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CRONACA – I furbetti dello scontrino: quando è il cliente a fregare

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MILANO – I furbetti dello scontrino. Ogni tanto, specialmente adesso, scattano i blitz. Ristoranti, panetterie, stabilimenti balneari, pizzerie, gelaterie. Difficile sfuggire alla Guardia di Finanza, quando si mette d’impegno. Ben vengano i controlli, ovviamente, a stanare quelli che le tasse proprio non ce la fanno a volerle pagare come tutti.

Eppure, come in tutte le cose, c’è sempre l’altra parte della barricata: sempre “furbetti”, beninteso, ma all’incontrario, al di qua del bancone. I clienti, insomma. Quelli che a tutti i costi vogliono usare lo scontrino fiscale non una, ma due, tre volte. Possibile? Succede, succede…

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Specialmente nei luoghi più affollati, quelli con la clientela più eterogenea, di passaggio, non abituale. Quelli, per intendersi, in cui si paga prima di consumare. Bar, Autogrill, caffetterie, pizzetterie, paninoteche: nessuno sfugge al “furbetto” di turno, al cliente che consuma e riconsuma, e alla fine paga una sola volta. Poche e semplici le “regole” da rispettare: bisogna confidare nell’attimo di distrazione del barista di turno. Sperare, insomma, che, dopo aver servito cornetto e caffè, dimentichi di annullare, strappandolo, lo scontrino e, con fare disinvolto, riprenderlo dal bancone e passarlo, magari, all’amico che ancora non ha pagato, badando bene a che la manovra passi del tutto inosservata.

“I furbi sono più di quanti si possa pensare -racconta Antonio, un barista di una delle caffetterie più frequentate del Centro Direzionale, a Napoli-. Giocano sul fatto che abbiamo tanti clienti da servire, e a volte riescono a ingannarci. Tutto questo per un cornetto o un caffè in più”. Ma è negli Autogrill, quelli delle autostrade, che il fenomeno è più sviluppato.

Contando anche sul fatto che dietro ai banconi il personale è sempre molto numeroso, e approfittando della calca delle ore di punta, in tanti riescono a spuntare un “camogli” o una “rustichella” in più (sono alcuni dei nomi di panini più venduti). “Spesso c’è tanta folla da servire -spiega Michele, banconista-, e può capitare che dimentichiamo di annullare una bolletta. Quelli che hanno più faccia tosta, lo sanno, e ne approfittano”.

Ma cosa rischia il “furbacchione” di turno? “A volte ce ne accorgiamo -spiega ancora Antonio-, e spesso facciamo finta di niente per non mortificare l’autore del gesto e per non accendere discussioni che infastidirebbero la clientela. Se però l’episodio si ripete, non esitiamo ad allontanare lo scroccone. E’ difficile che i nostri titolari, a meno che non si tratti di grossi importi, decidano di segnalare il fatto all’autorità giudiziaria”.
Fonte: Napoli Today

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