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Bufera sui Qui!Group: revocato il maxi-appalto, ora rischia il fallimento

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MILANO – È bufera sui ticket restaurant distribuiti dalla Qui!Group. L’azienda di Gregorio Fogliani è insolvente da mesi sui pagamenti. Tanto che Consip ha deciso di bloccare i suoi buoni pasto.

Con conseguenze pesanti per un milione di lavoratori, di fatto privati di una quota rilevante di retribuzione (oltre che del pranzo), ma anche per gli esercizi convenzionati, che dai buoni pasto ricavano, in alcuni casi, sino al 50% del loro fatturato.

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Le segnalazioni di disservizi alla Consip (la centrale unica degli acquisti) si sono moltiplicate a partire da quest’anno. Consip ha ordinato ispezioni sistematiche tramite un organismo indipendente.

Queste hanno rilevato un “numero di non conformità di gran lunga superiore al limite massimo ammesso.”

Portando così alla revoca maxi-appalto “a causa del reiterato inadempimento agli obblighi contrattuali”.

Aperta un’inchiesta

Atto finale: la procura di Genova ha aperto un’inchiesta, affidandola al sostituto Patrizia Petruzziello e al pool reati economici.

Come riferiscono Marco Grasso e Matteo Indice sulla Stampa, il fascicolo è stato formalmente aperto per «atti relativi». Ma il lavoro degli inquirenti è in realtà in fase avanzata.

I magistrati stanno acquisendo in primis i numerosi decreti ingiuntivi che i vari creditori, commercianti e imprenditori di più regioni in possesso di ticket restaurant ormai paragonabili a carta straccia, hanno presentato negli ultimi mesi, consapevoli che i tempi di una causa civile ordinaria sarebbero per loro insostenibili.

Pronti a chiedere il fallimento

Soprattutto: dopo una serie di riunioni a palazzo di giustizia, i magistrati sono pronti a chiedere al tribunale il fallimento della stessa Qui! Group, passaggio consentito dalla legge quando s’ incrociano – appunto – gli accertamenti penali e le procedure fallimentari.

Scelta estrema

Sarebbe certo una scelta estrema, ma al contempo l’unica percorribile per stringere la soluzione, in una direzione o nell’ altra, del caso. Il terzo filone passa dallo studio dei bilanci, dal cui esame è certificato un indebitamento crescente negli ultimi anni, che ha raggiunto i 105 milioni nel 2016 e contempla autentiche voragini sui conti.

Da cosa sono state originate?

«Gli elementi raccolti finora – conferma una qualificata fonte d’ indagine – dimostrano come i debiti siano lievitati in una fase tutto sommato recente. E aldilà dei rilievi preliminari sarà necessario capire se ci sono stati episodi distrattivi, con tutto ciò che significa un’azione del genere».

La replica di Fogliani

Gregorio Fogliani, presidente del gruppo ligure, ha dichiarato così: “Allo stato non mi sono stati notificati atti penali e sto lavorando giorno e notte per mettere in sicurezza il gruppo. Sono anch’ io vittima di un sistema e presto spiegherò meglio”.

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