domenica 24 Marzo 2024
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L’espresso oltre l’euro: da settembre l’aumento di 10 cent, il caso di Massa Carrara

Ci si libererà finalmente del limite del prezzo per un espresso, legato tradizionalmente alla moneta da un euro? Possibile l'aumento da settembre in alcuni locali

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Dalla Corte
Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè

MILANO – Rientrare dalle vacanze estive è sempre un po’ traumatico: si riprende il lavoro, la vita è di nuovo scandita dagli orari. Torna anche la pausa caffè: peccato che, anche l’espresso, incontrerà anche nella città di Massa in Toscana dei cambiamenti poco graditi per gli affezionati all’euro a tazzina.

Sempre più diffusa la notizia sull‘aumento del costo del caffè attualmente fermo a 1 euro da circa 15 anni, dal primo settembre. Sono voci confermate da alcuni esercenti massesi che già si sono adeguati alla nuova tariffa portandolo a 1,10 euro.

L’espresso cambia il suo valore anche a Massa

Non esiste più come una volta un listino prezzi vincolato da Confesercenti e Confcommercio. Ovvero quello che stabiliva un range entro il quale fissare le tariffe da applicare alla somministrazione di caffè. Quindi il costo è diventato a discrezione del singolo esercente. Una figura che deve poi prendere decisioni per far fronte all’aumento dei costi di produzione. 

Lino Rossi, la sua testimonianza

Nel settore da anni e proprietario delle pasticcerie Rossi in Via Massa Avenza e Via Carducci, nonché del Bar Bocci di Piazza Mercurio, racconta.

«A me dispiace tantissimo per la mia clientela. E’ sempre brutto fare aumenti, ma io sono tra quelli che applicherà nuove tariffe da settembre.

Storicamente l’aumento del caffè seguiva quello del giornale. Con l’euro è cambiato tutto e il suo prezzo è stato fissato a 80 centesimi.

Dal 2003 è iniziato un adeguamento generale bloccandosi ad 1 euro nel 2006-2007. Un aumento del 10% ancora non va a coprire l’effettivo aumento dei costi per l’esercente (ovviamente parliamo di coloro che vogliono mantenere un servizio di qualità alla clientela). Ed è ancora distante dall’aumento a 1,20 euro già applicato a Forte dei Marmi o Parma.

Anche altre città vicine come Lucca e La Spezia lo hanno già aumentato. Poi, i turisti milanesi e fiorentini che ho incontrato nei miei bar capita si sorprendano alla cassa quando fai pagare loro ancora 1 euro il caffè».

«Inoltre manca una mentalità che valorizzi la qualità del prodotto offerto – aggiunge –. In tema di caffè ognuno ha i suoi gusti e cerchiamo di venire incontro ad ogni più variegata richiesta, ma rimane la convinzione che il caffè debba avere un prezzo “comune” da non differenziare. Né tantomeno aumentare facilmente come può capitare con uno spritz.

Per ora paste e cappuccini rimarranno fermi, nonostante sia aumentato anche il costo del latte. Molti miei colleghi con cui ho parlato hanno detto che seguiranno il mio esempio, il trend è cominciato».

Francesco Bennati, un altro esempio

Il titolare del Bar La Madonnina a Massa e responsabile della Fib – Federazione Italiana Barman, parla in rappresentanza della Fiepet; – Federazione italiana Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici di cui è presidente provinciale.

«Noi portiamo avanti le istanze dei nostri associati e ci sentiamo di giustificare questo aumento. Tutti gli indicatori economici parlano di evidenti aumenti nei costi che hanno inciso in modo importante sull’attività dell’esercente.

Dal 2011 ad oggi è aumentato del 15% in media del costo della materia prima caffè, relativamente poi alla diversità di miscele che possono costare da 6 euro a 35 euro il chilo.

L’imposta comunale per la spazzatura è aumentata del 60%, poi ci sono state maggiorazioni anche dell’acqua e della corrente elettrica.

Chi è in affitto ha registrato aumenti nel canone e chi ha dipendenti dei giustificati adeguamenti contrattuali. Ricordiamo anche che negli anni gli esercenti hanno anche fatto investimenti sulle macchine per l’erogazione che devono essere ammortizzate e affrontato tutti gli onerosi adeguamenti di legge. Ognuno sceglierà le sue tempistiche. Ma penso che la scelta di un aumento di tariffa sia un passo da compiere, seppur indigesto, ma inevitabile».

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