mercoledì 12 Novembre 2025
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Rizzuto, la caffetteria che a Palermo riapre con specialty: “Da noi ora l’80% degli utenti sono dei turisti”

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Giuseppe Rizzuto all'opera (foto concessa)
Giuseppe Rizzuto all'opera (foto concessa)

MILANO – Giuseppe Rizzuto ha ripreso in mano le redini di un locale a Palermo, dopo un’esperienza importante dietro al bancone: “Gestivo l’attività di famiglia in una zona meno centrale rispetto a dove siamo ora – in Via Giovanni Meli, 82 -, vicino a una delle più grandi piazze della città. In realtà avevo già iniziato il mio percorso nello specialty nel 2017, quando un mio amico mi ha consigliato di fare un cambio nell’offerta dell’espresso.

Ho seguito dei corsi durante gli anni del Covid, partendo dalle estrazioni filtro e poi ho lavorato con le monorigini in espresso con la macchina a leva. Così ho iniziato ad acquistarne diverse da più micro roasters per capirne le differenze possibili.”

Rizzuto, nel 2023 chiude e verso la fine del 2024 avviene la riapertura

“Ho trovato questo locale piccino di 22 metri, dove però sono riuscito a infilare parecchie attrezzature, l’EK43, per l’espresso una STH9 di XVLI – una Ferrari super tecnologica con cui mi diverto a cambiare i vari parametri -.

Come miscela entry level ho un 60% Arabica e un 40% Robusta che ho scelto di mantenere per il consumatore meno abituato, poi un 100% Arabica con 5 origini (Etiopia, Perù e dal Sud America) entrambi di Caffè Morettino, più diverse monorigini selezionate da diversi torrefattori che faccio ruotare ogni 15 giorni.

L’obiettivo è quello di includere anche dei micro roaster dall’estero in futuro.

Ancora ovviamente non siamo ancora arrivati al livello dello scorso locale. Ma prima la caffetteria di famiglia era una tipica palermitana con degli specialty. Da noi ora l’80% degli utenti è composto dai turisti. Grazie al dehors raggiungo 25 sedute e il cliente può entrare per ordinare e poi si serve da solo.”

Rizzuto: “Sono partito da un costo più basso per l’espresso, 1,20 per la miscela con la Robusta, mentre per il 100% Arabica 1,50, infine dai due euro per le monorigini.”

“In realtà riesco a vendere anche i filtri di Geisha a 15 euro. Naturalmente per il palermitano medio, il mio caffè risulta particolarmente morbido. Poi ho pensato anche a migliorare il resto dell’offerta in termini di bevande, come l’iced milk che si miscela con degli sciroppi come zucca e spezie (pumpkin spice), caramello salato e tanti altri per realizzare ricette che sono più di moda.

C’è anche la variante con le bevande vegetali – ovviamente vendute con un leggero sovrapprezzo rispetto alle varianti con il latte vaccino. Ho anche deciso di applicare un aumento per il macchiato, di 20 centesimi in più.”

Ma perché ha deciso di riaprire da solo invece che andare a lavorare altrove?

Rizzuto: “Volevo aprire il mio locale e non essere alle dipendenze di nessuno. Avevo nella testa di dover avviare qualcosa che fosse mio, ma nella location giusta. Ho studiato un orario che parte dalle 7 mattino e arriva alle 7.30 di sera.”

Mercati: futures in ripresa, mentre gli operatori tornano a focalizzarsi sui fondamentali

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Il logo dell'Ice

MILANO – La messa in pausa dei dazi americani ha spostato l’attenzione degli operatori sui fondamentali specifici del caffè spingendo nuovamente al rialzo i mercati a termine. Nella seduta di ieri, lunedì 14 aprile, sono stati i robusta a segnare i rialzi più marcati. A Londra, il contratto per scadenza luglio ha guadagnato infatti il 3,8% chiudendo a 5.239 dollari.

Più modesti i guadagni di New York, con luglio che si rivaluta dell’1,4% terminando la prima seduta della settimana a 358,50 centesimi.

I Cot di New York e Londra – aggiornati a martedì 8 aprile – evidenziano intanto forti liquidazioni delle posizioni speculative in entrambi i mercati (-24% a New York e -32% a Londra)

A New York, le scorte certificate erano pari venerdì a 784.559 sacchi. A Londra, gli stock sono scesi a 4.249 lotti da 10 tonnellate, minimo delle ultime 6 settimane.

Il rally dei robusta – posizionati nuovamente ben al di sopra della soglia dei 5.200 dollari – trova giustificazione nelle minori esportazioni dei due principali produttori di questa varietà: Vietnam e Brasile.

L’export vietnamita è stato pari, nel primo trimestre 2025, a 8,5 milioni di sacchi, in calo del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. È interessante osservare, che il valore degli imbarchi verso tutti i mercati è lievitato di quasi il 50%, rispetto al primo trimestre 2024, sfiorando i 2,9 miliardi di dollari.

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Asachimici-pulyCAFF alle finali mondiali Sca come WCC cleaning sponsor

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asachimici-pulycaff
Gianfranco e Marco Carubelli (immagine concessa)

VESCOVATO (Cremona) – Asachimici-pulyCAFF ha rinnovato l’accordo con WCE – World Coffee Events e torna in pedana accanto ai concorrenti delle sette finali mondiali dei campionati SCA in qualità di WCC Official Cleaning Sponsor 2025. Afferma Gianfranco Carubelli, responsabile amministrativo di Asachimici-pulyCAFF con il fratello Marco: “L’esperienza dello scorso anno ha sottolineato il ruolo di primo piano che la pulizia delle attrezzature ha in ogni disciplina; per questo siamo orgogliosi di essere nuovamente accanto ai professionisti delle diverse categorie, ai quali offriremo le migliori condizioni di gara grazie alla pulizia delle apparecchiature effettuata con i nostri prodotti”.

