domenica 24 Marzo 2024
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L’epidemia di Hemileia vastatrix. Vulnerabile il settore guatemalteco

In Guatemala, l’elevata età media delle piantagioni agevola la propagazione della malattia. Governo e Anacafé studiano nuove strategie di sviluppo a medio-lungo termine

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Dalla Corte
Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè

MILANO – Prospettive negative per il settore del caffè in Guatemala, a causa dell’epidemia di Hemileia vastatrix. Il Gain Report del Dipartimento Usa dell’agricoltura (Usda), diffuso venerdì scorso, stima il raccolto di quest’anno poco al di sopra dei 4,2 milioni di sacchi da 60 kg. Con quindi un calo produttivo tutto sommato contenuto (-4,5%).

Hemileia vastatrix: a rischio l’intero settore

Ma la situazione peggiorerà ancora sensibilmente nel 2013/14. Un’annata per la quale è preventivata sin d’ora una flessione dell’8%, che farà scendere la produzione a 3,875 milioni di sacchi.

Un’evoluzione sfavorevole imputabile principalmente al proliferare della ruggine del caffè. Questa ha colpito, per la prima volta, anche le piantagioni al di sopra dei 1.500 metri di altitudine.

Settore vulnerabile anche in Guatemala

L’epidemia di Hemileia Vastatrix ha messo a nudo le vulnerabilità strutturali del comparto. Nonché l’esigenza di investimenti ingenti per il rilancio.

I produttori guatemaltechi sono abituati da decenni a coesistere con questa malattia crittogamica. La strategia di lotta si basa tradizionalmente sull’utilizzo di fungicidi rameici cui si sono aggiunti quelli sistemici.

L’efficacia di entrambi dipende soprattutto dalla tempestività dell’applicazione. Questa infatti, deve avvenire all’inizio della stagione delle piogge.

Il 95% degli arbusti ha ormai raggiunto o superato la maturità produttiva

Ed è dunque maggiormente vulnerabile agli attacchi delle avversità.

A ciò va aggiunta la prevalenza della piccola proprietà. Un limite alle possibilità di investimento in profilassi agronomica.

In Guatemala, il caffè dà da vivere a 90mila famiglie e di queste circa il 45% coltiva meno di un ettaro di terreno.

Per questo motivo l’attuazione su larga scala di strategie radicali di lotta si presenta come una strada in salita. Il rinnovo colturale richiede infatti svariati anni prima che le nuove piante possano produrre. Sia in termini economici che commerciali accettabili.

Anche una potatura drastica degli arbusti comporta circa 3 anni di fermo produttivo.

Tempi troppo lunghi da sopportare per i piccoli produttori

A meno che il governo non intervenga direttamente con politiche di sostegno e credito.

Quali strategie? Il report delinea una serie di azioni coordinate e differenziate da attuare con diversi orizzonti temporali.

A breve termine, la priorità è rappresentata dalla massima diffusione dei fungicidi e degli strumenti per la loro irrorazione; soprattutto a beneficio dei piccoli e medi produttori.

Di nuovo in Guatemala

Al pari di quanto accaduto in Honduras e Costa Rica, il governo ha dichiarato, dallo scorso febbraio, a livello nazionale lo stato di emergenza fitosanitaria. Vista la preminente importanza socioeconomica del settore del caffè.

A medio termine, gli interventi dovranno focalizzarsi sullo sviluppo e sulla distribuzione di materiale genetico resistente alla ruggine.

Il Centro agronomico tropicale per la ricerca e la formazione (Catie)

Avviò sin dagli anni cinquanta specifici studi sostenuti a suo tempo da Usda.

Un programma quindicennale sfociò nella creazione di varietà resistenti alla roya, che vennero positivamente sperimentate sul campo. La mancanza di fondi limitò in seguito le possibilità di sviluppo e attuazione ulteriore del programma.

Si calcola che servirebbero almeno 1,2 milioni annui di investimenti,. Ovviamente, distribuiti su una decina d’anni. Così attuare efficacemente un piano di rinnovo delle piantagioni.

Il World Coffee Research Institute

L’istituzione operante presso ilNorman Borlaug Institute di College Station, Texas, sta compiendo ricerche approfondite sulle cultivar diffuse in Guatemala; utilizzando in primis la banca genetica del Catie.

La grande sfida è quella di sviluppare varietà a prova di ruggine che conservino un elevato profilo in tazza.

Il report sottolinea che le piantagioni centro americane presentano un’eccessiva omogeneità. In più, la scarsa varietà genetica le rende maggiormente vulnerabili agli attacchi delle malattie crittogamiche.

Le politiche

 Il governo ha creato nel 2001 un fondo fiduciario della durata di 15 anni la cui gestione è stata affidata ad Anacafé. Viste le attuali difficoltà causate dalla ruggine, l’esecutivo ha disposto vari interventi di sostegno.

Tra cui l’erogazione di credito ai produttori a tassi agevolati (2-3%). Inoltre, sta considerando attualmente un’estensione dell’operatività del fondo per ulteriori 10 anni oltre la scadenza del 2016.

Anacafé è consapevole dell’esigenza di ripensare le strategie e le politiche caffearie

Tra le misure allo studio, il potenziamento degli investimenti in ricerca agronomica e trasferimento di tecnologie. Poi una presenza più capillare sul territorio dei servizi di assistenza tecnica e consulenza.

Nonché uno sforzo importante a favore della diversificazione agricola, per ridurre la dipendenza dei produttori dalla sola coltura del caffè.

L’Associazione è molto attiva sul fronte del marketing

Significativa la sua presenza a TriestEspresso Expo. Dove si distingue per un moderno approccio di mercato volto a valorizzare le peculiarità uniche dei suoi caffè.

Nel quale ha avuto un ruolo essenziale l’identificazione di specifici profili geografici e la loro tracciabilità.

Il portale www.guatemalancoffees.com  comprende un sistema di ricerca che fornisce informazioni dettagliate sui produttori; integrabile attraverso le mappedi Google Earth.

Esportazioni

L’export di caffè in tutte le forme del Guatemala ha superato di poco i 4 milioni di sacchi nel 2011/12. Le stime danno per probabile un calo a 3,87 milioni di sacchi nel 2012/13 e 3,5 milioni nel 2013/14.

Gli Usa rimangono il mercato di destinazione più importante

Con circa il 40% del totale, seguiti dai paesi dell’Ue (30% circa). Le esportazioni verso Giappone, Germania e Canada hanno subito quest’anno una consistente battuta d’arresto.

Consumi

I consumi interni sono stimati in circa 2,4 kg pro capite.

Il segmento dell’alta gamma è in crescita grazie anche al traino del settore turistico.

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