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Bere caffè: è consigliato evitarlo dopo le 14 per non provocare l’insonnia

Per evitare l’effetto inibitorio del caffè sulla adenosina bisognerebbe interrompere il consumo della bevanda a partire da un certo orario. Il dottor Andrew Rochford consiglia di non bere più caffè dopo le 14

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MILANO – Bere caffè, va bene, ma a che ora del giorno per evitare l’insonnia? Sono tante infatti le persone che ne limitano il consumo proprio per non rovinarsi il sonno. Tutto dipende dalla durata degli effetti della caffeina sull’organismo: in base alle informazioni giuste, ci si può regolare in maniera da non avere ripercussioni sul riposo. Leggiamo cosa dicono gli studi dal sito affaritaliani.it.

Bere caffè: quando durante la giornata?

Sono moltissime le persone che evitano di bere il caffè di sera. C’è un motivo ben preciso:
Non tutti metabolizziamo il caffè allo stesso modo. Numerosi studi hanno rilevato che la bevanda crea problemi con il sonno alle persone che lo metabolizzano in tempi più lunghi. Alcuni eliminano la caffeina infatti in modo più lento rispetto ad altri.

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Anche se si tratta di una condizione soggettiva, il caffè è in grado di agire sulla adenosina, un composto chimico che induce il sonno. La inibisce infatti, disturbando così la capacità di riposarsi. L’effetto però parte dopo circa 20 minuti. Chi riesce ad addormentarsi subito dopo aver bevuto il caffè, al risveglio si sente molto più energico. È quanto rivela uno studio condotto dai ricercatori della Loughborough University. Il fenomeno è stato chiamato “coffee nap”, ossia pisolino da caffè.

Per evitare l’effetto inibitorio del caffè sulla adenosina bisognerebbe interrompere il consumo della bevanda a partire da un certo orario. Il dottor Andrew Rochford consiglia di non bere più caffè dopo le 14.

Il caffè decaffeinato è un’alternativa valida per contrastare l’azione della caffeina?

Mentre inizialmente il caffè decaffeinato aveva entusiasmato tutti coloro i quali non volevano rinunciare all’aroma della bevanda, ma desideravano ridurre la caffeina, ora è al centro del mirino. Il caffè decaffeinato potrebbe essere pericoloso per il cuore e per la salute in generale, a causa soprattutto del processo di estrazione della caffeina.

Numerosi siti mettono in evidenza la scarsa sicurezza dei metodi utilizzati nel procedimento di estrazione: sarebbero usati agenti chimici cancerogeni che non scomparirebbero anche se durante la tostatura vengono sottoposti a temperature elevate.

Bere caffè: il decaffeinato contiene o no caffeina?

Sembra che nessun procedimento sia in grado di eliminare completamente la caffeina. Di conseguenza, seppur in quantità inferiore rispetto al caffè classico, anche quello decaffeinato la contiene. Inoltre questo tipo di caffè è soggetto al deterioramento. Anche se si tratta di quantità di caffeina minime, il caffè decaffeinato non dovrebbe essere assunto in caso di problemi cardiovascolari.

La parola all’esperto

“Il caffè decaffeinato non fa male e non si corre nessun rischio a berlo” ha spiegato a “Il giornale del cibo” il professor Enzo Spisni, fisiologo della nutrizione dell’Università di Bologna, proseguendo: “Il metodo di decaffeinizzazione oggi più diffuso è quello dell’anidride carbonica, che è assolutamente sicuro.

Tuttavia, il decaffeinato non è altro che un escamotage per assecondare le nostre abitudini e il piacere sensoriale. In questo senso, la nutrizione viene in secondo piano”. Il professore ha poi concluso: “Togliere la caffeina significa perdere anche le sue proprietà positive. Potremmo dire che questa sostanza è di fatto la parte migliore del caffè. Nell’uso comune, peraltro, è spesso la ragione stessa del consumo della bevanda. Privare il caffè dalla caffeina significa che della bevanda rimane soltanto il gusto. Da un punto di vista estremamente razionale, quindi, per evitare l’effetto stimolante si potrebbe anche fare a meno del caffè”.

