giovedì 11 Aprile 2024
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Lo street food cresce del 26% e i bar si ribellano

La Lombardia registra l'aumento record Zini (Camera di Commercio di Milano): «Tutelare i locali che pagano le tasse»

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MILANO – Il capoluogo lombardo è lontano anni luce da Bangkok, dove si stimano oltre 20mila venditori di cibo di strada. Ma la Lombardia guida la crescita (record) dello street food in Italia nel 2016, un fenomeno che va sempre più di moda.

E rende anche bene a chi si piazza con un’apecar o un mezzo a pedali negli angoli strategici del centro storico.

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Nel Paese la ristorazione ambulante ha registrato un aumento del 13% rispetto all’anno scorso, e Coldiretti (su dati Unioncamere) ha segnalato il picco in Lombardia, con 288 società (erano 228 al 30 marzo del 2015) e un incremento annuo doppio – del 26% – rispetto alla media italiana.

Anche i coltivatori lombardi peraltro si sono buttati nel business, solo a Milano circolano almeno una ventina di apecar. Espongono il marchio Straberry e la vendita itinerante di frutti di bosco, marmellate e frullati.

Per tutti i gusti. I milanesi si sono abituati a pause pranzo a base di polpette e arancini napoletani (a bordo di «Frie’n’fuie») o di mozzarella di bufala Dop e pomodoro San Marzano Dop, («Bianco Bufala») o agli aperitivi al pub itinerante di «PicoBrew» (specializzato nella birra artigianale).

E anche il Comune ci crede. In occasione di Expo aveva lanciato in via sperimentale un bando per assegnare 28 licenze temporanee per vendere cibo di strada in centro.

Unico obbligo quello di non rimanere appostati oltre le due ore in uno stesso punto, utilizzare mezzi eco-friendly e non sostare a meno di 500 metri da fiere e mercati.

Tutelati anche alcuni luohi storici, come piazza Santa Maria delle Grazie o l’asse piazza San Babila-Castello.

Ora ha deciso di raddoppiare. Palazzo Marino a inizio 2017 metterà a bando 50 licenze per la durata di tre anni. Tutti i mezzi (tricicli o quadricicli) dovranno presentare un’univoca veste grafica riconducibile all’assegnatario. Inoltre dovranno avere una dimensione massima di 3,60 metri di lunghezza per 1,70 di larghezza.

Il regolamento dovrà essere votato in consiglio comunale, e qui la giunta potrebbe trovare qualche ostacolo. Il centrodestra cercherà di frenare il rischio di «concorrenza sleale» a bar e ristoranti.

Anche Alfredo Zini, consigliere della Camera di commercio di Milano, fa presente che «più che paletti per gli operatori di street food, almeno si diano agevolazioni a bar e ristoranti.

Sono loro che pagano Tari, Imu e la Cosap anche per esporre un paio di fioriere per abbellire un bar in periferia. E le regole per tutelare la salute dei consumatori nel caso del cibo di strada sono più blande».

“Si trovi un equilibrio”

Risciò e apecar hanno l’obbligo di spostarsi ogni 2 ore? Vero. Ma Zini fa presente che «se nelle 2 ore della pausa pranzo si piazzano sotto la sede della Regione, del Comune o davanti alle università, o con i gelati fuori dalle scuole ovviamente fanno grande concorrenza a bar che devono sostenere molti costi fissi al confronto degli itineranti. Non pagano neanche la tassa rifiuti. Si trovi un equilibrio».

Chiara Campo

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