C’è di più: “Abbiamo poi personalizzato in base alle particolari necessità delle diverse competizioni un vero e proprio “bagaglio” pulyCAFF, che finalisti e giudici riceveranno durante le premiazioni. Solo apparecchiature e attrezzature ben pulite, infatti, sono in grado di preservare il sapore e gli aromi racchiusi nel chicco durante le sue trasformazioni. Questo è il concetto che trasmettiamo da più di sessant’anni e l’obiettivo che vogliamo sempre migliorare grazie a una ricerca continua sulle materie prime, l’efficacia dei formulati e le confezioni, sempre più amiche dell’ambiente”.

Asachimici-pulyCAFF ai Campionati mondiali (immagine concessa)

L’appuntamento prende il via a Houston – Usa dove tra il 25 e il 27 aprile si svolge il 2025 World Coffee Roasting Championship nell’ambito di Specialty Coffee Expo. Per Asachimici-pulyCAFF sarà presente una figura di primo piano, il brand ambassador ed esperto del pulito Luca Ventriglia.

Asachimici-pulyCAFF è WCC official cleaning sponsor 2025

Egli supporterà di persona anche il campionato 2025 World Brewers Cup Championship, la tappa successiva in programma tra il 15 e il 17 maggio a Jakarta – Indonesia. Si prosegue con le finali 2025 del World Latte Art Championship, World Coffee in Good Spirits Championship e Cezve-Ibrik Championship tra il 26 e il 28 giugno al World of Coffee di Ginevra – Svizzera, dove Asachimici-pulyCAFF sarà presente con il suo stand così come a HostMilano, tra il 17 e il 21 ottobre, quando a chiudere gli appuntamenti mondiali sarà il 2025 World Barista Championship.

“Uno di nostri slogan è “First in the world”: con pulyCAFF Plus, infatti, siamo stati i primi a mettere a punto un vero “concetto applicato” per la pulizia della macchina espresso – riprendono i responsabili dell’azienda di Vescovato – Cremona -. Da allora l’industria delle macchine espresso si è evoluta e con lei i nostri prodotti: a pulyCAFF Plus segue pulyMILK Plus, per la pulizia della lancia vapore”.

pulyCAFF powder (immagine concessa)

I responsabili aggiungono: “Nel nostro ruolo di WCC Official Cleaning Sponsor 2025 siamo orgogliosi di mettere in pedana anche i prodotti della nostra linea Verde, realizzata con ingredienti ancora più raffinati e rinnovabili: pulyCAFF Verde e pulyMILK Verde, pulyGRIND Crystals per ripulire le macine e la camera di macinatura dei macinacaffè, pulyGRIND Hopper pulitore della tramoggia (campana) e del dosatore. Per la carrozzeria e i piani di lavoro c’è il multiuso pulyBAR Igienic”.

Sicurezza per l’operatore, per le apparecchiature e rispetto dell’ambiente sono tre riferimenti fondamentali per Asachimic-pulyCAFF. Lo assicura la certificazione rilasciata dallNSF International – National Sanitation Foundation – il severissimo organismo USA a tutela della sanità pubblica, che si trova sulle confezioni di pulyCAFF, pulyMILK e puly COLD BREW.

Sono state rinnovate ad inizio 2025 le certificazioni 9001, 14001, 45001 e 22000, le quali attestano la conformità di Asachimici a specifici standard: qualità, ambiente, salute e sicurezza sul lavoro e sicurezza alimentare.

L’azienda, inoltre, ha conferito un ulteriore valore aggiunto ai propri prodotti, utilizzando imballaggi realizzati totalmente con il 100% plastica riciclata; ad oggi, presentano questo plus la serie pulyMILK, pulyMILK Verde, pulyCAFF Plus e pulyCAFF Verde, pulyGRIND Crystals, il decalcificante liquido per macchine e bollitori elettrici pulyDESCALER Espresso, il disincorstante in polvere per boiler, resistenze e lavatazzine CALCINET, il detergente completo per la pulizia di apparecchiature e dispenser di bevande fredde puly COLD BREW e il detergente per macchine da caffè automatiche per capuccino pulyMILK Capucino.

Come già lo scorso anno, pulyCAFF ha conferito premi in denaro nel corso delle finali italiane a Sigep e supporta alcuni concorrenti nell’impegnativo cammino di preparazione di una finale mondiale.

Tra questi, Gianluca Lavacca, titolare con Giovanni Antonacci della microroastery Il Manovale e finalista al World Coffee Roasting Championship di Houston; Stefano Cevenini e Andrea Villa che gareggeranno rispettivamente nel World Latte Art Championship e nel World Coffee in Good Spirits a Ginevra.

Ad ogni appuntamento gli esperti del pulito saranno a disposizione di chi vuole conoscere da vicino i prodotti più indicati per la pulizia della macchina espresso, del macinacaffè e delle attrezzature.

Per chi vuole approfondire queste importanti tematiche, Asachimici-pulyCAFF ha messo a punto degli appuntamenti formativi gratuiti di 4 ore che uniscono teoria e pratica in un format molto efficace: i Puly Day. Richiedeteli a info@asachimici.com.

