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Confezionamento del caffè: la Tme di Fidenza accelera sui mercati esteri

Dal 2008 a oggi la percentuale di export è passata dal 50 all’80%, il fatturato da 4,5 a 16 milioni e il numero dei dipendenti è raddoppiato

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FIDENZA (Parma) – Che il Brasile sia leader mondiale nella produzione di caffè, con oltre 50 milioni di sacchi ogni anno, è cosa nota. Meno noto è che i produttori carioca prediligano gli impianti di confezionamento italiani, ed in particolare Made in Parma, un risultato lusinghiero che conferma la leadership tecnologica del nostro comparto impiantistico.

Uno dei protagonisti di questo successo su scala internazionale è certamente la Tme (FOTO in alto), azienda fidentina di macchine per il confezionamento del caffè che cresce da dieci anni e che a inizio 2016 a San Paolo ha aperto la filiale Tme Brasil.

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«E’ una scelta che prosegue la strategia commerciale avviata nel Paese sudamericano fin dal 2009 – afferma il direttore vendite dell’azienda Giorgio Ettami –. All’epoca in Brasile la richiesta di macchine automatiche per il confezionamento del caffè era molto alta e il mercato era in mano a società multinazionali e aziende locali: le prime offrivano macchinari tecnologicamente sofisticati a prezzi altissimi con un service post vendita inadeguato e le seconde erano presenti con macchinari poco evoluti».

La Tme ha visto le condizioni per proporre il proprio know-how, raccogliendo risultati entusiasmanti: in collaborazione con la società Renila, l’azienda ha venduto in Brasile già oltre 40 macchine per il confezionamento in pacchetti classici con valvola, sottovuoto o in cialde e capsule monodose.

Non solo, ha sviluppato un servizio di assistenza con dipendenti Tme e tecnici brasiliani qualificati che è diventato il fiore all’occhiello dell’azienda.

Il Brasile è terra di successo ma non è il solo Paese di destinazione degli impianti Tme.

Cresciuti export e fatturato

«Vendiamo anche negli Usa, in Australia, Cina, Nord Africa, e nelle più vicine Svizzera, Spagna e Portogallo – aggiunge Claudia Merli che guida l’azienda insieme a Franco Magnani -. Dal 2008 a oggi la nostra percentuale di export è passata dal 50 all’80%, il fatturato da 4,5 a 16 milioni e il numero dei dipendenti è raddoppiato».

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