domenica 24 Marzo 2024
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Fipe: complimenti agli chef stellati, ma l’eccellenza non si trova solo nelle guide

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MILANO – Guide gastronomiche – oggi più che mai – sul banco degli imputati. È di questi giorni lo sfogo di Vissani, che ha scatenato la sua ira funesta contro la Guida Michelin, dopo la perdita di una delle due stelle sin qui assegnate al suo locale di Baschi.

Non sono offeso. Ma a questo punto avrei preferito che me le togliessero entrambe, non mi interessa più niente”. Così ha dichiarato adirato il celebre chef umbro.

Guide gastroniche: la posizione di Fipe

Pur complimentandosi con gli chef stellati, anche la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) ha voluto prendere le distanze –in modo più diplomatico – rispetto ai verdetti della celebre guida francese. E dalle guide in generale gastronomiche. Con un distinguo importante, espresso in una nota che riprendiamo dal sito Italia a Tavola.

Cosa dice la nota

La Fipe ha voluto fare i complimenti a tutti i cuochi italiani che mercoledì a Piacenza hanno ottenuto la stella Michelin o che ne hanno aggiunta una al proprio palmarès.

«Fipe – si legge in una nota ufficiale – si congratula con tutti i ristoratori premiati dalla Guida Michelin con le prestigiose e ambite stelle. Si tratta certamente di una testimonianza della forza di tutta la ristorazione italiana. Riconosciuta a livello internazionale per la sua capacità di innovare ma anche di valorizzare le materie prime e il territorio».

Indubbiamente la “Rossa” continua ad avere il suo fascino e il suo prestigio nell’immaginario comune. Ma scavando un po’ di più emergono falle che noi come Italia a Tavola abbiamo voluto da subito mettere in risalto. (su tutte la mancata assegnazione di almeno una stella ad almeno una pizzeria italiana).

E che anche alcuni cuochi hanno voluto condannare, anche duramente. È il caso di Gianfranco Vissani al quale delle due stelle ne è rimasta solo una. E non ha usato mezzi termini per commentare la scelta.

Ora, ecco il parere di Fipe:

«Crediamo – prosegue la nota – sia importante sottolineare che la Guida non sia sufficiente a rappresentare tutta l’eccellenza e la ricchezza di un settore che conta oltre 110 mila imprese e sviluppa un volume d’affari di 30 miliardi di euro. Una considerazione, quest’ultima, che facciamo anche alla luce di alcuni movimenti interni alla guida che suscitano più di una perplessità relativamente al declassamento di alcune consolidate eccellenze della ristorazione italiana. Infine, ci sembra che il superamento del binomio “locale-chef patron”, che nell’edizione di quest’anno risulta ulteriormente consolidato, debba spingere tutti ad una profonda riflessione sul futuro della ristorazione italiana di qualità».

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