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Fabio Verona visita la Starbucks Reserve roastery e spiega perché non giudica prodotti e servizio

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MILANO – Come promesso in precedenti articoli, Fabio Verona ha visitato la scorsa settimana lo Starbucks milanese di Cordusio. Una tappa obbligata per il “cuoco del caffè”, che ha voluto vedere con i propri occhi come funziona il locale flagship della grande catena americana in terra italiana. Che non giudica. E più avanti spiega perché.

E farsi una prima idea sugli allestimenti, l’esperienza e l’organizzazione interna.

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Rimandando a successivi visite una valutazione più organica e completa del locale, presupposto indispensabile per una vera e propria recensione completa.

Recensione che attendiamo tutti con grande interesse trattandosi di un addetto ai lavori con una vasta gamma di competenze in vari ambiti del mondo del caffè.

Verona è infatti dal 2005 responsabile della qualità e della formazione della torrefazione torinese Costadoro, attiva in varie iniziative volte alla divulgazione della cultura del caffè.

Maestro di Cucina, iscritto all’albo professionale dell’associazione professionale cuochi italiani, e maître Amira è stato inoltre Direttore dell’istituto di formazione alberghiera “Les Meridiens”.

È infine membro dell’Asa, l’Associazione Stampa Agroalimentare. Ed è inoltre Authorised Trainer per la Sca, Speciality coffee association.

Ecco dunque le prime impressioni di Fabio Verona sulla Reserve Roastery, in un contributo ripreso dal suo sito arabica100per100.com. Contributo che si apre con un’interessante similitudine.

di Fabio Verona

Come promesso, prima di scrivere qualcosa di personale sul nuovo Starbucks Reserve roastery dovevo vederlo con i miei occhi, e così in settimana mi sono recato a Milano per una prima visita.

Che dire…

… sembra di entrare nella fabbrica di Willy Wonka del caffè!

Probabilmente per Mr. Howard è stata un’ispirazione…

… e non solo per l’ambientazione!!

Anche in alcune preparazioni sembra che il geniale film abbia stimolato la fantasia di Starbucks, come per esempio per il Nitro Ice Cream, dove per il locale italiano si è appoggiato al bravissimo gelatiere torinese Alberto Marchetti.

Un tripudio di materiali di pregio, una quantità incredibile di attrezzature bellissime ( e costosissime) sufficienti per 5 bar “belli” italiani.

Una gestione del marketing da grande azienda qual è, con merchandising curato ed invitante.

Una dei 300 specialisti di Starbucks Reverve Roastery Milano all'opera
La preparazione del Nitro gelato all’Affogato Station dello Starbucks milanese

Per non parlare dell’assistenza al cliente

tutti molto gentili e disponibili nel fornire informazioni e spiegazioni su dinamiche e prodotti.

Anche la quantità di personale in quel momento era considerevole, ci saranno stati almeno un centinaio di addetti tra baristi, roaster, addetti alla sicurezza, plonger, panettieri e dimostratori di estrazioni con i loro carrelli attrezzati di tutto punto sparsi tra l’interno e l’esterno del locale.

Insomma, una grande e bella macchina che in questi giorni è letteralmente sotto i riflettori, e di conseguenza deve cercare di dare il meglio in termini di qualità ed il massimo in termini di servizio.

starbucks
Il barista Gabriel Sebastian Denes lavora alla stazione siiphon nella Starbucks Reserve Roastery (Joshua Trujillo, Starbucks)

D’altronde, le persone che in questi giorni affollano il locale milanese sono certamente superiori a quelle che saranno poi le abituali, ed il personale, anche se in numero superiore al necessario, serve a sopperire alla naturale capacità ricettiva della struttura, cercando di rendere comunque piacevole ed assistita l’attesa.

Si, perché chi vuole andare a visitare STR in questi giorni deve mediamente prepararsi a qualche piccola coda tra ingresso e cassa, ed a un po’ di attesa nell’essere serviti, ma nulla di eccessivo, soprattutto sapendolo in anticipo ed essendone consapevoli.

Starbucks Reserve roastery di Milano: trecento metri di coda in Piazza Cordusio sin dal primo mattino
Starbucks Reserve roastery di Milano: trecento metri di coda in Piazza Cordusio sin dal primo mattino

Di cosa invece non vi parlo? Dei prodotti e del servizio.

Perché? Perché come da mia abitudine prima di fare una recensione voglio andare più volte in un locale, in momenti ed in giorni diversi, per verificare, al di là dell’entusiasmo o sconforto iniziale, se le sensazioni ed i gusti provati sono poi riconfermati.

Quindi, amici, vi invito a seguire i prossimi articoli, e a recarvi personalmente prima o poi a fare un giro, perché da Howard c’è solo da imparare, magari non in tutto…

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