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Fanciot, la miscela apripista per lo specialty coffee ad Alessandria

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ALESSANDRIA – In Italia spesso sentiamo parlare di caffè, spesso facendoci vanto di essere la vera Patria dell’espresso. Un fatto che ci viene invidiato in tutto il mondo ma che, in realtà, tralascia alcuni dettagli delle vere abitudini di consumo degli italiani. Per esempio, il fatto che, la bevanda consumata di fretta al bancone, non è il solo modo possibile di bere il caffè. L’espresso non è la sola soluzione. Ce lo spiega l’ideatore di una miscela molto speciale, il Fanciot, Fabio Perugini.

L’operatore del Melchionni Caffè di Alessandria  che ha fatto del caffè la sua passione e al quale ha dedicato tanto lavoro e ricerca.

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Fanciot: il risultato di studi e cultura del caffè

“In Italia pensiamo di saperne molto sul caffé solo perché è qui che è stata inventata la macchina per la sua estrazione più comune. Ma in verità di caffé ne sappiamo poco: da dove arriva, le miscele, i gusti, le tipologie. E le estrazioni diverse dall’espresso”.

Perugini ha deciso di portare un po’ di ‘cultura del caffé’ nel suo bar, proponendone di  monorigine, percolati a freddo, e pure di sua invenzione. “Spesso i caffé dei bar hanno miscele in cui c’è dentro di tutto, proprio per creare un gusto che piaccia a tutti.

Ma come nei vini, la provenienza e la lavorazione fanno la differenza di gusti”. Nasce così la miscela del Fanciot, un caffé inventato dal barista di via Chenna con l’aiuto del torrefattore Alberici di Alessandria.

Perugini ha scelto tre origini (Nicaragua, Brasile e Vietnam)

Creando così qualcosa di nuovo, per intenditori: “E’ una miscela più acida di quelli che siamo soliti gustare, viene estratto attorno ai 90 gradi ed ha note di nocciola, frutta secca e frutta matura”.

Il progetto è quello di diffondere maggior conoscenza del variegato mondo del caffé per una bevuta più ‘consapevole‘, e pertanto anche più ricercata. Come un buon vino. Ne gioveremmo tutti in qualità.

“Il cliente ha bisogno di sapere, conoscere e degustare: lo facciamo con tutti i tipi di prodotti artigianali e di qualità (vino, cioccolato, formaggi, pasta…), tranne che con il caffé”.

E così nella città in cui è stato inventato il caffé marocchino (dalla striscia marrone dei cappelli Borsalino), chissà che non parta la ‘rivoluzione’ dell’espresso, con il Fanciot che faccia da apripista a miscele più ricercate e meno ‘commerciali”.

Un cultore del caffé come Perugini stupisce quando saluta l’arrivo di Starbucks in Italia: “Ben venga aprire a nuovi modi di berlo e considerarlo. Noi Italiani siamo forse un po’ presuntuosi su questo tema, precludendoci un mondo inesplorato e una bevuta differente”.

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