MILANO – Mentre Howard Schultz si prepara a portare la Starbucks experience in Italia, Nescafé la mette deliziosamente alla berlina. Benvenuti al Nescafé Coffee Taproom, il coffee shop senza caffè e senza baristi.

Per il resto c’è tutto: wi-fi (e guai se no!), arredamento à la page, con tavolini e sedie artisticamente spaiate, divanetti, mobili in stile svedese vintage, illuminazione di tendenza con lampadine a vista, soppalco scenografico …

Insomma, tutti i tópoi (luoghi comuni, ndr.) delle caffetterie predilette dai Millenials.

Ma il caffè?

Lo portate voi stessi da casa: BYOC (Bring Your Own Coffee), per usare un acronimo in stile social.

Il format ha preso vita pochi giorni fa, nella forma di un locale pop-up, a Toronto.

Location: la vivace e variopinta Queen Street, che Vogue Magazine ha recentemente proclamato “the Coolest Neighborhood of the World”. Più trendy di così …

Non è quello che pensate

Ora, prima che cominciate a pensare a un pesce d’aprile fuori stagione o a una reinterpretazione, in salsa hipster, del mondo alla rovescia di Alice nel Paese delle Meraviglie, vi consigliamo di dare un’occhiata al video, cliccando nel riquadro sopra il titolo.

Portate il vostro solubile

“Con Nescafé Sweet & Creamy è facile preparare una perfetta tazza di caffè a casa vostra” esordisce il video. “Ma se avete voglia ugualmente di tirare tardi in una caffetteria, da oggi c’è Nescafé Coffee Taproom”.

Per entrare nel coffee shop è sufficiente scansionare il codice a barre presente sulla bustina Nescafé, mediante il lettore posto all’entrata.

Le porte del caffè si apriranno d’incanto e vi si dischiuderà un mondo.

All’interno, Nescafé offre graziosamente anche l’acqua calda, che viene erogata da 12 serbatoi, con relativi rubinetti di mescita stile birreria (da cui il nome di “Taproom” ossia locale in cui sono disponibili bevande alcoliche alla spina).

Avete nostalgia dei bicchieroni di cartone con il vostro nome – immancabilmente storpiato dal barista di turno (come da Starbucks)?

Tranquilli, ci sono anche quelli.

Disponibili su un’intera parete, in decine di improbabili e strampalate variabili ortografiche (“Nicole” diventa “Kneecoal”, “Lisa” “Lee Saw”, ecc.). Potete acquistarli anche online.

“Niente baristi di nome Frederico, niente menu complicati, niente bevande costose e niente ragazzi con il codino … a meno che non sia il vostro” chiosa la suadente voce narrante del video.

Marketing esperienziale

Il concept è opera di WorkinProgress (WIP), il cui team ha già ridefinito, con immaginazione e innovazione, la brand image di marchi del calibro di Domino’s Pizza.

L’idea?

Predisporre una strategia di marketing che si fondi, in prima battuta, sull’esperienza di consumo. Per passare solo in seguito alla narrazione, attraverso gli strumenti dell’advertising tradizionale.

Funzionerà?

Se vi capita di passare dalle parti di Toronto provate a farci una capatina. È di rigore la bustina di Nescafé, naturalmente. Il pop up rimarrà aperto sino al 28 giugno. E se avrà successo verrà riproposto anche in altre location canadesi.

Per tutti gli altri, ci sono gli hashtag #nescafeca o #taproom.

E chissà che la condivisione attraverso i social non faccia l’ennesimo miracolo.

Trasformando anche il Nescafé Coffee Taproom in un fenomeno virale di portata globale.