sabato 20 Aprile 2024
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MERCATI – Volano le quotazioni dell’Ice, +14,4% in una sola settimana

La siccità in Brasile spedisce le quotazioni ai massimi recenti

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MILANO – Nuova potente fiammata dei prezzi sul mercato degli arabica. Il contratto principale dell’Ice Futures US (dicembre) ha toccato ieri (2 ottobre) un massimo intraday di 213,75 cents per libbra, non lontano dal picco di 215,70 cents raggiunto il 23 aprile scorso e costituente il massimo storico da febbraio 2012. Per dare un’idea dell’ampiezza del movimento basti pensare che il sopra citato contratto per scadenza dicembre è passato dai 182,30 cents della chiusura di giovedì 25 settembre ai 208,60 cents di giovedì 2 ottobre, pari a un guadagno del 14,43% nell’arco di una settimana. Cosa ha portato a questo repentino cambiamento di scenario?

Cosa è successo
La variabile numero uno rimane quella climatica. Con l’inizio della primavera entra nel vivo la stagione della fioritura, il cui buon esito è fondamentale per le successive fasi del ciclo vegetativo. Perché gli arbusti possano sbocciare sono necessarie piogge in buona quantità, qualità e frequenza. Piogge che arrivavano, normalmente, tra fine settembre e inizio ottobre dando il là, per l’appunto, alla fioritura. Ma ancora una volta, quest’anno, le precipitazioni latitano e la situazione comincia a farsi preoccupante, anche perché in alcune zone è piovuto poco anche a settembre.
Abbastanza dunque per far scattare un nuovo allarme siccità, ancora più pressante visti i drammatici precedenti recenti e alla luce dei danni gravi già subiti dalle piantagioni, a causa del prolungato stress idrico dei primi mesi dell’anno.
Il Consiglio nazionale del caffè prospetta già perdite consistenti per il raccolto 2015. Secondo l’autorevole centro di studi avanzati Cepea, dell’Università di San Paolo, un persistente deficit di umidità potrebbe arrecare danni irreversibili. E le previsioni meteo concordano purtroppo sul fatto che le piogge non arriveranno prima di metà mese.

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Report pessimistici
Al quadro meteo poco incoraggiante si aggiungono vari report diffusi nell’arco dell’ultima settimana, anch’essi scarsamente inclini all’ottimismo.
A cominciare dalle cifre diffuse venerdì scorso (26 settembre) da F.O. Licht. L’analista tedesco ritiene che il prossimo raccolto brasiliano sarà di soli 43 milioni di sacchi, in ulteriore calo del 6,5% rispetto ai 46 milioni stimati per quest’anno. Una valutazione che smentisce le proiezioni moderatamente ottimistiche contenute nelle conclusioni di uno studio Conab presentate lo scorso mese.
Sempre secondo Licht, la produzione mondiale, nell’annata caffearia appena iniziata, scenderà 145,5 milioni di sacchi, in consistente calo rispetto ai 152,9 milioni stimati per il 2013/14.
A ciò si aggiungono le previsioni di cui a un recente report dell’analista di CoffeeNetwork Andrea Thompson, che reputa verosimile per il Brasile un calo produttivo del 15% nella stagione entrante. Considerando che il raccolto appena concluso viene stimato da CN in 47 milioni di sacchi, ciò equivarrebbe a una flessione di circa 7 milioni di sacchi, che farebbe scendere la produzione 2015/16 a una quarantina di milioni di sacchi.
CN ha formulato questa stima preliminare basandosi anche su quanto osservato nel corso di un recente viaggio compiuto nelle regioni della coffee belt brasiliana e tenendo conto inoltre del ricorrere dell’anno negativo del ciclo biennale. Gli agronomi sottolineano che la situazione si è ulteriormente deteriorata nel corso dell’ultima settimana, in conseguenza delle temperature elevate e dell’assenza di precipitazioni.

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