Per maggiori info basta cliccare qui.

Simonelli Group vola alla Specialty Coffee Expo di Houston con Victoria Arduino, Nuova Simonelli e le macchine per caffè filtro 3Temp, 25-27/04

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Nuova Simonelli presente alla SCA Expo Houston (immagine concessa)

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Dal 25 al 27 aprile Simonelli Group, azienda leader nella produzione di macchine professionali per caffè espresso e macinini, sarà allo Specialty Coffee Expo – stand 1307 –  per presentare le ultime novità dei brand Nuova Simonelli, Victoria Arduino e 3Temp, marchio molto noto di macchine per caffè filtro performanti, sostenibili e dal design innovativo.

Simonelli Group tra i protagonisti della Specialty Coffee Expo di Houston

Simonelli Group e il team della sua filiale americana, Simonelli Group USA, saranno pronti ad accogliere i professionisti del caffè per presentare tutte le soluzioni per velocizzare il workflow, garantire massima consistenza e migliorare performance ed efficienza energetica.

Nuova Simonelli, brand riconosciuto a livello mondiale per le sue macchine professionali per caffè espresso tecnologicamente avanzate e semplici da usare, è pronta a mostrare al pubblico di SCA EXPO la macchina per caffè espresso NUOVA Aurelia e la sua innovativa tecnologia C-Automation che permette di collegare macchina e macinino in un unico sistema in grado di garantire velocità di preparazione, alte performance e semplicità di utilizzo per l’estrazione del caffè.

NUOVA Aurelia (immagine concessa)

C-Automation, che significa automazione nella preparazione del caffè (Coffee-Automation), mette in connessione la macchina e il macinino, che condividono le stesse ricette attraverso il portafiltro.  In aggiunta questa tecnologia, sviluppata utilizzando Intelligenza Artificiale, analizza il flusso del caffè erogato e regola in automatico il macinino per garantire un risultato sempre consistente.

In questo modo C-Automation permette di aumentare la velocità del workflow fino al 20% e di garantire la qualità della bevanda, limitando l’errore umano collegato all’operatore e riducendo anche gli sprechi di caffè necessario al settaggio della ricetta. Con C-Automation si riducono anche tempi e costi di formazione del personale perché il sistema è automatizzato.

Victoria Arduino, marchio italiano leader nella produzione di macchine professionali per caffè espresso dal design distintivo e dalle elevate performance, ti aspetta a SCA Expo nello stand 1307 per presentare a catene, torrefattori, baristi e coffee lovers nuove soluzioni capaci di aprire a nuove possibilità business.

Visitando lo stand 1307 sarà possibile scoprire le tecnologie innovative di Black Eagle Maverick, la macchina per caffè espresso top di gamma Victoria Arduino.

Black Eagle Maverick (immagine concessa)

Black Eagle Maverick unisce performance elevate e sostenibilità, offrendo un controllo totale su temperatura, infusione e vapore grazie alle tecnologie T3 Genius, PBtech e Advanced Steam-by-Wire. Accanto a Black Eagle Maverick, il macinino professionale Mythos contribuisce a ottenere il miglior risultato in tazza. Progettato specificamente per il mondo dello specialty coffee, Mythos garantisce una macinatura di qualità grazie alle tecnologie Clima Pro e Gravitech, il tutto racchiuso in un design unico e riconoscibile.

Sarà in mostra allo stand 1307 anche Eagle One, la macchina professionale per caffè espresso innovativa dal punto di vista del design e della tecnologia: le sue linee minimal e contemporanee favoriscono e invitano alla customizzazione, mentre il motore NEO permette di ottenere ottime prestazioni, migliorando l’efficienza energetica. Eagle One incorpora anche l’innovativa technologia V.I.S. (Virtual Intelligent Scale), una bilancia virtuale basata su un algoritmo di intelligenza artificiale che favorisce un workflow ancora più rapido e una dose sempre corretta.

Eagle One vista di lato (immagine concessa)

A SCA Expo vieni a scoprire anche Eagle Tempo, la macchina da caffè professionale pensata per caffetterie, ristoranti, torrefazioni, catene, pasticcerie e panifici. Un prodotto dal design distintivo e dall’elevata capacità produttiva, in grado di offrire risultati eccellenti in tazza, riducendo i consumi energetici e gli sprechi.

Eagle Tempo (immagine concessa)

Non perdere l’occasione di assaggiare il PureBrewCoffee, un caffè filtro con un profilo aromatico completamente nuovo, preparato con PureBrew+, il nuovo single brewer firmato Victoria Arduino. PureBrew+ offre un’esperienza di bevanda unica, con una combinazione perfetta tra qualità premium e tecnologia di estrazione innovativa.

PureBrew+ (immagine concessa)

La flessibilità di PureBrew+ consente di preparare non solo caffè, ma anche tè e infusi, senza rischio di contaminazioni. Il display consente di impostare fino a 12 ricette personalizzate, garantendo velocità, automazione e soprattutto la massima personalizzazione del risultato desiderato fino a 500 ml.

Tra i prodotti esposti anche la novità della famiglia E1 Prima: E1 Prima EXP.
E1 Prima EXP è la single group che libera la creatività ed esalta ogni ingrediente, creando tante ricette a base di espresso, Pure Brew e latte grazie a tecnologie performanti ed estremamente semplici da usare. Per questo motivo E1 Prima EXP è dedicata ai curiosi, gli esploratori, gli amanti del bello, a tutti quelli che abitano ogni territorio del gusto e sognano oggi le tendenze di domani.

