piccola bottega familiare nel centro di Lecce, dove tutto ebbe inizio più di 70 anni fa. Sotto la guida di Antonio Quarta e dei figli Gaetano ed Edoardo, l’azienda continua a crescere e a distinguersi per la ricerca della qualità, la sostenibilità e l’innovazione.
Nel primissimo dopoguerra, Antonio Quarta non si occupava solo di caffè: nella sua bottega produceva e vendeva anche gazzose e ghiaccio, un bene prezioso in un’epoca in cui i frigoriferi erano un lusso per pochi.
“Mio bisnonno Antonio aveva questa bottega dove, oltre a tostare il caffè, vendeva anche ghiaccio. Era l’unico a produrlo a Lecce e lo consegnava con una carrozza nelle case della città”, ci racconta Edoardo Quarta, la quarta generazione ora al timone dell’azienda di famiglia.
La storia del ghiaccio e del caffè si intreccia con quella del famoso caffè in ghiaccio – chiamato anche caffè leccese seppur non tutti sono d’accordo su questa dicitura – una tradizione salentina ormai esportata ovunque e di cui i Quarta rivendicano la paternità.
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Edoardo Quarta da qualche anno ha avviato un progetto nel mondo del caffè specialty. Dopo esperienze nelle cucine stellate, ha deciso di portare la sua passione per la qualità all’interno dell’azienda di famiglia. “Ho intrapreso un percorso di formazione ottenendo certificazioni di alto livello, tra cui la Q-Grader, la più prestigiosa nel mondo del caffè”, racconta a Cibo Today.
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L’iniziativa del brand La Romana è nata con l’idea di reinventare la gelateria a pochi passi da piazza Duomo di Treviso attraverso gli occhi della Generazione Z e Alpha, che fin da giovanissimi hanno familiarità con tecnologie e dispositivi mobili. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Treviso Today.
H-Farm e La Romana per le generazioni più giovani
MILANO – H-Farm e gelateria La Romana hanno unito le forze per ridisegnare il futuro dell’esperienza del gelato artigianale. Partendo da un brief che identificava alcune sfide reali del retail tradizionale, dalla collaborazione tra le due realtà è scaturito un processo creativo che ha coinvolto diverse generazioni e competenze per dare forma alla gelateria del domani.
L’obiettivo era reinventare l’experience de La Romana attraverso gli occhi della Generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2012) e della Generazione Alpha, i veri nativi digitali nati tra il 2010 e il 2025, che fin da giovanissimi hanno familiarità con tecnologie e dispositivi mobili.
Il percorso ha preso il via con una sfida della durata di due mesi, una challenge, rivolta agli studenti di H-Farm College. Il Career Service ha supportato La Romana nella stesura di un brief, invitando gli studenti a sviluppare progetti originali in linea con le richieste dell’azienda.
Tra i team finalisti, “Stracciatella alle More” si è distinto presentando un concept rivoluzionario basato sulle tecnologie Nfc e AI, capace di trasformare ogni gusto di gelato in un’esperienza narrativa immersiva.
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