Decaffeinato: quanto berne al giorno, quantità consigliata

L’autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha indicato come dose giornaliera consigliata di caffeina massimo 400 milligrammi. La quantità corrisponde a circa 4 o 5 tazzine di caffè espresso. Anche se il caffè decaffeinato contiene meno caffeina rispetto a quello normale, gli esperti consigliano di non eccedere nel consumo della bevanda, prevedendo lo stesso numero di tazzine.

Decaffeinato controindicazioni: a chi è sconsigliato

Le controindicazioni del caffè decaffeinato sono le stesse del caffè normale. È dunque sconsigliato a chi soffre di gastrite, reflusso gastrico ed è intollerante alla caffeina, perché la sostanza non è completamente assente.

Bere caffè, uno solo a colazione fa male: si rischia l’infarto

La colazione è il pasto più importante della giornata: quante volte è capitato di sentire questa frase? Eppure sono troppe le persone che hanno la pessima abitudine di bere un caffè al volo al mattino e scappare al lavoro.

Ciò che mangiamo a colazione influisce in misura considerevole sulla formazione delle placche ateromatose nelle arterie, causando malattie cardiovascolari. Bere solo un caffè a colazione può compromettere la salute del cuore.

Bere solo caffè a colazione aumenta il rischio di malattie cardiovascolari: fare una colazione abbondante consente di contrastare la rigidità arteriosa

Secondo un recente studio, le persone che fanno una colazione abbondante sono meno soggette a rigidità arteriosa. I risultati della ricerca hanno evidenziato che la rigidità arteriosa era anormale nel 15% delle persone che non facevano colazione. Dallo studio è emerso anche che chi non faceva colazione era soggetto ad un numero maggiore di placche ateromatose, il 28%.

Le placche sono causate da sostanze, fra le quali principalmente il colesterolo in eccesso, che si depositano sulle pareti delle arterie. Accumulandosi, tali sostanze creano le placche che si induriscono e ostruiscono i vasi.

Bere un solo caffè al mattino danneggia il cuore: una colazione abbondante è il segreto delle diete

Secondo l’autore dello studio Sotirios Tsalamandris: “Fare una colazione che costituisca più del 20% delle calorie ingerite al giorno potrebbe essere di un livello pari o addirittura superiore alla dieta di una persona, sia che segua la dieta mediterranea, una dieta povera di grassi o altre forme di dieta”.

Che cosa succede con il consumo quotidiano

Milioni di persone bevono ogni giorno il caffè. Si tratta di una abitudine piacevole e per molti irrinunciabile. C’è chi ne beve uno al mattino, chi non può farne a meno dopo i pasti e chi si concede la pausa caffè anche a metà mattina o a metà pomeriggio.

Il caffè aiuta a risvegliarsi al mattino e dona la carica per iniziare la giornata. In molti però non conoscono che cosa succede al corpo quando si consuma questa bevanda e quali effetti provoca a lungo termine.

Bere caffè ogni giorno: che cosa succede al corpo

Sul caffè sono stati fatti moltissimi studi, ma ancora oggi non c’è una linea precisa in merito. Alcuni ritengono che faccia male, altri ne sottolineano i benefici per corpo e mente. Ciò su cui sono tutti d’accordo è che non bisogna abusarne. Qual è la quantità limite giornaliera? Prima di scoprirlo vediamo i benefici apportati dalla bevanda.

I benefici

C’è chi non riesce a svegliarsi se non beve il caffè la mattina. Secondo gli scienziati dell’Università di Barcellona il cervello funzionerebbe in modo più efficiente “sotto” l’effetto della caffeina. La bevanda aiuterebbe inoltre a migliorare la concentrazione e faciliterebbe la memoria.

Il caffè è inoltre ricchissimo di antiossidanti. Dona energia al corpo e aiuta ad eliminare il senso di stanchezza. Favorisce l’attivazione del metabolismo fa bruciare più grassi.

