domenica 14 Aprile 2024
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Contrordine dal governo brasiliano: revocato l’import di caffè dal Perù

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Contrordine in Brasile. A poche settimane dallo storico disco verde, il Ministero dell’agricoltura della zootecnica e dell’approvvigionamento (Mapa) di Brasilia ha revocato l’autorizzazione a importare caffè verde dal Perù, sancita da un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale alla fine del mese scorso.

Una decisione che vanifica, almeno per il momento, le speranze dell’industria di poter creare e commercializzare dei blend arricchiti da origini di altri paesi e viene incontro, invece, alle forti pressioni delle organizzazioni dei produttori di caffè brasiliani, che si sono subito scagliate con forza contro la misura.

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A dare l’annuncio, in anteprima su Facebook, è stato il senatore del Partito del Movimento Democratico Brasiliano (Pmdb) Ricardo Ferraço.

“Ho appena ricevuto la notizia direttamente dal ministro dell’agricoltura Katia Abreu: il ministero ha deciso di sospendere l’autorizzazione all’import di caffè verde dal Perù” ha scritto il parlamentare sul suo profilo.

La sospensione è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale dal Segretariato per la sicurezza agricola e zootecnica in data 21 maggio.

Il provvedimento stabilisce che l’importazione di caffè verde è sospesa sino alla presentazione al Dipartimento di difesa fitosanitaria (Dsv) del ministero brasiliano, da parte dell’organismo nazionale competente del Perù, di un piano di lavoro aggiornato contenente informazioni specifiche relative alla produzione, alle avversità, ai trattamenti fitosanitari e alle misure di mitigazione del rischio di contaminazione adottate nel commercio internazionale.

Il segretario alla difesa fitosanitaria Décio Coutinho ha dichiarato che la documentazione presentata dall’organo peruviano, sulla base della quale era stato dato il via libera all’import, è fondata su un’analisi eccessivamente datata, che non tiene conto delle ulteriori minacce fitosanitarie emerse nel frattempo. Per questo si rende necessaria un riesame dei rischi.

Rimane ora da vedere se il Perù sarà disposto a ripetere l’iter da capo per produrre l’ulteriore documentazione richiesta. Non è dato modo di sapere, al momento, se il Perù avesse già esportato delle partite di caffè verde verso il Brasile nel breve periodo in cui esse sono state autorizzate.

Al di là della motivazione ufficiale, la misura della revoca ha un sapore spiccatamente politico e fa seguito a settimane di lobbying nelle alte sfere.

Soddisfatto, naturalmente, il Cnc (Consiglio nazionale del caffè), massimo organismo di rappresentanza dei produttori, in prima fila nella battaglia contro l’importazione di caffè grezzo da altri paesi.

In una nota, il Cnc plaude alla decisione del governo e ringrazia tanto il ministro Abreu, quanto il presidente Rousseff.

L’importazione di caffè verde “dovrebbe essere ammessa solo e unicamente in caso di necessità estrema” si legge nella nota.

La misura, conclude il Cnc, “è corretta e consona allo scenario merceologico, dal momento che l’entrata nel paese di caffè estero metterebbe ulteriore pressione sui prezzi, già bassi, pagati ai produttori” proprio nel momento in cui in Brasile inizia la campagna 2015/16.

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