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A Milano i bar prendono gli spazi dei parcheggi: ecco il piano di Palazzo Marino

Le nuove regole del comune, di fatto, cancellano il pagamento di occupazione di suolo pubblico per le "occupazioni leggere": tavolini, ombrelloni, pedane; strutture esterne per negozi

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MILANO – La pianificazione per permettere di prender fiato a tutti i locali che hanno subito grosse perdite durante il periodo di lockdown, prevede la concessione dei parcheggi ai pubblici esercizi. Più spazio quindi per rimediare al limite oggettivo che le norme di distanza ponevano ai luoghi più angusti: il servizio si sposta sulle strade di Milano. Leggiamo le disposizioni nel dettaglio dal sito milanotoday.it.

Milano: meno posti auto e più tavolini all’aperto

Qualche parcheggio in meno, molti dehor in più. Tutti sulle strade (o marciapiedi) di Milano. È il progetto del comune di Milano per combattere gli effetti del coronavirus. Il piano, contenuto in una delibera che nella giornata di giovedì 14 maggio sarà votata dal consiglio comunale, è stato illustrato durante una commissione a Palazzo Marino.

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Le nuove regole del comune, di fatto, cancellano il pagamento di occupazione di suolo pubblico per le “occupazioni leggere”: tavolini, ombrelloni, pedane; strutture esterne per negozi.

Non solo

Sospendono “molti regolamenti che le rallentavano e dà al Comune 15 giorni per approvarle”, ha spiegato in un post su Facebook l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran. “Mi fa piacere che abbiamo raccolto un consenso generale perché — ha sottolineato — è una delle principali azioni che mettiamo in campo per mitigare i disastri che il Covid sta causando alle attività commerciali ed aiuta anche a recuperare spazi di socialità per ognuno di noi nei prossimi mesi”.

Riprendono aria cittadini e imprenditori di Milano

Secondo l’assessore creare più dehor in giro per la città “significa avere più luoghi dove bere un caffè e mangiare una pizza nel rispetto del distanziamento, ma anche per i negozi avere all’esterno i prodotti di vendita più massivi senza che si debba far la coda per entrare”.

Milano ha deciso di prendere questa strada, ma non è da sola perché “è la strada che tante città europee in questi giorni stanno prendendo — ha concluso Maran —. Le scelte di Parigi, Londra o Madrid sono molto simili a quelle che abbiamo impostato nel documento strategico della Fase2 di Milano: la risposta delle città al Covid deve essere di poter vivere di più gli spazi pubblici e in sicurezza”.

De Chirico “Serve più coraggio”

L’idea di avere più dehor e spazi aperti piace, ma parte della minoranza chiede scelte più coraggiose. Tra questi l’esponente di Forza Italia Alessandro De Chirico. “La delibera sull’abbattimento della Cosap è una buona proposta di partenza, ma manca di coraggio.

Bisogna permettere a quei commercianti che all’esterno hanno spazio sufficiente per posizionare tavolini di poter usufruire di questa opportunità da subito, mandando una semplice Pec — ha chiosato De Chirico —. Per farlo va specificato per quanti mq ci si può allargare all’esterno: proporrò gli stessi mq dell’area commerciale interna per avere identico numero di posti a sedere pre Covid-19. Spetterà al Comune verificare che tutto sia in regola, altro che 15 giorni di tempo per l’autorizzazione. Diverso per chi chiede di togliere posti auto o di utilizzare il vicino parchetto: va snellita la Scia. Come va velocizzata la procedura per chiedere dehor fissi affinché un commerciante decida liberamente come investire il proprio denaro senza che la sua richiesta s’impantani nelle lungaggini burocratiche”.

Secondo De Chirico, inoltre, ci sarebbe un’altra criticità

“Un punto da rivedere o da cancellare totalmente è la responsabilità del commerciante in materia di assembramenti — ha proseguito —. Non si può chiedere a un gestore di locale, che si sta cercando di aiutare con questa delibera e impegnato a servire ai tavoli, di allontanare chi si ferma a chiacchierare dall’altra parte della strada pena la revoca dell’utilizzo degli spazi di prossimità. I controlli su suolo pubblico sono in capo alle Forze dell’Ordine per cui sarebbe più opportuno intensificare i pattugliamenti della Polizia Locale”.

Sollazzo (Gruppo misto): “Rischio Tetris urbano”

Qualche dubbio sulla fattibilità del piano è arrivato da Simone Sollazzo, ex M5s ora nel “gruppo misto”. Il consigliere di minoranza si domanda come si sposa questo piano con “Strade aperte”, il progetto del comune per stringere le strade della città e ampliare marciapiedi e piste ciclabili in virtù di una mobilità sostenibile.

“Nelle strade di maggiore percorrenza gli spazi sono già stati abbastanza compromessi dalla segnaletica orizzontale che abbiamo visto come nel caso di Corso Venezia ed altre realtà, quindi l’occupazione di marciapiedi con dehors e tavoli potrebbe complicare ulteriormente la possibilità di muoversi in totale sicurezza”, ha chiosato. Il consigliere, inoltre, si domanda: “ci sarà una ripartizione equa per tutti gli esercenti senza subire la pressione dei gruppi imprenditoriali più influenti?”.

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