martedì 16 Aprile 2024
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Giurisprudenza al caffè: il barista è obbligato ad avere sempre il resto?

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MILANO – Che succede se si paga un caffè con una banconota da 50 euro? E se il barista non ci serve o il negoziante non ci vende la merce perché non hanno il resto? Ecco come risolvere il problema.

Prima o poi è capitata a tutti la stessa imbarazzante situazione: devo spendere 3 euro al bar ma nel portafoglio ho solo una banconota da 50 euro.

Magari come il cliente che mi ha preceduto. Lo sguardo del barista non è proprio di quelli che ti danno il buongiorno con gioia.

E il resto in Goleador sarebbe, certamente, eccessivo.

Come non è sempre amichevole lo sguardo del titolare di un negozio in cui, per una spesa di 11 euro, si vede tirar fuori dal cliente una banconota da 100.

La frase più cortese che il negoziante pronuncia in questi casi è: «Non ha per caso 1 euro?»

In realtà, il commerciante ha poco da arrabbiarsi perché è obbligato ad avere il resto già dalla mattina, cioè da quando tira su la serranda ed entra il primo cliente.

E, soprattutto, non può rifiutarsi di vendere la propria merce solo perché non ha il resto da dare.

Che sia una maglia di cachemire o un caffè [1].

Non tocca al cliente, infatti, farsi i chilometri per cambiare una banconota e poi tornare al bar o in negozio per dare al titolare la cifra esatta o quasi.

E’ al contrario: è il commerciante ad essere obbligato ad avere il resto da dare al cliente. In alternativa, sarà lui ad andare dal vicino di vetrina o a farsi i chilometri per farsi cambiare i nostri 50 o 100 euro (pensate a chi estrae dal portafoglio una banconota da 500 euro…).

Questo perché la legge gli impone di tenere fede alla proposta di vendita fatta nel momento in cui ha esposto la sua merce.

Manca il resto: come risolvere il problema?

Si può risolvere il problema dell’eccessivo resto da dare in un negozio solo in due modi: con un po’ di buona volontà e rispettando la legge.

Se, da una parte, il cliente può evitare di girare con banconote di grosso taglio per le piccole spese (basta chiedere un po’ di moneta in banca quando si va a prelevare i soldi), dall’altra il commerciante può – anzi deve – far capo alle normative in vigore per evitare situazioni complicate.

Munirsi di moneta (metallica o di carta) a sufficienza per dare il resto durante la giornata è un obbligo.

Tenuto conto che non tutti i clienti pagano con banconote dai 50 euro in su.

Quindi, durante il giorno, il negoziante, come il barista, accumulano via via degli spiccioli per successivi resti da dare.

E’, quindi inammissibile, che un cliente si senta dire: «Vada a cambiare i soldi» oppure «mi dispiace ma non le posso vendere questi pantaloni perché non ho il resto da darle».

Situazioni di questo tipo sono capitate anche in qualche sportello di un servizio pubblico come la biglietteria di una stazione ferroviaria.

Qui, più di una volta, agli studenti che pagavano un abbonamento da 70 e passa euro con una banconota da 100, è stato detto: «Vai a farteli cambiare, qui non siamo alla Banca d’Italia».

Di fronte ad una risposta come questa, una telefonata ai Vigili Urbani o alla Guardia di Finanza non guasta.

C’è un altro modo per evitare di non avere il resto da dare al cliente ed è quello di rispettare la legge sul pagamento elettronico.

Ancora alcuni commercianti (o baristi) si rifiutano di installare il Pos per il pagamento con carta di credito o Bancomat, nonostante siano obbligati dalla legge [2] ad accettare dal 1 gennaio 2016 anche micropagamenti con moneta elettronica.

Anzi, c’è chi ci mette pure il cartello: «Qui non si accettano carte di credito o Bancomat». Pure in questo caso, una telefonata alle Forze dell’ordine sarebbe opportuna.

C’è un limite per il pagamento in moneta?

Una delle «vendette» più comuni di chi si sente rifiutare una banconota perché il commerciante non ha il resto da dare è quella di farsela cambiare in monetine da 1 centesimo, tornare in negozio e costringere il titolare a contarle una alla volta.

Certo, il commerciante non potrà più lamentarsi di non avere resto da dare al prossimo cliente. Ma a tutto c’è un limite, anche al pagamento in moneta.

Come si può leggere sul sito della Banca d’Italia, nessun commerciante è tenuto ad accettare più di 50 pezzi in metallico, cioè più di 50 monete [3], a prescindere dal taglio.

Quindi, è possibile pagare un massimo di 50 centesimi in monete da 1 centesimo, un massimo di 1 euro (un caffè) con monete da 2 centesimi, oppure un massimo di 50 euro con monete da 1 euro e così via.

Fino a questo limite, il commerciante è obbligato ad accettare il pagamento. Oltre i 50 pezzi … proviamo con i Goleador: magari gli piacciono.

Carlos Arija Garcia

[1] Art. 1336 cod. civ.

[2] Legge n. 208/2015 nota come Legge di Stabilità 2016.

[3] Art. 11 Regolamento Ce n. 974/1998.

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