E1 Prima EXP (immagine concessa)

A SCA Houston Simonelli Group offre una coffee experience completa, portando nello stand il marchio 3TEMP.

Sviluppati in stretta collaborazione con i proprietari di coffeeshop, baristi esperti e torrefattori orientati alla qualità, i brewers 3TEMP hanno fissato un nuovo standard. Dotati di un sistema di estrazione brevettato senza caldaia, utilizzano solo acqua fresca per ogni erogazione — garantendo purezza, precisione e consistenza in ogni tazza.

Questo non solo preserva i minerali e l’ossigeno naturali dell’acqua, ma assicura anche un risultato in tazza più pulito e brillante — sia caldo che freddo. Nulla è lasciato al caso. Senza resistenze attive quando il brewer non è in funzione, il consumo energetico è ottimizzato senza alcun compromesso sulle prestazioni. Sarà possibile notarlo in prima persona a SCA Expo – stand 1307 – vedendo all’opera i modelli 3TEMP PULS e KOBRA. Entrambi sono progettati per offrire al barista il pieno controllo sulle ricette, con profili di temperatura precisi e tempi regolabili che rendono semplice la preparazione di un’estrazione perfetta — sia per una singola tazza che per un’intera caraffa.

3TEMP PULS (immagine concessa)

Ciò che rende unica 3TEMP è la consistenza dell’intero sistema: tutte le macchine sono costruite con gli stessi componenti principali e la stessa logica di estrazione. Questo significa manutenzione semplificata, formazione più rapida e risultati replicabili — indipendentemente da chi è in turno nel locale.

I prodotti 3TEMP preparano anche fino a 3 litri di cold coffee — non semplice cold brew, ma un vero caffè filtro freddo di alta qualità, pronto in soli 20–25 minuti a seconda del profilo scelto. È veloce, pulito e assolutamente rivoluzionario. 3TEMP presenterà anche in anteprima nuovi profili di estrazione che, secondo il team, possono ridefinire il modo in cui il caffè filtro viene proposto nei locali e nel settore dell’ospitalità.
Se stai pensando di evolvere la tua proposta caffè, questa è una tappa da non perdere.

Resta aggiornato su eventi e novità  di Nuova Simonelli, Victoria Arduino e 3Temp seguendo le pagine Instagram @nuovasimonelliofficial  e @victoriaarduinoofficial

Unione Italiana Food: export del caffè a +8,9%, per un valore di 2,66 miliardi nel 2024

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Il logo Unione Italiana Food

ROMA – Immaginate 30 miliardi di piatti di pasta, 56 miliardi di tazzine di caffè, quasi 1 miliardo di kg tra biscotti, fette biscottate, crackers e dolci come pandori, panettoni e colombe. E 4 miliardi di tavolette di cioccolato. Nel made in Italy che piace al mondo volano le eccellenze dell’alimentare italiano.

Lo conferma Unione Italiana Food che, in occasione della seconda Giornata nazionale del Made in Italy (15 aprile), ha reso noti i dati dell’export 2024 dei settori rappresentati dall’associazione, che hanno registrato risultati straordinari: sfiorando i 23 miliardi di euro, con una crescita superiore all’11% in valore.

Un contributo significativo tenendo conto che nel gennaio/dicembre 2024 il settore alimentare ha esportato beni per circa 57 miliardi di euro, di cui 23, pari a oltre il 40%, sono delle aziende dei settori Unione Italiana Food.

Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Spagna e Polonia, attratti dalla qualità e autenticità della tradizione gastronomica italiana, si confermano i principali mercati di destinazione.

2024: il boom dei prodotti simbolo dell’Italia nel mondo

Nel dettaglio, il 2024 ha visto brillare soprattutto l’export di:

● Pasta: +4,8%, per un valore di 4,02 miliardi di euro,
● Caffè: + 8,9%, per un valore di 2,66 miliardi di euro,
● Prodotti da forno: + 13,3%, per un valore di 4,3 miliardi di euro,
● Cacao e cioccolato: +17,2% per un valore di 2,88 miliardi di euro.

Performance particolarmente brillanti anche per altri comparti: brodi, minestre, salse e sughi (+13,4%), cereali da prima colazione (+18,4%), chips e snack (+44,6%), confetteria (+20,5%), gelati (+10,8%) e integratori (+12,4%) raccontano quel mix di tradizione, innovazione, sicurezza alimentare, qualità e alto contenuto di servizio che è la cifra stilistica del Made in Italy.

Dal piatto al cuore: il cibo italiano conquista con le emozioni

Secondo Unione Italiana Food, il successo del Made in Italy alimentare non si basa solo sulla qualità dei prodotti, ma anche sull’esperienza emotiva che genera. Il ricordo di un piatto gustato in Italia crea un legame con il prodotto, che spinge il consumatore internazionale a ricercarlo anche nel proprio Paese.

Secondo le stime di Istat, sono oltre 250 milioni i turisti stranieri che nel 2024 hanno visitato l’Italia. E un’indagine del Touring Club Italia rivela che 7 ristoratori italiani su 10 hanno riscontrato una crescita nella cultura enogastronomica degli ospiti internazionali, che risultano particolarmente interessati a conoscere la provenienza degli ingredienti (28%), la storia (25%) e le tecniche di preparazione dei piatti che consumano (14%).

