giovedì 11 Aprile 2024
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Così il cioccolato gianduia rende più elastiche le arterie dei fumatori

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MILANO – Il cioccolato gianduia è buono e fa anche bene: l’unione di cacao e nocciole avrebbe infatti effetti benefici a livello cardiovascolare, in modo particolare per i fumatori. Come? Contribuendo alla dilatazione delle arterie tramite la “down-regulation” dello stress ossidativo.

La conferma – come spiega Maria Girardi su Il Giornale.it – giunge da una ricerca condotta da un team del Policlinico Umberto I di Roma e apparsa sulla rivista Internal and Emergency Medicine.

Secondo tale studio le virtù del cioccolato gianduia si equiparano a quelle del fondente grazie all’alta percentuale di antiossidanti, polifenoli e vitamina E contenuti nella nocciola tonda del Piemonte. Questi due tipi di cioccolato hanno composizioni differenti.

Il fondente presenta una quantità di cacao superiore – tra il 43% e il 100% – in quanto più ricco di flavonoidi e teobromina. La sua assunzione ha effetti salutari sullo stress, sugli stati d’animo in generale, sulla memoria, sulla capacità di concentrazione. Migliora altresì la funzione endoteliale, la pressione sanguigna e l’aggregazione piastrinica.

L’impasto gianduia, invece, contiene circa il 10% di cacao e nocciole. Si è valutata in laboratorio l’influenza sull’elasticità delle arterie di 20 fumatori con una consumazione pari a 60 grammi.

Spiega il professore Francesco Violi, direttore del dipartimento di Medicina Interna del Policlinico Umberto I della capitale:

“I partecipanti mostravano un’aumento dell’elasticità arteriosa, mentre alcun effetto si registrava dopo la somministrazione di cioccolato al latte”.

Come per ogni alimento è bene però non abusare con la quantità. Dosi eccessive di grassi e zuccheri vanificherebbero gli effetti protettivi come è stato precisato da uno studio condotto su oltre 20mila persone seguite per 8 anni e apparso sull’European Heart Journal. Il consumo ideale è di 6 grammi al giorno. Questi sono sufficienti per ridurre del 39% il rischio di infarto e ictus.

Maria Girardi

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