giovedì 11 Aprile 2024
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Caffè e Nba, la catena Alfred bandisce Kawhi Leonard e i Clippers e i social si ribellano

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MILANO – Era nato come uno scherzo, ma si è trasformato in un boomerang, il commento che la catena di bar e caffetterie Alfred ha postato su Instagram dopo la decisione della stella Nba Kawhi Leonard e di Paul George, un altro importante giocatore della lega americana, di firmare i Los Angeles Clippers.

Leonard è stato l’artefice dello storico primo anello dei Toronto Raptors e ha deciso questa estate, di tornare a Los Angeles, dove è cresciuto cestisticamente. Ma a sorpresa ha scelto i Clippers. Un vero affronto per Alfred, da sempre vicina ai celebri colori dei Lakers, piuttosto che a quelli dei Clippers.

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Di qui la decisione di esprimere il proprio disappunto con un messaggio semplice ma (apparentemente) categorico sul proprio account Instagram. Il teso: “Ci riserviamo il diritto di rifiutarci di servire Kawhi Leonard, Paul George e chiunque risulti affiliato all’organizzazione dei Clippers”.

Dopo che a Toronto si era scatenata in città l’iniziativa Kawhi and dine, con moltissimi ristoranti disposti a esibire l’adesivo dell’iniziativa sulle proprie vetrine impegnandosi così a offrire vita natural durante pranzi&cene all’ex stella di San Diego State University, stavolta la nuova trovata ideata da Alfred Coffee sembrava voler andare in direzione opposta.

Con risultati, in realtà, tutt’altro che incoraggianti

Anzi, controproducenti. Una serie infinita di commenti negativi – presumibilmente di tifosi dei Clippers infuriati – hanno inondato la pagina Instagram della catena, costringendola momentaneamente a disattivare l’opzione “commenti”.

Sul sito Yelp, che raccoglie tutte le recensioni di locali, caffè e ristoranti realizzate dagli stessi clienti, Alfred ha ricevuto migliaia di giudizi di una sola stella (il minimo, su un massimo di 5 stelle ottenibili). Ma è stato ovviamente sui social stessi – dove la campagna era partita – che la reazione dei tifosi bianco-rosso-blu è stata più veemente.

Così veemente da dover spingere gli stessi responsabili social di Alfred a pubblicare un secondo post che spiegasse a tutti la natura scherzosa del primo messaggio, sempre su Instagram: “La nostra intenzione – in quella che pensavamo potesse essere una frecciatina frutto di una sana rivalità, fatta a cuor leggero – era stata quella di condividere con voi un post che ora abbiamo capito aver fatto infuriare parecchi tifosi in città.

Ci scusiamo se abbiamo offeso qualcuno, perché questa non è mai stata la nostra intenzione. Nessuno è mai stato cacciato, né mai lo sarà, da Alfred. Amiamo Los Angeles”. Messaggio chiuso da tre emoji molto significative: un pallone da basket, un cuore rosso e una tazza di caffè. Meglio nero, forte. Per dimenticare un epic fail da non ripetere.

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