Dietro le quinte dell’eccellenza: sette aziende svelano i loro segreti

In occasione della seconda edizione della Giornata nazionale del made in Italy, voluta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), prosegue l’iniziativa di Unionfood per far conoscere il mondo dell’industria alimentare, dopo i sette reel dello scorso anno, altre sette aziende associate a Unionfood aprono virtualmente le loro porte attraverso il racconto di alcuni creator.

Con questi brevi reportage, il pubblico potrà così scoprire alcune delle eccellenze della produzione alimentare e i processi produttivi che portano alla nascita di prodotti iconici del Made in Italy: Bauli per i lievitati da ricorrenza, Gruppo Casa Optima per i semilavorati per gelato, Menz & Gasser per le confetture, Orogel per i surgelati, Polli per le specialità sottolio e sottaceto, Sperlari per le caramelle e Zerbinati per le verdure di IV gamma. I contenuti saranno disponibili sui canali social di Unionfood (IG @unioneitalianafood).

Dazi USA

Sul futuro del Made in Italy pesa l’incertezza determinata dalle misure daziarie stabilite dall’amministrazione americana, nonostante la sospensione di 90 giorni annunciata nelle ultime ore per i dazi cd. reciproci, che comunque tiene fermo il dazio aggiuntivo di base del 10% fino alla scadenza del termine dei 90 gg.

Unione Food Italiana confida non solo nell’azione diplomatica dell’UE per una positiva composizione della vicenda, ma anche nel ruolo incisivo che sta svolgendo la nostra Premier per scongiurare contromisure UE che potrebbero rivelarsi per le nostre imprese tanto dannose quanto le misure stesse.

La preoccupazione maggiore dell’organizzazione è quella legata alle variazioni dei mercati finanziari mondiali che rischia di travasarsi sull’economia reale, imprese e consumatori, rallentando i consumi a livello globale, in un contesto in cui il mercato italiano interno ha iniziato a flettere da inizio anno.

La scheda sintetica dell’Unione Italiana Food

Unione Italiana Food è la “casa” associativa di ben 530 eccellenze dell’industria italiana, che producono oltre 900 marchi che finiscono sulle tavole degli italiani e degli amanti del cibo italiano di tutto il mondo.

Le aziende che fanno parte di Unione Italiana Food sono grandi marchi e PMI radicate sul territorio, che rappresentano tanti simboli del Made in Italy: solo per citarne alcuni, caffè, pasta, cioccolato, gelati, prodotti da forno, confetteria e chewing gum, surgelati, sottoli e sottaceti, salse, sughi e condimenti, minestre, confetture e miele, alimenti per la prima l’infanzia, integratori alimentari, ortofrutta fresca confezionata, nettari di frutta e ortaggi, tè, infusi e tisane, spezie ed erbe aromatiche.

Un panorama eterogeneo che spazia dalla tradizione all’innovazione e risponde alle esigenze – piacere, benessere, praticità, accessibilità – che cerchiamo tra gli scaffali e i banchi frigo del supermercato.

Altroconsumo: prezzi delle colombe più alti del 20% con una media di 11,96 euro al chilo, uova di Pasqua a +5,4%

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Il logo Altroconsumo

MILANO – L’indagine Altroconsumo nei punti vendita fisici e online rivela rincari, forti differenze di prezzo a parità di prodotto e strategie commerciali a volte poco chiare. Rispetto a un anno fa, si alzano i prezzi delle colombe a +20%: ciò significa che al chilo sono aumentate mediamente di 2 euro, passando dai 9,98 euro dello scorso anno agli 11,96 euro di oggi.

Meno vistosi, ma comunque consistenti, gli aumenti delle uova di cioccolato, in media +5,4%, ma con picchi anche del 30%. Il prezzo medio al chilo delle uova di cioccolato è di 56,10 euro, ma si trovano uova che costano anche 131 euro al kg. A parità di marchio, il tipo di cioccolato non fa la differenza: a incidere sul portafoglio sono perlopiù il formato, la sorpresa contenuta e le licenze legate all’utilizzo di testimonial o personaggi di cartoni e serie tv. Leggiamo di seguito l’analisi di Altroconsumo.

Il prezzo dei dolci di Pasqua: numeri alla mano

MILANO – Tra uova di cioccolato e colombe la Pasqua alle porte si preannuncia dolce solo nel gusto. La sorpresa, purtroppo amara, è nel prezzo. Tra rincari a doppia cifra, differenze abissali tra un formato e l’altro, e strategie commerciali (che puntano su personaggi di serie tv e cartoni animati), deliziarsi con i dolci pasquali diventa un piccolo esercizio di equilibrismo tra desiderio e portafoglio.

Altroconsumo ha rilevato i prezzi in trenta punti vendita (dieci shop online e venti negozi fisici tra Milano e Roma) e il verdetto è netto. Più delle uova, quest’anno sono le colombe le maggiori protagoniste dei rincari. I prezzi lievitano – come riporta Altroconsumo – considerevolmente, tanto da far registrare aumenti a doppia cifra. Nel 2024 invece accadeva il contrario, stabili i prezzi delle colombe, mentre ad essere colpite dai rialzi erano state le uova di cioccolato.

Colombe, i prezzi prendono il volo

Cominciamo dai cartellini con il prezzo delle colombe nelle tre diverse tipologie che offre il mercato: classica (con ricetta tradizionale), speciale (con variazioni, come la farcitura con creme, gocce di cioccolato…) e artigianale. Se guardiamo ai dati in percentuale, sono i prezzi delle colombe classiche a prendere il volo: +20% rispetto al 2024. In pratica, al chilo sono aumentate mediamente di 2 euro, passando dai 9,98 euro dello scorso anno agli 11,96 euro di oggi.

