venerdì 29 Marzo 2024
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Marchi la sentenza, Ferrero vince: «Di Kinder ce n’è una». Sconfitta per Kindertraum, brand di un imprenditore tedesco

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Dalla Corte
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MILANO – Kinder non si tocca. Il marchio deve restare unico e non può avere simili, nemmeno in settori diversi da quello del mercato alimentare. A dare ragione alla Ferrero, è stata la Corte di giustizia Ue del Lussemburgo, che ha ribadito l’impossibilità di registrare un marchio molto simile a quello della linea di prodotti dell’azienda italiana.

No a marchi simili

“Il nome Kinder distingue un’intera famiglia di prodotti della Ferrero e quindi non è possibile registrare in Europa un marchio simile come ‘Kindertraum’ perché potrebbe generare confusione nel pubblico” hanno ribadito i giudici. Il contenzioso, che andava avanti da qualche anno, ha visto il colosso dolciario contrapporsi a un signore tedesco impegnato a produrre una linea di cartoleria. La diatriba è approdata davanti ai giudici europei dopo essere già stata esaminata dallo Uami, l’ufficio per l’armonizzazione nel mercato unico di marchi, disegni e modelli.

Già due decisioni contrarie

A tale ufficio si era rivolto infatti qualche anno fa il signor Harald Wohlfahrt, per registrare il marchio denominativo ‘Kindertraum’ (che significa ‘sogno dei bambini’) destinato a prodotti di cartoleria (cartoncini, prodotti da cartoleria, decorazioni natalizie). Cogliendo l’opportunità offerta dalle regole della normale procedura di registrazione di un marchio, la Ferrero però si era opposta. Il marchio Kinder, così ben identificabile, non può essere confuso con nessun altro prodotto, anche non mangereccio. Nel 2009 l’Uami aveva dato ragione al gruppo italiano, giudizio ribadito nel 2010 dalla commissione per i ricorsi della stessa Uami.

Il ricorso perso alla Corte europea

Il signor Wohlfahrt ha però insistito nel voler utilizzare a tutti i costi il marchio ‘Kindertraum’ nei suoi quaderni e decorazioni. Ha così deciso di presentare ricorso al Tribunale Ue per chiedere l’annullamento della decisione dell’Uami sostenendo la non sussistenza del rischio di confusione tra i due marchi.

Il pronunciamento dei giudici comunitari è ora definitivo: stabilisce che il marchio Kinder non ha carattere descrittivo, bensì distintivo per il pubblico italiano, e proprio questo specifico carattere «impedisce la registrazione di marchi simili».

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