venerdì 12 Aprile 2024
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Il Caffè Greco di Roma, no ai tavoli all’aperto: manca la liberatoria dei più vicini

La discussione in via Condotti si era aperta proprio quando i negozi delle grandi griffe, del calibro di Prada, Cartier e Damiani, si sono visti coprire le loro vetrine di alta moda e preziosi con queste strutture

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ROMA – I dehors hanno rappresentato e tutt’ora rappresentano un’ancora di salvezza per i pubblici esercizi per consentire un’ampliamento della clientela da servire, quindi degli incassi, restando in regola e in sicurezza. Per questo la vicenda attorno all’Antico Caffè Greco di Roma, spicca come una nota stonata in questa armonia. Le pedane fuori questo locale storico, sono state bocciate perché troppo invadenti nei confronti delle attività commerciali circostanti. Scopriamo cosa è successo dall’articolo di Lilli Garrone su corriere.it.

Caffè Greco: una bella stagione ostacolata dai dehors

Le ampie pedane dell’Antico Caffè Greco su via Condotti sono «illegittime». La richiesta di occupazione è stata giudicata «inammissibile» dal Municipio I, che in tal senso ha anche inviato una lettera al famoso locale, aperto nel Settecento. Ma il titolare, Carlo Pellegrini, replica che ha già dato mandato ai suoi avvocati di studiare il ricorso al Tar, che «verrà presentato presto».È questo il nuovo capitolo della querelle sui tavoli all’aperto che per la prima volta nella storia, causa pandemia, sono stati allestiti sulla conosciutissima strada dello shopping.

Il I Municipio, secondo quanto scritto nella delibera del Campidoglio che in via d’emergenza autorizza le strutture all’aperto, e secondo il regolamento di Polizia di Roma Capitale, ha inviato la lettera perché «queste strutture, realizzate fino a 25 metri dall’esercizio, devono avere una dichiarazione di liberatoria di tutti gli esercizi commerciali nel raggio di 25 metri. In caso negativo si procede con segnalazione al Municipio, inviando un rapporto informativo».

E in questo caso la liberatoria non c’è

«Adesso dovrebbero smontarle – spiega la presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi -. Se non lo faranno, ci saranno i verbali dei vigili urbani e le rimozioni forzate», sempre aspettando ovviamente la decisione del Tar. Comunque «questa vicenda apre un ragionamento su tutte le altre occupazioni con lo stesso problema per le vetrine dei negozi vicini – aggiunge la presidente del I Municipio – un capitolo che porterà a molte segnalazioni delle occupazioni che impattano sugli altri esercizi commerciali».

La discussione in via Condotti si era aperta proprio quando i negozi delle grandi griffe, del calibro di Prada, Cartier e Damiani, si sono visti coprire le loro vetrine di alta moda e preziosi con queste strutture

Ed era intervenuto lo stesso presidente dei commercianti di via Condotti, Gianni Battistoni, che ripete: «Del resto il regolamento parla chiaro e dovremmo tutti osservare la legge. È legittimo – aggiunge – che lui possa mettere i tavoli di fronte la sua attività, secondo quanto prevedono le norme emergenziali, ma per metterli di fronte le vetrine degli altri ci vuole il benestare dei negozi vicini, di quelli che sono “impattati” dalle strutture e dagli ombrelloni. Ci auguriamo che tornino tanti turisti e che vadano a sedersi al Caffè Greco, famoso per i suoi arredi interni: ma così è come mettere una statua fuori dal Museo Borghese».

«La nostra interpretazione e quella che stanno studiando i miei avvocati è un’altra – replica a sua volta il titolare del locale, Carlo Pellegrini -. Mi riferisco al regolamento ordinario aventi diritto di affaccio. Noi stiamo già preparando un ricorso che lunedì stesso presenteremo al Tar, e chiederemo la sospensiva. Nelle motivazioni diremo anche che per noi quelle pedane significano cinque dipendenti in più e ci permettono di incassare somme che possono salvare l’attività dell’Antico Caffè Greco, che è anche la motivazione del decreto di tutela. Altrimenti non riusciamo a lavorare ed il nostro locale è un bene comune, perché a disposizione di tutti e tutti lo possono visitare».

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