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CECAFÉ – Vola il fatturato dell’export brasiliano: +43% a settembre

Gli imbarchi verso l'Italia superano i 2 milioni di sacchi

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MILANO – Lievita il fatturato dell’export brasiliano. Secondo i dati diffusi dal Consiglio degli esportatori di caffè del Brasile (CeCafé), gli imbarchi di settembre hanno portato nelle casse della nazione sud americana 582,288 milioni di dollari, contro 407,602 milioni nello stesso mese dell’anno scorso, pari a un incremento del 42,9%. A volume, l’export di caffè in tutte le forme (verde, torrefatto e solubile) è cresciuto del 7,8%, per un totale di 2.940.465 sacchi.
Le esportazioni di caffè verde ammontano a 2,63 milioni di sacchi, in crescita del 9,6% rispetto a settembre 2013. Il dato risulta tuttavia inferiore a quello registrato durante il precedente mese di agosto quando sono stati esportati 2,77 milioni di sacchi.
Sempre con riferimento a settembre, l’export di caffè verde si è composto di 2,37 milioni di sacchi di caffè arabica (+5,5%) e 255 mila sacchi circa di conillon (+71%).
Più omogenee le variazioni a volume e valore relative all’export nei primi 9 mesi dell’anno solare.
Tra gennaio e settembre, gli imbarchi di caffè in tutte le forme sono stati infatti di 26.642.531 sacchi (+17,2%), per un fatturato di 4,627 miliardi di dollari (+17,9%).
L’export di caffè verde si è attestato a 23,958 milioni di sacchi, in crescita del 19,4% rispetto allo stesso periodo del 2013. Gli arabica hanno contribuito per 21,694 milioni di sacchi (+14%). Più che raddoppiate (+117%) le vendite di robusta, che hanno contato per i rimanenti 2,264 milioni di sacchi.
Il ritmo degli imbarchi si è intensificato a partire da luglio, complice anche l’anticipazione del raccolto in certe aree a seguito della siccità. Per far fronte alla domanda si è attinto abbondantemente alle scorte accumulate nei due anni precedenti.
Scendendo nel dettaglio delle varie voci, gli arabica hanno costituito l’81,4% delle vendite, il solubile il 10%, i robusta l’8,5% e il caffè tostato il rimanente 0,1%.
I caffè differenziati hanno rappresentato il 22,4% delle esportazioni in termini di volume e il 29,2% in termini di valore.
L’Europa è stato il più importante mercato di destinazione, con il 54% dei volumi imbarcati, seguita dal nord America con il 25%, l’Asia (15%), il sud America (3%), l’Africa, l’America centrale e l’Oceania (con l’1% ciascuna).
Tipologicamente si osserva un incremento delle esportazioni del 10,7% verso i paesi importatori emergenti, del 16,3% verso i paesi importatori tradizionali e di ben l’86,5% verso gli altri paesi produttori.
Guardando ai singoli paesi, gli Stati Uniti rimangono il principale mercato per il caffè brasiliano, con 5.578.055 sacchi esportati (pari al 21% del totale). Alle spalle degli Usa troviamo la Germania, con 5.031.082 sacchi (19%); l’Italia con 2.036.143 sacchi; il Belgio, con 1.939.403 sacchi (7%) e il Giappone, con 1.739.357 sacchi (7%).
Santos si riconferma il massimo porto di imbarco, con il 78,5% dei volumi (20.905.075 sacchi), davanti a Rio de Janeiro (15,7%) e Vitória (2,8%).
Il direttore generale di CeCafé Guilherme Braga ha sottolineato l’elevato livello raggiunto dalle esportazioni anche in un periodo di forte volatilità dei prezzi.
Il Consiglio degli esportatori prevede che il Brasile esporterà, quest’anno, tra i 34 e i 35 milioni di sacchi, a fronte dei 31,2 milioni del 2013.

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