Sono prezzi medi, perché se andiamo a vedere nelle pieghe dei risultati dell’indagine, scopriamo che la forchetta è amplissima: una colomba classica la può portare a casa spendendo solo 3,99 euro al kg, ma si può arrivare a 31,90 euro.

Più contenuto, si fa per dire, l’aumento delle colombe speciali, quelle con ingredienti alternativi o formati particolari: +10%, con un prezzo medio di 14,06 euro al kg.

Occhio però alle confezioni: spesso sono più piccole, ma costano quanto quelle delle colombe classiche. Risultato? Il prezzo al chilo si gonfia. È il caso delle colombe Tre Marie: quella tradizionale da 1 kg costa 14 euro, mentre il prezzo di quella al cioccolato e pere (il cui formato è da 880 g) sale a 18 euro al kg.

E le colombe artigianali? Restano un prodotto di nicchia e di lusso: il prezzo medio è 38,40 euro al kg, con picchi fino a 50 euro. Però, almeno, qui i rincari si sono fermati all’1% rispetto allo scorso anno.

Alcuni marchi hanno scelto di alzare l’asticella. Motta, per esempio, ha tolto dal mercato le colombe di fascia economica, sostituendole con varianti firmate dallo chef-testimonial Bruno Barbieri, in vendita tra 13,90 e 16,99 euro.

Infine, attenzione alle promozioni: molte colombe sono già a scaffale con prezzi ribassati, ma spesso si tratta solo di strategie commerciali della catena o di politiche di prezzo del marchio, non di sconti veri e propri. L’affare, come sempre, si farà dopo che sarà passata la festa, quando i negozi avranno bisogno di liberare spazio.

Prezzi al chilo Variazione rispetto al 2024
Prodotto  minimo massimo  media 
Colomba classica  3,99€ 31,90€ 11,96€ 20%
Colomba speciale  5,41€ 31,90€ 14,06€ 10%
Colomba artigianale  20€ 50€ 38,40€ 1%

 

Uova di Pasqua: costano in media 56 euro al kg

Si ferma al 5,4% l’aumento annuo delle uova di Pasqua, lo scorso anno era stato 7,4%. Ma non c’è da gioire dato che i due rincari si cumulano: fatti due conti, le uova sono quindi aumentate del 13,1% in un biennio.

Le percentuali, poi, evidenziano solo le variazioni proporzionali e non quanto effettivamente l’acquisto pesa nelle tasche dei consumatori. Il prezzo medio al chilo delle uova di cioccolato è di 56,10 euro, ma si trovano uova che costano anche 131 euro al kg. E no, non sono uova di Fabergé.

La differenza non la fa tanto il tipo di cioccolato: al latte o fondente, restando alla stessa marca, il prezzo delle uova è quasi lo stesso.  Ciò che più incide è il tipo di sorpresa che si nasconde sotto il guscio di cioccolato e i costi di licenza sostenuti dalle aziende dolciarie per poter usare immagini e gadget ispirati ai personaggi di cartoni animatiserie televisive e simili, che attirano come calamite, soprattutto i più piccoli.

L’uovo può contenere Spider-Man, Masha e Orso, i protagonisti della serie tv “Mare Fuori” o semplici sorpresine senza nome. E i prezzi cambiano parecchio. Un esempio? Il prezzo di Bauli Uovo Latte Bimbo è di 52,67 al kg, mentre quello del Bauli Uovo Latte Animaccord Masha e Orso balza a 73,16 euro al kg (una differenza di oltre 20 euro).

Gli aumenti possono dipendere anche da qualche ritocco nei prezzi di alcuni formati. Per esempio, il leader di mercato Kinder GranSorpresa ha tenuto invariati dallo scorso anno i prezzi delle uova da 220 g e da 320 g, mentre quelle da 150 g hanno subito un aumento importante (+8,3%), passando da 11,99 a 12,99 euro. In pratica quest’ultimo formato costa al chilo il 39% in più rispetto a quello più grande (da 320 g), vale a dire 86,60 euro contro 62,47 euro.

Neppure i discount restano al riparo dai rincari. L’uovo Favorina da 250 g (Lidl) aumenta del 37,6% al kg, mentre quello di Eurospin da 600 g costa il 20% in più rispetto al 2024.

Il consiglio di Altroconsumo è sempre lo stesso: guardare il prezzo al chiloconfrontare i formati e non lasciarsi incantare da personaggi, confezioni speciali e offerte “imperdibili”.

Prezzi al chilo Variazione rispetto al 2024
Prodotto  minimo massimo  media 
Uovo di cioccolato al latte o fondente 8,29€ 131,31€ 56,10€ 5,40%

 

Altroconsumo: i consumatori non intendono spendere più dell’anno scorso

Che i rincari non siano passati inosservati lo confermano le risposte di oltre mille ACmakers, la community di consumatori che partecipa ai test e alle indagini di Altroconsumo. Intervistati all’inizio di aprile, sono più di trecento quelli che prevedono di aumentare il proprio budget per i dolci pasquali. E non sempre per scelta: i prezzi salgono, e per molti adeguarsi è inevitabile.

