lunedì 15 Aprile 2024
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Andrea Majer (Host 2021) fa il punto sulle macchine da caffè: fatturati ok solo nel 2022 e il fuori casa andrà ricontestualizzato

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MILANO – Ecco il testo dell’intervento di Andrea Doglioni Majer al convegno organizzato dalla sua Ucimac, l’Unione dei costruttori italiani macchine per caffè espresso ed attrezzature per bar. L’incontro era stato organizzato presso la Food-Technology Lounge Anima ad HostMilano, un incontro con gli addetti ai lavori e la stampa. L’obiettivo? Raccontare cos’è successo nel mondo delle macchine del caffè e delle torrefazioni a seguito della pandemia e così discutere insieme dei trend che si sono accelerati in conseguenza dei lockdown e dei cambi delle abitudini di consumo. Con Majer animarono quell’incontro a Host Michele Cannone (Lavazza) e Maurizio Giuli (Simonelli Group). Ma qui ci occupiamo soltanto di Luca Majer.

Il Presidente dell’Ucimac introduce: nell’associazione oggi ci sono 14 aziende, alle quali è data la possibilità di condividere informazioni su diversi livelli: analisi di mercato, statistiche di vendita, con alle spalle la confederazione Anima.

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Le aziende associate ad Ucimac sono tutte produttori di macchine per caffè: l’ambizione futura è quella di far associare anche le aziende più spiccatamente produttrici di accessori importantissimi come i macinadosatori da banco. Insieme a quella di includere anche produttori di sistemi di infusione del caffè alternativi all’espresso.

Ucimac, l’analisi dei dati a breve termine

Majer: “Per noi fabbricanti di macchine di caffè la pandemia ha comportato una perdita nel 2020 del fatturato di circa il 23% e anche il turn-over è calato del 23%.

Per il 2021, alla luce della scarsità delle materie prime e le pressioni della supply chain, si prevede che sarà difficile recuperare il fatturato del 2019 già da quest’anno. Probabilmente ci si attesterà in un valore via di mezzo tra 2019 e 2020, sperando nel pieno ripristino nel 2022.”

Alcuni trend che si sono accelerati con il Covid

Continua il presidente Ucimac: “Sicuramente si parla di digitalizzazione e di sostenibilità. Le aziende investiranno sempre più su questi due temi. Si realizzerà una polarizzazione del mercato: o sui prodotti come le bevande di alto costo e alto contenuto, o bevande molto economiche. Questo discorso vale anche per le macchine: la fascia media degli strumenti per il caffè che fanno abbastanza bene il loro lavoro, ma non si collocano in una categoria di applicazioni, sta sparendo. Ci saranno quindi da una parte sempre più macchine belle e prodotti di qualità, e dall’altra macchine più economiche.

C’è poi il concetto visto nella pandemia del caffè espresso come lusso quotidiano: noi tutti prima del lockdown prendevamo il caffè sotto casa. In seguito alla pandemia, il trend che si è affermato è stato quello dei consumatori che volevano prepararsi gli stessi caffè di qualità che bevevano nelle caffetterie, ma a casa propria.

Da qui è nata la tendenza dei produttori verso le macchine da casa, particolarmente prestanti e in grado di mettere a disposizione del consumatore un prodotto che equivale a quello che si trova nei migliori bar. Tutti i fabbricanti hanno proposto macchine per l’uso domestico bellissime, di alta fascia per quanto riguarda il prezzo, capaci di erogare bevande eccezionali.

Concludendo: la digitalizzazione può avere due scopi. Uno è sicuramente la riduzione dei costi, e l’altro soprattutto interessante per questa industria, è la distribuzione di ricette per la preparazione di bevanda a base caffè in modo controllato e controllabile da chi fornisce il prodotto. Idealmente l’azienda può vendere a casa una certa miscela e un domani si potrà far sì che lo stesso blend venga estratto e restituisca gli aromi in maniera sempre costante grazie alla digitalizzazione e alla connettività della macchina.

A lungo termine invece, si può assistere a un cambio delle modalità di lavoro: la pandemia ha comportato che ad esempio come si è visto a Milano, il ridimensionamento degli uffici. Quindi l’Ocs (Office coffee service) viene sostituito dall’home service, per via dello smartworking. Ciò porta a nuovi modelli di business: abbinata con la digitalizzazione si può pensare che un utente paghi la macchina del caffè secondo l’uso che ne fa, abbinata alla tazza e al bicchiere dedicati.

Riparleremo di una ripresa dei consumi fuori casa ai livelli di prima, anche quando, come noi pensiamo, si tornerà  a viaggiare verso la metà del 2022, nell’ottica che si tolgano le restrizioni nei viaggi verso Paesi attualmente chiusi come, per esempio, la Cina e l’Australia. Fino ad allora, la previsione è che il consumo che arriva dal turismo resterà sempre il più basso della storia.”

Creare un claim di come sarà la macchina del futuro quindi? Chiede e risponde in una battuta il presidente Ucimac Majer per chiudere: sicuramente una macchina più facile, con meno variabili, o sotto controllo ma nascoste

 

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