venerdì 19 Aprile 2024
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Dal posto fisso al sogno: due giovani donne aprono una libreria-caffè

Erica e Michela inaugurano “Il mondo che non vedo” in via Beato Pellegrino: «Uno spazio per l’editoria indipendente»

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SAVONAROLA (Padova) – Tutto comincia il 15 novembre del 1915: quel giorno in rue de l’Odéon, culla della vita studentesca parigina, la giovane e audace Adrienne Monnier apre la “Maison des Amis des Livres”, destinata a diventare luogo d’incontro dei maggiori autori del Novecento.

Dalla porta accanto, Sylvia Beach gestiva la Shakespeare & Company: nel 1922, Beach pubblica la prima copia al mondo dell’Ulisse di Joyce, diventando anche editrice. Nel 1929, Adrienne Monnier ne pubblica la prima traduzione in francese.

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La storia nasce qui, ma continua un secolo dopo (la coincidenza è quasi perfetta) nel cuore del centro universitario padovano: in via Beato Pellegrino 37, ha aperto la libreria-caffetteria “Il mondo che non vedo”.

È uno spazio indipendente, controcorrente, unico e molto retrò, gestito da due giovani donne: Erica Guzzo e Michela Mancarella.

Per loro, la storia di Adrienne Monnier e Sylvia Beach è stata uno stimolo e motivo d’ispirazione: dopo vent’anni di amicizia e le esperienze lavorative più diverse, hanno deciso di lanciarsi nell’impresa.

Erica viene da sedici anni passati a fare l’impiegata contabile, Michela è già stata libraia. Poi nove anni fa, quando è nata la sua bambina, ha lasciato per dedicarsi ad altri lavoretti, sempre diversi.

Quello di oggi è un nuovo inizio, in cui hanno investito tempo, soldi, creatività: c’è l’area libreria, tutta dedicata alle case editrici indipendenti (da Marcos y Marcos a Minimum fax, per citare le più note); l’area lettura, di cui si può usufruire anche con testi portati da casa; e c’è anche l’area “coccola”, dove i clienti possono trovare qualcosa da bere o mangiare mentre leggono o chiacchierano. Nulla è lasciato al caso.

«Ogni mobile ha una storia» racconta Michela, «ci piacciono le cose vecchie che raccontano altre storie, e ci piace l’idea del riuso. Una libreria arriva dalla casa di un nonno, le scaffalature sono fatte tutte con cassette di mele». I tavoli, invece, sono fatti con delle porte: «aprono ad un mondo invisibile, come questo spazio» spiega Erica.

La caffetteria

L’area caffetteria è opera di un gruppo di artigiani che creano design a partire dal riciclo: sul bancone spicca un baule di caramelle Leone, ma già oggi troveranno spazio anche dolci fatti in casa, torte salate, piatti vegetariani e vegani.

Nemmeno le bibite sono convenzionali: qui si bevono vini biodinamici, birre artigianali, tisane di ogni genere e succhi di frutta prodotti dall’azienda trevigiana, tutta femminile, “Bevande Futuriste”.

L’orario d’apertura, attualmente, è dalle 9 alle 18.30, ma per l’anno prossimo c’è già un ricco programma di aperture serali, con eventi di ogni tipo.

«Sarà uno spazio aperto alla cultura a tutto tondo» conclude Erica «e, per noi, la realizzazione di un piccolo sogno partito da un libro».

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