Tuttavia, la maggior parte del campione ha dichiarato che intende spendere più o meno come l’anno scorso. Quanto? Le cifre parlano chiaro: il tetto di spesa più citato è 20 euro, ma non mancano famiglie che indicano 10 euro come limite, o al contrario si spingono fino a 30 o anche 50 euro complessivi, specie quando si acquistano più prodotti per figli e nipoti. In generale, la spesa oscilla in base al numero di destinatari e alle abitudini familiari, ma la sensazione di dover spendere di più per avere lo stesso è piuttosto diffusa.

Quale sarebbe il prezzo giusto delle uova di Pasqua?

Se si guarda alle singole categorie, per le uova di cioccolato il prezzo giusto a confezione si colloca intorno ai 10 euro, una cifra che molti intervistati indicano come soglia ideale. Il problema, però, è che quella soglia viene ormai spesso superata, soprattutto nei prodotti con sorpresa e delle marche più note. E infatti non pochi consumatori confessano di attendere strategicamente il dopo-Pasqua, per approfittare degli sconti.

E delle colombe?

Per le colombe il prezzo più citato è ancora una volta 10 euro, ma qui la fascia di spesa si amplia: c’è una quota consistente di consumatori disposti a spendere anche oltre i 25 euro, soprattutto se si tratta di prodotti artigianali o acquistati in pasticceria. La scelta, anche in questo caso, è influenzata non solo dal gusto personale, ma dalla percezione di valore: chi sceglie una colomba artigianale lo fa spesso perché sente di pagare di più per una qualità superiore, ingredienti selezionati o una lavorazione più curata. Insommai, ciò che emerge con forza è una crescente attenzione dei consumatori al rapporto qualità-prezzo. Come non essere d’accordo?

Gruppo Franke, produttore anche di macchine per il caffè, investe 80 milioni in Italia nel sito di acciaio inox a Peschiera del Garda

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Il logo Franke

MILANO – Il Gruppo Franke, multinazionale svizzera leader nella produzione di elettrodomestici e sistemi per la cucina, sia domestica che professionale, nota anche per la realizzazione di macchine superautomatiche di caffè di alta qualità ha investito in Italia 80 milioni euro per il sito situato a Peschiera del Garda.

Corrado Mura, hs vice president EMEA di Franke Group, parla dei progetti dell’azienda nel Bel Paese nell’intervista di Paola Gervasio per il portale d’informazione Pambianconews di cui riportiamo di seguito un estratto.

Da 60 anni in Italia, a quanto ammonta oggi il fatturato di Franke in Italia e nel mondo?

“Il Gruppo Franke, con sede ad Aarburg in Svizzera, ha superato nel 2023 i 2,4 miliardi di franchi svizzeri di vendite nette consolidate (circa 2,5 miliardi di euro). Questa performance, in linea con l’andamento positivo registrato negli ultimi anni, riflette l’azione sinergica delle tre divisioni: Franke Home Solutions, Franke Coffee Systems e Franke Foodservice Systems.

In particolare, Franke Home Solutions, dedicata allo sviluppo di soluzioni complete per la cucina domestica, ha raggiunto un fatturato di circa 1 miliardo di franchi svizzeri, confermandosi un pilastro strategico per il Gruppo. Nell’ambito di queste cifre globali, l’Italia riveste un ruolo di primaria importanza grazie alla concentrazione di risorse produttive e competenze tecniche, in primis presso gli stabilimenti di Peschiera del Garda e Sassoferrato, dove si sviluppano processi industriali all’avanguardia e soluzioni ad alto valore aggiunto.

La solidità della domanda interna, unita alla vocazione all’export verso i mercati europei e internazionali, fa dell’Italia uno dei principali poli di ricerca, sviluppo, produzione e distribuzione per Franke Home Solutions. L’azienda prosegue la propria strategia di crescita facendo leva su continui investimenti in innovazione di prodotto, sostenibilità, formazione del personale e nuove soluzioni per la casa, con un’attenzione particolare al benessere quotidiano”.

Avete avviato un piano di investimento di 80 milioni di euro in Italia, che durata ha? E quali sono gli obiettivi?

“Si estende su un orizzonte di circa quattro-cinque anni e interessa principalmente il sito di Peschiera del Garda, ma non solo. Questa iniziativa rientra in una visione di lungo periodo finalizzata ad accrescere la competitività del Gruppo, migliorando l’efficienza operativa, la digitalizzazione dei processi e il livello di sostenibilità ambientale di tutte le attività produttive.

In particolare, gli investimenti comprendono l’adozione di sistemi di automazione avanzati, la formazione specializzata delle maestranze e l’impiego di tecnologie che riducono i consumi e promuovono l’economia circolare, in linea con gli obiettivi globali di responsabilità sociale e tutela delle risorse”.

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Barry Callebaut aumenta la produzione di cioccolato negli Stati Uniti per contrastare il mercato

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Barry callebaut cioccolato unilever
Il logo di Barry Callebaut

Barry Callebaut, la multinazionale svizzera del cioccolato, vuole aumentare la produzione negli Stati Uniti. Dopo un semestre in crisi l’azienda tenta di riprendersi per contrastare gli effetti del mercato nord americano. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Efa News.

Il piano di Barry Callebaut per gli Stati Uniti

ZURIGO – Barry Callebaut sta pensando di aumentare la produzione di cioccolato negli Stati Uniti. La mossa andrebbe a contrastare gli effetti del “contesto dirompente” in Nord America e sarebbe un modo, secondo la multinazionale, per “rimanere vicino ai suoi clienti”.

