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Morto Ugo Bistrot: addio al re del caffè stroncato da una malattia a 96 anni

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BELLUNO – Il suo nome è legato ad un marchio che – non solo a Belluno – da un secolo fa rima con caffè. Ugo Bristot se ne è andato dopo breve malattia.
Nato a Belluno il 7 luglio 1916 era il più vecchio dei tre fratelli che presero in mano il timone dell’azienda lasciata in eredità dal fondatore, quel papà Domenico che pose la prima pietra del Caffè Bristot.

di Daniela De Donà*

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Nel 1919, infatti, alla fine di via Psaro aprì i battenti la torrefazione che puntava ad una miscela dall’aroma gradevole. Intenso, ma che non sapesse troppo da tostato, «alla viennese», come aveva gustato in Austria dove da ragazzo aveva lavorato nell’edilizia.

Era il 1939 quando Domenico affidò al primogenito Ugo l’incarico di procuratore della ditta, che veniva gestita, comunque, con i fratelli Mario e Aldo. Insieme portarono avanti la ricetta del successo. Che ha sempre gli stessi ingredienti: capacità, tanto lavoro e un pizzico di fortuna.

Ugo amava, col piglio del buon patriarca, la sua famiglia. La moglie Agordina

Tullia Della Lucia, mancata due anni fa, le figlie Annalisa, Fiorella e Paola.

Ma amava anche quell’acqua del Piave che scorre sotto casa, le Pale del Balcon che vedeva dal suo giardino.

Era uno che, da ex artigliere di montagna, su e giù per le montagne ci è andato fino a quando le ginocchia lo hanno permesso, che del Cai aveva la tessera, che fu uno dei fattivi promotori nella nascita del Colle del Nevegal negli anni Sessanta.

Da ragazzo – amava raccontare – arrivava a Castion in bici e poi saliva in cima, con gli sci in spalla, per tornare giù in un silenzio dimenticato.

Passione per sci e stelle alpine. E per gli zampilli dei nostri ruscelli. Tant’è che era solito portare nello zaino la classica borraccia di alluminio che regolarmente riempiva con acqua di fonte.

Gli piaceva la buona cucina della tradizione bellunese. Ma senza metter in secondo piano la musica – a cominciare dai compositori romantici – e l’arte. Ecco che Ugo Bristot non solo fu tra i soci fondatori dell’Associazione industriali di Belluno nel 1945, ma pure tra i fondatori del Circolo culturale bellunese.

E non mancava ad un concerto, che si tenesse a Belluno, ad Asolo o a Verona. Ma la passione più profonda – quasi un vizio del cuore e dell’occhio – riguardava la pittura. Da Marco Ricci a Guidi.

Un imprenditore d’altri tempi

Ugo ha girato il mondo per godersi un quadro, per partecipare ad un’asta. Un imprenditore d’altri tempi, a cui bastava un dipinto e una tazza di buon caffè – rigorosamente senza zucchero – per il buongiorno più vero. La cerimonia funebre è fissata per oggi, martedì alle 14.45 nella chiesa di Santo Stefano.

 

*Fonte: Il Gazzettino

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