venerdì 12 Aprile 2024
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La pasticceria Supino abbassa le saracinesche per sempre: la prima nella Guida Michelin

La regola della pasticceria non ammetteva deroghe. Il primo requisito per servire i clienti è che questi ultimi si dimostrassero cortesi e bene educati nei confronti di chi lavorava alla Supino

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MILANO – La crisi economica e sanitaria ha colpito duramente i pubblici esercizi, causando in questi ultimi due anni circa la chiusura di numerose attività, locali storici inclusi. Tra questi, l’ultima vittima è la pasticceria Supino, che dopo aver servito a Milano i suoi dolci per 51 anni ed esser stata la prima di questo tipo a rientrare nella Guida Michelin, deve chiudere le saracinesche una volta per tutte. Leggiamo la notizia completa da ilgiorno.it.

Supino: la pasticceria storica non ce la fa

È noto che, nel locale in zona Papiniano, per la precisione in via Cesare da Sesto, i famosi cannoncini grandi come il mignolo di una mano erano riservati solo ai clienti abituali e a nessun altro, nemmeno alle persone famose che entravano per la prima volta nella storica pasticceria.

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Una regola ferrea, quella dei cannoncini riservati solo ai clienti abituali, a cui i gestori della pasticceria non derogavano mai, neanche per nuovi clienti vip, almeno così hanno fatto sapere sia i proprietari che i clienti abituali di Supino. Un gran rifiuto è toccato perfino a un membro di punta della famiglia Berlusconi. No, non parliamo del leader di Forza Italia ed ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma del figlio Piersilvio Berlusconi, amministratore delegato di di Mediaset e figlio dell’ex presidente del Consiglio.

A consigliare a Piersilvio di andare a mangiare i dolci di Supino in via Cesare da Sesto era stata l’attrice e comica Angela Finocchiaro e il figlio del Cavaliere le aveva dato retta ed si era recato in via Cesare da Sesto con le migliori intenzioni: mangiare i prelibati cannoncini e portarne via in grande quantità per farli assaggiare anche a parenti e amici. Ma niente da fare. Berlusconi junior non era un cliente affezionato e così i dolci non gli sono stati venduti ed è dovuto andar via a mani vuote.

La regola della pasticceria non ammetteva deroghe. Il primo requisito per servire i clienti è che questi ultimi si dimostrassero cortesi e bene educati nei confronti di chi lavorava alla Supino.

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