venerdì 19 Aprile 2024
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GAIN REPORT – Produzione colombiana in netta ripresa: già da quest’anno risalirà a quasi 11 milioni di sacchi

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MILANO – L’annunciata ripresa produttiva comincia a materializzarsi in Colombia. La conferma dal Gain Report del servizio informativo estero di Usda, diffuso la scorsa settimana. Il documento – redatto e revisionato dagli uffici di Bogotá – ha sensibilmente rivisto al rialzo le cifre ufficiali pubblicate dal ministero americano la scorsa estate.

Il raccolto 2012/13 (ottobre-settembre) è ora stimato in 9,95 milioni di sacchi, con un incremento di quasi il 30% rispetto all’annata precedente.

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La ripresa continuerà nel corso del 2013/14, con un raccolto che raggiungerà a fine anno i 10,9 milioni di sacchi, non lontano dunque dalle medie storiche dello scorso decennio.

Tre i fattori all’origine di questo sensibile balzo produttivo.

Il primo è rappresentato dall’entrata in produzione delle piantagioni rinnovate.

Dal 2008 a oggi sono stati rinnovati 533 mila ettari di superficie coltivata, per un totale di 2,8 miliardi di arbusti, di cui 373 mila resistenti alla ruggine del caffè.

Il secondo è l’aumento della densità media di impianto – passata da  5.000 a 5.700 arbusti per ettaro – con un conseguente incremento delle rese unitarie.

La produttività rimane comunque bassa: appena 10 sacchi per ettaro, contro – ad esempio – i 24 sacchi/ha del Brasile.

Il terzo fattore che ha contribuito alla ripresa produttiva è legato all’alternanza del ciclo Enso (El Niño southern oscillation). Con il concludersi del fenomeno La Niña sono venuti meno gli eccessi climatici degli ultimi anni e le condizioni meteo sono rientrate nella normalità.

cafe colombia 2

L’operazione di rinnovo è stata in realtà tutt’altro che indolore. Molti produttori non hanno voluto adottare la varietà Castillo, resistente alla roya, reputandola meno produttiva e di minore qualità, e hanno preferito impiantare arbusti delle varietà tradizionali (non resistenti) applicando le necessarie  misure di profilassi fitosanitaria.

Altri hanno scelto una soluzione a metà strada creando una specie di cintura di arbusti resistenti, per proteggere le piante più pregiate.

Il report osserva un’espansione crescente della produzione nei dipartimenti del sud – in primo luogo Huila, Cauca e Nariño – che contano ormai per il 27% della produzione, contro il 19% di una decina di anni fa.

Aumentano i volumi e cresce, di pari passo, anche la qualità.

La riprova nei numerosi successi ottenuti dai produttori di queste regioni in vari concorsi nazionali e internazionali.

A cominciare da Cup of Excellence, la celebre competizione creata dall’organizzazione no profit statunitense Alliance for Coffee Excellence.

L’impegno nel senso della qualità e della sostenibilità è condiviso comunque in misura crescente dai produttori di tutto il paese, come testimoniato dal successo delle certificazioni di filiera bio e/o equosolidali, come Usda Organic, UTZ Certified, 4C e Rainforest Alliance.

Fedecafé calcola che il numero di produttori certificati è più che raddoppiato negli ultimi 5 anni passando dai 68 mila del 2008 agli oltre 160 mila attuali.

L’export 2012/13 è stimato in 8,847 milioni di sacchi ed è destinato a salire a 10,805 milioni nel 2013/14. Circa 775 mila sacchi sono stati costituiti da solubile.

Gli Usa rimangono il principale mercato colombiano, con circa il 42% del totale delle esportazioni, seguiti da Unione Europea (30%) e Giappone (11%).

Il marketing di Café de Colombia è rivolto, in misura crescente, ai mercati emergenti del medio e dell’estremo oriente, nonché dell’Europa dell’est.

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Secondo Fedecafé, l’export di caffè speciali ha superato, già nei primi 10 mesi dell’anno solare 2013, la soglia del milione di sacchi, per un totale previsto a fine anno di 1,2 milioni.

Nonostante gli importanti successi raggiunti e la consistente ripresa produttiva, la tenuta del settore è messa a dura prova dai bassi livelli di prezzo attuali, che comprimono drasticamente gli utili e scoraggiano  ulteriori investimenti nel rinnovo delle piantagioni e negli input produttivi.

La situazione è stata ulteriormente aggravata dal rafforzarsi della moneta nazione – il peso colombiano – sulla principali valute e, in particolare, sul dollaro.

Di fronte all’ondata di protesta dello scorso inverno, il governo ha deciso a metà marzo l’elevamento del sussidio pagato ai produttori sino a un massimo di 145.000 pesos (75 dollari o 55 euro al cambio attuale) per carga da 125 kg.

I produttori hanno tuttavia lamentato difficoltà nella liquidazione dei sussidi.

Da più parti sono state inoltre denunciate truffe compiute da produttori, che avrebbero falsificato ricevute e altre pezze d’appoggio ottenendo i sussidi su caffè importato di contrabbando, proveniente dal Perù o dall’Ecuador.

Tra le ulteriori misure a sostegno del settore vanno ricordati anche gli strumenti di gestione del rischio a copertura delle oscillazioni dei cambi e l’assicurazione contro i rischi del clima, rivolta soprattutto ai piccoli produttori.

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