venerdì 12 Aprile 2024
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Nella Coneria in Calabria, per un giorno si paga con la lira

Valentino Pileggi: “Vogliamo far tornare i nostri clienti agli anni in cui i loro genitori e nonni con le lire andavano a comperare il gelato. Parlando con mia madre Angela mi raccontava del cannoncino mantovano. Lei in Calabria è venuta per amore di mio padre, ma ricorda bene quel sapore dell’antica ricetta di Mantova che spopolava negli anni ’60.”

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MILANO – La Coneria italiana di Lamezia Terme torna indietro nel tempo con un’iniziativa nostalgica. Il 21 aprile infatti la gelateria ha accettato la lira come esclusiva moneta di pagamento. Ovviamente ci sono state musiche a tema, abbigliamenti retrò per rendere il tuffo al passato quanto più realistico e divertente possibile. Riportiamo di seguito l’articolo di Annamaria Gnisci per il portale Calabria Magnifica.

La gelateria che accetta ancora le lire

LAMEZIA TERME – Avete delle vecchie cento lire e siete nostalgici dei “favolosi anni ’60“? Si poteva rivivere per un giorno l’atmosfera di quei tempi pagando il prezzo di un cono come nel periodo della Vespa e della mitica 500 con le sue stranissime leve di accensione, cioè nelle care vecchie monete italiane.

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Ebbene sì. Sembra un sogno, ma tra gusto e divertimento, è stato possibile catapultarsi in un’atmosfera di 60 anni fa proprio in questo nuovo secolo.

Anni ’60, non solo cremino ed espositori metallici

La Coneria italiana di Lamezia Terme è stata l’unica attività commerciale a proporre questo insolito evento, non solo a Lamezia Terme, ma in tutta Italia. Come si è letto nella pagina Facebook della gelateria: “Basterà solo mostrare una qualsiasi banconota o moneta… purché siano Lire. Iniziamo a scavare nei nostri cassetti… Chi cerca trova.”

Il 21 aprile è stata quindi la data in cui è stato possibile usare la macchina del tempo e ritornare ai giorni dei nostri genitori, alle radio d’epoca, alla musica beat, all’abbigliamento allegro e scanzonato delle ragazze groupie.

Un sogno che si è tradotto in realtà in un locale chiaramente ispirato a quegli anni in cui – per antonomasia – si stava meglio e si viveva felici.

In questa gelateria le lire ancora oggi sono indicate sul suo prezziario ed è quasi un mondo a parte. Esattamente come sugli espositori metallici dei bar dell’epoca dove un cornetto Algida si poteva gustare sulle note di una canzone di Rita Pavone o Gianni Morandi.

La Coneria italiana e il gustoso cannoncino mantovano

L’ideatore della trovata è Valentino Pileggi che racconta il primo compleanno della gelateria attraverso un articolo di Giulia Mancini, apparso su Il Gusto di Repubblica.

“Vogliamo far tornare i nostri clienti agli anni in cui i loro genitori e nonni con le lire andavano a comperare il gelato. Parlando con mia madre Angela mi raccontava del cannoncino mantovano. Lei in Calabria è venuta per amore di mio padre, ma ricorda bene quel sapore dell’antica ricetta di Mantova che spopolava negli anni ’60.”

Questa gelateria è nata insieme al noto maestro gelatiere Gianfranco Buccafurni e a Fabio Borrello che rappresenta l’anima commerciale e finanziaria dell’attività.

Lamezia Terme è il suo luogo fisico dove si è realizzato un progetto memoria a metà strada tra la Calabria e la Lombardia.

Mille e più chilometri di distanza non hanno impedito di traslocare anche un pezzetto della città dei Gonzaga, dove il gelato incontra il budino: il cannoncino mantovano.

Pileggi descrive così la scelta: “Mia madre ricorda bene quel sapore dell’antica ricetta di Mantova che spopolava negli anni ’60“.

Il cannoncino mantovano è una cialda riempita di budino, al cioccolato o alla vaniglia, sormontata da una colata di panna montata. Una sorta di cornucopia beneaugurante che ha voluto rispettare e onorare gli anni ’60 in cui i gusti del budino erano solo due.

In Calabria è l’unico posto in cui trovare questo particolare dolce che è invece quasi un’istituzione a Mantova. La bontà dell’offerta non è solo storica, ma anche qualitativa in quanto la cialda viene prodotta espressa, cioè creata al momento, e la panna non ha estrusori.

Per creare la cialda artigianale si usano gli stessi ingredienti degli anni ’60 e cioè farina biologica di tipo 1, burro, latte fresco e solo uova fresche di galline allevate all’aperto. La stessa filosofia riguarda anche i budini di stampo casalingo: latte, panna, zucchero, vaniglia o cacao e amido di mais.

Oltre a questo prodotto particolare e che racconta gli anni ’60, è possibile trovare anche degli ottimi gelati firmati Francesco Buccafurni e lavorati a vista. La produzione della gelateria ha varcato i confini regionali ed è stata notata al Sigep di Rimini che ha premiato il gusto al cioccolato, regalandogli il primo posto del podio.

Non solo nostalgia degli anni ’60, ma anche rispetto per l’ambiente

La Coneria italiana non solo produce ottimi gelati, ma è anche molto attenta all’ambiente. È la prima gelateria in cui è possibile portare da casa i contenitori d’asporto che possono essere di vetro o di plastica. Questo è un progetto studiato con la presidentessa di “Lamezia Zero Rifiuti“, Dina Caligiuri. Ovviamente, tutto ciò che è usato per il consumo nel locale è riciclato e biodegradabile, pur rispettando il format degli anni ’60.

Per incoraggiare i clienti a essere scrupolosi nei confronti dell’ambiente, l’attività riserva uno sconto speciale per chi porta il contenitore da casa.

“Lo sconto equivale a quello che paghiamo noi per la vaschetta; essere vicini all’ambiente non ha un costo per l’attività, ma è una forma mentale“, così commenta Pileggi l’affiancamento della qualità all’attenzione per l’impatto zero sull’ambiente.

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