domenica 24 Marzo 2024
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Bristot dopo i primi 100 anni punta su export e formazione con la Academy

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BELLUNO – Festeggia i suoi primi 100 anni il marchio Bristot, realtà facente capo a Procaffè, azienda con numeri e fatturati che la collocano nel gotha delle imprese di torrefazione del nostro paese. E punta sulla formazione per qualificare ulteriormente la sua offerta, in Italia e all’estero. La Bristot Coffee Academy – accreditata dalla Sca a rilasciare le certificazioni del Coffee Skills Program – è operante in numerosi paesi e punta ad allargare ulteriormente la propria presenza.

Questo e altro in un articolo del quotidiano La Nuova Venezia di Nicola Brillo, che vi proponiamo di seguito.

Compie un secolo di vita, ma punta già a “formare” i consumatori dei prossimi decenni. La bellunese Procaffè, che ha tra suoi marchi la torrefazione Bistrot, ha rinnovato la propria Accademia. Presente oggi da Atene a Kiev, da Londra a Shanghai, conta di allargare ulteriormente le “filiali” nel mondo nei prossimi anni.

Nella top ten delle torrefazioni

«Se riguardiamo il percorso fatto fino ad oggi, non possiamo che esserne fieri: in Italia abbiamo comunque un posto nella “top ten” delle torrefazioni più importanti, e all’estero per certi aspetti è andata ancora meglio in termini di riconoscibilità e leadership», spiega Gerhard Laner, amministratore delegato di Procaffé.

«La sfida ora è aumentare il nostro grado di reattività nei confronti del mercato – aggiunge -, comprendere i mutamenti e i nuovi trend di consumo, ed interpretarli a nostro modo».

Con il nuovo nome, Bristot Coffee Academy è uno dei dipartimenti più innovativi dell’azienda che fattura 33 milioni di euro (2018), ha una produzione di 5 milioni di chilogrammi l’anno e conta 100 dipendenti e 60 agenti.

La quota export di Procaffè è pari al 63% con linee complete di prodotti per il settore Horeca, per il retail e per il vending.

L’accademia si compone attualmente di circa 20 strutture dislocate nei principali mercati in cui il marchio ha un peso rilevante a livello commerciale. «Oltre alle strutture sono le persone che rendono speciale il tutto – spiega Gerhard Laner – una trentina di trainers che costantemente si aggiornano, dialogano tra loro e si interfacciano con l’azienda.

Grazie a specifici programmi, educhiamo i baristi, e non solo, a raggiungere e mantenere un ottimo livello di estrazione delle nostre miscele. Tutto questo sforzo non è solo dedicato al nostro network di clienti, ma soprattutto ai consumatori garantendo così una notevole esperienza di gusto. Inoltre siamo diventati la quarta torrefazione in Italia che può dichiarare di possedere una Coffee Academy certificate “SCA premier campus”».

L’azienda nel 1989 è passata dalla famiglia Bristot alla famiglia Palombini. Cambiando la sua ragione sociale in Procaffé Spa. E diventando il polo industriale e distributivo del Nord Italia. La presenza sul mercato internazionale cresce anche grazie all’acquisizione di altri marchi storici radicati nel territorio. Come Caffè Breda di Padova (fondata nel 1921); Caffè Dorsola di Torino (fondata nel 1920); Caffè Vescovi di Padova (fondata nel 1927) e Testa Rossa Caffè.

Dal 2001 Bristot è entrata a far parte del gruppo multinazionale alimentare tedesco Wedl&Hofmann con un fatturato di 600 milioni di euro.

L’azienda è stata creata da Domenico Bristot nel 1919. Bristot dopo aver vissuto a Vienna, torna in Italia e fonda l’omonima torrefazione nel centro di Belluno. Oggi i buyers di Bistrot visitano regolarmente le piantagioni di caffè nell’America Centrale e Sudamerica. Ma anche in Africa e in Asia per selezionare i chicchi di caffè.

«Il centenario non rappresenta solo un secolo di attività ininterrotta per la nostra azienda. Ma anche un traguardo speciale in termini di presenza all’interno di questo fantastico territorio; come una delle più autorevoli torrefazioni ai piedi delle Dolomiti» aggiunge l’amministratore delegato Laner. «La cultura della quale l’azienda si è circondata in questo secolo di storia è quella della montagna e della comunità che ne popola le valli. Il senso del sacrificio unito al rispetto della natura e dei suoi elementi sono quindi valori che abbiamo ereditato dal territorio in cui operiamo e dalla cultura che lo rende unico».

Nicola Brillo

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