domenica 24 Marzo 2024
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«Camorra nei bar, ristoranti e negozi: così si muove nel centro di Napoli»

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NAPOLI – Durante gli anni di piombo, negli anni ’80 e ’70, i conti della camorra trovavano soluzione negli scontri armati. Attualmente, i dissidi tra i diversi boss camorristici ora alla guida di gruppi numerosi, nati dall’arresto degli storici capi, hanno come protagonisti le nuove leve. Il centro di Napoli è il terreno degli affari illeciti. Distribuiti tra i tanti esercizi commerciali. Vediamo come sono organizzati dal sito ilmattino.it.

Camorra nel “Corpo di Napoli”

Oggi i più forti apparati camorristi possono ridursi a due soli blocchi: da un lato ci sono i Contini, i Licciardi e i Mallardo; dall’altro i Mazzarella. Due monoliti militarmente forti, economicamente potentissimi e sempre pronti allo scontro. Quello fondato da Edoardo Contini (oggi il «reggente» sarebbe suo nipote Ciro, arrestato recentemente) appare oggi il clan più temibile e operativo. Non a caso sostiene ai Decumani i giovanissimi dei Sibillo pur di mettere il bastone tra le ruote agli odiati Mazzarella.

I due cartelli investono nella droga

La presenza capillare sul territorio consente loro di mettere in pratica una spietata tecnica di estorsioni «porta a porta», in tutto il centro. Introitando centinaia di migliaia di euro ogni mese solo grazie al «pizzo»; e naturalmente hanno un ruolo di primissimo piano nella gestione del contrabbando, del gioco (sia legale che clandestino) e nella contraffazione.

Nella zona di Spaccanapoli pochi mesi fa si è scoperto che i poveri commercianti della zona sono stati costretti a pagare contemporaneamente la tangente a due clan avversari. Gli accordi di camorra si fanno e si disfano poi con gruppi minori e bande di giovani criminali. I quali, di volta in volta – e soprattutto per mera convenienza economica – si alleano con l’uno o l’altro gruppo.

I Contini si dedicano a sviluppare una invidiabile capacità imprenditoriale

Gli uomini di Edoardo ’o romano reinvestono ingentissimi capitali acquistando immobili, rilevando tramite teste di legno e intermediari di comodo bar, ristoranti, immobili e persino catene di distributori di benzina. I Contini – che si muovono su un impero che va dall’Arenaccia a Poggioreale, da Foria a Porta Capuana – guardano lontano, e hanno varcato da tempo anche i confini nazionali per spalmare il «tesoro» di famiglia: Barcellona era una delle mete preferite per trasferire e riciclare il denaro sporco. Una recente indagine della Guardia di Finanza è riuscita a ricostruire tutti i passaggi del denaro sporco, che finiva in un’anonima società che gestiva un ristorante e una caffetteria nella zona più prestigiosa della città catalana.

Di recente anche i Mazzarella hanno iniziato a investire in altre regioni e all’estero

Con la complicità di un insospettabile ingegnere dirottavano i propri soldi verso una società che aveva sede in Toscana, a Prato (un milione sequestrato). Sempre i Mazzarella avrebbero «lavato» denaro sporco acquistando a Roma palazzi, alcuni negozi, diversi garage e persino catene di tabaccherie e ricevitorie.

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