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Enzo Bortot si è spento all’età di 81 anni l’artista del cappuccino di Belluno

La sua arte trovava sfogo anche nelle vetrine della Torrefazione, che amava allestire (famosa è quella sul tema dell’autostrada Venezia – Monaco, che finì anche sui quotidiani del tempo), nella scultura su legno, nel canto. Era membro del Coro Polifonico di Trichiana, con il quale ha fatto molte trasferte all’estero e che oggi porterà la sua bara al funerale, previsto per le 16 nella chiesa di Castion. La salma sarà poi tumulata a Limana

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BELLUNO – Un barista non è solo un operatore che prepara automaticamente centinaia di tazzine al giorno: è una persona che, quando fa il suo mestiere con passione, lascia un segno in tutti coloro che vengono a bere il caffè come se fosse un vero e proprio rito. Lo aveva capito bene Enzo Bortot, artista della latte art ricordato con amore da tutti coloro che sono passati alla Torrefazione Bristot di Belluno. A 81 anni, lascia questo e tanto altro nei cuori di chi lo ha conosciuto in vita. Leggiamo la notizia dall’articolo di Alessia Forzin su corrierealpi.gelocal.it.

Enzo Bortot: la sua firma sui cappuccini

I suoi caffè artistici hanno fatto la storia della città. Chi non ricorda il “caffè della nonna”, che veniva servito, e lo è tuttora, alla Torrefazione Bristot in via Psaro? Forse non tutti ricordano, però, chi lo inventò: Enzo Bortot, un artista delle decorazioni sulla schiuma del latte, un sorriso pronto per tutti i clienti che entravano al Manin, di cui è stato direttore fino alla fine degli anni ‘60, e poi alla Torrefazione Bristot.

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Enzo Bortot se n’è andato mercoledì mattina, all’età di 81 anni, dopo una brevissima malattia. Era in pensione da qualche anno, dopo una vita passata a regalare ai bellunesi le sue creazioni a base di caffè.

Proprio pensando alle nonne che passavano a trovarlo nell’attività, trent’anni fa inventò una bevanda loro dedicata: il caffè della nonna, appunto. Al caffè d’orzo ha aggiunto una miscela di caffè decaffeinato, tanta schiuma di latte, granella di cioccolato e amaretto. E un ingrediente segreto, che dà alla bevanda quell’aroma unico, particolare, che ancora oggi conquista tanti clienti della Torrefazione Bristot.

Ma la sua creatività non si fermò qui. A Bortot piaceva personalizzare i caffè a seconda del cliente che aveva davanti, disegnando sulla schiuma del latte un cuore, un fiore, una montagna, un sole sorridente. Un piccolo pensiero per quei clienti che conosceva uno ad uno, e che salutava sempre per nome.

Enzo Bortot ha lavorato per tantissimi anni alla Torrefazione Caffè Bristot in via Psaro

Prima, sempre per la famiglia Bristot, era stato direttore al Manin, fino alla fine degli anni ‘60. Aveva anche trascorso due anni in Germania, come gelatiere. «Il suo gelato alla vaniglia era incredibile», ricorda il figlio Tiziano. «Usava solo prodotti naturali, era molto legato alla natura». Selezionava personalmente le nocciole per preparare il gelato, anche questo un piacevole ricordo per la famiglia.

La sua arte trovava sfogo anche nelle vetrine della Torrefazione, che amava allestire (famosa è quella sul tema dell’autostrada Venezia – Monaco, che finì anche sui quotidiani del tempo), nella scultura su legno, nel canto. Era membro del Coro Polifonico di Trichiana, con il quale ha fatto molte trasferte all’estero e che oggi porterà la sua bara al funerale, previsto per le 16 nella chiesa di Castion. La salma sarà poi tumulata a Limana.

Bortot era anche un grande amante della montagna e della natura. In città sono in molti a ricordarlo con affetto e stima: «Tantissime persone ci hanno scritto che lo ricordano per la sua gentilezza e per il sorriso», conclude il figlio. «È stato molto bello leggere i messaggi delle persone che lo hanno conosciuto».

La famiglia ringrazia infine i medici e il personale del reparto di Medicina generale dell’ospedale San Martino, dove Enzo Bortot era stato ricoverato una decina di giorni fa, per la professionalità e l’umanità che hanno saputo trasmettere. —

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