giovedì 11 Aprile 2024
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A Milano l’idea geniale: ecco la storia vera di Starbucks

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Come è nata una delle multinazionali più popolari del pianeta che vende caffè? Questa è la storia di Starbucks, una delle aziende più potenti per la produzione e la distribuzione di caffè. Nata nel 1971 a Seattle, negli Stati Uniti, come un normalissimo distributore di caffè, piantò il germe del suo successo agli inizi degli anni ’80 con l’arrivo di Howard Schultz (FOTO).

Oggi quest’uomo possiede una ricchezza netta di 1.5 miliardi di dollari ed è a lui che si deve la fama mondiale del brand.

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Tutto iniziò con un viaggio nel paese dove del consumo di caffè se ne è fatto uno stile di vita: l’Italia. Nello specifico, si recò proprio a Milano e rimase affascinato dall’atmosfera magica che, ogni giorno, per qualche minuto, si respira intorno ad una minuscola tazzina di caffè.

Ed è allora che decise, non di importare negli Stati Uniti la semplice tazzina di caffè, ovvero il famoso espresso, ma la sua vera e propria cultura, adattandola ovviamente al contesto americano.

Dopo aver proposto un cambiamento radicale in seguito al viaggio nel Belpaese e ricevuto un ferreo “No” dagli azionisti, decise di fondare la sua coffee house e di chiamarla “Il Giornale”, proprio come la testata italiana fondata da Indro Montanelli.

Fu un successo immediato e enorme e, con i profitti ottenuti da questa attività, decise di acquistare proprio l’azienda da cui se ne era andato e di realizzare il progetto che aveva in mente da 5 anni.
Dal 1987, con il ritorno di Schultz, Starbucks vide una crescita esponenziale, negli States e non solo.

Nel 2009 si stimò che ogni giorno in media sono stati aperti 2 Starbucks al giorno. Oggi meno della metà delle quasi 20mila coffee house sono negli States, le altre sono sparse in giro per il mondo dalla Cina al Regno Unito. 65 sono i paesi in cui il marchio è presente, 23 di questi sono europei.
Ma qual è il punto di forza di questo produttore e distributore di caffè? Sicuramente un buon caffè è sempre imitabile dalla concorrenza di Peet’s Coffee & Tea o di Costa Coffee. Un’atmosfera estremamente friendly con una giovane squadra di impiegati che serve ognuna delle 2.3 miliardi cups vendute all’anno chiamando il cliente per nome, è sicuramente qualcosa che non si trova da tutti: da Starbucks “One Cup is One Story” .

Divani, free wi-fi, metodi di pagamento all’avanguardia e un ambiente rilassante sono ciò che caratterizza ognuna delle 20mila coffee house nel mondo. Un’innovazione costante del prodotto da anni caratterizza la compagnia, che è capace di fissare un prezzo maggiore della concorrenza.

Oggi Starbucks è diffuso in tutto il mondo, dai paesi più ricchi del mondo alle cosiddette economie emergenti, sino a luoghi inimmaginabili come i treni. In Italia non c’è ancora e ci verrebbe quindi da chiedere a Schultz: “Time for Starbucks to come to Italy?”

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