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Il caffè fa bene al pil: dal boom delle capsule ai micro-roaster

Delle oltre 800 torrefazioni esistenti in totale, l’80-85 % sono piccole ma cominciano ad affacciarsi anche le microtorrefazioni, spesso collegate ad un solo bar

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MILANO – Sono pochi i settori dove tradizione e innovazione convivono così strettamente come in quello del caffè. Un prodotto così legato alle abitudini non solo di ogni popolo ma persino di ogni regione – basti pensare all’espresso italiano, al caffè turco e a quello col filtro dei Paesi anglosassoni – ha vissuto di recente una vera e propria rivoluzione con l’introduzione del caffè in capsula (e in cialde), che ha avuto un enorme successo a ogni latitudine.

Le nuove macchine per preparare il caffè non solo hanno cambiato il modo di prepararlo ma hanno anche modificato la distribuzione e la vendita del prodotto – le capsule occupano molto più spazio dei tradizionali pacchetti di caffè – e hanno infine fatto lievitare i prezzi: se un buon caffè nel classico pacchetto costa 10-15 euro al chilo, le capsule e le cialde superano i 40 euro.

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L’occasione giusta per fare il punto sul mercato del caffè sarà al Salone Internazionale del Caffè (Sic) nell’ambito di Host-Milano, la International Hospitality Exhibition biennale che si terrà presso la Fiera di Milano da venerdì 23 a martedì 27 ottobre 2015.

A Sic, che raddoppia gli spazi espositivi rispetto all’edizione 2013, saranno protagoniste tutte le sfaccettature dell’universo caffè, con una presenza selezionata di torrefattori, importatori, produttori, fornitori di tazze e accessori e operatori provenienti dai cinque continenti.

«Il panorama italiano delle torrefazioni è caratterizzato da un portfolio storico di realtà di piccole dimensioni: delle oltre 800 esistenti in totale, l’80-85% sono piccole. Questo scenario sta vivendo una profonda evoluzione – spiega Patrick Hoffer, presidente di CIC – Comitato Italiano Caffè – Accanto alle piccole torrefazioni storiche che trovano il loro punto di forza nell’artigianalità, stanno crescendo quelle di nuova generazione, i micro-roaster, che portano avanti una nuova cultura del caffè. In particolare, il consumatore è sempre più sensibile all’origine e per le varietà più pregiate si può dire che si stia imponendo quasi un concetto di terroir come per i grandi vini. Negli ultimi anni la diffusione di questa tendenza tra il grande pubblico si è accentuata anche grazie alle operazioni di marketing portate avanti dalle multinazionali del porzionato e delle catene di caffetterie».

L’importanza del settore del caffè per l’economia italiana, e più in generale di tutti quelli presenti alla fiera Host, è certificata dal supporto del governo, il cui obiettivo è quello di prolungare l’effetto Expo oltre la fine dell’esposizione milanese.

«Supportando le prossime edizioni di Host, abbiamo deciso di investire nella promozione di un settore strategico, in grado di stimolare gli investimenti in altri comparti di eccellenza del Made in Italy, dall’agroalimentare all’arredo- casa, dal design al turismo di qualità – ha dichiarato il vice ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda – Per questo non abbiamo esitato a inserire la manifestazione nel Piano di potenziamento degli eventi fieristici, garantendo il supporto di Ice-Agenzia anche per una maggiore visibilità del marchio Host a livello internazionale. Mi sembra che i numeri dell’edizione 2015 siano in linea con le migliori aspettative».

 

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