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LAVAZZA – Un 2013 di segno positivo: fatturato sbatile a 1.340 milioni (+0,7), ebit in crescita a 145,4 e utile di 84,8 milioni

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L’azienda torinese detiene la leadership del mercato domestico e accresce gli investimenti negli Stati Uniti

TORINO – L’assemblea dei soci Lavazza ha approvato martedì 20 maggio il bilancio della Luigi Lavazza S.p.A. e il consolidato 2013 del Gruppo, che registra un fatturato di 1.340,1 milioni di euro, in rialzo dello 0,7% rispetto ai 1.330,7 milioni del 2012, un Ebitda a 245,7 milioni di euro (rispetto ai 176,9 milioni dell’esercizio precedente) e un Ebit a 145,4 milioni di euro (contro i 98,2 dell’esercizio precedente, pari a un incremento del 48%).

L’utile d’esercizio a livello consolidato è pari a 84,8 milioni di euro, in lieve flessione rispetto ai 97,1 milioni del 2012 (che includevano una plusvalenza di 38 milioni di euro sulla cessione di un pacchetto di azioni di Keurig Green Mountain).

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Dal punto di vista finanziario, l’anno si chiude con un saldo di cassa pari a circa 387,2 milioni di euro rispetto ai 288,1 milioni del 2012.
A fronte infine di un mercato domestico ancora in contrazione, Lavazza mantiene nel 2013 la leadership del comparto retail con una quota a volume pari al 44,4% (+ 0,6%), attestandosi al 47,5% a valore (dati Nielsen).

La quota di fatturato derivante dai mercati internazionali si attesta al 46%, prossima quindi a raggiungere nel breve periodo il 50% e con l’obiettivo strategico a lungo del 70%.

Durante l’anno passato, il Gruppo ha proseguito nell’implementazione del proprio piano strategico secondo quattro linee guida principali: la focalizzazione su alcuni mercati prioritari, con modelli di business diversi a seconda delle realtà geografiche; l’accelerazione di progetti di ricerca e innovazione di prodotto e di sistema; il processo di riorganizzazione interna, volto ad accrescere l’efficienza dei processi e il contenimento dei costi; il rafforzamento delle partnership di qualità in tutti i settori di attività dell’azienda.

“Nel corso del 2013 si è proseguito, e in gran parte completato, il grande lavoro di sviluppo e messa a regime dell’azienda avviato tre anni fa. Sono cresciute ancora, come nei due anni precedenti, la profittabilità e la cassa, pur in un contesto di crisi dei consumi e a fronte di un investimento importante sul mercato per stare vicino ai consumatori italiani, che ci hanno ripagato con ottimi risultati in termini di recupero di quota – ha affermato Antonio Baravalle, amministratore delegato Lavazza -. La nostra natura di azienda familiare non quotata ci consente, diversamente da una public company, di avere un azionista saldo e dotato di un’ottima governance con cui poter discutere e con cui decidere di continuare a investire anche a fronte di un ridimensionamento del guadagno nel breve”.

Lavazza, da sempre tra i principali protagonisti del Made in Italy, continua a credere fortemente nel sistema Italia, che resta il fulcro operativo dell’azienda con quattro impianti produttivi. In particolare, sono stati previsti oltre 60 milioni di euro di investimenti per lo stabilimento di Gattinara (Vercelli), dove si producono oggi tutti i prodotti in capsula destinati ai sistemi espresso e dove a inizio 2015 sarà avviata la prima linea Roast&Ground.

Per quanto riguarda la presenza internazionale, si confermano come Paesi chiave per l’azienda in questa fase Regno Unito, Germania e Stati Uniti. Rispetto agli Stati Uniti, in particolare, l’ambizione di Lavazza è di farne il secondo mercato dopo l’Italia nei prossimi cinque anni: i fattori chiave saranno lo sviluppo dell’alleanza industriale e commerciale con Keurig Green Mountain, già partner dell’azienda dal 2010, insieme con una strategia multi-canale e multi-prodotto, già in atto, che farà leva su tutte le categorie e i segmenti: dalle capsule al Roast & Ground, per il consumo sia domestico sia del fuori casa.

Lavazza seguiterà invece a lavorare attraverso distributori esteri, secondo un modello di sviluppo indiretto, in aree storiche come l’Australia, il Centro-Est Europa e il bacino del Mediterraneo. Confermato infine l’interesse a essere presenti sui mercati emergenti, Brasile e Russia in particolare, in una logica di equilibrio tra adeguata penetrazione del Paese e conseguimento del profitto.

Riguardo all’andamento del mercato nei primi mesi del 2014, Baravalle ha commentato: “l’anno in corso è partito con un primo quadrimestre complesso, in virtù del forte aumento di prezzo della materia prima che da gennaio ad adesso è praticamente raddoppiata, non per effetto della speculazione ma per una grave situazione climatica a carico soprattutto del Brasile. Si è aperta quindi una fase, che durerà due/tre anni, in cui il caffè crudo sarà quantitativamente scarso e quindi oggetto di forti manovre speculative, con inevitabile impatto in termini di profittabilità per noi come per tutti i nostri concorrenti. Cercheremo in ogni caso di non rallentare la macchina degli investimenti, indispensabili per rafforzare e consolidare Lavazza in una fase foriera di grandi cambiamenti in tutto il settore del caffè”.

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