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LA UE SPIAZZA LAVAZZA – Saltato l’acquisto di caffè L’Or e Grand Mère

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Dalla Corte
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Un primo approfondimento dopo le notizie di ieri.

di Emanuele Scarci*

Colpo di scena nella vendita dei marchi francesi del caffè L’Or e Grand’Mère: Lavazza non potrà più sorseggiarli. La multinazionale torinese aveva presentato un’offerta vincolante all’americana Mondelez e all’olandese Demb, proprietarie dei due marchi e promessi sposi: costruiranno il più grande gruppo del caffé al mondo con 7 miliardi di dollari di ricavi. Scavalcando anche Nestlé.

A sorpresa ieri sera i due venditori hanno rivisto il piano di cessioni per ottenere il via libera della Commissione europea all’operazione di fusione, che ora riguarda Carte Noire e non più i marchi L’Or e Grand’Mère.

In una nota i due colossi del caffè annunciano di essere stati informati dalla Commissione europea che i rimedi proposti in un primo momento non sono risultati sufficienti e di aver quindi avanzato un nuovo piano.

Le autorità di vigilanza europee hanno rinviato al 1° giugno il termine per l’indagine sull’operazione. Alla fine Lavazza è stata spiazzata (almeno apparentemente) , anche perchè ha venduto un asset importante (il 4% dell’americana Keurig green mountain) per reperire la liquidità necessaria per lo shopping.

In una nota la società di corso Novara prende atto della decisione della Commissione europea “e si riserva di valutare eventuali prossime opportunità in base agli sviluppi dell’operazione”. Insomma non si capisce se Lavazza accetterà ora di bere l’espresso Carte Noire (le capsule sono compatibili con le macchine Nespresso), un brand prestigioso che si colloca nella fascia alta di mercato.

Proprio lunedì Lavazza aveva ceduto un’altra quota della Keurig green mountain, riacquistata dalla stessa società Usa costruttrice di macchine per caffè. Da fine gennaio Lavazza è scesa dal 7 al 3%, incassando dalla cessione di 5,2 milioni di azioni una cifra stimabile intorno a 620 milioni di dollari. Dal quartier generale la società aveva comunicato di voler far cassa per puntare a “un’importante operazione strategica”, ma senza specificare quale.

Nella sua tradizionale prudenza, l’azienda torinese spiega che «pur continuando a credere nel valore dell’investimento in Kgm, è attualmente impegnata in importanti operazioni strategiche non collegate a Kgm, per le quali avrà significative esigenze di liquidità”. Pertanto non esclude di effettuare in futuro nuove operazioni di vendita o azioni.

Meno di un anno fa l’ad Antonio Baravalle sosteneva: «La quota che abbiamo in Keurig green mountain è strategica per gli Stati Uniti. Diventeranno il secondo mercato dopo l’Italia nei prossimi cinque anni grazie a una strategia multi-canale e multi-prodotto». E ancora: «Per sedersi al tavolo dei big globali bisogna avere una taglia di almeno 2 miliardi, altrimenti si rischia di trasformarsi in prede». Insomma Baravalle ha le idee chiare sulle strategie da seguire, ma il repentino cambio di rotta di Mondelez e Demb proprio non ci voleva.

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