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Caffè Greco: ora il Ministero valuta la tutela per interesse culturale identitario

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MILANO – Si mobilita anche il Mibact per salvare il Caffè Greco. Il Ministero dei beni culturali sta infatti valutando l’ipotesi di dichiarare il Caffè Greco di interesse culturale per il suo valore identitario. L’adozione di una misura in tal senso farebbe seguito ai decreti ministeriali risalenti al 1953 e 1954, che dichiararono “di interesse particolarmente importante” l’antico locale romano di via Condotti.

Il dicastero, in qualità di soggetto preposto all’esercizio delle funzioni di tutela, è attualmente impegnato, attraverso la Soprintendenza speciale Archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, nella messa a punto dell’elenco dei beni mobili da considerarsi pertinenziali all’immobile, a integrazione dei decreti sopra citati. E valutando appunto il suo valore identitario quale ulteriore profilo di interesse culturale.

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La notizia è giunta ieri, proprio nel giorno in cui si sarebbe dovuto eseguire lo sfratto del Caffè dai locali di proprietà dell’Ospedale israelitico in via Condotti nella Capitale.

Sfratto che non è però avvenuto poiché i gestori, grazie a un’istanza urgente depositata lunedì mattina in tribunali, si sono già assicurati l’ennesimo rinvio, sino all’8 gennaio.

Così il Mibact sul Caffè Greco

Il Caffè Greco è stato dichiarato di interesse particolarmente importante con decreto del Ministro per la Pubblica istruzione del 27 luglio 1953 “perché, fondato nel 1765 e successivamente più volte abbellito con decorazioni e cimeli di interesse storico ed artistico, costituisce oggi un vario e pregevole esempio di pubblico ritrovo sviluppatosi attraverso due secoli di vita per la ininterrotta consuetudine da parte di artisti di ogni paese di frequentare le sue ospitali e raccolte salette, avendo rappresentato in Roma, per circa 200 anni, un centro di vita artistica universalmente noto”.

Tale provvedimento, esteso nel febbraio del 1954 anche al cortile coperto, al salone e al laboratorio, è stato notificato “per la parte dell’immobile” all’Ospedale Israelitico, che ne detiene la proprietà, e ai titolari dell’attività “per la parte dei mobili e della licenza di esercizio”.

“Appare dunque evidente – spiegano dal ministero – che le disposizioni di tutela alle quali è stato sottoposto il Caffè Greco riguardano tanto l’immobile e gli arredi quanto la destinazione d’uso dei suoi locali, che, ai sensi dell’articolo 20 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, non possono essere adibiti ad attività non compatibili con il loro riconosciuto carattere storico e artistico”.

Tutti schierati a difesa dello storico locale

Prosegue intanto il presidio di cittadini comuni, associazioni e personaggi pubblici in difesa dello storico caffè capitolino.

Martedì è stato in via vai continuo di cittadini comuni e politici e intellettuali. Tra i nomi quelli di Maurizio Gasparri, Fabrizio Cicchitto, Luigi Zanda e Vittorio Sgarbi, che hanno sorseggiato un caffè per sottolineare l’importanza del bar che è stato per 200 anni uno dei luoghi che ha fatto la storia di Roma. “Meglio chiudere il Parlamento che il Caffè Greco” ha dichiarato Sgarbi con la consueta vena provocatoria.

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