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La Colombia cresce veloce, ottime chances per l’agri business italiano

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MILANO – Proseguono gli appuntamenti targati Lide Italia e con essi anche i focus sul Sudamerica e le sue economie più brillanti e in crescita. Tra queste, sicuramente c’è la Colombia di Juan Manuel Santos (FOTO).

Il paese sudamericano, circa 47 milioni di persone, è reduce dalla sottoscrizione della pace con i guerriglieri delle Farc, grazie a un accordo giunto il 24 novembre 2016 per porre fine a un conflitto interno che dura da 52 anni.

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L’accordo con le FARC

L’accordo, che ha trovato il sostegno della comunità internazionale, come emerge dall’assegnazione simbolica del premio Nobel per la pace 2016 al Presidente Santos, tocca sei punti strategici molto importanti: lo sviluppo agrario integrale, la partecipazione politica, la fine del conflitto, la soluzione al problema delle droghe ad uso illecito, il risarcimento delle vittime dei conflitti.

L’incontro di Milano

Se ne è parlato al Westin Palace di Milano, dove il presidente di Lide Italia Juan Barberis ha fatto gli onori di casa, invitando l’ambasciatore colombiano in Italia Juan Mesa Zuleta e Juan Carlos Sarmiento, addetto commerciale dell’ambasciata della Colombia in Italia.

I due diplomatici colombiani hanno così potuto affrescare la situazione di un paese sempre più stabile, che ha visto offrire ben 3 milioni di posti di lavoro negli ultimi sei anni ai propri cittadini, stando a quanto dice l’ambasciatore.

Non solo, ma a quanto riferisce Mesa Zuleta sono ben 5 milioni le persone in Colombia uscite da una condizione di povertà, e tutto negli ultimi sei anni.

Una crescita vertiginosa anche per quanto riguarda le esportazioni, aumentate del 46% in 13 anni.

Un paese dunque pronto ad affacciarsi per una partnership con le maggiori economie mondiali e con esse l’Italia, soprattutto per quanto riguarda il settore agricolo.

Secondo quanto emerso dall’incontro organizzato da Lide a Milano, Bogotá chiede a Roma di approfittare dell’Accordo di libero scambio sottoscritto nel 2013, mentre dal canto suo Roma auspica “incentivi fiscali e sostegno degli investimenti”, essendo il nostro paese “al settimo posto tra i paesi dell’Ue che contribuiscono agli investimenti in Colombia”, come dice Sarmiento.

Nel dettaglio, gli investimenti diretti esteri dell’Italia in Colombia nel 2015 sono stati di 69,1 milioni di dollari, il 268% in più del 2014.

Dal 2007 ad oggi, l’apporto economico dell’Italia al paese colombiano è stato pari a 326,6 milioni di dollari.

Nel 2015 il Pil colombiano è cresciuto del 3.1%, e del 2% nel 2016. Secondo le previsioni per il 2017 si intravedono scenari ancor più confortanti, sia per il paese colombiano che per gli investitori.

Il nostro paese va incontro a favorevoli occasioni di investimento in settori come l’agroindustria, l’energia e le infrastrutture, che però sono da migliorare: “non abbiamo la vostra rete ferroviaria ma negli ultimi 6 anni abbiamo ampliato molto la rete dei trasporti”, dice Sarmiento.

La Colombia d’altronde riceve giovamento dalla propria presenza nell’Alleanza del Pacifico, dove è affiancata da Messico, Perù e Cile, e genera con essi il 41% del Pil della regione.

Sono 47 i paesi con cui la nazione colombiana ha accordi di libero scambio nel mondo, comprendendo 1,5 milioni di consumatori.

Al primo posto l’estrazione di smeraldi, poi la produzione del caffè, come spiega Giuseppe Lavazza, vicepresidente dell’omonimo gruppo (e console onorario della Colombia a Torino), invitato ad intervenire.

Con lui anche Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Asja Ambiente, per portare la propria esperienza in merito agli investimenti possibili nel paese.

Lavazza spiega che dopo una flessione degli anni scorsi, dovuta allo stato precario delle coltivazioni – impiegate anche dai guerriglieri delle Farc come centro di addestramento – adesso la produzione di caffè è ripresa superando addirittura i livelli pre-crisi.

Questo anche per il fatto che la Colombia gode di una qualificata manodopera, se si pensa che sono circa 330mila i colombiani che conseguono un diploma d’istruzione superiore.

Addirittura, secondo l’Imd – l’International Institute For Management Development – quella colombiana è la seconda miglior manodopera qualificata dell’intera regione sudamericana

Giuseppe Lavazza: la Colombia ha voglia di riscossa

“La Colombia è un paese che esce da un periodo molto travagliato e quindi ha una grande voglia di riscossa, di rinascita e di rilancio. C’è una forte dinamica allo sviluppo che contribuisce a creare un quadro attrattivo per gli investimenti”.

Lo dice all’agenzia DIRE Giuseppe Lavazza, vicepresidente del gruppo Lavazza, il quale spiega di essere stato “il primo esponente del gruppo storico ad aver tentato la fortuna in quel paese”.

La Colombia, prosegue, “è una nazione che, dovendosi costruire da zero, offre parecchie chance a chi si occupa di agri business, anche perché presenta una grande diversità da un punto di vista naturalistico”.

L’imprenditore lo dice a margine del business lunch con cui Lide Italia ha voluto affrontare al Westin Palace Hotel di Milano lo sviluppo e le opportunità che il paese sudamericano offre a chi voglia investire.

Ambasciatore Mesa Zuleta: Italia partner perfetto

“Crediamo che l’Italia debba essere il partner di sviluppo per tantissimi progetti nel settore agricolo”, dichiara alla DIRE l’ambasciatore colombiano in Italia Juan Mesa Zuleta.

Intervenuto a margine del business lunch organizzato da Lide Italia al Westin Palace di Milano per promuovere la Colombia come potenziale terra d’investimento per le imprese italiane, il rappresentante di Bogotá si è detto convinto della sinergia sempre più stretta tra il nostro paese e la nazione sudamericana, soprattutto nel settore agricolo.

“Noi abbiamo la terra, l’Italia ha l’esperienza; noi abbiamo la manodopera, in Italia c’è conoscenza e investimento”, aggiunge Mesa Zuleta, in un settore come quello dell’agricoltura che “purtroppo non ha potuto svilupparsi nel passato”.

Questo perché la Colombia per molti anni è stata dilaniata da una guerra civile tra le forze governative e le Farc, conflitto risoltosi con gli accordi di pace sottoscritti dalle due parti durante lo scorso novembre.

“Fino ad oggi abbiamo avuto un’immagine di violenza della Colombia per tutto quello che è successo nel passato- dice l’ambasciatore- ma d’ora in poi avremo una nuova Colombia che è la Colombia della pace, della crescita continua, della stabilità politica”, conclude Mesa Zuleta.

Nicola Mente

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