“Abbiamo un impianto che scaleremo a circa 100.000 tonnellate negli Stati Uniti e che ci permetterà di servire meglio i clienti anche negli Stati Uniti”, ha detto agli analisti l’amministratore delegato Peter Feld come riportato da Efa News.

Secondo l’ad, l’azienda di lavorazione del cacao, che fornisce il cioccolato per i gelati Magnum di Unilever e per le barrette KitKat di Nestlé sta raddoppiando gli investimenti nel suo stabilimento di Brantford, in Canada.

Il Nord America, nell’esercizio finanziario 2023-2024 ha rappresentato più di un decimo del volume di vendite globali di Barry Callebaut. “Riteniamo -dice Feld– di esserci lasciati alle spalle il trimestre peggiore”. La dichiarazione non è servita a raffreddare gli animi in Borsa: il titolo, infatti, oggi perde quasi il 6% dopo che l’azienda ha abbassato la sua previsione di volume annuale nell’ambito dell’aggiornamento semestrale.

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Gran Caffé Gambrinus di Napoli: quasi conclusi i lavori di restauro della Sala degli specchi

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All'ingresso del Gambrinus (foto concessa)

I lavori di restauro della Sala degli specchi del Gran Caffè Gambrinus sono quasi giunti alla conclusione. Arturo Sergio e il fratello Antonio, che portano avanti il lavoro avviato dal padre Michele, contano di poter aprire al più presto lo spazio al pubblico. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Mattia Bufi per il quotidiano Il Mattino.

La Sala degli specchi del Gran Caffè Gambrinus

NAPOLI – Il Gambrinus recupera gli antichi spazi e torna alla dimensione originaria del 1890, quando fu ristrutturato dopo la fondazione avvenuta trent’anni prima. Sono ancora in corso, ma volgono al termine, i lavori di restauro della Sala degli Specchi e di tutta quella parte del locale che dà su via Chiaia, dove negli anni scorsi hanno avuto sede prima gli uffici di un istituto bancario e poi negozi di abbigliamento.

Arturo Sergio e il fratello Antonio, che portano avanti il lavoro avviato dal padre Michele intorno alla metà degli anni 70, contano di poter aprire al più presto alla clientela il nuovo spazio per il quale hanno già ideato un utilizzo dedicato prevalentemente agli incontri artistici e culturali che al Gambrinus rappresentano ormai una prestigiosa tradizione.

“Mio padre ha sempre sognato di restituire a questi luoghi lo splendore che ebbero a cavallo tra l’ottocento e il secolo scorso – dice Arturo Sergio come riportato da Il Mattino. Il fascismo ne aveva segnato una brusca frenata, chiudendo il locale perché ritenuto un luogo di incontro di oppositori del regime e quando la mia famiglia ha cominciato l’avventura della gestione era un bar di dimensioni assai ridotte rispetto a quelle di cui oggi possono godere i napoletani e i turisti”.

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Firenze: al festival CiokoFlò svelato il David creato con 800 chili di cioccolato fondente

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Firenze (immagine: Pixabay licensed)

Durante l’inaugurazione della prima edizione di CiokoFlò, il festival del cioccolato artigianale di Firenze, è stata svelata la statua del David di Michelangelo in versione fondente creata dal maestro Mirco della Vecchia. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata su Firenze Today.

Il festival CiokoFlò di Firenze e il David di cioccolato

FIRENZE – Giovedì 10 aprile  è stata inaugurata la prima edizione di CiokoFlò, il festival del cioccolato artigianale che si è concluso il 13 aprile 2025 in Piazza Santa Croce. Durante la mattinata è stata svelata anche la statua in cioccolato del David di Michelangelo, un’opera di oltre due metri creata dal maestro cioccolatiere Mirco della Vecchia.

“Una bella iniziativa per la promozione delle eccellenze delle cioccolaterie italiane – dice l’assessore allo Sviluppo economico Jacopo Vicini come riportato su Firenze Today – animerà per tre giorni la nostra città, sarà un appuntamento per tante famiglie e per tanti buongustai appassionati del cioccolato e un’occasione per apprezzare l’opera dei maestri cioccolatieri”.

“Ciokoflò sbarca in Piazza Santa Croce a Firenze per una grande manifestazione dedicata al cioccolato artigianale con oltre 60 produttori di cioccolato. Immancabile il cioccolato toscano ma anche produttori provenienti da tutto il territorio nazionale, tra cui i distretti più rappresentativi del cioccolato Torino, Perugia e Modica. Abbiamo deciso di omaggiare uno degli artisti italiani più importanti. Quest’anno ricorrono i 550 anni di Michelangelo – spiega Stefano Pelliciardi, Amministratore SGP Grandi Eventi – e la maxi-scultura presentata oggi riproduce il David di Michelangelo realizzata interamente in cioccolato fondente”.

L’omaggio al David

“Realizzare quest’opera è stato un lavoro complesso, che ha richiesto 160 ore di impegno e l’utilizzo di 800 chili di cioccolato fondente – spiega Mirco della Vecchia, scultore e maestro cioccolatiere, come riportato da Firenze Today – Dal punto di vista estetico, le parti più difficili da realizzare sono state le proporzioni generali, i muscoli e i tratti del viso. Una vera sfida ma che siamo orgogliosi di aver colto, in questo caso non estraiamo un pezzo di marmo dalla montagna ma fondiamo una grande quantità di cioccolato per crearne un blocco e poi si inizia la scultura così come si farebbe sul legno”.

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