martedì 26 Marzo 2024
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INFLAZIONE, CAMBIA IL PANIERE – L’Istat promuove il “caffè al ginseng”

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MILANO – Come ogni anno, l’Istat rivede l’elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento della rilevazione dell’inflazione. Nel 2015 il paniere utilizzato per il calcolo degli indici dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (NIC) e per le famiglie di operai e impiegati (FOI) si compone di 1.441 prodotti (erano 1.447 nel 2014), aggregati in 618 posizioni rappresentative (614 nel 2014).

Il paniere per il calcolo dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) comprende 1.457 prodotti (1.463 nel 2014), aggregati in 623 posizioni rappresentative (619 nel 2014). Tra le posizioni rappresentative che entrano nel paniere si segnalano i Biscotti senza glutine, la Pasta senza glutine, la Birra analcolica, i Mezzi di trasporto in condivisione (car sharing e bike sharing) e le Bevande al distributore automatico.

La rilevazione del prezzo del “Caffè al ginseng al bar” andrà a integrare quella dei prezzi della Caffetteria al bar; così come l'”Assistenza fiscale per il calcolo delle imposte sull’abitazione” andrà ad arricchire la posizione rappresentativa Assistenza fiscale alla persona.Escono dal paniere le posizioni rappresentative Navigatore satellitare, Impianto HiFi, Registratore DVD e Corso di informatica. Nel 2015 restano 80 (come l’anno precedente) i comuni capoluogo di provincia che concorrono alla stima dell’inflazione con riferimento al paniere completo; la copertura dell’indagine, in termini di popolazione provinciale, è pari all’83,5% (83,3% nel 2014).

Altri 12 comuni capoluogo di provincia – uno in più rispetto allo scorso anno – contribuiscono alla stima dell’inflazione per un sottoinsieme di prodotti (riferito alle tariffe locali e ad alcuni servizi). Il loro peso sul paniere dell’indice NIC è del 6,8%. Per questi prodotti la copertura dell’indagine, in termini di popolazione provinciale, è del 91,9%.

Nei comuni capoluogo sono più di 41.300 le unità di rilevazione presso le quali vengono monitorati i prezzi (tra punti vendita, imprese e istituzioni) e quasi 8.000 le abitazioni soggette alla rilevazione dei canoni di affitto.Nel complesso, le quotazioni di prezzo rilevate ogni mese ammontano a 597.500, di cui 501.900 raccolte sul territorio e 95.600 rilevate centralmente dall’Istat. Tra queste ultime, circa 13.000 sono rilevate mediante tecniche di web scraping per la raccolta dati su Internet, il cui utilizzo è stato avviato nel 2014. Rispetto al 2014 e con riferimento all’indice NIC, tra le principali tipologie di prodotto, aumenta il peso dei Servizi a scapito dei Beni; all’interno dei beni, si registra una crescita del peso della componente energetica, dovuta ai prodotti regolamentati. Considerando le divisioni di spesa, aumenta il peso sui consumi di Servizi sanitari e spese per la salute, Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, Comunicazioni, e, in misura più contenuta, di Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Bevande Alcoliche e tabacchi, Istruzione e Altri beni e servizi.

Per contro, i cali di peso più rilevanti in termini assoluti riguardano le divisioni Abbigliamento e calzature, Trasporti, Mobili, articoli e servizi per la casa, Servizi ricettivi e di ristorazione e Ricreazione, spettacoli e cultura. Le modifiche nella struttura dei pesi del 2015 sono state effettuate, come di consueto, utilizzando i dati aggiornati di Contabilità nazionale, classificati secondo il nuovo Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (Sec 2010). In linea con la politica di diffusione di Eurostat, a partire da marzo, il comunicato stampa dei dati definitivi sarà integrato con una sezione dedicata alla documentazione e analisi dell’accuratezza e della metodologia di calcolo della stima preliminare dell’indice IPCA.

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