venerdì 12 Aprile 2024
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Bicerin: il locale storico di Torino, per entrare prima del virus si faceva una lunga fila

Scrive il giornalista: "Torino è l’unica città italiana dove in attesa di ritrovarci alle prese con la nota pandemia ci siamo esercitati per lustri, anzi no, per decenni, ma che dico, da secoli, a fare la coda non in posta ma per berci un caffè o una cioccolata calda: mi riferisco a quanto da sempre accade all’ingresso del Bicerin, il più antico dei caffè storici cittadini e con il Mulassano anche il più piccolo"

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TORINO – Il Bicerin non ha bisogno di tante presentazioni, essendo uno dei locali storici simbolo di Torino, che in molti hanno da sempre preso come meta da visitare nel capoluogo piemontese. Una caffetteria particolarmente frequentata non solo dai cittadini autoctoni, ma anche dai turisti: risultato? La fila fuori non mancava praticamente mai: adesso con il Covid è obbligatorio, perché le regole del gioco e del servizio sono cambiate. Leggiamo a proposito su lastampa.it, un articolo di Giuseppe Culicchia.

Bicerin: una coda che dura sino a oggi per entrare

Ho visto cose che noi umani… per dire: rispetto a una città come Milano, che pure ha un centro ricco di edifici storici molto belli, si tratti della Biblioteca Braidense o di quel dedalo di vie un tempo “prolet” e oggi super-chic che nei dintorni di quell’istituzione dà forma alla zona di Brera, già rifugio di artisti più o meno “maudit” e affamati, tra cui l’indimenticabile Luciano Bianciardi, sostituiti da mega-ricchi russi e non, la nostra Torino gode di una caratteristica che la rende unica: e non mi riferisco qui come di recente al fatto che nel giro di pochi passi ci si può agilmente trovare immersi nel verde, e nemmeno alla facilità con cui da noi – grazie ai lunghi corsi alberati e alle grandi piazze – si può vedere il cielo, ma a una vera e propria singolarità.

Torino è infatti l’unica città italiana dove in attesa di ritrovarci alle prese con la nota pandemia ci siamo esercitati per lustri, anzi no, per decenni, ma che dico, da secoli, a fare la coda non in posta ma per berci un caffè o una cioccolata calda: mi riferisco a quanto da sempre accade all’ingresso del Bicerin, il più antico dei caffè storici cittadini e con il Mulassano anche il più piccolo.

Se un autore di fantascienza come Philip K. Dick si fosse mai preso la briga di venire ad assaggiare uno zabajone oppure la bevanda che dà il nome al celebre locale, forse si sarebbe scatenata in lui la visione di un futuro che poi è il nostro disgraziato presente.

Qui la coda si forma da sempre

Cosa che tra l’altro testimonia la bontà delle bevande e dei cibi presenti nel suo menù, altrimenti non si spiegherebbe perché in tanti si siano ostinati e si ostinino nel sottoporsi all’attesa del momento magico in cui è concesso varcarne la soglia. Forse anche per questo noi torinesi abbiamo saputo affrontare meglio di altri le code iniziate lo scorso anno all’esplodere della nota pandemia: come i russi all’epoca dell’Unione Sovietica, a fare le code non solo in posta eravamo abituati. —

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