mercoledì 10 Aprile 2024
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MANUALE DI CONVERSAZIONE – La pausa caffè

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Ecco alcune regole da seguire per una conversazione durante la pausa caffè

– È fondamentale per restare al corrente su quello che accade in azienda.

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– Il caffè non c’entra, è la ritualità che conta. Affrettarsi a chiosare: “È come per la sigaretta”.

– Terreno di elezione per broccolare le colleghe più avvenenti.

– Quella dei dipendenti pubblici dura sei ore. Stigmatizzare.

– Il caffè dei distributori automatici fa schifo, ma la pigrizia di uscire e andare al bar è troppa. Rammaricarsene.

– Dire “Il solito” al barista è segno di prestigio sociale, al contrario frequentare lo stesso bar da un anno e non essere ancora riconosciuto è una dura prova per il proprio ego.

– Quelli che al distributore automatico prendono la “bevanda al gusto di cioccolata”: inferirne un’infanzia difficile.

– Domandare sempre che cosa sarà mai la “bevanda a base di tè”.

– Valutare se far partire una pippa socio-antropologica sulle conversazioni alla macchina del caffè, superate in vacuità solo da quelle in ascensore.

– Perdere sempre la chiavetta non appena la si è ricaricata con gli spiccioli di tutte le tasche. Dolersene.

– Aborrire ogni tipo di caffè che non sia l’espresso fatto dal vostro barista di fiducia.

– Citare l’uso partenopeo del caffè sospeso. Sperare che qualcuno chieda di cosa si tratta per poterlo spiegare. Conseguentemente, plaudire a quella superiore civiltà. Avere cura di rinnovare periodicamente i colleghi.

– Stigmatizzare il caffè al vetro come una perversione tutta romana.

– Se qualcuno ordina un caffè d’orzo non mancare di chiedergli come si possa bere una simile schifezza.

– Se qualcuno prolunga la pausa caffè, al rientro chiedergli se non gli facciano male tutte queste pause lavoro. Ridere con i colleghi della propria battuta.

– Offrire un caffè alla collega con la quale si lavora da cinque anni nonostante lei non ne abbia mai bevuto uno, quindi scusarsi per la distrazione chiedendosi dove si abbia la testa. Offrirglielo nuovamente poche ore dopo.

– In ogni ufficio ci sono sempre il collega che non è mai stato visto offrire un caffè e quello che pretende immancabilmente di pagare lui. Dissertare su quale sia il più molesto.

– Se qualcuno vi offre un caffè nel pomeriggio, ricordargli che se ne bevete uno dopo mezzogiorno quella notte la passate in bianco. Replicare che a voi non fa niente e, anzi, spesso ne bevete uno prima di andare a dormire. Concluderne che è un fatto di costituzione. Convenirne.

– Quando il distributore automatico di caffè è guasto leggerlo come un infausto presagio per la giornata.

– Proporre un caffè al collega specificando “però al bar”, suggerisce un’immagine di uomo che conosce il valore delle cose.

– Coffee break: evitare sempre. Inutilmente aspirazionale. Se usato fuori da una riunione di lavoro: trash.

http://www.ilfoglio.it/manualediconversazione/227

 

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