giovedì 11 Aprile 2024
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Ricci, parla il neo campione italiano barista: “Tre caffè, il presente, il passato e il futuro della fermentazione sul palco”

Il neo campione italiano: "La bevanda che mi ha dato più soddisfazione è proprio il signature drink con cui ho voluto anche far passare un concetto legato al cambiamento climatico: alla fine della mia presentazione, ho fatto sparire provocatoriamente le schede dei giudici dicendo loro: "questa potrebbe esser la fine del caffè se non risolviamo il problema"."

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RIMINI – Di nuovo e per la seconda volta in alto sul podio Daniele Ricci, che è stato proclamato vincitore italiano per la categoria barista durante i campionati svolti a Sigep. Un 2023 che è iniziato decisamente con il piede giusto, e che ha visto trionfare il giovane Ricci su altri competitors che si sono distinti in pedana. Ecco il commento a caldo dalla Fiera.

Ricci: seconda vittoria stessa categoria: cosa significa questo bis?

“E’ stata una vittoria quasi inaspettata: ovviamente ci speravo, ma da una parte mettersi in gioco non è mai facile e non lo è soprattutto dopo l’ultimo campionato italiano che purtroppo non era andato benissimo. Per diverse motivazioni e in particolare grazie a più persone che hanno creduto in me e mi hanno spinto a riprovarci, alla fine ho deciso di ritentare: devo dire che sono contento di averlo fatto.

Ho portato in gara tre caffè proveniente da una farm ancora non particolarmente famosa, Finca San Adolfo, nella regione Quindio della Colombia, dei microlotti che sono stati processati con metodi di fermentazione che rappresentavano un po’ il presente, il passato e il futuro di questo stesso processo.

Ho sviluppato questi tre caffè insieme Emi Fukahori di MAME a Zurigo e ovviamente con il Bugan Team e infine con il supporto di Andrea Villa che mi ha aiutato a realizzare il signature drink. Chi mi ha spinto più di tutti è stato Maurizio Valli, che mi ha fatto capire che sarebbe stato meglio riprovarci ancora.

Ho quindi presentato un Geisha per l’espresso, un Castillo per il milk beverage e un Pink Bourbon per il drink signature. Il primo più floreale, l’altro fruttato e l’ultimo che ha spinto sulle note fermentate.

Quanto ci hai messo a preparare la gara

“Ho cominciato a pensarci dopo il mondiale di Andrea Villa, a luglio. Mi sono concentrato in seguito ad aver avuto il piacere di aiutare Jasper per il suo mondiale a Melbourne. Questo mi ha dato una grande carica per tentare ancora il nazionale.

Gli altri competitor erano bravi, il livello era alto, confrontarmi con amici e professionisti mi ha ulteriormente motivato.”

Ricci, e ora il mondiale

“Mi do ancora una settimana per poi cominciare a pensarci. I ringraziamenti vanno ovviamente a Mame, alla mia ragazza e ad Andrea Villa con il quale ci supportiamo da anni per quanto riguarda l’ideazione delle bevande da portare in gara: io ho aiutato lui ai mondiali e viceversa. Ci siamo sostenuti a vicenda, andando io a Monza e lui venendo da me a Zurigo.

La bevanda che mi ha dato più soddisfazione è proprio il signature drink con cui ho voluto anche far passare un concetto legato al cambiamento climatico: alla fine della mia presentazione, ho fatto sparire provocatoriamente le schede dei giudici dicendo loro: “questa potrebbe esser la fine del caffè se non risolviamo il problema”.”

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