Contiene vitamine (B2, B3 e B12) e sali minerali (potassio e magnesio). Secondo la letteratura scientifica consentirebbe una riduzione del rischio di diabete di tipo 2 da 2 al 7%. Aiuta a prevenire malattie neurodegenerative. Ridurrebbe infatti del 65% il rischio di insorgenza dell’Alzheimer e tra il 32 ed il 60% il rischio del morbo di Parkinson.

Le quantità limite

Il caffè è una bevanda molto apprezzata in tutto il mondo. È considerato da molti essenziale al mattino quando ci si sveglia, per avere la giusta carica e affrontare la giornata. C’è poi chi non può farne a meno dopo i pasti e chi lo consuma durante le pause giornaliere.

Tuttavia bisogna fare attenzione alla quantità e al momento in cui lo si consuma. Bere troppo caffè può avere effetti dannosi per la nostra salute. Può infatti provocare tachicardia, insonnia, ansia, nervosismo e persino attacchi di panico.

Gli esperti consigliano di non bere più di tre tazzine di caffè al giorno.

Bere caffè al mattino a digiuno è un’abitudine errata: può causare l’infarto. Cosa succede al corpo

Berlo solo a colazione è un’abitudine errata, che può causare rigidità arteriosa e provocare in alcuni casi l’infarto.

Secondo lo studio condotto da Sotirios Tsalamandris, le persone che fanno colazione al mattino in modo regolare, dunque non bevendo solo caffè a stomaco vuoto, hanno meno probabilità di sviluppare una rigidità arteriosa e placche ateromatose.

Queste ultime si depositano sulle arterie e, indurendosi, ostruiscono i vasi impedendo loro di distribuire ossigeno. La rigidità arteriosa e le placche ateromatose hanno effetti negativi sul cuore e possono condurre all’infarto. Queste condizioni peggiorano quando si beve caffè a digiuno al mattino.

Berlo a colazione aumenta il rischio di malattie cardiovascolari: fare una colazione abbondante consente di contrastare la rigidità arteriosa

I risultati della ricerca hanno evidenziato che la rigidità arteriosa era anormale nel 15% delle persone che non facevano colazione. Dallo studio è emerso anche che chi non faceva colazione era soggetto ad un numero maggiore di placche ateromatose, il 28%.

Secondo l’autore dello studio Sotirios Tsalamandris: “Fare una colazione che costituisca più del 20% delle calorie ingerite al giorno potrebbe essere di un livello pari o addirittura superiore alla dieta di una persona, sia che segua la dieta mediterranea, una dieta povera di grassi o altre forme di dieta”.

Emicrania: attenzione alle conseguenze

Più di tre tazzine di caffè al giorno possono scatenare attacchi di emicrania. A scoprire l’effetto è uno studio americano del Beth Israel Deaconess Medical Center (Bidmc) di Boston, del Brigham and Women’s Hospital e l’Harvard School of Public Health pubblicato sull”American Journal of Medicine’.

Secondo i ricercatori consumare due tazzine di caffè non fa alcuna differenza per chi soffre di emicrania episodica, ma più di tre (o la stessa quantità di caffeina contenuta in bibite gassate o energy drink) aumentano il rischio di un forte attacco di mal di testa.

“Mentre alcuni potenziali fattori scatenanti dell’emicrania, come la mancanza di sonno, possono solo aumentare il rischio di emicrania, il ruolo della caffeina è particolarmente complesso, perché può scatenare un attacco ma aiuta anche a controllarne i sintomi”, avverte Elizabeth Mostofsky del Beth Israel Deaconess Medical Center (Bidmc) tra gli autori dello studio.

Secondo gli scienziati che hanno riscontrato questa relazione tra le tre e più tazzine di caffè e l’emicrania, “l’impatto della caffeina dipende sia dalla dose che dalla frequenza del suo consumo, ma poiché ci sono stati pochi studi prospettici sul rischio immediato di emicrania a seguito dell’assunzione di bevande contenenti caffeina – osservano – ci sono prove limitate per formulare raccomandazioni dietetiche per le persone con emicrania”.

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