lunedì 25 Marzo 2024
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Fondi di caffè per ripulire le acque: ecco l’idea premiata da Lavazza

Un sistema per purificare le acque reflue con scarti agro-alimentari, basato sul reimpiego degli scarti di lavorazione generati dall’industria del caffè. Una soluzione ad un problema mica da poco, messo a punto da Loris Savino, 23enne di Bari, biotecnologo, che con due amici (Stefano Savino, 25 anni, chimico; e Daniele Tenerelli, 25 anni, agronomo, ha vinto il Premio Lavazza all’interno della call “Youth in action, for Sustainable developments goals”

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MILANO – La sostenibilità è un tema che sta molto a cuore ai consumatori e quindi anche alle aziende: il settore del caffè non fa eccezione ed ecco che le idee per trovare soluzioni di economia circolare, si moltiplicano. I fondi di caffè sono grandi protagonisti di molte iniziative di questo tipo: chi li trasforma in funghi, chi li usa per fare energia e chi, come Loris Savini, biotecnologo, purifica le acque reflue. Un progetto ambizioso che è stato riconosciuto da Lavazza, di cui leggiamo i dettagli dall’articolo di Francesco Bellofatto su ildenaro.it.

Fondi di caffè ancora per una filiera sostenibile

Un sistema per purificare le acque reflue con scarti agro-alimentari, basato sul reimpiego degli scarti di lavorazione generati dall’industria del caffè. Una soluzione ad un problema mica da poco, messo a punto da Loris Savino, 23enne di Bari, biotecnologo, che con due amici (Stefano Savino, 25 anni, chimico; e Daniele Tenerelli, 25 anni, agronomo, ha vinto il Premio Lavazza all’interno della call “Youth in Action, for Sustainable Developments Goals” promossa da Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Eni Enrico Mattei e Fondazione Allianz Umanamente, rivolta a giovani under 30.

“La Fondazione italiana Accenture – spiega Antonino Muro, co-founder e Account Manager di Giffoni Innovation Hub – ha proposto un momento di confronto, moderato da Cecilia Ferri, Digital Communication & Project Manager della Fondazione, sul rapporto tra sostenibilità economica, sociale e ambientale e il mondo delle imprese. Confronto e a cui hanno partecipato ben 80 giovani under26, e gli stessi ragazzi del DreamTeam, che poi Loris ha incontrato. Non un caso. In realtà l’obiettivo di incontri come questo è creare legami, relazioni, tra i talenti del nostro Paese e ampliare le loro conoscenze e la visione che hanno del futuro. Visione del futuro da condividere anche con le aziende, come d’altronde facciamo da anni in qualità di Giffoni Innovation Hub”.

Il gruppo di ricerca

“Siamo tre amici dalle diverse competenze, sebbene compatibili – racconta Loris durante la Masterclass impact con la Fondazione italiana Accenture, all’interno della rassegna Next generation, realizzata da Giffoni Innovation Hub e promossa da Giffoni opportunity – e abbiamo deciso di metterci in gioco dopo aver studiato a lungo il problema. Ci siamo concentrati ognuno su un aspetto differente della produzione industriale, su cosa prendere dal frutto del caffè per utilizzare questa tecnologia e tutti i processi, soprattutto chimici, per arrivare alla soluzione”.

Come è nata l’idea del riciclo dei fondi di caffè?

“La molla è stata tutta questione di sana curiosità. Tutti prendiamo in media una tazzina di caffè al giorno. Ma ci siamo chiesti cosa ci fosse dietro quella tazzina. Quali problemi affliggono tutto il processo, che va dalla ciliegia del caffè fino alla tazzina che ci arriva dopo pranzo o sul bancone del bar. Magari nessuno ci aveva pensato prima, ed è su questo pensiero che abbiamo pensato di provarci noi.”

Come avete sviluppato il progetto?

“Con Lavazza siamo stati in Colombia per seguire tutti i progetti della Fondazione in quel Paese. La possibilità di ascoltare le storie di coloro che raccolgono manualmente i singoli chicchi di caffè è stata davvero stimolante. Un’esperienza unica. Tornati in Italia, abbiamo accresciuto la nostra sensibilità verso il problema e abbiamo deciso di provare a risolverlo sul serio.”

Cosa pensi dell’esperienza di Giffoni innovation hub?

“Si parte sempre dalla cultura, dalle idee: il poter arrivare a più persone possibili non può che partire dalla cultura. Su questo, Giffoni è un grande esempio: dallo scontro e dall’incontro con nuove persone, nuove idee, dalla voglia di esporle. Il fatto che qui a Giffoni siano i giovani a confrontarsi è uno stimolo in più: sono temi che proprio la nostra generazione dovrà trovarsi a risolvere e ad affrontare. È quello che ci serve.”

Hai la stessa età dei ragazzi del Dream Team: la vostra è la Next generation…

“In effetti siamo forse una generazione che, per forza di cose, ha imparato a non dare nulla per scontato e che dovrà conquistare tutto. Doverci mettere in gioco sarà la chiave. A mio parere, però, penso siamo molto forti nel reinventarci, nel trovare nuove idee, soluzioni a problemi nuovi ma anche a problemi vecchi. È da qui che parte tutto.”

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